Critica Sociale - anno XL - n. 7 - 1 aprile 1948
160 CRITICA SOCIA'.LE FATTI E COMMENTI della stampa italiana· ed estera Commenti allaproposta direstituzione diTrleste all'Italia. Commentando la restituzione di Trieste all'ltalià un edi– torinlc del Washington Posl del 23 · corrente scrive: « Il passo degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Francia, miran– te alla revisione del trattato di pace con l'Italia mediante un accordo e a ridare a!l'Italia il territorio libero d! Trieste, è pro-· va di profonda accortezza politica, poichè a distanza di quat– tro settimane dal 18 aprile, data delle elezioni italiane, esso in– dica nella maniera più chiara al popolo italiano che tutte le speranze per il riconoscimento delle sue rivendicazio.ni sono riposte nell'adesione al mondo democratico anzichè in quella al mondo comunista. E nello stesso tempo tale iniziativa rap– presenta anche un efficace monito per I dirigenti dell'Unione sovietica, perchè impari che le sue p,·etose non sono cosi fa– cilmente realizzabili. « A dirla con la massima franchezza, Trieste venne tolta all'Italia- per cercare di tener buona Mosca in quei giorni in cui gli uomini politici dell'Occidente speravano ancora di poter giungere nd una soluzione pacifica dell'intero problema eu– ropeo, mediante un' accordo con la Russia. Durante la discus– sione del trattato di pace con l'Italia al Consiglio dei Mini– . str{ degli Esteri, i rappresentanti americano, britannico e fran- cese sostennero tenacemente che Trieste, con la ·sua prevalen– te popolazione italiana, doveva rimanere parte integrante del– l'ltaHa. Ma cedettero ·alla fine perchè l'accordo su questa ba– se se1nbrava impossibile e perchè speravano che questa con– cessione inducesse i Russi a farne altre nei futuri negoziati relativi ad altre e più gravi questioni del dopoguerra. Essi perdettero al gioco, chè i Russi approfittarono di ogni con- cessione loro fatta e non diedero nulla in cambio ... ». · Il giornale si rallegra poi della dichiarazione di Marshall, la cui necessità esso aveva sostenuto, che un voto 8. favore di un regime dominato dai comunisti in Italia sarebbe ,;ontro la partecipazione del paese stesso al plano Marshall. « Ora il· ministro degli Esteri ha compiuto tale passo affermando nel discorso pronunciato all'Università di Los Angeles che, se glj, 1 Italiani con il loro voto scegliessero di dare il potere ad uh governo in cui la forza politica 'dominante sarebbe rappresen– tata da un partito che ha freque~temente, pubblicamente ed enfaticamente proclamato la sua ostilità al piano per la ri– costruzione europea, ciò non potrebbe essere ritenuto che una prova del desiaerio di detto paese di non prender parte al piano. « In neSsun appello agli Italiani si può, a nostro giudizio, trovare traccia di un ..qualsiasi tentativo di interfCrire nel loro diritto di prendere la decisione che preferiscono. Piuttosto vi ,,ediamo una precisazione di fatti che dovrebbe illuminare gli elettori italiani e far loro intendere l'importanza della loro scelta. Grazie a questa politica realistica ·gli Italiani non deb– bono dndare alle elezioni avvolti in una nebbia di origine mo– scovita ». Sullo stesso argomento, H Baltimore Sun s~riVe: « La gran– de minaccia all'indipendenza italiana è la vittoria dei comu– nisti in queste elezioni o una percentuale_ di voti sufficiente per indurJi a qualche form_a di azione diretta. _ « Trieste è sempre stata ùn intralcio per i comunisti.· Nel caso di Trieste come per qualsiasi altra questione, in Italia o altrove i comunisti debbono in qualche modo uniformarsi all'atteggiamento bolscevico. In altri termini, essj. sono stati costretti in Italia ad ·ammettere la. verità della più grave ac·– cusa mossa contro di loro in ogni paese, cioè che· essi non sono fedeli al loro paese, ma all'Unione Sovietica. Con la loro dichiarazione su Trieste le potenze occidentali non' hanno fat– f"o che ricoi·<lare agli elettori ,italiani la realtà di questa Plan:• canza di lealtà dei comunisti ,•erso la 10110 patri~». Conferenza internazionale dei partiti socialistidei paesiorientali. Nel dicembre 1947 e nel gennaio 1948 i rappresentanti in esilio dei partiti socialisti indipendenti della zona sovietica decisero, dopo una serie di incontri e di conferenze, di c;eare una unione dei loro partiti. Questa unione pareva necessaria perchè fosse efficace il lavoro per la causa_ comune: la restau– razione dell'indipendenza dei paesi soggetti alla Russia, la ri– nascita del movimento socialista democratico in questi p~esi sottomessi alla dittatura di marionette comuniSte. Biblioteca Gino Bianco Questo compito ,era tanto più urgente dopo che la confe– renza di Anversa aveva provato che la politica del partiti so– cialisti occidentali, che Ignorava che i cosiddetti partiti socia– listi dell'Europa