Critica Sociale - anno XL - n. 7 - 1 aprile 1948

CRITICA SOCIALE 149 Invano, su Combat, Harold Laski - uomo non so– .spetto - ammonì che la Conferenza doveva di!_Iio– strare al mondo, se, desistendo dalle rigide prese di posizione ass1mte all'epoca della riunione di Mosca, gli uomini di Stato erano disposti a sacrificare qual· che cosa dinanzi all'altare della concordia e della pace. Il 2 luglio la· Conferenza è già alla fine. Tutti gli appelli di Bevin e di Bidault si infrangono con– tro le crescenti obiezioni di Molotov,: il quale, tra l'altro, già schierato contro l'unificazione del Reich, denuncia quella delle zone della ,Germania control– late dall'America e dalla Gran Bretagna,·« mirante alla separazione e alla discordia tra occidente e o– riente tedesco », e l'attuazione parziale dell'offerta Marshall che significhei-ebbe una divisione in due dell'Europa e la effettiva -costituzione di un- blocco occidentale in · funzione antisovietica. Il disappunto e ·1a preoccupazione per la .susse~ guente rottura, non ·soltanto delle conversioni pari– gine, ma .1tra Occidente e Orieµte europeo, e per la costituziru1e' rea.Ie, operante, di due gruppi di Na– zioni antagoniste, sono generali ed espressi anche da organi socialisti : « L'uomo semplice, onesto, non può che fare una considerazione: sorto la formulazio• ne moderata e ragionevole delle proposte, una parte vede nell'a'ltra l'imbroglio, i.I, tranello, la malafede. Non, altrimenti può essere giustificata tanta diffiden– za, tanta ostinazione nel rinchiudersi in se stessi, tanta fretta nel raggiungere, quasi si trattasse d'una mèta felice, il fallimento delle trattative» (Avanti!, 2 luglio). · Incongruenza della condotta russa. Mosca Iion si limita a esprimere il timore che l'of– ferta americana possa dar luogo a una coalizione economica contro un altro raggruppamento di Na– zioni (del resto già costituito): accusa senz'altro Washington di perseguire, sotto la specie economi– ca, un blocco ·politico in vista di un ev,entuale con– flitto. Ancor oggi, spente le polemiche più accese, molti del popolo - dappertutto - si rivolgono alcune sem– plici domande. Se ·Mosca non desiderava effettiva– mente chiudersi un'altr-a volta nell'isolamento, e se non voleva davvero cheJ'Europa' fosse divisa in due blocchi di interessi e sentimenti contrapposti, per– chè ha favorito, sia pure indirettamente, la tanto de– precata e pericolosa scissione,_facendo fallire la ·Con– ferenza parigina dei Tre, quando quest'assise co– stituiva il primo promettente tentativo di coopera– zione continentale, capace, in caso di successo, di rendere presto indipendente il Vecchio Mondo ùal predominio economico e. dalla eventuale ingerenza politica del capitalismo con-servatore del Nuovo? E' indubbio che, entrando a far ,parte dell'istituto per la ricostruzione europea, la .Russia avrebbe po– tuto agevolmente, nori soltanto evitare una succes– siva divisione tra Oriente e Occid!!nte, rinsaldare i vincoli continentali, dare alimento allo spirito eu– ropeo, ma impedire so:vi:attutto a Washington l'attua– ·2iione dell'attribuito disegno di guadagnare alla pro– pria causa, con la pressiòne del dollaro, alcune Na– zioni dell'Europa per farne pedine contro l'U.R.S.S. Se fosse vero che le forze conservatrici e reaziona– rie statunitensi si-sono schierate contro la concezio– ne socialista della democrazia in Europa (al morlo di Stassen) e sono risolute a costituire una barriera attorno all'Unione Sovietica per arrestare la marcia del movimento progress ista nel mondo (e. anche, per– çiò, in Gran Bretagna e.in Francia), l'abbandono del– la Conferenza di Pa,rigi costituirebbe un gravissimo el'rore; anzi una colpa, non solo nei· confr0nti dei regimi socialisti minacciali, ma della pace generale. Infatti Mosca sarebbe venuta meno all'elementare dovere, ver~o sè medesima, di infrangere ogni ten– tativo di costituirle attorno un nuovo « cordone sa– nitario > e, verso i regimi similari, di sostenerli in seno all'istituto, e fuori; avrebbe agevolato, con la propria astensioHe, la separazione e l'indebolimento delle forze socialiste dell'Europa occidentale, che, dall'unione con la Russia e con i Paesi nella sua · sfera d'influenza, avrebb.ero tratto la capacità