Critica Sociale - anno XL - n. 6 - 16 marzo 1948

128 CRI1'ICA SOCIALE il Ministro avesse creduto di sottoporgli,. ma senza nessuno obbligo per questo di seguirne l'avviso. Un cenno particolare merita l'innovazione portata dalla legge 8 aprile 1906 sullo stato giuridico degli insegnanti me– di, che istituì nella Giunta del Consiglio Superiore .una Se– zione per l'istruzione media, introducendovi, accanto a quat– tro consiglieri scelti dal Ministro, un preside o direttore e due professori ordinarf di scuole medie governative, un pre 0 side o direttore o professore ordinario di scuola media pa– reggiata, cioè, complessivamente, quattro rappresentanti del– l'istruzione media eletti dalle rispettive categorie:· sezione alla quale furono deferite le attribuzioni in materia di ricor– -si già di spettanza di apposita Commissione Con~ultiva. Ana– loga innovazione nel campo dell'istruzione elementare fu attuata dalla legge 4 giugno 19rr, che istituì una Sezione della Giunta per l'istruzione primaria e popolare. Anche la scuola elementare e media avevano così avuto in seno alla Giunta del Consiglio Superiore una rappresentanza eleftiva, che il fascismo si affrettò a spazzar ','.ia insieme con ogni · altro prodotto di « ludi cartacei». · Do~o la liberazione. La caduta del « regime» doveva pertanto necessariamente portare. ad una trasformazione profonda anche di questo istituto. Tale fu il compito del decreto legislativo De Rug– giero del 7 settembre 1944, che gli restituì i'1 vecchio nome di Consiglio Superio_re della P. J., abolì la divisione in Se– zioni; ristabilì la Giunta ma con struttura anch'essa uni- · taria; riportò il numero dei componenti ai 36 del 1909, sot– traendoli alla scelta ministeriale ,(25 dovtvano essere eletti dalle facoltà tra i professori di ruolo, 2 nominati fra i liberi docenti e 9 .cooptati dai primi 27 fra personalità estra– nee all'Università); istituì in seno al Consiglio una Corte di Disci1,lma per i procedimenti disciplinari a carico dei pro– fe~sori universitari e liberi docenti; ristabilì, infine l'obbli– g;,torieti,. per il Mini,tro d~I parere del Consiglio Superi@re in determinate materie, conferendogli in certi casi v,lore v1nc01ante. . Non era tuttavia pusibilc a •quella,dàta, nè era- prevedi– bile, essendo la guerra ·ancora in piel)(;>svolgimento sul ter– ritorio nazionale, che si potesse in una data prossima indire le elezioni ; perciò' il Consiglio . fu provvisoriamente compo– sto con ele(J1enti di nomina ministeriale, scelti fra espo– nenti dell'alta cultura. Ma anche a liberazione avvenuta i mi"– nistri succedutisi non mostrarono fretta di dare applicazio– ne alla legge De Ruggiero. Il Consiglio di nomina mini– steriale, ·che doveva scadere il 15 ottobte 1946, si vide così prorogati i poteri per un periodo massimo di un anno. Per alt~i otto mesi e più tuttavia nessun nuovo progetto in ma– tena fu presentato al Consiglio dei Ministri. E ciò neppure dOJ?Ola crisi creata dalle dimissioni di parecchi dei suoi componenti, fra cui lo stesso prof. Colonnetti, membro de– mocristiano della Costituente, in segno di protesta per il fatto che. contro il parere del Consiglio stesso il ministro G0- nella aveva deliberato di mantenere il con'feri meato d i cat– te<;ire universitarie fatto fuori concorso dal gov.ei, no fa– scista a persone dichiarate di « chiara fama ». Poi, improvvisamente, a scuole chiuse, il colpo cli scena. Il 15 giugno !'on. Gonc;lla faceva approvare dal Consiglio dei Ministri uno schema di decreto legislativo (che era -ben– sì .pronto, secondo sue dichiara_zioni, fin dall'aprile; ma di cm nulla sapeva l'opinione pubblica) che sostituiva il decreto De Ruggiero e C'he, firmatQ il 30 giugno ,dal Capo dello Stato, veniva reso noto dall'ufficioso <<Notiziario della Scuo– la e della Cultura» del 1° luglio, giunto alla periferia una de– cina di giorni dopo. Lo stesso numero del « Notiziariç, ,·. pubblicava le ordiµanze ministeriali concernenti le moda– lità di svolgimento delle votazioni per la designazione ri• spettivamente de( me~l:)ri elettivi del Consiglio Superiore della P. I. e deglt·altn due corpi. Queste·.prdinanze, tutte jn data 1• luglio, fissavano le elezioni per il 26 di quel mese: un vero record, ignoto agli· annali del Ministero della P. I. e, forse, di tutti i Ministeri. Quanto al· contenuto, il decreto Gonella istituiva accanto al Consiglio Superiore della P. I., altri due corpi ~onsultivi il Consiglio .Superiore per le Antichità e Belle Arti sort~ già ai principi del secolo e soppresso dal fascismo e il Con– siglio Superiore delle Accademie e Biblioteche,' parimenti soppresso. Il Consiglio Superiore della P. I. veniva por,tato a 46 membri, oltre il Ministro presidente, e nuovamente di– viso in Sezioni, ri_spettivamente per l'istriuione superiore, la media e l'elementare. Complessi_vamente si trattava