Critica Sociale - anno XL - n. 5 - 1 marzo 1948

CRITICA SOCIALE 103 il costo di tale opera deve essere proiettato anche sulle fu– ture generazioni, cui spetterà il caric;o dell'ammortamento dei capitali che occorrerà immettere nell'economia nazio– nale. A tale fine, converrà separare il bilancio deHo Stato il cui equ!libr_fo dov-rà essere stabilito dai proventi delle im'. P?ste ordmarie ~ straordinarie e delle tasse, dalla gestione riguardante la ricostruzione, la modernizzazione e l'amplia– mei:i~o del nost_ro patrimonio di beni strumentali indispen– sab1h a,l potenziamento dell'econ0mia del Paese secondo ·un piano pluriennale da attt,1arsi con l'apporto di c;pitali presi a prestito dall'estero. Il '.icorso al. credito estero è altresì necessario per por– tare m pareggio la nostra bilancia dei pagamenti in at– tesa c~e si ricost\tuisc_ano cespiti invisibili di entrata (turi– smo, rimesse degh emigranti e noli). Altri problemi di emergenza sono : 1) azione per combattere la disoccupa2,ìone offrendo più numerose occasioni di lavoro ad una maestr~nza riqualifi– cata, come ])remessa ad una politica di pieno impiego delle nostre forze di lavoro; , 2) interventi sistematici, e còn mezzi sufficienti per sol- levare ceti depressi eq. aree depresse; · ' 3) snellimento delle funzioni di mediaz,ione commercia– le, in funzione di un PfÙIefficace e meno costoso collega– mento tra centri di produzione e mercati di consumo con sviluppo anche degli enti comunali coo])erativi di con~umo di mense popolari, ecc. ' 4) manovra tempestiva e ponderata dei generi importati e della loro immissione sul mercato; . S) adozione di un pian0 per l'ampio sviluppo e per la razionale organizzazione delle ricerche scientifiche. I tecni 0 ci, gli aut0ri di ricerche scientifiche, gli insegnapti di scien– ze, gli inventori sono elementi fondamentali per la produ– zione; essi devono essere sempre più valorizzati. Mentre dovrà essere resa più efficace la protezione legislativa in te– ma di proprietà intellettuale sui prodotti dell'ingegno, anche per impedire l'accaparramento dei brevetti con l'intento cli lasciarli poi inoperosi, lo Stato o gli altri Enti pubblici do– vrarnno stanziare le spese occorrenti per costituire una seria attrezzatura di studi, di il'icerche, di laboratori, ·di imprese sperimentali, dotata di sufficienti e perf~zionati mezzi, as– sicurando adeguati compensi e incoraggiamenti ai nostri ·scien– ziati e favorendo la preparazione e selezione dei giovani ricercatori. · C-apo III - La riforma ·industriale, Riconosciuto che l'economia è un'attività essenziale del!. quale lo Stato non può disinteressarsi, in quanto da ess, dipende 1ar vita, la possibilità di lavoro, il benessere cli tutta la collettività, e le stesse possibilità di un'effettiva demo• crazia, la riforma industriale persegue un duplice fine : in primo luogo consentire ·allo Stato di indirizzare l'attivi ti industriale al raggiungimento degli obbiettivi di politica eco– nomica sopra esposti, con l'attuazione del piano di cui si è detto e con l'intervento diretto; in secondo luogo realiz– zare la parteçipazione dei lavoratori alla gestione delle azien– de .ed ai problemi della produzione, attuando la solenne pro– messa contenuta nell'art. 46 -della ,Carta Costituzionale. L'intervento diretto. L'intervento diretto dèll; Stato nelle imprese industriali non si risolve, a nostro avviso, con una soluzione uniforme e categorica, ma con una varietà di soluzioni e di istituti la cui concreta attuazione deve obbedire ai criteri della possi– bilità e convenienza economica, della migliore efficienza e capacità funzionale, .della collaborazione alla gestione delle forze del lavoro. Una prima forma.di intervento diretto è costituita dalla nazionalizzazione di imprese singole o di interi settori -di essenziale -interesse pubblico e di particolare rilievo per ec– cezionali condizioni di mercato. Spetterà poi in concreto al Parlamento ed al Governo di dare alle imprese così espro– priate, in base ai suggerimenti del Consiglio Nazionale della Economia e del Lavoro, la forma di gestione più confa– cente (statizz.azione; gestione nazionalizzata autonama con amministratori responsabili affiancati da organi rappresen– tativi dei lavoratori ; gestione socializzata a mezzo di organi rappresentativi, costituiti 'da lavoratori, delegati del governo e da consumatori; affidamento in gestione a enti cooperativi di lavoratori, ecc.). Una seconda forma di intervento diretto è costituita d, quelle imprese industriali, fondate sulla premessa di· una ca– . pitalé pubblico e di una gestione nel pubblico interesse e o Bianco se~za interferenze capitalistiche private, che vengano isti– tur1;e ex r:ox_o per iniziativa dello Stato, di