Critica Sociale - anno XL - n. 5 - 1 marzo 1948

102 CRITICA SOCIALE ecc.) e in sottocommissioni• per .s~ttorì. Ne f~r~nno parte esperti di tutti i settori eco~om1c1, compete~tl 1_nmat~n~ economica scienziati, studiosi, rappresentanti dei Cons1gh di Gesti01;e dei Sindacati, ecc. : ogni membro dovrà essere chiamato i; ragione della propria competenza ed espe!ienza e non di rappresentanze particolaristiche. Esso avrà: a) compiti essenzialmente consi{ltivi nei riguardi sia del Parlamento, sia del Governo. Il suo parere dovrà essere ri– chiesto per tutta la legislazione in materia economica e per altri argomenti da precisarsi nella legge istitutiva; b) compiti di propulsione dell'attività legislativa, gover– nativa ed amministrativa in materia economica; c) compiti di vigilanza circa l'adeguamento dell'azione del Governo e delle varie amministrazioni, centrali e peri– feriche, alle direttive generali della politica economica ela– borate dal Consiglio stesso ed approvate dal Parlamento; df compiti di indagini, studi e ricerche sulla situa~ione di ogni ramo di attività economica (anche a mezzo degli or– gani di collegamento dei Consigli di Gestione e di speciali commissioni), di formulazione di proposte e programmi- di miglioramenti pratici e di rammodernamento dell'apparato produttivo In pa·rticolare sarà compito specific9 del Consiglio Na:;,io– na:le. dell'Economia e del Lavoro la elaborazione ed il suc– cessivo continuo aggiornamento dei piani economici, da sot– ,..toporre all'approvazione del Parlamento e all'attuazione da parte del Governo. Al Consiglio Nazionale dell'Economia e ·del Lavoro sa– ranno opportunamente collegati i éliversi· Consigli e Com– missioni superi9ri dei singoli Ministeri, il Comitato o gli organi di coordinamento dei Consigli di Gestione, e, infine, in rapporto 9-lle rispettive esigenze tecniche, l'Istituto Cen– trale di Statistica e il Consiglio delle Ricerche. li demanio _economico dello Stato. Come è noto, lo Stato, in proprio o attraverso enti pa– rastatali o· pubblici, è proprietario - o esclusivo, -6 in pre– valenz•a, o in pai;te - di una notevole aliquota di beni economici e di strumenti produttivi. Questi sono attual– mente diretti da una molteplicità di istituti e di enti (I.R.I., I.M.I., Ministero del Tesoro, ecc.), i quali agiscono in ma– niera disorganica e sono fortemente burocratizzati. Essi non da1rno conseguentemente garanzia di esplicare funzioni pro– duttive concretamente rispondenti alle esigenze economiche della collettività, e di impostare, parallelamente alla ini– ziativa privata, o in sua sostituzione, le. direttive ·generali della politica economica. Il P.S.L.I. ritiene pertanto indispensabile che tutta la pro– prietà economica dello Stato e degli enti statali o parastatali venga . riordinata in base al seguente schema: , a) istituzione di un organo centrale che sia in possesso di tutti i titoli di proprietà e che imprima alle imprese di proprietà ,dello Stato, o con prevalenza azionaria .dello Stato, organiche e concordate •direttive amministrative; b) articolazione di quest'organo in settori organici, ana– loghi a quelli del Consiglio· Nazionale dell'Economia e del Lavoro, che sovraintendano, ciascuno nel proprio ambito, alla ,realizzazi_one economica'Cproduttiva delle direttive dell'organo stesso in relazione al piano economico generale ed anche in. base ai suggerimenti ed alle impostazioni del Consiglio Na– zionale <lèll'Economia e del Lavoro; c) responsabilità di carattere amministrativo e di ca– rattere econoniico-produ_ttivo ai singoli settori e tra essi e l'organo ce.atrale, sotto il controllo del Consiglio dell'Econo– mia e del Lavoro. Poichè si· tratta tuttavia di un organo tuttora da istitufrsi e che potrebbe essere di non immediata attuazione, nei suc– cessivi paragrafi non si tiene conto di quest'organo per quanto riguarda la proprietà delle imprese ed aziende, che natu– ralmente dovrebbe essere in seguito accentrata in questo nuovo istituto. La pianificazione. Il P:S.L.I. ritiene indispensabile che l'azione di intervento, la cui necessità è ormai riconosciuta anche dalle correnti liberiste, avvenga secondo organici piani inquadrati in chia– re direttive di politica economica. , · Pianificare significa coordiµare gli interventi, ossia risol– vere i problemi econ.omici riconoscendone la interdipendenza e, quindi, affrontandoli non ad uno ad uno, incoerentemente, BibliotecaGinoBianco ma con una visione generale ispirata agli interessi della collettività, irr modo' da evitare che soluzioni adottate per alcuni di essi risultino ,contrastanti con soluzioni