Critica Sociale - anno XL - n. 8 - 16 aprile 1948

lì4 C.l{l'flCA SOCIALE viceversa alla formula contr11ria esclusivamente ai fini contingenti di opportunistica tattica elettorale. La polemica. purtroppo, ha a,nc?ra una yolta buon gioco, giacchè anche in Russia 11 comumsmo, otte– nuto e consolidato il potere, ha abbandonato la formula « tutta la terra ai contadini», di cui si era valso per trovare l'appoggio delle imponenti masse rurali. « La terra a chi la lavora » è una formula che esi– ge anzitutto un chiarimento di ordine giuridico: sot– to quale titolo dare la terra a chi la lavora? In pro– prietà come sostengono i concorrenti democristiani, ovver~ semplicemente in uso, com'è emerso dai di– versi programmi socialisti fedeli ai principi fonda– mentali della socializzazione degli strumenti pro– duttivi? ·E ancora·: solo i contadini sono da consi– derarsi gli assegnatari, ovvero anche i tecnici e gli impiegati'? I socialisti, che com'pletarono-col libro il simbolo della falce e del marteJlo, · non possono trascurare il lavoro intellettuale, specialmente quel– lo direttivo, da cui dipende tanta parte dell'esito produttivo delle imprese; non è quindi ammissibi– le che essi pensino ad assegnazioni in proprietà secondo la formula individuale, esclusiva, eredita– ria, oyvero in uso secondo gli attuali sistemi di con– duzione familiare. Se così fosse, sarebbe evidente l'esclusione dei tecnici e degli impiegati. La for– mula quindi resta astratta, perchè indeterminata; è equivoca e di schietto· sapore antisocialista, se !a– si deve intendere nel senso _più gradito ai conta– dini, i quali, per risolvere il loro privato proble- . ma, desideranp la terra secondo la formula giuri– dica e tecnica della maggior possibile autonomia, individuale o familiare .. Nessuno può onestamente misconoscere questi aspetti psicologici del problema agrario. Ma ricono– scere l'egoismo che anima i contadini è cosa diver– sa dal fondare su di esso tutta una costruzione di riforma, come fanno diversi partiti non socialisti., ed è anche cosa molto diversa i;ial solleticare tale egoismo al fine di utilizza,rlo per scopi contingenti, con la predeterminazione di deluderlo poi, come fanno i cugini di. .. sinistra. E' così che si educano le masse? · All'affermazione di un vasto programma di rifor– ma basato sulla piccola proprietà e sulla piccola conduzione si oppongono r.agioni sociali, tipiche del nostro ambiente italiano, e ragioni di progresso tecnico. Il progresso tecnico_ esige anche in agri– coltura la grande azienda. D'altra parte -la popola- · zione contadina è tanta da noi che non si può pen– sare di sistemarla tutta con assegnazioni di terra in proprietà od uso esclusivo per singole unità indivi– duali o familiari. Si possono sistemare un certo nu– mero di individui o· di famiglie, ma che avverrebbe del snpero? Questo, sì, sarebbe un deciso indirizzo verso la proletarizzazione, anzi verso l'immiseri– mento assoluto, di larghe masse contadine, giacchè gli assegnatari non darebbero poi neppure un'ora di lavoro sul loro podere agli esclusi dalle assegna– zioni. Non fanno forse così anche oggi i piccoli pro– prietari, i piccoli affittuari e anche i mezzadri? Ma 'non solo la terra è 'scarsa e la popolazione è molta. Estese superfici vanno escluse dalle asse– gnazioni, almeno fino a quando perdurano le at– tuali condizioni e ìe attuali combinazioni di fattori produttivi. Cito le aziende irrigue lombarde": quale terra dare ai contadini in queste plaghe? Chi se la sentirebbe di spezzare quella meravigliosa unità che , è l'azienda cerealicola-zootecnica della bassa pia– nura irrigua per passare ad asse·gnazion'i di sin– goli appezzamenti in piccola conduzione familia- re? _Queste sono eresie evidenti. · Meno evidente, ma