Critica Sociale - anno XL - n. 6 - 16 marzo 1948

I, 120 CRITICA SOCIALE è una loro spesso felice caratteristica: quella di vo– ler subordinare alle considerazioni politiche con– tingenti e alle palesi possibilità di realizzazione i progetti più vasti che l'idea socialista inspira. In questo caso, però, proprio questo modo di agire ha ostacolato una chiara visione dell'avvenire. I laburisti, in conseguenza della loro difficile situa– zione interna e delle difficoltà della loro politica estera, sono stati portati a simpatizzare con i par– titi socialisti dell'Europa orientale. Ma essi non si sono àvveduti, o non hanno dato all'osservazione il suo giusto valore, che questi erano ormai per la massima parte asserviti al gioco comunista, e non potevano ormai più essere richiamati al loro com– pito a causa della diretta influenza dei russi e delle quinte colonne, mentre pur continuavano a far par– te delle Conferenze socialiste viziandole e sabotan– dole. In sostanza, proprio lo spirito pratico. inglese ha portato ad un errore di valutazione e ad una incertezza nell'azione concreta ed immediata. E' questo poi, in parte, anche l'effetto di quella che fu chiamata « l'esitazione delle democrazie di fronte ai totalitarismi» e che favorì già Hitler prima della recente guerra mondiale. / socialisti europei, il piano Marshall e gli _avveni– menti di Cecoslovacchia. Questi errori, dunque, sono stati alla base del po– tenziale fallimento (fallimento in quanto nulla si è concluso, e il non concludere nulla nel momento in cui l'avversario agisce è cagione di disastro mag– giore di quel che verrebbe da qn'azione sbagliata) delle Conferenze di Zurigo e di Anversa. Nella prima, a causa dell'astensione del delegato del P.S.I., fu per il momento esclusa la socialdemo– crazia tedesca; nella seconda si votò una inconclu– dente mozione di compromesso sul piano Marshall. In entrambe, poi, il problema del Sòcialismo ita– liano rimase praticamente insoluto, malgrado le istanze dei nostri compagni presenti. La questione dell'atteggiamento da tenere da par– te dei socialisti nei confronti del piano Marshall è stata quella che meglio ha dimostrato (come sem– pre succede di fronte a questioni di vasta e deci– siva portata, e tali quindi da determinare, quando ci sia veramente l'esigenza di una chiarificazione, un netto chiarimento pro o contro) che in realtà si voleva continuare a vivere sul compromesso. La chiarificazione, che avrebbe dovuto essere imposta dai partiti socialisti occidentali, non c'è stata. Col– pa, senza dubbio, del sistema sul quale le Confe– renze stesse sono basate, sistema che ne limitava i compiti a semplici scambi di informazioni ed· alla eventuale elezione di nuovi partiti membri-. (E' no-_ to che le sole norme che regolano le Conferen-ze sono: che le decisioni politiche debbono essere prese all'unanimità; che i candidati all'ammissione debbono avere l'apprpvazione dei due terzi dei membri, mentre per le decisioni procedurali basta la semplice maggioranza). Ma questo sistema è, a sua volta, frutto di tutte le cause che siamo venuti esponendo. Così, l'Internazionale soctalista non riuscì neppure a precisare se stessa, distinguendo nettamente tra socialismo e non socialismo. Ci voleva, per scuotere questa inerzia, un colpo forte. E questo è stato il colpo di Stato comunista in Cecoslovacchia.