di re- iblioteca Gir;ioBi.anca sistere alle pressioni e alle seduzioni economiche e politiche d'oltre Atlantico; avrebbe privato il Vec-· chio Mondo della possibilità di giungere alla rico– struzione quanto più possibile da solo, mediante la mutua assistenza dei suoi membri; e ciò anche in previsione che il concorso statunitense possa, per qualsiasi motivo, non avere il volume che è indi– spensabile. a un'effettiva e duratura ripresa. La diffidenza 'e il risentimento di Mosca si sono rivolti anche contro Londra e Parigi (domani po– trebbero estendersi ad altri Paesi), ree di aver se– ~ondato il gioco di Truman, cioè di aver proseguito l'opera di soccorso scambievole senza _di lei (per altro insistentemente sollecitata) nell'urgente inte– resse di un'Europa affamata, stremata, oppressa da spaventose rovine morali e materiali, e discorde an-· che perchè ta1e. Accusa di complicità anche in con– trasto con le caratteristiche e le grandi realizzazio– ni sociali del Governo laburista, soprattutto col nuo– vo mirabile sforzo che tutto il popolo inglese so– stiene proprio nel dichiarato proposito di sottrarsi a ingerenze straniere derivanti da obblighi finanziari o da dipendenze d'altra natura; e, per la Francia, (nonostante il Governo Schuman -e-le tendenze tlit– tatoriali ,di De Gaulle) con la tradizione rivoluziona- . ria e dimiocratica e con un'analoga ansia di eman-· cipazione. L'interesse capitale dei popòli britannico e fran– cese è mantenere e accrescere con la Russia rapporti di fattiva, sincera amicizia. L'insistenza di Londra,. dimostrata in occasione delle trattative per l'accordo economico con Mosca, costituisce u~a prova irr~fu• labile. Non dovrebbe essere altrettanto importante per l'Unione Sovietica assicurarsi la collaborazione in ogni campo, delle due grandi Nazioni d'occiden~ te? E perchè, allora, la diplomazia sovietica non ha spiegato la sottile duttilità (che, per esempio, le servi egregiamente nel-l'agosto 1939) per « blocca~ re » nel nuo_vo istituto europeo qualsiasi eventuale tentativo della Casa Bianca, impiegando l'immenso peso che le deriva dai suoi meriti e dalla sua po– tenza? Perchè, invece di ritrovarsi di là della cor– tina di ferro abbandonando l'Europa occidentale so– cialista al predominio del capitalismo e della rea– zione americana, non ha - con la sua vigile e au– torevole presenza - contribuito a sventare l'asse– rita minaccia alla indipendenza della rfnascente democrazia europea, garanzia della sua stessa si– curezza e della pace di tutti_? Sagge parole d( Masa;yk e di Cordell Hull. Quanto ad alcuni motivi fondamentali dell'atteg– giamento russo di diffidenza e di ostilità nei con– fronti d·ell'Occidente in generale, opportuno fu i I discorso del compianto Ministro degli Esteri ceco– slovacco all'inaugurazione della seconda assemblea della Federazione Mondiale 1 delle Associazioni ·per le Nazioni Unite. « Molta gente dell'Oriente europeo - egli ammise lealmente - si fa un'idea assai errata della vita occidentale. Considerano l'America un con– tinente di milionari mO'Sso dalla brama dello sfrut– tamento del mondo. Ci sono, è vero, molti milionari in America, e non tutti gradevoli e simpatici, ma la stragrande maggioranza è di lavoratori, di mal pagati maestri e insegnanti, di contadini dalla nu– merosa famiglia, tutta gente semplice e modesta :o. E Masaryk, sereno e obiettivo, formatosi alla cultu– ra e alla esperienza diretta delle democrazie occiden– tali, non fa neppure distinzione tra giudizio di gover– nanti e pubblica opinione. L'ignoranza clii si rife– risce - madre dell'erroneo apprezzamento ....:.. è ge– nerale e profonda. Non fa quindi meraviglia che anche i dirigenti dell'Unione -sovietica rivelino so~ vente, non solo scarsa conoscenza della psicologia straniera (della quale ogni avveduto uomo di Stato, nelle relazioni internazionali, deve tener conto), ma - si abbandonino a eccessi di durezza che non pose sono non ferire altrui e provocare reazioni; o, an, cor peggio, si ostinino in propositi negativi capaci soltanto di dar esca alla propaganda delle fazioni retrive e a confermare timori e sospetti anche in uomini di governo proclivi, per necessità contin-

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