Critica Sociale - anno XL - n. 7 - 1 aprile 1948

CRlTICA SOCIALE 147 Ah, non per questo ... Se in questo momento fossero concepibili confes– sioni sincere, temiamo che nessuno degli autentici e provati antifascisti di un tempo, che inflessib(l– mente hanno « tenulo duro » negli anni più neri e nelle ore più sconfortanti, ammetterebbe di non sen– tirsi umilialo dell'ora presente e di questo nostro basso clima, così al di sotto di quello di ogni nor– male campagna elettorale. E non diciamo de.qli in– genui, i quali si illudevano che il rovesciamento del fascismo avrebbe senz'altro e immediatamente .ri– pristinato in Italia la democrazia. Diciamo proprio di coloro che _qiàmisuravano il baratro di diseduca– zione e di immiserimento del costume polilico - prima ancora che delle idee e delle opinioni - sca– vato dal fascismo e che prevedevano quanto sareb– be stato- lento e duro il cammino per venirne, fuori, quanto gravoso il compito, non già di predicare a paro/e, la democrazia, ma di affermarla nella real– tà, sia con una sua funzionale efficienza, sia con una sua apertura verso nuovi strati ·popolari. , Che lti campagna elettol'Ule venga condotta con tutti quei mezzi d'imbottimento e ottundimento dei cervelli, con agit-prop. o senza, èhe ha messo in ope– ra, seguendo gli ammaestramen(i dei regimi totalita– ri, quel novello idolo che ha nome: propaganda; che il tono politico si abbassi spaventosamente per tutti i semplicismi, le formule demagogiche, i sofismi, gli slogam. improvvisati, ottenebrando le menti mentre si preparano ad una scelta che pw· dovrebbe es– sere oggetto di libero e meditato discernimento; che _ og'ni spirito· di veri.fà possa velarsi il viso in una tenzone senza sc1·i1poli che punta sui fattori irl'azio– r.ali, passionali, if lintivi, in apel'lo dispregio di ogni fondata ragionP, e di Ogni buona fede; che,. in un momento come q1usto, in cui l'arma del voto' tanto diretta111e1Ìte impegna - e in modo decisivo - '/e sorti del nostro pn.ese nel prossimo e lontano av– venire, la caccia ai voli abbia assunto un carattere assillante sen>=a ,puri; che miliardi e milia!'di ven– gano profusi in caria stampala da i1nbl'allal'e i mu– ri, per durare 1'espace d'un matin: lutto questo si può ammettere e spiegare. E semmai, c'è da ram– maricare soltanto che, pel' raggiungere lo scopo, si cerchi di far presa sulle qualità deteriori di un po– polo intelligènte, come sono senza dubbio gli ita– liani. Ciò che invece preoccupa è la netta frattura che si va determinando tra compagini, la cui convi- 1 venza (se non pl'oprio la ·collabo1·azione) avrebbe do– vuto costituire il fondamento d'ella nuova democra– zia italiana. E' il precipitare dell'antagonismo vel'so la psicosi di una vera e propria guerra a freddo, che non consente tregua nè lascia prevedere conci– liazioni. La cosa non ci sol'prende affatto. In questo amaro nostro destino di' fare le inascoltate Cassan– dre, da tempo andiamo denunciando come lo schie– ramento del Fronte, dominato da _una sempre più inequivoca volontà comunista, diretta· ad un tempo alla esclusivistica e integrale conquista del polel'e ed a/l'impedimento di ogni reale assestamento de– mocratico, avrebbe ~ con il completo sacrificio di quella parte della classe proletaria che ne avesse accettalo la demagogica suggestione - pl'ovocato fatalmente la reazione, altrettanto massiccia, altret– tanto totalitaria, altrettanto esclusiva, della Demo– crazia Cristiana. La quale tanto più pericolosamente si surebbe impegnata in questa funzione anticomu– nista che rischia di diventare antiprolelal'ia, conser– vatrice, autoritaria, in quanto - diversamente da quanto avviene in Francia - non c'è, almeno sino– ra, a destra di essa, un valido schieramento, con di– chiarata funzione reazionaria o, quanto meno, con– servatrice. Quella spaccatura tra due opposti blocchi che costituisce il dramma sul terreno internazionale, si ripercuote nella lotta interna, con una dilacera– zione sempre più marcata. Entrambe le due compa– gini puntano alla vittoria. Ad una vittoria che conta– no sia schiacciante: tale da giustificare, o da pro- ibliot~ca Gino bianco vocal'e, in di{ etto di un'improbabile distensione, la eliminazione dell'avversario, vale