· Finalmen·te, di fronte ad un av– venimento di così vasta portata, tutti i socialisti del mondo sono stati costretti a non limitare più la questione dell'attuazione del socialismo alla pos– sibilità di realizzare in determinati paesi certe ri– forme, ma a spostarla sul piano. internazionale, ove ora si richiede una franca, decisa, ineqt{ivocabile scelta. E la scelta, da parte dei laburisti inglesi, è stata fatta, con la pubblicazione della mozione di aperta condanna, mozione che impegna veramente il partito tutto, sia nella sua azione di governo, sia, ciò che importa forse ancora di più, nei suoi rap– porti con i socialisti stranieri. Insieme a questi fat- • ti c'è stata anche la svolta palesemente fusionista del P.S.I., che ha contribuito ad aprire gli occhi ai compagni inglesi e .degli altri paesi- sul ·1ericolo costituito da temporeggiamenti e compromessi~ in un periodo così minaccioso della storia del mondo. BibliotecaGino Bianco Per entrambi questi avvenimenti verrebbe ora a noi facile rilevare come, purtroppo, i fatti---.ci abbia– no dato ragione. Fin dal giugno scorso, commen– tando la reazione comunista in Ungheria, e analiz– zando la tattica bolscevica, scrivevamo che essa avrebbe portato ad un colpo di mano in Cecoslo– vacchia. E quanto ai fusionisti italiani, mesi e mesi di lavoro e di lotta, prima e dopo la scissione, deb– bono pur contare qualche cosa. (In ogni caso gli elettori italiani ci daranno presto un riconosci- mento). ...._ Ma quello che conta è che ora il socialismo euro– peo si stia sveglfando. Non è troppo tardi. Quando la voce della libertà e del socialismo che la incarna si leva prima che sia accaduto l'irreparabile non è mai troppo tardi. /(riavvicinamento anglo-italiano. In questo quadro complesso, che abbraccia la si– tuazione del socialismo mondiale, si viene ad inse– rire _un motivo che è importantissimo per noi e non solo per noi. Il motivo, dico, della collaborazione europea. Sarebbe però fuori luogo, esaminare qui più distesamente questa questione. Basti dire che essa, non potendo ovviamente presdndere da una collaborazione socialista, ha ricevuto, e più potrà ricevere, impulso nel momen lo presente. Ma anche per quanto riguarda i rapporti nostri con l'Inghilterra, rapporti già di gran lunga miglio– rati, in concreto e non per semplici espressioni di cortesia, dopo la visità in Italia di Jowitt e ,a ~ti– pulazione ed il perfezionamento di trattati di com– mercio, è opportuno affermare che un riavvicina– mento effettivo e costruttivo, anzi una collabora– zione, non' può che essere il frutto di un riavvici– namento e di una cooperazione fra i socialisti dei due paesi, cioè fra noi ed i laburisti. Nessun altro movimento, grosso o piccolo cbe sia, può favorire su) serio quella collaborazione. Per quanto riguarda noi socialisti italiani, siamo, non solo disposti ad essa, ma già sul piano della sua realizzazione, pur mantenendo intatta, come abbiamo dimostrato, la nostra ·libertà di critica. Per quanto riguarda i - compagni inglesi, sappiamo ormai che essi guarda– no esplicitamente a noi con fiducia ed aspettano una nostra affermazione. Essi sanno che, se oggi ancora, rispetto a loro, noi siamo deboli, rappres sentiamo tuttavia la stessa forza potenziale. Sta ora a noi tutti, socialisti di ogni paese, non addormentarci e non immeschinirci in beghe par– ticolari di individui o di nazioni. L'ora attuale ri– chiede una cosa sola: agire. · PIERO GALLARDO IL PROGRAMMA DEL fARTITO La nostra' Casa editrice, q.'acco:rdo con la Dire– zione del Partito e con l'Istituto Studi Socialisti ha provveduto alla pubblicazione in opuscolo del testo completo del Programma d'azione del P. S. L. Ì., già; apparso nei n~meri 4 e 5 di cc Critica So-, ciale ». - L'opuscolo consta di 56 pagine ed è edito fuori serie nella nostra collana al prezzo eccezionale di 25 lire. Richiamiamo l'attènzione di tutti i compagni e simpatizzanti sulla opportunità, anzi sulla neces– sità, di consultare questo documento, frutto dello studio dei nostri compagni più preparati nei vari campi della vita politica economica e sociale e ap– provato ufficialmente dal nostro recente Congres- . so, e di diffonderne la conoscenza tra la popola– zione in questo periodo di lotta elettoFale. Per prenotazioni e· acquisti rivolgersi in PiaDa Diaz 5.

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