Critica Sociale - anno XL - n. 7 - 1 aprile 1948
CRITICA SOCIALE 145 Quello elle è successo dopo di allora non è del tu_tto_dimèntkato. Numero~i . sono ·i nostri compa– tnoh,. anche tra i piccoli commer cianti il cui oriz– zonte si,.è un poco allargato e· che n.on 'ignorano che Praga è a tre ore di aeroplano d a B ruxelles. Citale loro. le parole di Bismarck: « Chi tiene la Boemia .tiene l'Europa », essi scuoteranno là testa con una .aria di intesa, salvo ad aggiungere che ne abbia– n:i,o_vi~teben altx:e e c~e non serve a nulla essere pes– s1m1sh. I loro ncord1 della guerra sono troppo re– centi perchè non ,;embri loro assurdo ed intolle– rabile pensare alla prossima. E' impossibile tuttavia. negare l'evidenza: altri ci · pensano per noi. ~ basta gettare uno sguardo sulla ·carta dell'Europa, considerare l'equilibrio delle for– ·Ze, ascoltare e leggere quello che si dice dall'altra parte dell~ cortina di ferro per essere costretti ad ammettere che il pessimismo, nel momento attùale non consiste ne,l misurare obiettivamente i 'pericoli di guerra, ma nel volerli ignorare: perchè ·questa ignoranza è già una forma di i:assegnazione. . I conciliatori di termini inco_nciliabili ed i rea– .zionari, che non capiscono nulla di nulla; parlano di un conflitto di ideologie, gli uni per mettere .in– ,sieme mozioni di sintesi, e gli altri per opporre ad un blocco orientale, dichiaratamente di sinistra, il fascio internazionale dei conservatorismi solidali. Bisogna _essere ingenuo come un giovane intel– letttiale ·o credulo come un --partigiano per credere· che l'obiettivo maggiore della politica sovietica sia quella di assicurare il 'trionfo di una ideologia. Cer– to il conflitto si estende su diversi piani. Esso pone gli uni contro gli altri: n·e1l'ordine economico, il ca-· pitalismo di Stato ed il capitalismo privato; nell'or– dine sociale, il totalitarismo e i sistemi di libera or– ganizzazione; nell'ordine politico, il regime essen– zialmente autoritario e direttoriale - se Non ditta– toriale - delle « democrazie popolari » e quello dei diversi tipi di democrazie liberali. Ma queste diverse opposizioni, per quanto nette siano, non sarebbero di natura tale da provocare una nuova conflagra– zione, se un'altra causa. di antagonismo non le do– minasse tutte. Il capitalismo di Stato ha più di una volta teso la mano al capi.talismo americano per sollecitare i suoi crediti. Al momento in cui si è formata, bene <\ male, la Federazione sindacale mondiale, il tota– litarismo sovietico non è stato un ostacolo insor– montabile ad una intesa èhe, sul terreno sociale, aveva destato tante speranze. Quanto alle differen– ze delle strutture politiche, se è certo che esse ag– gravano i pericol'i di conflitto, tuttavia non sono esse che li creano. Attlee ·non aveva torto di spiegare l'atteggiamento aggressivo dell'Unione sovietica con le necessità interne del regime, ma la spiegazione ne richiama un·'altra, più generale. Essa non rende ragione del carattere fondamentale di una politica che si è rivelata, particolarmente nel corso degli ultimi -dieci anni, infinitamente più costante e 'più conseguente di quella delle grandi potenze occiden– tali. Evidentemente que·sta politica non tende pr1n– cipalmente nè a mantenere la pace tra i popoli, nè a liberare i proletari di tutti i paesi dalla miseria e dalla paùra. Lo si è be_nvisto quando Stalin ha con– cluso con Hitler, nell'agosto 1939, un patto che ren– deva la guerra in Europa inevitabile e votava alla morte milioni di lavoratori, è che Molotov doveva giqstificare in questi termini: « E' difficile compren– dere che l'U.R.S.S. pratica e continuerà a praticare una politica sua, una politica indipendente, che mi· ra ad assicurare gli interessi dei popoli dell'U.R.S.S. e nient'altro che que'sti interessi ». . Qui è la verità. La politica sovietica è essenzial– mente e prima di tutto una politica nazionale russa. E' quella di un grande impero, risoluto a rafforzare la sua sicurezza e a realizzare la sua espansione con tutti i mezzi di cui dispone, e che non conosce altra regola che questa. Non c'è una presa,..,di posizione diplomatica o stra– tegica, non una decisione particolare o d'insieme che non trovi in questo la sua spiegazione. Per as– sicurare la sua sicurezza, l'U,R.S.S. doveva procu- ibliot_eca Gino