non meno grave, è l'eresia dello stesso tipo riguardante il latifondo. Le quotiz– zazioni effettuate senza considerazione .degli ele– menti indispensabili all'autonomia delle singole particelle non hanno resistito, e il latifondo, smem– brato, !li è ricostituito. Ma purtroppo gli esperimen– ti del passato non ammaestrano e si continua_ im– perterriti su di una strada sbagliata, creando peri– colose illusioni e situazioni di fatto ancor più peri- _colose. · Biblioteca Gino Bianco La piccola conduzione va rispettata e aiutata laddove esiste perchè il suo stesso sorgere sponta– neo è prova dell'esistenza di quel complesso di condizioni ambientali che ne permettono la conser– vazione, almeno fino a quando non sorgeranno, se sorgeranno, esigenze di ordine tecnico ed economi– co, o anche sociale, che dimostrino che essa è su– perata. Sarebbe fuori luogo sostenere che nel suo ambiente riaturale non offra vantaggi apprezzabili;' ma sarebbe anche inesatto non considerare che non poche delle piccole conduzioni oggi esistenti si di– battono -in difficoltà n'l:>tevoli, perchè mancano ad esse le condizioni di ambiente adatto. Aiutare le forme esistenti significa principalmente riunirle in associazioni cooperative che permettano loro di svolgere nel modo più conveniente le operazioni commerciali (prodotti da vendere e materie prime da acquistare) e le operazioni industriali (trasfor– mazione dei prodotti), ma che permettano loro so– prattutto di migliorarsi attraverso una direzione tec– nica competente ed effi-cace. Gli inconvenienti che possono sorgere da un in– considerato sviluppo di piccole conduzioni non so– no di poco conto: non si risolve integralmente il problema sociale, si pongono remore al progresso tecnico, si va incontro al costo ingente e non red– ditizio di spezzare le grandi unità I aziendali oggi esistenti. · Ma a carico delle piccole conduzioni resta anche il giudizio morale. Qùesti contadini, visti come so– no in realtà, mostrano il più delle volte' difetti che ,sono aberrazioni di quelle virtù che la fantasia dei letterati ama riconoscere loro: avari anzichè ri– sparmiatori; sfruttatori della capacità lavorativa della propria famiglia anzichè lavoratori nel bel senso umano della parola; assenti dalle correnti di progresso civile e pesi m_orti anzichè fattori ope– ranti di stabilità sociale; chiusi in una produzione di consumo familiare anzichè portati ad una pro– duzione aperta ai traffici commerciali. Oltre la proletarizzazione, che il socialismo non vuole e che in pratica non ha perseguito, e lo svi– luppo inconsiderato delle_ piccole conduzioni a base individuale o familiare sta il programma cpstrut– tivo che impone anzitutto la considerazione delle esigenze di ordine tecnico ed ecopomico, perchè solo così può essere risolto nel modo migliore· lo scottante problema sociale-. ALDO PAGAN{ IL PROGRAMMA DEL PARTITO - La nostra _Casaeditrice, d'accordo con la Dire– zione del Partito e con l'Ist:.tuto 'Studi Socialisti ha provveduto alla pubblicazione in opuscolo del testo completo del Programma d'azione del P. S.. L. I., già apparso nei numeri 4 e 5 di « Critica. So– ciale» .. L'opuscolo consta di 56 pagine ed è edito fuori serie nella nostra collana al prezzo eccezionale di 25 lire, Richiamiamo l'attenzione di tutti i compagni e simpatizzanti sulla opportunità, anzi sulla neces– sità, di consultare questo documento, frutto dello · studio dei nostri compagni più preparati nei vari campi della vita nolitica, economica e sociale e ap– provato ufficialmente dal-nostro .recente Congres– so, e di diffonderne la conoscenza tra la popola– zione in questo periodo di lotta elettorale. Per prenotazioni e acquisti rivolgersi in Piazza Dia.z 5.

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