necessarie per altri. . Pianificare significa inoltre orientare, verso determinate di– rettive ritenute di interesse preminente, le attività econo– miche e di singoli settori, contemperando le effettive possi– bilità e risorse ai bisogni, opportunamente graduati secondo una scala di priorità e di urgenza. E' quindi evidente come pianificazione sia altra cosa che non .collettivismo e gestione collettiva, perchè essa non esclu– de l'esistenza e l'imp9rtanza della iniziativa privata, sia pure opportunamente orientata, come s'è detto, e fiancheggiata da una più efiicace, tempestiva e ordinata azione delle imprese economiche gestite dallo Stato e da altri Enti pubblici, o in cui questi abbiano una partecipazione prevalente. E' altret– tanto chiaro che ·la pianificazione non si traduce necessa– riamente in un rigido vincolismo il quale potrà· essere ri– chiesto solo 'in ragione inversa al senso di responsabilità e di autodisciplina dei produttori, distributori e· consumatori. Capo II • Direttive essenziali per la _politica economica. I punti fondamentali SII cui il P.S.LJ . fonda la sua po– litica economica sono: a)° una politica di approvvigionamenti che, coordinata ad una opportuna polttica 'della distribuzione, dia la prefe– tenza ai beni di consumo più utili e necessari, per consen– tire a tutti un minimum vitàle e, quanto alle materie prime, a quelle che offrono le migliori possibilità di lavoro; b) una politica «produttivistica», che - attraverso il. controllo degli investimenti, diretto a provvedere alle opere di utilità collettiva, con ordine di precedenza fissato in base al grado di urgenze sociali; attraverso una programmata ri– conversione delle industrie di guerra in industrie di pace ; una intensa razionalizzazione e meccanizzazione delle impre– se; un crescente sfrutttamento delle nostre riserve di ener– gia; un perfezionat9 sistema di tras]!)orti ; un poderoso sfor– zo per bonificare le nostre terre e dar loro maggior rendi– mento; una sistematica qualificazione professionale delle masse lavoratrici; l'adozione di incentivi al lavoro, ecc. con– senta di el.evare il volume e la. qualità della produzione na– zionale; c) una politica· di scambi internazionali, che, anche con opportuno adeguamento della politica doganale, giovi ad in– tensificare l'allacciamento economico e culturale del nostro con gli altri Paesi, riportando· all'equilibrio la bilancia dei pagaìnenti, sènza peraltro abbassare ulteriormente il livello di vita della nostra popolazione; che miri cioè a intensificare le esportazioni nei limiti consentiti dalle nostre disponibilità e necessità, ad -agevolare una emigrazione efficacemente ·tu– telata; il turismo, ad incrementare i noli attivi della marina mereantile; a far• lavorare in ltalia materie ])rime per conto di altri Paesi, ad ampliare i mercati e moltiplicare l'offerta di lavoro su di una zona più vasta di quella, poverissima, consentita ora alla nostra crescente popolazione. Le sudçl.ette direttive includono numerosi problemi di va– ria importanza e di maggiore o minore immediatezza. Si ritiene necessario sottolineare tra questi il problema della stabilizzazione monetaria: .soltanto il progressivo po– tenziamento ecònomico nazionale pottà permettere il rag– giungere tale 0biettivo con la"dovuta gradualità e tempt– stività. Ma opportuni provvedimenti di carattere finanziario dovranno essere adottati a tale scopo. Occorrerà, anzitutto, raggiungere, il pareggio del bilan- • tio dello S-tato mediante un opportuno riordinamento delle spese, oltre che con l'incremento delle entrate, come si è detto at çapo 4. Il riordinamento delle spese si otterrà so– pratutto con là riorganizzazione dei -servizi pubblici su basi · pit. semplici e 'più razionali, in modo da raggiungere, in– sieme con uno snellimento, una maggior efficienza dei me– desimi ; sarà- anche opportuno procedere al consolidamento dell'attuale debito fluttuante. Tale riordinamento delle spese pubbliche non dovrà tuttavia portare ad un rallentamento nelle realizzazioni di servizi di ·carattere sociale, al poten– ziamento dei quali noi socialisti non possiamo rinunciare, costituendo essi l'esplicazione dei n0stri fondamentali pFin– cipi. E' anzi logico e legittimo che lo Stato affronti nuove e larghe spese, .sia per le occorrenze della situazione presen– te, sia per adempiere ,alle sue nuove. funzioni di carattere sociale. Si deye tuttavia constatare che la enorme rovina del patrimonio nazionale non può esser-e riparata dal lavoro produttivo nè dal risparmio di. questa generazione e che

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