Critica Sociale - anno XL - n. 7 - 1 aprile 1948

162 CRITLCA SOCIALE 2) Nel pro111uovere l'aiuto richiesto, il Governo degli Stati Unili è spinto dalla persuasione che il reale in.teressc dell'A– merica al ristabilimento di un' Europa occidentale prospera, democratica- ed indipendente, giustifica i sacrifici che tale aiuto richiederà al popolo americano. 3) Il popolo americano ha il diritto di ottenere le necessa– rie garanzie çhe l'aiuto da esso fornito non vada stornato o sperperato. I promotori dell'Aiuto per la Ricostruzione Euro– pea (E.R.P.) in tutti e due i partiti\ americani •si sono di– chiarati d'accord6 che la sua amministrazione non debba in– terferire sul diritto demoèratico dei popoli europei d-i con– trollare e detenninare la propria politica sociale ed economica. 4) Il programma, essendo basato sulla cònstàtazione del fatto che i paesi de,ll'Europa sono economicaménte interdì– . pèndentil dovrà essere realizzato tenendo conto di questa in– terdipend'enza. Il fatto che la Russia e alcuni Paesi dell'Europa Orientaìc abbiano finora rifiutato di partecipare allà realiz– zazione del Programma è tanto ingiustificabile quanto- déplo– revole. E' da desiderare che il Prograinma rimanga aperto alla loro partecipazione nelle stesse con~izioni ora accettate dalle sedici nazioni partecipanti. Il programma non è e non deve diventare una minaccia agli interessi legittin1i di alcun paese non partecipante. · q). La ricostruzione europea di•pende in primo luogo dalla intensificata collaboraiione tra le stesse nazioni europee. I metodi di collaborazione propost/ nel Rapporto della 'commis– sion_e per la Coordinazione Econòmica Europea: sono un primo, seppur limitato, passo in questo sensd\ Essi costituiscono µna base· sulla quale si potranno compiere ulteriori progressi. 6) E' urgente che le sedici nazioni attualmente interessate nel Programma creino l'organisn10 necessario, sia per pre– sentare al Governo degli Stati Uniti proposte collettive, sia per rivedere ed aumentare la collaborazione reciproca. 7) Se la interdipendenza economica dei Paesi dell'Europa deve trovare una forma adeguata, bisognerà estendere rapida– mente e largamente la loro pianificazione. Tale pianifica:z:ione dovrebbe includere il commercio ester.o. E' di somma im!}or– tanza che le risorse del- continCnte africano vengano al più presto pianificate in comune dai governi responsabili, con. riguardo al benessere\ dei popoli dei territori in questione. 8) LI! forza necessaria per superai-e gli ostacoli· dovrà essere attinta da una fede comune nell'unità europea e nellà organizzazione dell'unità occidentale. Ma l'unità europea non potrà essere basata ~ sui soli fattori èconoffiici: essa dov,rà esprimere una comunione spir,ituale ed ideol-ogica. ~n questo senso è evidente che la Spagna non potrà partecipare al mo– v-·imento unitario sinchè il suo popolo non sar.à liberato dal rc·gim'e dittatoriale di Franco. 9) L'Europa Occidentale e il socialiSmo democratico ré-. sisteranno o cadranno insieme. L'ideaÌe dell'unità europea po .. trà essere salvato dalle deviazioni .e contamina,zioni dei poli .. -ticailti reazionari solo se j socialisti si' metteranno .all'avan– guardia de1 movimento per la sua realizzaz_ion~·». I -consiglidi svilupponell'indu$.triabritannica. . . . In una corrispondenza di Gordon Schafifer a_pparsa sulla Italia Socialista: del 15 gennaio, si osserva con1e i Worldn,g Parties; creati da Stafford CrippS, col con1pito di accertare che le industrie svolgéssero la più efficiente funzione nella ricostr\lzione nazionale, abbiano già nella maggior parte pre-:. sentato relazioni e proposte, mentre una Legg!! del ParlamentO ha conferito al Governo il potere dj attuarle. Si prevede cosi una trasformazione dei Worldng Parties in « ConsigH di Svi– luppo », col passaggio da una fase di indagine, di accerta-: mento, di pratica consulenza ad una faSe di attuazione delle proposte ·1naturate. Sarebbe orinai imminente la costituzione di' • Consigli di sviluppo » per le industrie del cotone,. del– la magÌieria, del vasellame e dei mobili, mentr.e aMri nC seguiranno .quando i Wo1·Idng Parties. di altri ra:mi d'illdu– stria avranno esposto i loro suggerimenti. M_algrado il vasto ed intenso processo di nazionalizzazione di molte fondame~taU industrie inglesi, Si valuta all 1 80'% ci]1'– ca la parte dell'industria che continuerà a restare in mani pFivate. In questo vasto settore, il problema piu urgente - pienamente compreso ,e condiviso daHe Trade Unions, co– me ha dimostrato il loFo Congresse - è quello di portare le industrie alla più moderna, economica e produttiva effi– cienza, riconoscendo che con ciò si persegue l'interesse àelln intera collettività. · Rilevato· come l'esperime,;to dei Working Parties abbia di– mostrato la possibilità di una · notevole intesa. foa datori di JaToro e rappuesentanti sindacali (le proposte concretate, pun Biblioteca Gino· Bianco non essendo sempre concordi, manifestarono larghe possibi– lità di col'laborazione costrnttiva), anche