Critica Sociale - anno XL - n. 7 - 1 aprile 1948
144 CRITICA ·soCIALE sedici nazioni aderenti al-Piano Marshall, convennti a Parigi. Per la prima volta una dittatura espansionista tro– va una dura e recisa volontà di opposizione e gli errori che ha conosciuto la politica estera inglese nel 1914 e 1938 non saranno ripetuti. Allora le de– mocrazie e gli Stati governati assolutisticamente non si conoscevano vicendevolmente. L'Inghilterra cre– deva che la Germania aspirasse a scopi pratici net– tamente circoscritti e si dimostrava pertanto dispo– sta a compromessi. Ma i circoli dominanti tedeschi conoscevano, tanto anteriormente alla prima, quanto anteriormente alla seconda guerra mondiale, solo l'idea della potenza e consideravano pertanto solo come una debolezza la propensione dell'Inghilterra ai compI·omessi. Ciò suscitava l'impulso ad avan– zare sempre nuove pretese e a condurre sempre più oltre la tendenza espansionistica, senza pensare che, ad un certo punto, l'Inghilterra avrebbe preferito la guerra. Tutt'e due le volte la decisione dell'In– ghilterra di scendere in guerra per la salvaguardia della democrazia europea diede scacco a questa con– cezione dei dirigenti tedeschi; ma in entrambi i casì non· $j fu abbastanza avveduti, da parte del governo inglese, di far conoscere in precedenza la deci– sione di scendere in guerra, valicati che fossero cer– ti limiti. Noi consideriamo un progresso il fatto che que– sto errore non venga ripetuto nei confronti della dittatura della Russia Sovietica. Le dittature non comprendono altro linguaggio se non la schiettez– za priva di riguardi ed esse devono scorgere al di sotto di questo linguaggio la decisa '"volontà di op– porre ad un certo punto una decisa resistenza. Tan– to prima e tanto più chiaramente ciò verrà dimo– strato al Cremlino, tanto maggiore sarà quindi la pos– sibilità di conservare la pace. Quanto più a lungo le democrazie occidentali accentueranno invece la loro predisposizione a compromessi e condurranno. una politica che si sforzi di non irritare Mosca, tan– to più persistente e priva di riguardi si dimostrerà la politica espansionistica russa: e che al termine di questa non potrebbe esservi che la guerra, pro– prio com'è avvenuto per i zelatori tedeschi della po– litica di potenza, è oggi divenuto palese anche a quei circoli che sinora avevano tenuto ost,inatamente chiu- si gli occhi di fronte- alla verità. · · Che si sia giunti a questo, è il servizio reso da un uomo che sacrificò la sua vita pc:;r·non. dover più a lungo restare nella vergogna: Jan Masaryk. Per la valutazione della sua morte è indifferente se si tratti di un suicidio o di un assassinio: in entram– bi i casi i colpevoli sono i comunisti, sia che Io ab– bia condotto alla morte "l'umiliazione di essere pre– sentato sotto una falsa luce nel n1:1ovogoverno, sia che essi Io abbiamo soppresso per non lasciare che sfuggissero dalla sua bocca precise accuse. E' trop– po difficile ammettere che Masaryk_ non fosse intel– lettualmente un uomo superiore. La sua personalità splende oggi molto_ più luminosamente di quella del– l'indubbiamente più accorto Benes, che ha amara– rnen·te deluso i suoi ammiratori all'intern@ ed all'e– stero per la sua debolezza di carattere e che ha anzi fatto sì che la sua presenza ai funerali del suo amico mortò,. da lui voluto nel nuovo governo, desse cre– dito alla versione sovietica di un suicidio provoca– to dalle_ « calunnie straniere ». II prossimo decisivo te"rmine per la determinazio– ne dei rapporti tra Oriente ed Occidente è il 18 apric le, la data cioè delle elezioni politiche in Italia. Noi riteniamo esclùsa la possibilità che la coalìzione dei comunisti e dei socialisti nenniani, sotto la guida di ·Togliatti, raggiunga la maggioranza. Riteniamo anzi che il Partito democratico cristiano 'di De Ga– speri si dimostrerà alle elezioni come il più forte. Mà nel mese che ancora ci separa dalle elezioni av– verranno o potranno avvenire molte cose capaci di influire e di modificare queste previsioni. C'è una grave responsabilità per i rappresentanti della Ca– mera