orientale erano sottomessi ag/i ordini dei comunisti, aveva posto i partiti socialisti Indipendenti al di fuori dell'organizzazione ufficiale del socialismo internaziona– le. Era quindi necessario Informare l'opinione pubblica demo– crntica, e specialmente quella dei socialisti, sulla vera situa– zione del movimento operaio nei paesi occt,-patl e sulle &UC vere tendenze. Su questn base i rappresentanti dei partiti socialisti della Polonia, della Rumania, dell'Ungheria e della Cecoslovacchia si sono avvicinati. Il 11o febbraio una conferenza gettò le basi di una nuova organizzazione che prese provvisoriamente il nome di e Unio– ne dei partiti socialisti indipendenti per la libertà dell'Est europeo ». Una protesta contro la persecuzione del movimen– to socialista nei paesi della zona sovietica fu pubblicata nello stesso tempo. In questa stessa conferenza si decise di convocare per il me– se di marzo un'altra conferenza più vasta, consacrata allo stu– dio di una politica comune riguardo al plano di ricostruzio– ne europea. Questo compito è stato consider1tto tanto più im– portante, in quajlto gli Stati del Centro e dell'Oriente europeo erano ptati costretti dall'Unione sovl.etica a boicottare a loro stesso, svai;itaggio, gli sforzi dì ricostruzione europea. In queste condizioni la'. voce libera dei p·opoli asser.viti diveniva neces– saria per salvaguardare almeno_ l'unità ideologicn dell'Europa. La nuova conferenza, che si è riunita dal 12 al 15 ma:rzo a Parigi, l]a fissato definiti~amente· ·l'organizzazione dell'Inte– sa nei mefvimcnti socialisti "indipendenti del paesi dell'Euro– pa centrale e sud-orientale, ed ha stabilito un atteggiamento comune nei confronti c,lelle questioni più Importanti. La-nuo– va organizzazione ha adottato il nome di Bureau Internatio-· nal socialiste (B.I.S.). La rappresentanza ·dei paesi baltici ha mandato alla conferenza i suoi voti e l'affermazione della sua completa solidarie_tà. Diamo qui di seguito il testo della dichiarazione votata, che · esprime l'atteggiamento comune del. socialismo dei paesi rap– presentati alla conferenza sui problemi che si pongono a pro– posito dei lavori preparatori concernenti l'aiuto offerto degli Stati Uniti. « La guerra ha distrutto ricchezze immense nei paesi del– l'Est europeo; e la ricostruzione economica di questi pae8i è impossibile senza un aiuto. che venga dall'esterno. La loro situazione è tanto più grave in quanto i governi di questi paesi si sono affrettati a concludere con la Russia ,del trat– tati economici e commerciali che consumano le loro sostanze senza alcuna contropartita. « D,altra parte questi regimi, con i loro sforzi di industria– lizzazione forzata, con il mantenimento di forze armate trop– po elevate, e con l'accrescimento enorme della burocrazia, dànno fondo ai mezzi e alla forza ,produttiva delle masse con– tadine ed operaie. La, partecipazione dei gqverni dei nostri paesi alla politica della Russia, eh.e trascura Il consolidamen– to della pace e prepara una nuova guerra, impedisce an– ch'essa la ricostruzion~ della vita economica dei qostri popoli. Per tutte quest~ cause si assiste allo spettacolo che i paesi ricchi di cereali muoiono di fame e i paesi ricchi di petrolio e di carbone muoiono di freddo, perchè le esportazioni verso l'Est rendono deficitario il mercato interno.,,, « Malgrado queste condizioni, i ~overni dei nostri paesi, per ordine della Russia, sono forzati a rifiutare un piano di ri– costruzione economica che comporta un aiuto sostanziale del– l'AJpe.rica. I partiti politici e la stampa _dei nostri paesi sono iùgulati e non hanno potuto esprimersi. Tocca quindi a noi, ché viviamo nei paesi liberi, parlare per loro ed esprime– re la vera opinione delle nostre masse popolari. sul piano di ricostruzione economica .deli{Europa, detto piano Marshall. « Noi siamo convinti che la ricostruzione d~ll'Europa e dei nostri paesi in particolare non è possibile che con la colla– borazione politi-ca ed economica di tutti i paesi eu11opci. Que- "' sta collaborazione, e quindi la ricostruzione stessa, non sono possibili se tutti i paesi non godono di piena indipendenza e libertà. Noi siaino dunque in favore' di un piano che non soltanto tenti di organizzare questa collaborazione, ma rechi anche l'aiuto degli Stati Uniti senza ledere la libertà delle !}azioni. L'applicazione di questo piano permetterebbe di at– tivare il processo di ammodernamento delle nostre industrie e della nostra agricoltu,-a; l'aumento della produzione_ permet– terebbe di elevare il livello di vita delle nostre masse operaie e contadine. La politica attuale dei nostri governi conduce invece all'abbassamento del livello di vita al 'livello sovletieo. La politica di salari bassi e di stakanovismo è una zione di queste tendenze.
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