Critica Sociale - anno XL - n. 6 - 16 marzo 1948
134 CRITICA SOCIALE . c'era bisogno che, si· inventasse la macchina a vapor~ perchè comparisse il comunismo. Logicamente, se il comunismo o soc;ialism_o- il Labriola nsa di solito indifferentemente i due vocaboli - appa10no col sorgere stesso della società ~ivi!e, J'insegname11:to m,arxi– stico non conterrebbe alcunche d1 nuovo, ed anzt null altro avrebbe fatto che rielaborare la letteratura anticapitalistica pullulata col sorgere dell'industri_a. e, qui1;di, d_elsistema ca– pitalistico, e rafforzata dalla s1mstra. ncar_d1a~a. E_, _del)e conclusioni a cui egli perviene·- che 11cap1tahsmo e 11s1: sterna econ'omico fondato sulla schiavitù del lavoratore, e che per conseguenza, la liberazione del lavoratore coincide (o dovrebbe coiriéidere) con l'abolizione del• capitalismo; che quest0 sistema economico è fondato sull'apprnprcia:oione gra– tuita. di una parte del lavoro dell'.operaio e che solo un'or• ganizzazione economica fondata sulla proprietà comune dei mezzi di produzione potrà porre fine a questo fatto; dhe, infine la soluzione socialistica si trova preparata dallo· stessò sviluppo dia,Jettico del capitalismo che corre incontro ad una inevitabile catastrofe - non una sola sarepbe nuova nella– storia del pensiero: da John Bellves, che nel _1723 esp0nev,,a in A n essay for employng the poor to profit, la teoria del plus-valore, agli «utopisti» classici ed. \li Fourier, aJ· Lafor– gue, al mitico King~ Luci, a Bronterre O'Brien e, in ulti– mo, ad Anclrew Urè, il succedersi delle critiche alla ric– chçzza in genere ed al. capitalismo in ispecie ,ci sarebbe of– ferto in una formulazione così netta e precisa che, quasi, l'o– pera del pensatore di Treviri non a:vrebbe alcuna ·teale uti- lità scìentifica.- · Perchè il Labriola s1 s1a clifftÌso per tante pagine a dimo– strare che il socialismo contemporaneo altro non sarebLe che una delle tante rivolte cli misera!Dili registrate falla s1o– ria, e che il merito scientifico di Marx· si ridurrebbe a0 una semplice catalogazione e, magari, al riassetto di teorie già sufficientemente elaborate da altri, è cosa della cui uti~ lita ·non ci rendiamo conto. A parte il fatto che, siano o mer,o mutuate ·eia altri,· 1e teorie cli Marx ci sono, e che ari esse è costretto. a rifarsi chiunque voglia por mano ad una r~visione ciel socialismo, ed a parte an2he che non appare ab– bastanza utile che ci si dedichi a distribaire meriti .scientifi– ci ed a rivendicare titoli di priorità di questa o di quell'al-· tra teoria, a noi sembra che diffondersi in analisi. del ge– nere nasconda l'intento di aggi-rare la posizione e di mante– nersi ai' margini della· critica, Oltre tutto, va qui· notato -incidentalmente che il marxismo, se può essere interpretato come i.ma · rivolt::,. di miserabili, è pur sempre:; un metodo dialettiço cli interpretazione storica, fondato su di una fi– losofia _: quella cli Hegel e cli Feuerbach ~ la cui formu- - ·1azione è tipica del secolo XIX. · La- qual cosa, crediamo, è suffidente a non far confondere la ·rivolfa di Marx· con le tar,te rivolte .di miserabili di cui è ricca la storia umana. Quindi, priva· ai qualsiasi valore, soprattutto scientifico, è, secondo noi, l',aHermaziòne che riduce il socialismo rnn-. temporaneo alla suddetta ribellione, analoga, nel conte1mto, acl 8ltre rivolte di epoche precedenti-e, come qùeste· ultime, giustifica!Dile per quanto di umano vi si contiene, ma desti– nata a sicuro fallimento. Tutto quest0 non è, dir~mo, un di– scorrere da