Critica Sociale - anno XL - n. 4 - 16 febbraio 1948

CRITICA SOCIALE 91 nei servizi del Governo e dei governi loca1i circa un milione di iscritti. Le donne sono in maggioranza iscritte nelle tradc-unions della industria tessile. cotoniera, in quella delle scarpe e in quella della sa11oria (comple&sivarnente 400 mila). 294.000 don– ne appartengono al ràmo dei trasporti e 270 mila sono in ser– vizio presso il governo e i governi locali. L'esigenza di intensificare e migliorare la produzione è pie– nainente condivisa da tutte le t:r:ade-unions. « I minatori fanno 1nagnificanlente il loro dove-re; 1 ferrovieri hanno battuto tutti i record:,;; gli operai dei cantieri navali costrui&cono il 52'% del tonnellaggio mondiale; i siderurgici stanno anch'essi rag– giungendo un record :->. Sulle questioni salariali il comportamento generale delle trade-unions è di ragionevOle moderazione e di piena consa– pevolezza dei rischi inflazionistici che· comporterebbe un in– discriminato rialzo dei salari. Ci si è orientati 'verso· il prin– cipio della scala mobile, già adottato con buoni risultati per il settore edilizio,· applicandola sugli indici governativi dei prezzi al dettaglio, ed applicando revisioni periodiche dei salari. Notevoli risultati dànno d'altra parte i provvedimenti intesi ad aun1e11tare la mano d'opera produttiva. Nel novembre, pri– mo mese di appficazione delle nuove norme ~ul lavoro, hanno assunto lavoro 50.000 donne contro una media di 2000 dei l]lCsi precedenti. II « Contro! of Engage1nent Order », entrato in vi– gore nell'ottobre, ha fatto sì che 10.000 nuovi lavoratori ab• biano abbando:pato le loro occupazioni presso hotels, "locali di ritrovo e imprese sportive, per assumere lavori più essen– ziali. Solo per 10 persone si è dovuto procedere alla « dire– zione » coattiva ad un lavoro, mentre 20.000 uomini e donne che non avevano mai lavorato in precedenza, hanno liberamente scelto fra gli impieghi ad e~si offerti. Pochissimi sono stati gli abbandoni di posto in seguito a lamentele e nella grande maggioranza quanti sono rimasti disoccupati in seguito a que– sti spostamenti industriali hanno volontariamente chiesto di essere impiegati in un lavoro utile. Quanto siano complessi i problemi connei;si alla domanda di 1nano d'opera, lo si scorge dai dati delle industrie esporta– trici, 'cosi essenziali oggi pe'.r l'economia inglese: dei 119.000 lavoratori extra delle industrie esportatrici, 44.000 sono stati tratti da altre occupazioni ed il resto è stato co~tituito da nuo– vi elementi acquisiti all'industria. Ciò che si stampa , SANITB-Beuve C. A.: Proudhon, sa vie et sa correspondance,. 1838-48 - Milano, Istituto Ed/toriale Italiano, 1947, pagg. 435. Con passione insie~e di ammiratore e di bibliografo, Ar– rigo Cajumi ha curato questa bella edizione, che, preceduta da una vasta e brillant~ introduzione, raccoglie la biografia di Proudhon dettata dal genio critico di Sainte-Benve e, a complen1ento ,anche cronologico, di una biografia che si arrestava al 1848, il saggio del 1875 sul Proudhon del no– stro Giuseppe Ferrari. Nulla da ridire su di un retrospet– tivo omaggio all'originale e tempestoso pensatore frances·e, parvenu della cultura, smanioso ed incoerente ricercatore e denunciatore delle contraddizioni e dei mali della nostra so– cietà, sbrigativo ed utopistico· escogitatore di soluzioni P. di rin1edi. Con tutto quel che di perento e di cerebralistico ser– bano certi suoi espedienti economico-sociali, come il mutua– lismo, o di confusamente miracolistico certi suoi miti po– litico-sociali, come il federalismo, o di astrattamente mora– listico il suo ideale di far attuare nel mondo una apriorj– stica giustizia, o di riprovevole il suo accostamento a Na~ poleonc III 'e ad un paternalismo sociale, non si può negare che certi aspetti di Proudhon siano tuttora vivi, ed anzi attuali. Cosi la coscienza della disgregazione della borghe– sia come' classe dominante e l'avvento del proletariato, an– zHutto, anche se « la bourgeoisie se corrompant si aisément par sa téte, le recours est dans le bon sens 'et la vigueur des masses, qu'il faut éclairer le plus possible et animer d'un souffle à elles, en tll.chant d'en corriger la brutalité sans 'attiédir la force ». Cosi la coscienza che « le temps, c'est la Revolutlon ». Cosi la sua ostilità' verso ogni forma di statolatria, di centralizzazione, di autoritarismo, di di– spotismo, anche se si chiama comunismo (Si rileggano al– lora queste righe di critica ad un •comunismo avant lettre, che sembrano scritte per il comunismo d'oggi: « Il sistema Biblioteca Gino Bianco politico dei comunisti può definirsi 'una delllocrazia com– patta, basata in apparenza sulla dittatura delle ma!