Critica Sociale - anno XL - n. 6 - 16 marzo 1948
,. 136 CRITICA-SOCIALE l'« Umanesimo marxista» di Saragat, di Nenni che gli par– ve troppo «giornalista» per essere in grado cli svolgere una decisa az10ne politica, e della vita del compianto ed in– dimenticabile Fernando De Rosa. Non era facile poter fare discussioni con Bauer, caratte– re generalmente chius.o, che si apriva solo a contatto con le masse e difficilmente entrava in una discussione teorica. Ma quando si apriva, egli <!ava la· profonda sensazione cli un uomo che, abbracciata la fede socialista, non aveva ces– sato durante tutta la vita di dedicare il suo pensiero al mo– vimento che aveva scelto e alla sorte della classe operaia nel turbine dei grandi eventi dell'epoca. Le sue ultime ope– re, « Tra due guerre mondiali» e « Il partito clandestino» ne fanno fede e costituiscono certo uno dei monumenti mi– gliori che un uomo possa erigere a sé stesso. Autore del primo libro importante sul problema del na– zionalismo, ispirato dai complessi problemi nazionali del– l'impero austro ungarico, Otto Bauer fu veramente, nel tem– po suo, un socialista internazionalista in cui il septimento· della fratellanza. umana era intimamente associato alla pro– fonda conoscenza scientifica delle caratteristiche delle varie nazioni e dei problemi che !;esistenza dei nazionalismi genera. L'occupazione dell'Aust,·ia da parte dei nazisti, eia lui pre– vista eia .molto tempo, lo obbligò a trasferirsi a Parigi, la grande capitale degli esuli. Un male inatteso lo uccise nel luglio 1938. Uno dei suoi più intimi amici mi diede la triste notiz'ia descrivendomi l'emozione che la morte precoce di · quest'u0mo dall'aspetto forte e sa,{o aveva suscitata nella cerchia ormai ristretta dei pro.fughi austriaci. Io la rice– vetti in un ospedale milit~re di Spagna. Eravamo ormai abituati alle notizie dolorose, ma la morte di Otto Bauer fu pure un grave colpo per chiunque sentiva la causa socia– lista. Quando ritornammo alla vita e cercammo di ripren– dere i vecchi contatti, la prima lettera che ricevetti daM'Ita– Iia liberata mi parlava della grande perdita che il Sociali– smo europeo in via ·di risorgere aveva subito con la morte di Otto "Bauer. Il mittente era Giuseppe Saragat. Ora· eh~ le ceneri· del grande socialista e teorico dell'au– stro-marxismo son tornate nella rossa Vienna, noi abbiamo la profonda soclclisfazione cli sapere che laggiù, malgrado <!elusioni e disfatt.e, la sua opera non è rimasta .senza trac;:ce. Città occupata dai quattro vincitori in lotta per la sparti– zione del bottino e per le· rispettive zone cli influenza, Vien- · na soffre oggi la fame, il freddo, la mancanza del neces– sario alla vita umana, ma non ha perduto il coraggio e -Ja fede. Come negli anni· della persecuzione fascista in- Italia si citava Molinella con la « fonte della fede», così si può dire oggi di Vienna e dell'Austria socialista. Nessuna au– torità di occupazione ha· potuto insegnare agli operai au– striaci quale fosse la via della lot'o salvezza. Gli operai lo sapevano già, e 'l'o••ganizzazione socialis~ risorse appena · l'ultimo colpo di cannone fu, sparato. II partito, i sindacati (liberi da ogni influenza totalitaria), la gioventù, i piccoli ma indomabili falchi rossi ai quali l'Austria .deve forse la sua risurrezione, rinacquero insieme. E per la sua influenza nel paese, il partito socialista è tornato ad essere r'èlat.iva– mente il più forte d'Europa. Il fatto che ciò sia stato possibile è ·1a più convincente p'rova ,lell'ef!ìcacia dell'opera di Otto Bauer. Roooù0 REVEN1'LOW FATTI E COMMENTI ·della ·stampa italiana ed estera Unadisfattaprovvisoria della democrazia. Cosi intitola L. De ·Brouckère un suo commento agli av– venimenti di Cecoslovacchia, pubblicato da Le Peuple del 3 111arzo. Scrive il compagno De Brouckère: « Al ce:µtro della vecchia Praga sorge il mOnumcnto a Jcan Huss, l'illustre ri– formatore céco. Sulla pietra del monumento sono incise le parole del 1nru·tire: Lascia ad ogni uomo la sua libertà. Ecco. l'espressione più bella del rispetto dovuto aHa coscienza uma– na, del valore. che essa ha e della necessità che s'imporre di confrontare le tesi invece di soffocare semplicemente quelle che spiaccionO. Tuttavia, è il monumento su cui sono incise quelle parole che ha scelto - incoscienza o cinismo'? - il capo del partito comunista per issarcisi e dare alle sue trup– pe d'assalto l'ordine di far tacere tutte le voci che non' ,;;i lasciassero sincronizzare. La forza delle sue armi ha trion– fato. L'ordine regna a Praga come gi·à altra volta a Varsavia. Biblioteca Gino Bianco Senzn dubbio il nuovo dittatore ha ~aiuto mostrare tutto l'uso che si ,può fare delle baionette. Egli potrebbe imparare in un avvenire più o meno prossimo, quello