americana: quella di approvare il .Piano Mar– shall nella sua piena · portata ed integrità, come ha già fatto il Senato, con spiccata maggioranza. Una tardiva approvazione può essere gravida di pe– ricoli, come pure una riduzione 'delle somme messe a dispòsizione. Speriamo che i deputati americani BibliotecaG,no Bianc.;o comprendano la serietà dell'ora e non 1si lascino in– fluenzare da meschine considerazioni di portata ld– cnle. Ma se Togliatti dovesse fare il folle tentativo di cercar di correggere con la violenza un risultato elet– torale per lui sfavorevole, e contasse sull'aiuto di Tito, gli aiuti americani avrebbero ben altro sègui– to da quello sinora fornito: accanto ai trasporti di carbone e di grano non tarderebbero ad attraccare i trasporti di trup-pe americane. Non vi può essere il minimo dubbio che gli Stati Uniti non siano oggi fermamente decisi a rispondere con la violenza ad ogni superamento dei limiti stabiliti a Yalta. Per quanto essi siano poco disposti, per parte loro, a penetrare con forze militari nella zona di influen– za sovietica, non intendono d'altra parte subire nuo– ve ed ~lteriori espansioni da parte russa. I limiti sono ora completamente chiari. Ma men– tre al di là della cortina di ferro proseguono ii lento asservimento e la riduzione in miseria, nella Europa Occidentale sta sorgendo una nuova coali– zione che intende compiere opera costruttiva con le forze economiche e con i fondamenti culturali del– l'Europa. L'Inghilterra non aveva ancora svolto il suo ruolo e anc he se e ssa oggi deve contare più sul– le forze proprie che.su quelle del Commonwealth, essa coriserva tuttavia una funzione direttiva per l'Eu- ropa. · BENEDIKT KAUTSKY . L' U. R. S. S. · e la pace. -L'.analìsi che il éompagno belga Victor Larock com– pie dell'atteggiamento attuale- della Russia sovietica e dei pericoli di guerra che esso rappresenta, ,pone veramente. il dito sulla piaga e svela in gran parte le cause che potrebbero portare ad un nuovo con– flitto. Il compagno Larock è sfato recentemente delegato dal suo partito al congresso del partito socialista un– gherese, conclusosi con l'umiliante d,ecisione di fu– sione con i comunisti, che ha distrutto ogni soprav- , vivenza di socialismo in' quel disgraziato paese. Di ritorno da Budapest, egli si. è trattenuto a Praga, dove ha assistito alla prima fase de( colpo di Stato cecoslovacco. I suoi giudizi sono pertanto basati sul– la diretta osservazione della realtà. Non concordiamo però con le su.e conclusioni. Noi credi11mo infatti che le risorse di cui dispone la Russia non siano un motivo sufficiente per tratte– nere i dirigenti bolscevichi dalla guerra, sia per– èhè esse non sono ancora sfruttate in modo 'ade– guato e paragonabile a quanto si fa in America, sia perchè, in ogni caso, il loro sfruttame_nto è fatto ora quasi esclusivamente con scopi di potenziamento bellico, e quindi non potranno favorire quel miglio– ramento delle condizioni di vita dei lal)oratori russi ehe solo potrebbe portare a rendere più umano il regime. Del resto, noi sappiamo troppo bene che le dittature non tendono mai, se non ci sono costrette da rivolgimenti sociali, <id allentare i loro vincoli oppressivi. Crediamo però anche noi che la pace possa tut– tavia essere salvata, ma che la salvezza debba essere il frutto di una .unione dei popoli europei, capace di contrapporre all'espansionismo russo una nuoi•a forza, animata ii.a una decisa capacità costru(tiva e da una f~rma volontà di pace. In àltre parole, là pace può essere salvata, malgrado i bellicismi bol– scevico e capitalistico, da una Europa socialista unita. LA CRITICA SOCIALE Si era nel settembre 1938. Di ora in ora gli avve– nimenti ·precipitavano. ~iuni,ti in pochi presso un amico, ci aspettavamo 'per quella sera notizie deci– sive. II nostro amico non possedeva un apparecchio radio. Andammo allora in una tabacch'eria e, men– tre ascoltavamo con la gola stretta le ultime infor– f@rmazioni da Praga, il gerente ci disse: « Voi siete senza dubbio di quel paèse ... »
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