Critica Sociale - anno XL - n. 5 - 1 marzo 1948

110 CRITICA SOCIALE il raggiungimento di questi fini, tutte le ·forze schiettamente democratiche, e specialmente quelle che .[liù direttamente interpretano ie aspirazioni delle classi lavoratrici, le quali meglio •conoscono, perchè più direttamente e gi:avemente le subiscono, le sofferenze provenienti dalle guerre e dalle in– giustizie internazionali. L'ordinamento militare. In relazione all'accennato indirizzo di politica estera, va risolto il probiema militare del nostro Paese. Su)'lerato il vecchio antimilitarismo àgnostico, retorico e puramente ne– gativo, occorre esercitare un'azione positiva in senso pacifi– sta, con una soluzione del problema militare consono al de– siderio ed alle necessità di pace dell'Italia. La posizione geo– grafica di questa, la sua situazione politica nel campo inter– nazionale, le sue condizioni finanziarie ed economiche, sono, tutti coefficienti che inducono l'Italia nel fermo proposito di restare estranea alle competizioni internazionali, e farsi strumento di equilibrio e di pace. ' , Mentre la ,riorganizzazione della Mariraa e dell'Aviazione, condizionata dal numero e dalla specie degli stmmenti bel– lici consentiti dal trattato di paee, è problema particolar– mente tecnico, prevalente aspetto politico ha invece l'orga– nizzazione delle forze armate terrestri. E' da scartarsi la forma dell'esercito permanente dnrata 'sin qui, perchè troppo costa- e perchè tende, per la sua natura e per il modo del suo fumzionamento, a diventare fomite di militarismo guer– rafondaio e reazionario. Va ~c<1rtata ugualmente la forma– zione di un esercito volontario, che è i,iuttosto da chiamarsi mercenario, esso pure costosissimo (anche per ·i l!liritti di quiescenza che maturano per tutti i suoi componenti) e in– compatibile col carattere di una nazione democratica, la quale non può affidare il compito della sua difesa ad una mino– ranza armata, che può divenire facilmente strumento di parte e servire alfa sopraffazione delle forze democratiche per opera di correnti totaljtarie. Noi ci dichiariamo invece favorevoli al tipo della naziont: armata sul genere di q11ella propugnata dal J aurès nel suo libro « L' armée nouvelle». I pregi di questa forma di organizzazione militare sono: che la ferma è brevissima, potendo l'addestramento farsi anche cori provvidenze pre e post-militari e con richiami; che l'or– ganizzazione non può essere impiegata per azioni •offensive, mentre ha tutte le caratteristiche per assicurare la difesa; che infine il suo costo .è.inferiore· a quello di qualsiasi eser– cito permanente e volontario. L'addestramento dovrà essere pratico e intenso, sul terreno, sviluppando lo si,irito d'inizia- .tiva, evitando gli ozi diseducatori dei lunghi soggiorni iM caserma. Siffatto ordinamento dovrebbe essere retto da un unico Ministero e Comando Supremo, 'fiancheggiato da un << Con– siglio tecnico della difesa». A un corpo, di ufficiali com-· plementari e di sottufficiali effettivi e complementari, tutti convenientemente retribuiti, sarebbe affidata la direziome dei_ centri di addestramento per l'inquadramento e l'ist:ruzione dei contingenti di leva, che, in numero di 85 mila 1:1.omipi, dovrebber6 rimanere' in servizio normalmente f)er qtÌattro mesi, pc-r essere poi sostituiti da altro contingente di pari numero e durataJ in modo che annualmente si raggiungereb– be la cifra di circa 250 milà uomini, avendos'i però ip cia– scun momento sotto le armi una forza bilanciata assai iae feriore a- quella consentitaci dal trattato di pace, anche €om– putando in ~ssa un nucleo di permanemti per i servizi, oscil– lanti fra i 15 'e i 20 mila uomini. Considerazioni finali. Lottando per questo completo complesso di riforme e di principi d'azione, rivolti ad eliminare od attenuare mali pre– senti, ma che acquistano significato e valorn dal fatto di · essere preparazione ed avviameato ad una società socialista; cioè ad un assetto di libertà più effettiva, di giustizia più umana, di pace più sicura, il P.S.L.I. .ritiene di· assolvere il compito che sì, è assunto nei confronti della classe lavo– ratrice. Esso ha coscienza di compiere un'azione che, per i fini a çui mira e per i metodi che segae, è la più adatta a sollevare la dignitÌ} della persona umana e del lavoro, come è suo compito e missione; a dare alla classe lavoratrioe la consapevolezza della sua funzione nel momento sto;-ico pre– sente e la possibilità e il proposito di adempierla con quella preparazione che le è necessaria per