a dire lo scardina– mento della democrazia. In questa situazione trasudano invero relitti fa– scisti, tanto più velenosi in quanto sono ormai in uno stato di imputridimento. E' un gioca di pura potenza bruta, anche se non è ancora trasceso allo scatenamento della violenza materiale; è un puntare sullo schiacciamento dell'avversario, per me,llel'lo in condizione di non più minaccial'e in futuro; è un comballel'e senza esclusione di colpi (incluse :e sanzioni religiose, come non bastassel'O le pressioni s~colari), anche se i colpi sono ancora recipl'oche manali!, di fango e scatenamenti di menzogne più~ o meno scandalistiche; è un continuo riprendere (ci si è messo pel'Sino il Papa} quel " o con noi, o con– tro di noi », da cui ha preso le mosse il fascismo; è quel gregal'istico attruppamento di forze in com– patte fol'mazioni, ancol'a con metodi spettacolari e con .spirito sostanzialmente sagraiolo · (qualche volta però profanatore, come è àvvenulo a Milano, pel' il corteo• commemorativo · delle Cinque Gior– nate, trasformalo dal Fronte e dai Democl'isl-iani in una sconcia pamta elettoralistica di gregal'i indl'Uppellati e· militarmente inquadrali), ma de– stinato a suggestional'e con la sensazione di una fol'za massiccia e temibile, di fronte· a cui bisogna decidersi per chi parteggiare; è quel dimenticare in– tenti, propositi, programmi per l'avvenire di una legislatura che dovrebbe affrontare gli essenziali pro– blemi italiani ~ tradurre in atto una costituzione con– finata per la maggior pal'te ancora nel limbo dei pl'incipii puramente potenzia/i, per tornare a ripro– por l'e, c ome ai tempi dei plebisciti fascisti: « dateci iÌ vo.to, chè penseremo esclusivamente noi per il be ne vostro e voi potrete tornare a dormire in pa– ce »; è quel mirare a conseguire il potere a tutti i costi, per governare poi paternalisticamente, facen– do volentieri a meno di un autentica partecipazione e di un vigile controllo popolarè. Cose tutte che spe– ravamo morte e seppellite insieme col fascismo e che ci ritroviamo invece tra i piedi, per volontà (o nostalgia?) degli uni e degli altri. GI'azie _agli uni e agli altri, il Paese si dilacera: scopo voluto, e non casuale conseguenza. La fratturn tra i due blocchi è completa, per nostra sciagura. Si ripropone infatti quella alternativa, così tragica pel' una democl'azia ancora bambina, di essere o di– lacerala, se i due massicci schieramenti si allonta– nano, ostili, o schiacciata se essi viceversa si avvi– cinano e collimano, in combutta. E' per questo che mai come in quest'ol'U abbiamo sentito la bontà della nostra causa, del nostro me– todo. In queste antagonistiche mii-e a predominare in modo esclusivo, totalitario, che improntano nello stesso modo, anche se con diverso linguaggio, Fron– te Popolare e Democrazia Cristiana, in questa sma– nia di vincere in modo schiacciante per mettere fuori causa (e molli pensano già_« fuori legge») l'cw– v·ersario, il presidio estremo della democrazia italia- - na (di quella democrazia eh' è invero una premes– sa della nostra azione socialista) è. costituito dalla compagine della « ·terza forza ». Grazie a Dio, sono molti ormai gli italiani che lo comprendono: e lo slogan nenniano della « terza forza - reale debolez– za» è ormai screditalo e, come al solito,_riceverà una sonol'a smentita. Per nostra consolazione, tra tante sparatol'ie di armi cartacee, sol.o nei nostri uomini abbiamo trovato quel linguaggio, alieno sia dal fanati_smo sia dalla demagogia (che tutto e tutti rischiano di travolgere), che, nella unità socialista in via di realizzazione, non parla soltanto della data del 18 aprile, o ne parla non per agitare minacce o suscitare paure, ma per delineare l'azione da svol– gere per affrontare i problemi della vita italiana ed eu!'opea: quell'azione socialista che è la sola promes– sa e garanzia di un avvenire di pace, di libertà, di la– voro. E ci è apparso, tra tanta decadenza, tra tanto smarrimento e tante paure, di ritrovare congiunte in salda continuità la nostra tradizione e la nostra speranza, di sentire sempre più viva la nostra fede, sempre più salda e accresciuta la nostra forza. GIULIANO PISCHEL

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