economisti « puri » :- è piuttosto 'il frutto di una visione itagenua della storia, in cui si prescin<de dal1'i10cli– viduazione delle forme peculiari a ciascuna epoca e si cota– centra !'attenzione sull'elemento c.aratterizzatore più ·app_a– riscente. Noi 11011 neg\Ji::,.moche il processo, nelle varie fasi, riproduca l'incessante lotta fra tma categoria di pri'lilegiati ed una di oppressi, ma rilevante specialmente è if mòtdo co– me l'ete,:na lotta si' pone. Anche Fra Dolcino, Fra Micheli– no, S. Antonio e gli eretici metdievali eran9 comunisti, ma non lo er.ano certo alla stessa maniera di un Marx. Le ri– bellioni, vogliam dire ,hanno sempre fondam·e10to nell'aspira– zione a che un'oppressione sia rimossa ; ciò che cambia ~ il · tipo dell'oppressione .. Ammettiamo pure che if socialismo contemporaneci altro non. sia che una r.ivolta di poveri : sta di fatto però che questa rivolta. include· la criti€a di una or– ganizzazione sociale e di i.111·· sistema del quale invano cerche– remmo un modello nelle epoche· trascorse. L'identificazione poi del sociaEsi:no cori le prec·edenti ribellioni di miserabili serve al Labriola ad interpretare come un'attesa messia– nica il bisogno 'di...liberazione in esso implicito; perchè, a suo dire, se è da· millenni che si è tentato di comporre l'an– tagonismo storico e fino ad oggi non si è giunti_ ad alcun risultato· concreto, non c'è da sperare di meglio per i.J fu. tarò. Il che potrebbe essere vero se la lotta si fosse· sv0lta .,, e: si svolgesse entro· forme st~tiehe. Al contrario, le varie ribellioni hanno .lvanzato cìascuna un piano di riforme, le linee di uri assetto· sociale peculiare all'ep,o€a in cui ebbero, J.u_;,go;e ·se p0i ognuna di esse, abbattendo l'organizzazione BibliotecaGinoBianco· a' cui si rivoltava, finì col creare un assetto sociale che ri– proponeva l'antagonismo, ciò proverebbe non che i,! socia– lismo, nelle sue- infinite forme, segni ormai Ì1 passo dall'e– po,:a della sua ·apparizione, bensì che le soluzioni a cui esso ro,sa clar--luogo n0n esauriscono il processo storico, in quan– to' lo svolgiment9 di quest'ultimo ·è, contdizionato, non sol, tanto dar fattori squisitamente umani, quali pofrebberq es– sere quelli che determinano il- conflitto fra privilegiati ed or.pressi, ma anche da fattori extraumani, dei quali alcuni ;ono impo10dernbili, come ha rilevato.)' Aron, altri più ap·- . pàriscènti, come ad esempio il perfezionamento tecnico e le invenzioni scientifièhe di vastissima portata. E votrebbe dar– si, come vuole il Buunham, che un assetto socialistico, così come I.o intendia~o oggi., si risolva in una rivoluzione i cui beneficii più cospicui a10clrebbero·a fa'lore dei tecnici diri– genti. La quaf prospettiva non è certo sufficiente a liquidare le ragioni del socialismo: al e0ntrario, le rafforza e le in– coraggia, in quanto fa· comprendere, da una part-e, che il socialismo non è utopia e, dall'altra, che la sua posizione c:ri- • tica deve rinnovarsi parallelame10te aWe,.,olversi dei fenomP• ni sociali. Soltant0 se si entri nell'ordine di idee che non è possi" bile afferrar la storia per i capelli ed· impedirle il ~.uo ine– sorabile avatazare, si compren.derà che il socialismo è in– dispensabile ed indistruttibHe e. lo si epurerà di que11<',fan– nose infiltrazioni ùtopistiofie do'lute a tribuni improvvisati od o solitari sognatori, sonnecchianti· nel cestello di· Aristo– .fane. Ma il socialismo non è utopismo; e ohi parla di Psso come di un sistema le cui leggi siano dei veri e propri d0gmi, o scientemente