Critica Sociale - anno XL - n. 8 - 16 aprile 1948

184 CRITICA SOCIALE zio effettivo di un diritto che gli è solennemente ricono– sciuto. Solo per altre elezioni; che non siano quelle della massima Carnera rappresentativa, la predetta ragione cede talvolta di fronte. a considerazioni di opportunità. li s;istema ·proporzionate. La democrazia moderna, che esi'ge la effetti va partecipa– ziofle di tutti i cittadini al governo della cosa pubblica e che pertanto si propone come primo scopo che il corpo eletto– ·rale esprima effettivan,ente ed efficacemente dal proprio seno gli organi costituzionali dello Stato, rendend·osi con ciò partecipe delfa sovranità, non può logicamente conciJ.iarsi con il collegio elettorale uninominale. Non è una questione di opportunità questa, ma una questione di principio!' Sorge istintiva l'obie-zione che, nonostante il suo collegio uninominale, l'Inghilterra deve senza dubbio ritenersi retta --da un regime democr~tico. Ma si può anche agevolmente ri– spondere che le· istituzioni politiche e amministrative -in– glesi, sebbene da due secoli a questa parte si sia da esse tentato di imitare più di un istituto, rin1angono una cosa as– solutamente sui generis e non vanno giudicate con il metro dell'Europa continentale, la cui evoluzione giuridica e po– litic.a ha assai poco di comune con quellà delle isole bri– tanniche. Il collegio uninominale .fu una specifica e caratteristica espressione del regime borghese, impropriamente dett0 rappre– sentàdvo. Quando a un numero modesto di cittaditai,. apparte– nenti in pratica ad un'unica classe sociale, si dava da sce~ glier.e, entro una cerchia di per.sone note, l'uomo· che avesse le qualità più idonee a esercitare la funzione di d~putato, pr<'scindendo da ogni jò)iù.vasta considerazione; qua11'10 si pensava che tale ·depmato dove·sse seguire poi all' Asse'."!blea· una propria linea politica, indipendentemente dal pensiero degli elettori, i quali, data anche l'ipotesi che pot-:.sseto av,,:·~ un definito indirizzo politico, si eran0 comum4ue ad esso a:f– fidat: in ragione dello intuitus Per:sonae - riusciva dèl tutt" 1,~1urale l'adozione :lei collegio uninominale. Con un tale regime era fatale ,.!1e la stessa esigenza del ballotta 6 gi0 as– ,.:,at'SSe scarso rilievo. Fosse in.fatti la maggiòranza assolu– t~ :, la. maggioua1ua t elativa a eleggere il candiJ.it.i, era comunque raggiunto h, scopo che sopn1ttutto int-!:es nva: c;:iello dt dare al collegjo un rappresetatante regolarm ,:.te ·le-. sigt,ato da un voto di fiducia. li prob1en1a della ranpresen– tanza delle min0ranze non aveva ragione· di sorgere, posto ·éhe. l'elettore era chiamato a scegliere tra· due o più Ltomini, · prima che fr:i due o •più ordini di ide~, e i candidati rimasti in minqranza nelle singole circoscrizioni erano considera.ti come aftrettante un(tà eterogenee e a sè· stanti. Natural– ,inente le Assemblee elette con tale sistema si rivelavano un agglàmerato di ifldividui, facenti parte ognun0 per sè stes: so, ed erano ·1ungi dall 'att.ua~ e uno schieramenfo razionale di forze politiche organizzate. Ma, n0n appena si va affermando la ·èoncez,iane che i de– putati sono chiamati a rappresentare in Parlamento un or– dine di idee e un programma politico, la sorte del· collegio uninominale è segnata, ·anche se interessi e preoccupazrone "tli varia natura continuano a mantenerlo in vi,ta per un cer– to tempo. Se le elezioni hanno lo scopò di fau conoscere la specifica volontà politica degli elettori, onde essi possano ef– ficacemente influire nella v_ita pubblica del paese, rron è piit concepibile come i principali indirizzi di idee non abbiano a,l Parlamento· una· rappresentanza adeguata al segmito che ·essi ha1mo nel paesè. Ad ogni cittadino deve pertanto rico- noscersi il diritto di contribuire alla elezione di tin candidato che rappresenti il su() ordine di idee, e di esercitare così un'a,– zione effettiva in ordine alla formazione del corpo dei dep1:1ta– ti. E'· con il sistema: proporzionàle, e con esso solamènte, come nota giustamente il Kelsen, che il cittadino, iri armonia cc ·i principi di una radicale democrazia, riconosce- per proprio rappresentante colui per il quale ha votato'. II sistema pro- porzionalè riesce pertanto, non meno che il suffragio· uni– versale, un elemento basilare della democrazia parlamentare contemporanea. A tfravetso di esso anche le minori correntì politiche organizzate hanno la garanzia di conseguire im ri– sultato elettorale adeguato aHe proprie forze e la Camera la esso. espressa viene a fotografare con esatte~za il panorama politico della nazione. Qualunque sistemà elettorale che con– duca al risultato di una Camera dei deputati, -in cui le cor– renti politiche non siano rappresentate ita relazione al loro effettivo peso e al numero 'dei suffragi conseguiti, riesce inconciliabile èon la coscienza democratica moderna. A torto si afferma dai laudatores temporis act-i che il sistema proporzionale, in quanto fornisce anche a correnfi po– litiche minori la possibilità di farsi rappresentàre al Parla– mento, favorisce l'eccessivo frazionamento dei gruppi poli– tici, e rende con ciò difficile e complicato il