poter veramente red,ì– mere se stessa e l'umanità tutta da ogni· forma di sfrutta– mento, di oppres_,;i_one di violenza nella -vita nazionale ed Bi~lioteca Gino Bianco internazionale; a contribuire infine a costituire nella nuova demo~razia italiana una forza consapevole, autonoma, co– struttiva. Per la risoluzione dei problemi ohe abbiamo esposti e per l'attuazione_ delle direttive che abbiamo tracciate, può essere senza dubb10 utile e, in certi casi, addirittura necessaria la nostra partecipazione al Governo (r). Ben lo.ntaai dalla vec– chia concezione massimalista, secondo cui -un governo, nel– .1'ordinamento capitalistico, non può essere se non strumento ed espressione degli interessi delle classi abbienti, noi crediamo che in regime di democrazia il proletariato possa far valere anche nell'ambito dello Stato i propri interessi e le proprie rivendicazioni t; che la partecipazione al Governo possa es– sere strumento ,1datto a tal fine. In certi momenti e situa– zioni, anzi, la presenza al" Governo diventa .addirittura do– verosa, ad impedire che la crisi apertasi nell'attuale ordina– mento della società sia risolta a danno della classe lavora– trice, con la· restaurazione od il rafforzamento degli ordi– namenti capitalistici e dell'apparato coaservatore dello Stato o con la insta1:1.razionedi forme di totalitarismo e di ditta~ tura. E' ovvio che quanto -maggiore sarà il consenso che il no– stro Partito saprà raccogliere nel Paese, quanto maggiore sarà la sua politica rappresentanza in Parlamento, negli or– ganismi regiopali, provinciali, comunali, quanto più coerente, accorta ed energica sarà l'azione ohe dovrà esplicare, tanto maggiore sarà la sua influenza per la realizzazione di quanto abbiamo prospettato. E tanto maggiore sarà altresì la nostra possibilità di prese1:tarci come partito di governo. Non possiamo tutravia avere prospettive così ottimistiche da affacoiare l',ii,otesi di poter reggere dà soli il peso del C?~verno. Si p_one quindi la ;vrospettiva di govetni di coa– hz10ne, fondati sulla collaborazione con altri Partiti. La va– lutazione della effettiva possibilità e convenienza di una si– mile· collaborazione non può essere posta in ·termini generali e perentori, dipendendo da un'imsieme di condizioni politiche e di rapporti concreti tra le diverse formazi0ni. Possiamo dire soltanto che debbono ·essere posti in termini estrema– mente chiari i punti di programma che riteniamo di ·poter svolgere iro.comune con altri Partiti e che siano dati s~curi affidamenti che ta1i _punti vero.gano veramente e lealmente attuati, senza -qMelle tergiversazioni, quei doppi giochi quel,Je_ discordanze d'interi,re.tazione e di azione, che hanno 'afflitto e paralizzato i governi succedutisi cl.alla 1iberazione ira poi, screcl.itandç,gli istituti democ.ra~ ici e log;orando i Partiti. Ove oiò non fosse i,ossibile, o se, alila prova dei fatti si dimo– strasse iro.efficiente la c0Ha0orazione governativa ' dovremo con altrettanta lea1tà, rinunciare ad entrare o ~ rimaner~ nel Governo. Vi sono situazioni in cui si serve il proprio ideale ed a:nche gli effettivi interessi pubbliçi assai meglio (e con maggiore dignità ed efficacia) ponencl.osi ris0luta– mente all'op2osizione. Nel nostro atteggiamento di opp0sitori saremo inflessibili -nel denunciare errori, abusi provéilcazioro.i _sperperi; ma contemporaneamente daremo sempre alla nostr; cr~tica un carattere costr11ttivo, contrapponendo organica– mente all'altrui azione od inazione go~ernativa proposte, ri– vendicazioni e richieste nostre, in conformità ai principi cui _ s'ispira il presente programma, invocando l'intervento delle. for;,e politiche af.firo.i e della pubblica opinione per dar forza all'opera nostra liii oppositori. L'ISTI'J'UTO STùDI SOCIALISTI (1) Quest'ultima parte era stata redatta prlmà -dell'entr.ata nel Governo d,t al~uni nost,:r,i com,pagni. Crediamo opportuno conservarla perchè esprime una norma che va oltre il caso attuale. Un gruppo di amici ha messo a nostra di– sposizione la somma di Lire ·_100.000destinata ad integrare il prezzo dell'abbonamento per colo-ro i quali non avessero la possibilità di sopportare il nuovo aumento introdotto. Destiniamo questo con– tributo a favore dei Primi duecento abbonati che, nella impossibilità di mandarci una somma mag– giore, ci inviino il vecchio canone d'abbonamento (Lire 1000). Teniamo a disposizione dei nostri abbonati che ce ne facciano richiesta alcune copie dell'indice della annata 1947.

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