gira al largo per scansare il fosso, o scam– bia mulini a vento con cavàlieri erratati. E' presso a poco ciò che ha fatto il Labviola. Il quale, in fond0, nel s110libro non /ha saputo dire di· meglio se non che il socialismo è. utopia. Peré,hè, quanto alla cr[tica. più pro@riam.ente scientifica a cui egli ha sottop0sto il sistema socialistico, i risultati di essa lo hanno lasciato a mani vuo– te. In definitiva, le analisi delle leggi ec0nomkhe· su cui i•l socialismo si fonda non gli- hanno permesso· di ,at1dare oltre l'osser'lazfone cne ca'l)litalism.o e socialismo presenterebbero gli stessi ineonvenienttl, per cui nè i,Jprimo nè il secondo_- anzi s0prattutto questo - possopo ritenersi dei modelli .di . onrnm:aazione delle forze produttive idonei ad elimìnare lo · squilifirio· esistente t,ra le varie cat~irorie sociali; nè di ol– trepassar.e quest'altra osservazione: che se il capita:lism0 è conmotto, maga,i c0ntr0 le st1e·stesse i10tenzi0ni, al prepote-· re di un'oligarchia finan:oiaria, il sistema socialistico, doven– do rinuncia•re, ·per necessità di cose, alla sua più coerente posizione dialettica, cioè a!raQarchismo, si ridurrebhe a<'i un 0pprimente statàltsmo, Vèra e propria camicia di Ness0 per la prod112ione, in oui · il conflitto fra capitale e lavoro; an– zicchè placarsi, si· risolverebbe· in d;i,1mod<'ll'uno " ilell'al– tro. Deduzioni tutt'altro che costruttive, come si vede, poi, chè, anche ad ammettere che i due sistemi sjano aHlhti dai medesimi inconvetaienti, meglio gfoverebbe ricerca~e la· via per supeq1r11, A tale superamento il, Labriola pet'liene. attraverso l'ana– lisi degli aspetti 7più importanti dèl marxism0: il profitto, la teoria della crisi per!!'anente, 1-a relativa catastrofe. Jn-:. tanto, egli nega ,~he il .Fapporto fra il pi:ofitto mell'imprendi– tore ed. il s.alad0 0ell'o@eraio sia tale, o debba esser tale, da rendeFe conferma alfa teòria. ;parxistica del sopraproftt• to e, qtiirrdi, dello sfruttal1"ento capitalistico ai. dan,ni ✓delle forze lavoratrici. Marx, afferma il Labriola, ·.giunse a tali conclasioni prendendo a modello la vecchia fab!Drica affida– ta· al « capitan0 d'industria» descritta da Ure, mentre, se avesse fondate le sue indagini s·ul sistema americano vagheg– giato. èd attuato da TayJor, cioè sull'organizzazi0ne scien– tifica del lavoro, sarebbe stato costFetto a_m0dificare le con--, clut'sioni delle stie analisi. Il taylorismo, ed in parte il for– dismo, risolverebhero, secondo il Labriola,. il contrasto tra capitale -e lavoro, ponendosi entrambi al servizio della scien– za. L'unico 00ietti'lo della fabbrica regolata da un conge– gno scientifico sarebbe la necessità di una produzione inten– siv-l,le. lo scopo principale dell'organizzazione·-"- come spie– gava lo stesso Taylor - sarebbe di assi'curare il massimo di prosperità, tanto al'l'imprenditore quanto aH'ope,aio. II\ tal modo la situazione risulterebbe proprio all'opposto di come l'ha descritta· Marx, poichè il fitae del sistema scientifico è diametralmente opposto a· quello ehe si po~rebbe prop0rre i1 vecchio << capitano d'indus!Fia ». , Nella fabbrica tayl0riz– zata ,ialzar.e al più al•to livello possi!;iile i profitti del lavoro è, oltre tutto, interesse dell'organizzatore. • Orbene, che il taylorismo abbia avuto. applieazion·e non 1 sembra dubbio; ma fino a quale 'limite sia stato po,tato e se abbia o meno funzionato con perfetta rispondenza al mo– dello che rinveniamo ne'le pagine del· Taylor, sarebbe in-.·
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