Critica Sociale - anno XL - n. 8 - 16 aprile 1948
C~ITICA SOCIALE -------------------'- 178 Francia del 1793 ebbe l'ideologia sanculotta della « egalité »; e Maynard, riconoscendo il « tremendo dinamismo» del gruppo di uomini i quali, concre– tatà e sviluppata l'idea della ricostruzione del loro paese, la realizzarono, afferma che_ i risu_ltati otte– nuti dall'eroico sforzo della Russrn derivano ap– punto daHa combinazione delle condizioni materia– li eccezionali (gli illimitati spazi dell'Eurasia, cro– giuolo di popoli) simili a quelle del Far West ameri– èano di un secolo fa, colle idee rivoluzionarie che hanno servito ad accelerare il processo della ri– co$truzione. Che la cosidetta « dittatura del proletariato» sia stata lo strumento per attuare fini che non avreb– bero potuto essere il risultato spontaneo della coo– perazione di milioni, lo ammette l'autore di un re– cen le articolo sulla pianificazione liberale (3), il quale però fa carico al bolscevismo di avere, coi suoi piani quinquennali, orientato l'industrializza– zione della Russia per una strada che non avrebbe preso da sè il corso « naturale » della sua evoluzio– ne. Richiamandosi, co-me Maynard, al precedente storico degli Stati Uniti, egli ritiene che l'evoluzio– ne « naturale » avrebbe portato la Russia verso una demoorazia agraria, sul tipo di quella degli Stati Uniti nel secolo 19°, come base per il suo ulteriore sviluppo in un paese industriale di « illimitate pos– sibilità » e con una forza di attrazione di uomini e capitali simile a quella dèll' America al principio del 20" secolo. L'aver interrotto questo sviluppo, che avrebbe assicurato alla Russia pace, progresso, libertà dei consumi e ricchezza, costituisce, secondo l'autore, il costo reale dell'esperimento bolscevico di cui occorre tener conto nel considerare i risultati dell'industrializzazione sovietica, quando si voglia valutarne esattamente portata e limiti. Un giudizio, questo, conforme a quello a suo tempo espresso dai bolscevichi di destra e che può esser anche vero, ma che ha naturalmente il .valore di tutti i giudizi del senno di poi sulla storia, non quale è stata, ma qual.e avrebbe· potuto e dovuto essere; che sono an– che i giudizi che si possono dare e si son dati sui giacobini francesi. Liquidazione radicale del ·vecchio regime; difesa della Repubblica contro i nemici interni ed esterni; autarchia economica per fronteggiare «l'assedio» degli Stati cap'italistì e mobilitazione di tutte le im– mense risorse· naturali e umane del paese con l'in– dustrializzazione forzata e la collettivizzazione· coatta e la meccanizzazione dell'agricoltura; « ri– voluzione industriale» in règime di grande capi– talismo e nella forma dell'economia di guerra, ini– ziata nel corso di una guerra interna ed esterna e accelerata e portata a termine nella previsione e preparazione di un'altra e più gigantesca guerr-a; questa, l'abbiamo già detto nei preced·enti articoli, la grande opera storica dei bolscevichi, celebrata ora da Molotov. La creazione in un decennio di una gigantesca industria e la vittoria nella grande guerra ne sono il coronamento. Sorel e Lenin. E' questa, a ben guardare, anche l'interpretazio– ne che il Sorel 'dava della dittatura sovietica fin dai suoi inizi, oiò che spiega il suo finale atteggiamento' filobolscevico, che fu detto enigmatico e che reste– rebbe di fatto altrimenti inspiegabile per un anti– giacobino fanatico come lui, quando non si tenesse presente· la contradittorietà organica del suo pen– siero, di « ingegnere moralista », come lo definisce il Piron, o di « conservatore-rivoluziònario », quale. lo raffigura il Freun_d nel suo originale l_ibro (J). (3) \V. I\noMPHAHDT: Freiheilliche Planwirtschaft, · jn « Re– uue suls$e d'économie politique et de stlllistique », febbraio 1948. (4) PrnoN: G. Sorel, Paris, 1927. - M. FnEUND: G. Sorel, .Frankfurl, 1932. Una interpretazione analoga è stata data da noi in una recensione nel « Giornale degli economisti » del- 1 'agosto 1933. Un ampio studio sul Sol'cl è stato pubblicato più recentemente da ,v. JOHn nella "Revue suisse d'économie politiq,ue et de statistique »,. nel giugno 1946. Ora