>sc, ma ta– le in realtà che le masse •non hanno altro potere che quello necessario ad assicurare la servitù universale, secondo i principi tolti in prestito all'ancien régime: indi visione, ·del potere; centralizzazione assorbente; distruzione sistematica cli ogni pensiero individuale, corporativo e locale, reputato se– cessionista; polizia inquisitrice; suffragio universale orga– nizzato in modo da servire a sanzionare perpetuamente que– sta tirannia anonima con la prepoòderanza dei mediocri e delle nullità sui 'cittadini capaci e sui caratteri indipendenti, dichiarati sospetti e, naturalmente, poco numerosi). Cosi la definizione di ogni giacobinismo, antico o moder– ne;, (e i giacobini sono « i gesuiti della rivoluzione 1>), come « l'applicazione del diritto divino alla sovranità del popolo». Cosi la fede a proposito della emancipazione della classe operaia, in spontanei · rapporti associativi e nella loro ini– ziativa dal basso. Resta però da chjedersi se quest'opera sia un effettivo con– tributo alla esatta c©noscenza di Proudhon, cosi mal noto tra noi, o se, proprio per questa circostanza, un'opera di questo genere non provochi piuttosto equivoci. La genialità di critico letterario di Sainte-Beuve era pochissimo adatta a rendersi conto del pensiero politico in genere, delle esi– genze inno,•atrici e rivoluzionarie in specie e soprattutto ad intendere Proudhon. Lo avverte molto bc,ne, e in fondo ci .si diverte, Cajumi : « Sainte-Beuve, uomo a sangue tiepido, schifilioso e schizzinoso, riduceva i vulcani tipo Proudhon al livello terrestre». E' quindi un Proudhon visto e inter– pretato da un liberale, attenuatore e conciliativo, scettico e timorato (nè il saggio del Ferrari restituisce a Proudhon il suo vero volto), fatto apposta per fraintendere e per smi– nuire « un talento incompleto, violento, diseguale, pieno di soluzioni di continuità, di negligenze, di intemperanze-:' di es.trosità », .come Proudhon diceva di se stesso. E anche sul– la' esattezza della biografia di Sainte-Beuve dobbiamo fare delle riserve: ad es., non c'è il minimo cenno dei rappor– ti tra Proudhon e Marx (neppure in occasione dell '« Anti– proudhon » t), mentre si parla ampiamente dei rapporti con Karl Grun, come del rivelatore a Proudhon della filosofia hegeliana, dell'umanismo feuerbachiano, cose che - è pro– vato - avevano in precedenza formato oggetto di colJoqui e di discussioni tra Proudhon e Marx, molto più addentro dello scialbo rappresentante del « vero socialismo 1>. E allora, pur con tutto il piacere che dà la lettura di cer– te lettere di Proudhon o di certi ameni episodi della sua estrosa e contradittoria personalità (valga uno per tutti: ·« Tutto il male viene dai socialisti » ' - s'induce a con– cludere Proudhon, in una sua conversazione, e l 'interlo– cutore sbalordito: « Come, dai socialisti'? Ma voi, voi stes&o non siete un socialista'?». ~ Io, un socialista'? Ci manchereb– be! » « Ah, ma aJlora che cosa siete?» « Io sono un finan– ziere»), si finisce col dubitare se questo libro sia un con– tributo veramente utile alla conoscenza di Proudhqn. E ci si domanda se non sia l'apporto di una rarità bibliografi– ca, di un interessante inedito, di un documento riserbato agi i iniziati di alta cultura, che solo chi ha già molto bP.n chiH– ra la personalità di Proudhon è in grado di apprezzare, ma che rischia invece, ad onta della ili uminatrice prefa– zione del Cajumi, di Confondere e di traviare chi da questo sblo libro pretendesse formarsi una chiara e sicura visio– ne dell'uomo e del suo pensiero. G. P. Un gTUppo di amici ha messo a nostra di– sposizione la somma ,di Lire 100.000 destinata ad integrare il prezzo dell'abbonamento per coloro i quaJi non avessero la possibilità di sopportare il nuovo aumento introdotto. Destiniamo questo con– tributo a favore dei nrimi duecento abbonati che, nella impossibilità di mandarci una somma mag– giore, ci inviino il vecchio canone d'abbona.mento (Lire 1000). • Teniamo a disposizione dei nostri abbonali che ce ne facciano richiesta alcune copie dell'indice della annata 1947. Direttore: UGO GUIDO IIONDOLFO Redattore respons.: ANTONIO GREPPI Antoriu.: Allied PnbHcatlons B. C, N. 288 - 10-3-19~5 Tipografia Plnelll _ llllano _ Via Farnetl 8

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