ohe la saggezza delle nazioni aveva proclamato da tempo: cmne è pericoloso per un goveruç, ·voler sedersi durevolmente su queste armi puntute . Cosi dunque la Cecoslovacchia conosce una nuova eclisse deUa sua democrazia. Essa aveva subito il regime hitleriano dopo Monaco, nome che è difficile per un occidentale pro– nunciare senza arrossire. Monaco· ha molto contribuito a faf adottare dai nostri amici cé_chi una politica, di panSiavlsni.o, - Che in1pJicava una colla.borazione stretta con l'U.R.S.S. cd una suboi·dinazione sempre maggiore a questa. Le amicizie orien– tali non sono riuscite meglio, ahimé, alla repubblica di quanto lo sia stato il suo ·occidentalismo passato, e ({Uesta volta la sua fiducia è stata tradita _in modo più cinico anco– ra. Sembra che una fatalità geografica condanni questi terri– tori sfortunati a soffrire# i,n modo particolarmente crudele di tutte le rivalità che si manifestano sul nostro continente e di colpe che sono state commesse altrove. Nel momento in cui scrivo queste righe, si annuncia che Bencs 18.scia la presidenza della repubblica e che egli sarà S'OJtituito da Fierliùger, quello stesso che un voto recente del congre'sso socialista aveva aUontanato da)la presidenza del partito. Egli ha ripreso ora la direzione di questo, non in seguito ad un nuovo voto, 1na grazie ad una operazione di polizia in cui le ar1rii hanno costituito il principale argo– mento. Con la partenza di Benes sarà rotta la tradtzione creata dai fondatori della repubblica,"" Masaryk e lo stesso Benes, Ficrlinger· è un uomo di Stato di tipo molto diverso. E' un diplomatico di incontestabile abilità. Era ambasciatore a Vien– n'a sotto Il gove,rno di Schuschni_gg: posizione difficile, In cui egli riusci tuttavia a rimanere persona grata, grazie soprat– tutto alla estrema moderazione del su"o socialismo. Quando, durante la guerra, l'ho rivisto a Londra, ed egli ha voluto spiegarmi perchè preconizzava ora una specie di allineamento con i sovietici, ho avuto la · netta impressione che quella stessa moderazione determinava il suo atteggiamento. Fier- _ linger .! il tipo d'uom_o eh~ arriva ad accomodamenti. La tec– nica di una simile op"erazione n0n cambia affatto, del resto, con l,a natllra· della c"osa a ciii si intende avvicinarsi. Se Fierlinger diventa effettivamente il presidente, sia in se– guHo ad una nuova offensiva'. dei « com.Uati d'azione », sia in· seguito a qualche votazi,one « manov~ata », la sua situazione non presenterà seriza dubbio. all'inizio ,difficoltà maggiori. Il predominio dei sovietici sar~ abbastanza totale per scartare prima ogni resistenza attiva, in modo che "il presidente non avrà che il facile <!'ompito di obbedire ad una sola fonte. Ma Fierlinger è un .uomo relativamente giovane, che deve preoccuparsi dell'avvenire, ed egli conosce troppo il suo po– polo per credere che 1 esso sopporterà a lubgo passivan1ente la sua servitù. Una reazione democratica e nazionale si svilup– perà e la· storia è là per insegnarci che essa finirà per trionfare. Fierlinger potrà non pensare a questo momento in cui la democrazia sarà di nuovo la più forte? La ycra difficoltà sarà per lui di soddisfare ad un tempo il padrone di oggi e quello di domani. Ci vorrebbe, p.er riuscirci, un vero genio nell 'art"e di te1:gi✓ersare I · A proposito dei confinipolacchi. Sulle discussioni che recentemente sono ritornate di attua– lità a proposito dei confini polacchi, il notiziario Polonia 'd'oggi, di febbraio, edito a cura delÌ'ufficio stampa dell'am– basciata polacca, pubblica uJY curioso articolo. Curioso per– chè comincia in un tono di corretta polemica politica, con argomenti che ,dal• punto di vista polacco (neSsuno ba di# menticato l'aggressione di cui quel paese è stato vittima}, se pur pericolose, possono avere una giustificazione; .ma verso .la fine, il gioco viene scoperto e si viene alle •citazioni uni– laterali della stampa c;o1nunista internazionale {la quale, vedi caso, è tutta concordC), agJi insulti ai socialdet:(.l.ocratici, e via di ques'to passo. L'articolo fa la sto~:ia dei confini occidentali polacchi pre– cisati alla Conferenza di Potsdam. « Non è un mistero per nessuno, scrive il notiziario, che nelle terre polacche redente esistono innumerevoli ricordi della poJonità di quei territori ... Inoltre quelle terre sono assolutamente indispensabili alla Polonia, se essa vuole essere 8.utenticamente indipendente e li– bera. Rinunciando ad Una vasta· posizione di terrìtorio ad oriente, abitata in pTevalenza da popolazioni non polacche (cuPiosa questa osservazione, intesa a non scontentare i pa– droni russi), 18 Polonia ha avuto la necessità di raggiun– gere i suoi confini naturali, che sono sull'Odcr e sulla Nissa:
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