G. SPADO– LINI ba pubblicato un'antologia di Sorel con una sua intro– _duzlone (Firenze, L'Arco, 194'/). Biblioteca ·Gino Bianco Se i suoi tre odi - la borghesia, la sua e bete noi– re. »; gli jntellettuali, ~li « hommes à tout faire > della borghesia; la democrazia politica, cioè la de– magogia basata sul compromesso - spiegano la sua esaltazione della prima fase della rivoluzione ·bol– scevica, il suo ardore di « tecnocratico > ha nel suo entusiasmo altrettanta parte quanto il suo fervore di moralista, Il suo antidemocratismo, il perno im- · mutabile intorno a cui gira la sua dottrina, parte dalla sua valutazione della democrazia come distrut- . tiva delle virtù sociali e ostacolo allo sviluppo del– l'industria, premessa necessaria del socialismo. E' appunto perchè la borghesia, nella Francia demo-· cratica, veniva meno per lui alla sua missione sto– rica che egli voleva rifarle un'anima capitalistica in senso marxista, colla scission,e intransigente del proletariato, per mantenere pura l'idea della lotta di classe come mezzo per forzare lo sviluppo del capitalismo. Sono idee, queste, che trovano ancora oggi confusa eco soprattutto in una parte dei tecni– ci e servono a spiegare certe strane simpatie nei ceti intellettuali per il comunismo alla sovietica. La violenza eretta a principio di ogni rigenerazione morale e sociale avrebbe appunto dovuto trovare. nel mito della greve générale », lo « slogan > ca– pace di fanatizzare il proletariato moderno per la edificazione del socialismo. Nel giudicare dei bolscevichi, egli nota espressa– mente, non bisogna comparare la loro polizia e i loro tribunali alle organizzazioni europee che por– tano gli stessi nomi; m·a bisogna domandarsi ciò che avrebbero fatto Pietro il Grande e Nicola I, se si fossero trovati in condizioni simili a quelle in cui si trova Lenin; il quale non è un candidato ad uno dei premi di virtù che l'Accademia francese de– creta e bisogna giudicarlo solo dal punto di vista della storia russa. · · Lenin e Pietro il Grande. E' come fondatàre di una Russia europeizzata, di uno stato moderno poten·temen(e industrializzato, che Sorel esaltava nel 1919 in Lenin l' « uomo di. Stato, il cui genio ricorda quello di Pietro il Gran– de. Si potrebbe dire che, come lui, Lenin voglia for– zare la storia, pretendendo di introdurre di fatto nella patria sua il socialismo, che, secondo i maestri' più autorizzati della socialdemocrazia, non potrebbe succedere che ad un capitalismo molto sviluppato >. Il fanatismo tecnico che, per Piron, è uno degli elementi essenziali del socialismo sorelliano e lo conduce ad affermare il dovere di « réstare arden- ti nella lotta industriale per forzare lo sviluppo del capitalismo >, porta il Sorel a farsi elogiatore della dittatura bolscevica e dello sforzo eroico dei bol– scevichi per~ creare una grande industria all'ameri- - cana, 'colla contemporanea educazione delle masse· operaie analfabete e rurali alla disciplina della fab– brica progressiva. Nemmeno la industrializzazione bolscevica, nota– va Sorel, poteva risparmiare alle masse i dolori dell' « accumulazione primitiva »; e come i metodi di questa nella Russia bolscevica ricordino quelli descritti da Marx nel• l'° volume del « Capitale > per lo sfruttamento inumano dei lavoratori durante la rivoluzione industriale inglese, è stato ancora re– centemente docu!l}entato in una impressionante· in• chiesta di Dallin e Nicholaevskv (5) sul lavoro for– zato in Russia sotto comando della polizia politica, in cui si è incarnata praticamente sotto Stalin quel– la «giustizia», che, a detta di Sorel, era, nel pen– siero di\ Lenin, strumento di educazione e di di .. sciplina. · La Russia a scuola. Il compito storico del bolscevismo era per SoreÌ proprio quello di educare l'operaio al lavoro e la dittatura di Lenin sul proletariàto era perciò da approvare finchè questo non avesse imparato cosa sia il lavoro. Educazione e disciplina: così riassu– me Sorel l'opera di Lenin; il quale, egli diceva, vuo• (5) Se ne veda un riassunto nella Tribune del 23 gennaio e nella Critica Sociale. del 16 marzo. ..
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