Bianco rarsi una zona di espansione quanto prn possibile vasta: essa ha fatto prevalere a ,..,Yalta il principio delle sfere d'influenza; Per salvaguardare la sua as– soluta indipendenza essa doveva sciogliersi da1l'an– -tico sistema di sicurezza collettiva: essa si è fatta, all'O.N.U., la campionessa del diritto di• velo e non ha cessato di usare di questo diritto . Convinta che i rapporti internazionali esprimo– no sempre, in definitiva, rapp9rti di forza e che, secondo una formula ufficiale che data dal 1919, « nessun tribunale internazionale di arbitrato, nes– sun dibattito sulla riduzione degli armamenti, nes– suna organizzazione « democratica » della Leg..i del– le Nazioni possono preservare l'umanità dalle guer– re imperialistiche·», essa non si è prestata, in nes– sun campo, all'instaurazione di alcun controllo mu– tuo, per cui dovesse cedere la minima parte della sua sovranità nazionale. L'Armata rossa, l'organiz– zazigne comunista internazionale; queste sono state le due grandi forze sulle quali la sua politica si è basata costantemente. Un milione. e mezzo di solda– ti, secondo i giudizi più sicuri, occupano attualmen– te i territori sot1omessi alla sua influenza. In tutta l'Europa, i partiti comunisti perseguono una a~ione c_ostruttiva o distruttiva, a seconda cpc essa s1 esercita ad est o ad ovest della cortina di ferro. Gli obiettivi immediati, la tattica, i temi di pro– paganda possono variare, ma ovunque la consegna è la stessa: difesa dell'U.R.S.S. E siccome non ci si difende mai meglio che attaccando, ovunque l'of· fensiva è scatenata. Davanti all'imminenza della messa in azione del programma di ricostruzione eu– ropea, . nel quale i sovietici non vedono chè -una macchina di guerra diretta contro di loro, si tratta, da una parte, di aumentare al massimo le costrizio– ni imposte ai paesi sotto tutela, e dall'altra, di man– tenere nei paesi ancora liberi una agitazione politi– ca e sociale che deve indebolirli e disunirli. E' così che il mondo sta passando, apparentemente molto più presto di quanto si potesse· credere, dal dopo guerra a un nuovo ante guerra, e che a dieci anni . di distanza, la somiglianza dei mezzi impiegati pren– de, davanti all'opinione pubblica, un carattere os- sessivo. · In quale misura queste apparenze rispondono al– la .realtà? Fino a qual punto· la politica sovietièa, così simile a quella di Hitler, nella sua ispirazione nazionalistica e nei suoi metodi di espansione, co– stituisce una minaccia reale per la pace? Tra il nazionalcomuriismo russo e il nazional-so– cialismo di Hitler vi sono notevoli differenze e certe somiglianze profonde. lrt questo momento l'atten– zione si fissa soprattutto su queste ultime. Sono esse di natura tale da far credere ad una guerra immi– nente? No, senz,a alcun. dubbio. Ma bisogna vedere .le cose come sono. ' Il nazismo - era razzista. La dottrina insegnata al popolo sovietico non conosce nulla di simile. Si os• serva soltanto che a diverse riprese Stalin ha messo l'accento sulla comunità di sentiment.i e di interessi delle nazioni slave. Più partic0larmeilte 'il nazismo era antisemita. Gli ebrei - Trotski, Zinoviev, Ka– menev, Radek, Litvinov e tanti altri - hanno avu– to una parte importante nell'avvento del bolscevi– smo. Non ne resta più c-he uno, attualmente; nel Politburò: Lazzaro Kaganovitch. Essi .sono stati al– lontanat.i dagli alti posti della diplomazia, della am– ministrazione, della polizia e, ben inteso, dell'eser– cito. Ma questa eliminazione si è fatta da sè. Essa non ha avuto il carattere selvaggiamente sistema- . tico delle misure hitleriane. Il nazismo, pur lasciando sussistere · gli antichi quadri economici e sociali, vi aveva introdotto un insieme di innovazioni di Stato che esso identifi– cava con il socialismo per i bisogni della propagan– da. L'armatura del regime sovietico è tutt'altra. Il capitalismo di Stato, così come esso esiste presso i -sovietici, non ha mai avuto equivalenti in Germa– nia. Così pure le strutture sodali sono, per così dire, senza alcuna comune misura. · L'ideologia nazista differiva radicalmente dal co– munismo staliniano, almeno nella sua ispirazione, e forse anche più nelle sue formule .. Una dottrina non si afferma che opponendosi. Per imporsi contro i
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