di :10 ·membri elet,tivi e 16 di nomina minist~riale ·(mentre nella BibliotecaGinò Bianr formazione prevista dal decreto De Ruggiero l'influenza del Ministro era quasi nulla), con netta prevalenza ministe• riale nella seconda e terza Sezione. Se il nuovo decreto poteva apparire ispirato ad una mag– giore. valorizzazione della scuola militante in tutti i gradi per il fatto di estendere le competenze del Consiglio Supe– riore anche all'istruzione secondaria e a quella elementare e di chiamare a .farne parte rappresentanti eletti ,dalle ri~ spetti ve categorie, (ed era questa senza dubbio innovazio– ne di grande rilievo), in realtà ess@cla va a tali rappresentanti ben scarsa possibilità cli far senti.re la propria voce non solo nelle riunioni pleÙarie, ma financo in quelle di Sezion~ dove i membri eletti dalla categoria sarebbero stati quattro su dodici. Ma fu soprattutto il m0do d~Ìl'applicazione del decreto che suscitò le giuste ·critiche -di tutto il mondo della scuola, e non çlella scuola soltanto. La massa clegl'insegnanti elemen– tari e medi avprese di questa ricostituzione e relative ele– zioni solo alla vigilia delle elez1oni stesse, attraverso gli inviti pervenuti ai ·singoli dalle rispettive scuole, senza ben rendersi conto - specialmente i giovani - di quel che fosse e significasse questo Consiglio, senza potersi consultare eon i colleghi (molte scuole avevano già terminato gli esami), e senz'alcun orientamento circa i nomi su cui far convergere i propri voti. Non è mer,aviglia·se in questa situazione, esclu– sa qualche candidatura loGale, solo l'Unione Cattolìca Inse– gnanti !taliani Medi fu in grado di presentare propri can– didati. Ciò •si prestò a facili insinuazioni, non potenclosi pre– sumere che l'Unione fosse ·stata colta alla sprovvista alla pari degli altri organismi scolastici •e dell;i,_massa degli in– segnanti. Protestò la Federazione Na-zionale Insegnanti Scuole Me– die; protestarono i Sindacati (e ad onor del vero ti:.,agli uomini di scuola non mancarono voci cli protesta anche di elementi democristiani o simpatizzanti) ; protestarono, nella . memoranda seduta del , 19 l!]glig, deputati di vari partiti, e in primo luogo gli on. Bernini e Codignola. Le critiche si . appuntarono fra .l'altro contro l'intimidaztone contenuta nel- · l'att. 24 dell'ordinanza di applicazione, con cui si dispone~a che ·le autorità competenti « terranno conto nelle no~ in– formative della mancata partecipazione al voto da parte di capi di istituto e di insegnanti». Il 24 il Ministro, c!re resi– steva, dovette cedere alla volontà dell'Assemblea, che, dopo appassionati interventi di Ferruccio Parri e di Benedetto Croce, lo invitò, con 218 voti contro 194, a sospendere le elezioai, rivedere il decreto e· sottoporne il testo ad essa As- - semblea. Fu una segnalata vitto~ia dello spirito dem_ocratico contro la sopraffazione autoritaria, indip-endentemente da ogni colore politico e indipendentemente dallo stesso contenuto del decreto 30 giu&no. - Il nuovo pro_gettoGonetlà è gli emendamenti Martino. Da ciò il m10yo disegno di legge presentato il 20 o~t~bre dall'on. Gonefla, \·ohe differiva assai- poco dal decreto legi– slativo cui si iutendeva sòstituirè; ma restava il principio dell'esame da parte dell'Assemblea, oltre alla possibilità cli maggior ponderazione, da'.parte delle categorie, dell'atto che sarebbero state chiamate a compiere, che nel- voto di' sorprea sa del luglio sarebbe del tutto mancata. .Se non che, in se.de di Commissione; tale progetto subì radicali e ripetute-trasformazi'oni: alla fine ne risultò (27 novembre) un nuovo testo (disegno di legge della Commis– sione o progetto Martino, dal nome del relatore), che fis– sava il numero dei m,embri in_ 48, così ripartiti: 26 professori universitari di ruolo, o già di ruolo, eletti dall~ Facoltà, IO membri scelti dal Ministro in rappresentanza di varie categorie, 7 eletti dai presidi, direttori e professori di ruolo delle scuole secondarie, 5 dagli ispettori, direttori e maestri elementari di ruolo. fa totale, 38, elettivi e IO di nomina ministeriale. La divisione in Sezioni:"' abolita per il Consi– glio, era mantenuta per la Giunta di 21 membri (il progetto ministeriale prevedeva al contrario tre Giunte separate), ma la seconda Sezi<!>nesi· _sarebbe limitata a pronunciarsi sulle questioni concèrnenti l'istruzione media, deferite dalle vi– genti norme aila competenza della Giunta, restando in vita per i ricorsi e i procedimenti disciplinari l'apposita Commis– sione prevista dalla legge sullo stato giuridico. Caratteristica-del progetto Martino in confronto di quello presentato dal Governo era non solo la scarsa parte fatta ai designati dal Ministro (superiore pur sempre <\ quella fatta dalla legge De Ruggiero del 1944) e la più larga rapa·

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