Critica Sociale - anno XL - n. 8 - 16 aprile 1948
CRITICA SOCIALE 177 considerato da o~i socialista come cosa acquisita, come pu– re la concezione delle istanze d~mocraticl1e che essa ori– ginariamente contiene. Dapprincipio proprio i socialisti rap– presentarono il punto di vista che il diritto di autodecisione nazionale fosse uno dei fondamentali diritti" democratici; Marx ~d Engels considerarono la lotta nazionale come una leva per la rivoluzione sociale: per essi le guerre nazionali del -loro tempo erano soltanto un elemento costitutivo della rivoluzione: e l'Engels assunse un diverso atteggiamento ri– spetto al problema delle guerre solo quando ritenne che il periodo delle guerre nazionali fosse chiuso. Egli aveva ragione in quanto l'idea nazionale veniva spo– gliata del suo contenuto democratico con la vittoria econo– mica della borghesia - che non coincideva sempre con quell,l politica -; nazionalità ed internazionalità, che ori– ginariamente non erano sentite come contrasti, ma come re• ciproco completamento, con l'estinguersi del liberalismo man– chesteriano entrarono in sempre più vi·olento contrasto tra loro. Il libero commerciò venne vinto, il dazio protettivo venne introdotto sotto la parola d'ordine di « protezione del lavoro nazionale» e ·cominciò l'era delle· guerre delle doga- · ne, dei dum_ping e, finalmente, dell'iIT'perialismo. N ai non possiamo tuttavia (ciò che invece è avvenuto anche, troppo spesso, ·sotto il prevale1ate influsso spi-rituale della socialde– mncràzia tedesca prima del 1914) assumere la Germania co– me. il caso normale di questo sv.iluppo. Ciò soprattutto per– che, .in contrasto con l'Europa Occidentale, la borghesia dominava economicamente ma non politicamente ed i padro– ni politici della Germania, gli junker, sapevano molto bene sfruttare à proprio profitto, anche economicamente, l'am– ministrazione governativa. I dazi protettivi non servirono soltanto le pretese monopolistiche della grande industria, ma, almeno altrettanto, la persistenza di una sopravvissuta eco– nomia agraria e lo sviluppo degli armamenti: e con -:1òi pe- . ricoli <li guerra vennero spaventosamente auIT'entati, anthe se non ne erano originariamente provocati. Il loro inizio si ebbe nell'oppressione dell'Alsazia-Lorena, oltre che della Po– lonia e della Danimarca, mentre d'altra parte Bisnìark esclu– deva i tedeschi dell'Austria dal complésso dell'Impero, per incatenare col' loro aiuto gli slavi aust-riaci alla Germal'ia. Con questa ·sottomissione delle nazioni, si dovrebbe dire che dalla incorr>piuta rivoluzione nazionale tedesca e dal suo vio– lento impedimento presso gli slavi sorsero quei· contrasti tra le- quattro grandi potenze continentali che già prima dell'era dell'ill'perialismo avevano condotto alla frattura dell'Euro– pa in due campi armati e generarono la continua corsa agli armamenti. (Continua) BENEDIKT KAUTSKY IIIHIIIIIUllllllllllllllllllll,1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111!11111111111 Bolscevismo e capitalismo Nel suo discorso commemorativo della Rivoluzio– ne liolscevica, Molotov affermò che, distrutto l'op– pressivo sistema capitalistico, i bolscevichi aveva– no còntinuato a costruire con trionfale successo, durante il trentennio, lo Stato··socialista- e una nuo– va società sulla base del comunismo. Solo la rivolu– zione sovietica, genuina rivoluzione di popolo, alla cui testa si pose il partito di Lenin e di Stalin. fece della Russia quella grande potenza di primo piano chè essa è oggi. La grandezza dell'Unione sovietica fu creata dalla rivoluzione socialista, e ciò è ricono– sciuto oggi da tutte le nazioni del mondo. « Se trenta anni fa i bolscevichi non avessero strappato il potere a Kerenski, ai menscevichi, ai socialrivo– luzionari, ai cadetti e altri servitori della borghesia, il nostro paese avrebbe perduto la ·sua indipenden– za e starebbe ora languendo nella miseria> (1). ~olscevichi e giacobini. Che i bolscevichi abbiano avuto nella rivoluzio– ne russa la stessa funzione risolutiva che nella Ri– voluzione francese ebbero i giacobini, è una tesi (1) SI veda Il testo del discorso In Relazioni Inlernazio– -11 del 15 novembre 1947. iblioteca.GinoBianco già stata formulata dal Sadoul nei primi giorni del– la rivoluzione