cOnseguimé'nto BibliotecaGino Bianco di quella maggioranza parlamentare sufficientemente omo– genea, che ·è necessaria per · governare un. paese. S~ vuole i~norare che_ ai t~mpi del_ collegio uninominale, nella mag~ g1or _parte dei paesi europei, la Camera rappresentativa come già si è accennato, era addirittura un agglomerato ato~istiço di individui facenti parte ognuno per se stesso e non sòggetfi ad alcuna effettiva disciplina di partito: Di guisa che non già pochi partiti contraddistinguevan,o· allora le assemblee ma piuttosto tanti partiti quanti erano i deputati. ' ' La realizzazione, in 'Inghilterra, di un sistema bipartitico e in seguito tripartitico, non è tanto in relazione alla esisten~ za del collegio unominale, quanto alla particolarissima tradizio– ne politica di quel paese: gli stessi sistemi hanno infatti in Inghilterra e nel continente, dato spesso luogo a risuitati opposti. La verità è che, in regime di suffragio universaie il sistema proporzionale, in raffronto ·al collègio ~ninomi~ nale, ha dimostrato e dimostra, 1,e.Jl'Europa continentale di ridurre il numero dei gruppi politici. Lo scarso rili!W'o'cne finisce per avere, con il sistema proporzionale, il prestigio personale di singoli uomini; il grave onere anche finanzia– rio, che importa una campagna elettorale d~ combabtere su un vasto fronte; la necessità di giungere a ,contatto .a,nche delle più inc0lte masse, per consegni,re un numero apprez- •zabile di suffragi,. costituiscono un insieme di fattori che cond1:1cono fatalmente alla eliminazione dei gruppi politici a caratter,e prevalentemente personale, che non sono l'espres– sione di c0rrenti di idee e di interessi. E i grnppi minori· tendono fatalmente ad accordarsi, già sul piano elettorale, in più vaste e attrezzate coalizioni. , $i afferma c.he col sistema proporzionale molto raramente un partito riesce da solo a -conseguire al Parlamento quella maggioranza assoluta che permette la formazione di un go– vern0 omogeneo, sicuro di poter reggere il timone del 1 lo Stato per tutta la dur.ata della legislatura. All'esigenza della ·for– mazione di una maggioranza ass9luta si richiamò appunto, nel 1923, il governo fascista, per far votare da un.parla– mento intimorito una legge elettoràle che limitava l'applica– zione del sistema proporzionale alle minoranze mentre ·alla l,ista che avesse conseguito nelle elezioni la maggioranza ·re– lativa riservava 1a tpaggioranza assoluta dei seggi alla Ca– mera dei deputati. Il fatto stes.so che si siano appel,lati, in Italia, alla neces– _sità di una maggioranza assoluta, per potev esplicare una efficace opera di g0verno, proprio coloro i quali dirnostra– uono subito dopo che il louo reale intendimento era quello di governare sernza il .controllo 'delle minoranze, d.ovrebbe servire ad ispirare in questa materia una sufficiente dose 'di scetticismo. L'arbitraria trasformazio11e della maggi<c>ranza ue1ativa in maggioranza assoluta contrasta irdmediabilm~nte con i canoni della democ-razia parlamenta,re, la quale può e deve saper ueggersi senza di <iJ.Uesto. Se così non fosse, il regime democratico ,paT!amenta,ue dovrebbe confessare la sua irrimediabile ·.impotenza congenita. · Anche attraverso coatizioi°ii di partito si poss0no , ,;o– stituire solide maggioranze parlamentari, capaci di soste– nere effici<mti governi. Posto del resto c;he non è proba– bile che in paesi di così accesi contrasti ideologici e di così variopinta molteplicità di interessi, quali que11i de11a.nostra vecchia Europa; due soli C<'mtrapposfi ordini di •idee siano mai sufficienti à s0d<disf,,.rele esigenze· di tutti i cittadiqi, si ·tr-atta in fondo di conciliar,e in sede parlamentare, nej ra1\ porti tra gruppo e gunppo, quei ,wnto::asti che, quando esi stessèro due soli gruppi politici organizzati, dovrel'>ber,o·con cilfarsi- in sede di partito. Con ciò bisogna rìaturalment, ammettere che un Pa,\amento espresso dal suffragio uni versale ab!Dinato al sistema proporzionale implica di neces· sità il sistematico ricorso al eompromesso, dovendosi co– munque trovare un punto d'incontro tra i programmi e le ide.alità dei partiti i _quali si dispongono a sostenere con il loro voto la coalizione governativa. Ma il compromesso è l'anima stessa d?lla vita politica - ove le teorie devono quo– tidianamente piega,rsi. di ,fronte ai .fatti - e di esso hanno sovente mostrato di far saggio uso anche i più conseguenti riyoluzionàFi. Ingem10 sarebbe pertanto spaventarsene: il fatto è che, in regime di sana democrazia poggiata su solide basi sociali, si vossono, con il compromess0 tra partiti, risolvere uti_lmente tutti i più gravi problemi del governo ; mentre, quando manca in un paese l'equilibrio economico-sociale e .n'on si riescono a controllare i contr-asti di classe, nessun accorgimento costituzionale è più atto a salvare dal disastro il regime democratico.' Del resto, il sistema inglese, tante volte citato come esempio dagli antiprpporzionalisti, è assai lungi dal soddisfare, non .ostante esso s'innesti su una tradizione tutt'affatt9 ·partico– lare, gli stessi britannici. Non certo isolate sono in Inghilter-

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