i « Consigli di svi– luppo » saranno costitu1tj. con analoka struttura. Per un terzo saranno costituiti da merp.bri nominati dai datori di lavoro; per un terzo dai sil\dacati; per l'altro terzo da persone non direttamente legate all'industria (tra cui eco_nomlsti, conta– bili, progettisti, professionisti, esperti tecnici, ecc.), designate dal governo. I consigli di ,sviluppo non potranno intervenire nella ge– stione quotidiana delle varie imprese · e nemmeno assumere Cjuestioni salariali e di condizioni di lavoro, che spettano ai sindacati, ma avranno invece il compito di porr.e in atto con– dizioni_ produttive atté a dar.e il migliore e più economico rendimento, ancho in vista dell 'inéremento delle esportazio– ni. A questo riguardo è particolarmente sentita nel mondo sindacale inglese la necessità di discutere i mutamenti della produzione che si renderanno necessari con l'esaurirsi dei mercati esteri. Una delle preoccupazioni di Sir Stafford Cripps nel dare incremento ai Working Parties, cd ora ai Consigli di Svilup– po, è quella di imi,edire che datori di lavoro e lavoratori coa– lizzassero i loro materiali interessi -a detrimento dei consu– matori. ·E' consolante rilevare, a questo riguardo, come le misure sinora prospettate dai ,,.Working Parties si siano ma– nifèstate recisamente contr.arie ad ogni accordo inteso a ridur– re la proclnzione, a manteii.ere prezzi ,elevati o monopoJistici, e ad adottare qualsiasi pratica restrittiva. Ciò fa bene spe– rar.e ché i nuovi organi in gestazi'one ,siano atti a difendere il generale interesse, non solo dei lavoratori, ma anche dei consumatori in generé, pre:µdendo posizione contro cartelli, monopoli e consorzi di cui questi ultimi abbiano in defini– tiva a sopportare il peso. Inflazione burocratica. I quaderni di· stuai e di notizie '°pubblicati dall'Ufficio Stu– di della Edison forniscono nel Ìl. 22 alcuni interessanti dati e rilievi su uno ·dei più scabrosi problemi per !;efficienza fun– zionale di uno Stato·· moderno : e oioè il nb.mero ed il costo dei dipendenti della àmminist,azione de.Ilo Stato. Partendo dal lo_ntano 1910 con un totale di 260,000 posti occupati (comprese le forze a,rmate), ma riducibili a 149.000 se si es~Iude il pevsonale delle F !F.SS. (quindi il 4,32 per mil– le abitanti) ISi assiste ad. un 1 <;ontinuo incremento, consono del, resto, almeno in pade, allo svHuppo delle attività dello Stato. L'al,tra guerra portò ad un !'.apido aumento. Nel 1925 le cifre apparivano raddoppiate: M2.000 posti (33,6.000 ,senza FF.SS. , pari all'8;55 per mili~ abitanti) .. Nel 1932 si ha un aumento di circa 100.000 unità per il passaggio alla ·amministvazione statale del personale Insegnante, prima aHe dipenqenze ael Comuni. Ma è dal 1934 che si :verifiea un ma,cato e ·rapido ....._ aumento, ~ia in _cOnseguenza dell'econopiia autarchica e vin– colata, sia in conseguenza del'la preparazione militare. Già nel . luglio 1936 ,;i giungeva a 684.000 (551.000 senza i dipendeutl delle FF.SS.l, cen un 12,74 per mille abitanti; per salire due anni dopo a 784.0-00 (646.000), col 14,72 per m!lle. Gli anni della guerra segnan6 un rapidossimo crescendo: dagli 810.000 del 193Q, si· sale nel 1940 a 882.000, per assurgere a 1.055.000 nel 1941, e qu'lndi a 1.211.000 nel 1942 e .tocca•e la punta massima uel 1943 con 1.380.000. I dati, ulte,iori non sono uifi.cial'i, ma attendibili. li .1947 segna un relativo assesta– mento, ma s,amo ad un livello pauros·amente più alto che nel– Fnnteguerrn: 1.150.000 posti ·(ckca 1 milione senza: 1 dipen– dcnh delle FF.SS .), pari ad un 22 pe, mille: nn indice di 511 se si calcola a 100 l'ind,ice del 1910. Si deve poi notare un relatlvo peggioramento in quest'ultimo dato, perchè ,se ne- ' gli anni dii guerra si doveva annoverare uh alito numero di miJi.tari o miUtarizzati, ormai la preponderante composizlont1 del personale è costjtuita. da impieg.ati burocratizzati. Una seconda parte dello studio s'imposta ad una tabella per gl! esercizi dal 1910-11 al 1947.-48 dove, rispetto al reddi– to nazionale pro capite sono indicnte, in' cifire assolute ed bt percentuali del reddito, le spese stataH di bilancio e le spese peP i1 personalé statalé. SostanZialmente non di:vergenti sono i dati per il periodo precedente i'altra guerra. Ad es., per l'esercizio .1913-14 si aveva un presuntivo reddito nazionale di 2550 lire pro capite; le spese di bilancio statale pro captf, era.no di lire 354, ossia del 14-15 pe• cento del reddito. na– .z,ionale; pei- oghi statale si aveva una spesa di lire 74.05._ pari al 2,91 per cento. sul reddito pro capite e al 20,90 per cento sul totale de_lle _spese. Ma questi dafl e queste pereen– tua,li vengono sempre più aggFava~dosi nelÌ!altro dopoguerra, e specie dopo l'avvento del fascismo. Lo stadio più acuto •' raggiunto nel 1932-33: 2700 qi Feddito -nazionale a testa, su cui le sp~se statali di bilancio incidono per 77:8, con iµ,a percentuale del 28,60 per cento, e con una spesa per ogrr.t

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