bolscevica e di recente ampiamente illustrata da A. Guérin in un'opera diretta a met– tere in risalto la parte eminente dei sanculotti nel portare al suo pieno compimento la rivoluzione borghese del 1789 (2). « Regoleremo i con ti collo czarismo alla giacobina, o, se si vuole, alla plebea », aveva preannunciato Lenin già nel 1905, e la Luxen– burg, nel suo opuscolo sulla rivoluzione russa, ave– va chiamati infatti i bolscevichi gli eredi storici dei « levellors » inglesi e dei giacobini francesi. rile– vando che il compito loro, dopo la conquista del potere, era incomparabilmente più malagevole di quello dei loro predecessori e come le fatali condi– zioni create dalla guerra mondiale, dall'occupazione tedesca e dalle conseguenti gravissime difficoltà li avessero costretti a decidersi per la dittatura di un pugno di uomini, secondo il modello borghese, da loro poi raccomandato all'imitazione del proleta– riato internazionale come il modello della tattica socialista. Anche i éonflitti interni nel campo del– l'ideologia politica del bolscevismo riflettono, come nella rivoluzione francese, conflitti sui modi di at– tuazione. Le stesso Togliatti riconosceva in esilio che il conflitto dell'opposizione c0n Stalin nel 1924- 1927 era in sostanza imperniato sul « tempo» della capitalizzazione, quella che Stalin chiamò il « So– cialismo in un solo paese», ed era di fatto la crea– zione di una potente economia industriale median– fe il terrorismo economico. Ma che la rivoluzione bolscevica abbia con c10 creato una società socialista, è quanto viene conte– stato da tu'tti coloro i quali si rifiutano di ricono– scere nell'attuale sistema totalitario bolscevico sta– liniano un sistema socialista; e StaLin, del resto; ce– febrando il successo del primo piano quinquenna– le; aveva affermato che, costruite ormai le fonda– menta della società socialista, restava ancora da costruire la soprastruttura, « opera indubbiamente più facile della costruzione delle fondamenta della società socialista ». Ciò che A. Kostler tradusse, in una sua intervista, distinguendo appunto nell'.U.R. S.S. un sistema economico basato sulla nazionaliz– zazione dei mezzi di produzione e di scambio e quella che la terminologia marxista chiama la « so– vrastruttura », cioè le istituzioni politiche, il clima morale, il rispetto dei diritti e della dignità dell'uo– mo, che ne sono le parti costitutive, ma che in Russia ha assunto la struttura autocratica di un to– talitarismo tirannico. Cosicchè l'U.R.S.S. è per lui un paese progressivo in economia, ma, in tutti gli altri campi, è la potenza più reazionaria del mondo. La funzion,e storica dei bolscevichi. Venti anni fa, egli confessa, noi socialisti abbia– mo creduto che la nazionalizzazione dei mezzi di produzione fosse la condizione necessaria e suffi– ciente per creare il socialismo. Oggi vediamo che le cose, pur troppo, non sono così semplici. Con– cetto che Blum ha svolto nel suo articolo su Burn– ham in « Critica Sociale » e che noi stessi abbiamo. in un precedente articolo, richiamato' a proposito dell'econumia pianificata, rilevando come questo si– stema possa anche essere istituito con l'intento di meglio utilizzare le risorse produttive, senza tener conto degli interessi delle classi più umili e senza proporsi un programma di redistribuzione dei red– diti. Ed è questo, in sostanza, quel che in pratica ha finito per verificarsi in Russia, non certo secondo le intenzioni dei bolscevichi che hanno fatto la ri– voluzione di ottobre, ma per le necessità, storiche a cui i loro successori hanno dovuto piegarsi. May– nard, da noi più. volte ricordato in precedenti ar– ticoli, ha notato che gli idealisti della rivoluzione sono stati, dal novembre 1917, in lotta perpetua con gli uomini di Stato, i quali, con compromessi e opportunismi, governando come potevano, come gli uomini di Stato devono fare, han cercato d-i deter– minare il corso del loro paese. Ma l'ideologia co– munista ha avuto, nel processo storico della r.ivolu– zione russa, funzione analoga a quella che nella (2) D. GullnING La lutte des cla,se dan, la premiére Re– publique: Bourgeois et e bras nus > (1793-1797) - Parie, Gal– llmard, 1946, 2 volumi.
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