enti pubblici lo– cali _(Reg10111, Provincie, Comuni), di enti economici auto- - nomi, ecc. Una terza forma assume invece aspetto di partecipazione dello Stato al capitale azionario, parziale o totale che sia s':'olgendo un'azione di potenziamento, di finanziamento P. d1 controllo cli determinate imprese che, almeno formalmen– te, _n~n perdono per questo il loro originario carattere pri– vatistico. Sotto quest'ultimo aspetto particolare importanza rive– ste l'LRJ., isti~uto del quale occorre una sollecita, organica ed effic1_ente .riforma. ?frondato da ogni inutile apparato bu.rocrattco, hber'.1-toda _influenze polit\,che e di clientele, sot– tratto alla direz10ne d1 esponenti di interessi capitalistici l 'I.RL non deve restare nè un convalescenziario di impres~ d'.1-restituire alla proprietà privata dopo che lo Stato ne ab– bia procurato il risanamento con interventi finanziari gravanti sul pubbli~o bilancio, t:è tanto meno, un ospedale delle im– P;ese cromc'.1-m~nteantteco"'.omiche. Alla sua originaria fun– z10ne finanz~aria deve ~orrispondere, avvenuti gli opportuni sfronda?lentt, una funz10ne economica e produttivistica che ne faccia ~comp_1to d~l resto. c?mune a tutte le imprese dello S_tato o d1 altri Enti pubbhc1 sopra menzionati) un essen– zta)e. str1;1mento dello Stato per l'attuazione della propria ~ha1ca m contrap~ost~ ~lla tradi~ionale iniziativa privata. S1 d_o:,,~anno tuttavia ehmmare le imprese cronicamente non redd1tt_z1~ ed esclu?ere ql!elle che non provvedono a bisogni esse_nz1ah della vita naz10nale; ordmare in moclo più or– gamco le altre, dando loro più snella e razionale struttura• affi1are a cias~uno precise responsabilità in vista di una pro'. duz1one orgamzzata su premesse e per risultati economici. Occorre . orientare, in definitiva, la ,riorganizzazione di questo E?te verso la formazione di imprese pubbliche distinte 111settori esattamente dimensionati per la realizzazione at- . trav~rso l'inizi'.1-tivaPL!b?lica, di p/oduzioni e servizi rispon– ~et:t! al criterio d1 m1111mo costo, nell'interesse della collet– ttv1ta. L'orientamento generai~ attraverso il piano. . Il P.S.L.l. _non intende affidare alla gestione diretta di 1mp~e_sestatali o cli enti pubblici, e nemmeno di organi di– rettivi dello Stato, tutta l'attività industriale. Riconosce anzi nei limiti delle attuali previsioni, la necessità di mantener~ un -largo ca1:1P? di_ imprese fondate sulla iniziativa privata e sulla propneta ~rivata degli strumenti di produzione, specie nel campo delle piccole e medie imprese. L'attività economica e produttiva di questo campo riceverà un orientamento at– t'.aver_so il p!ano economico generale o i piani stabiliti per s:1:_gohsetton. In_ess_1saranno determinate le migliori moda– hta della collaboraz10ne tra iniziative private e iniziative di imprese pubbliche, secondo le direttive fondamentali del piano, ,e saranno fissati i limiti degli interventi diretti dello Stato in questo campo. La partecipazione dei lavoratori ai problemi della produzione. , IJ obiettivo della partecipazione dei lavoratori (e per lavo– ratori intendiamo congiuntamente operai, impiegati te~ci dirigenti) alla gestione aziendale, postulato dal P.'S.L.I. ai fini di una giustizia sociale, si concreta nello sviluppo delle varie forme cooperativistiche e di socializzazione e nell'isti– tuto dei Consigli di Gestione. Mentre le prime rappresen– tano le forme più comp!ete e dirette di partecipazione dei lavoratori alla effettiva gestione di aziende sottratte al do– minio capitalistico, il secondo realizza tale partecipazione nell'ambito di aziende che restano affidate all'iniziativa pri– vata e fondate sulla proprietà privata. I Consigli di Gestione, formati da persone scelte, in ragio– ne delle loro competenze, nelle singole categorie di lavora– tori, non solo potranno, pur esonerati da dirette responsa– bilità imprenditoriali, rappresentare un efficace mezzo per la partecipazione del mondo del lavoro ai problemi produttivi . dell'azienda, alla migliore utilizzazione delle risorse dell'im 0 presa, all'accertamento· che esse siano destinate all'incre– mento quantitativo e qualitativo della produzione nel van– taggio .dei consumatori e di tutta la collettività, ma anche un efficace strumento per l'elaborazione, l'attuazione ed il controllo de.i piani economici presso ogni singola impresa. Per tali prospettive, il coordinamento de.i Consigli di Ge– stione per settqri produttivi e in un Comitato Cèntrale Ge– nerale, la cui azione andrà connessa all'opera del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, potrà fornire una fondamentale base democratica all'organizzazione di tutta l'attività industriale . ,

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