Critica Sociale - anno XL - n. 4 - 16 febbraio 1948
88 CRITICA SOCIALE dèscrivere ma che è tale da porre chiunque jn condi,zioni di clichiar;rsi autore di qualsiasi delitto, pur di fari~ finit« La Corte d'Assise dj Casale, con la su'.1_sentenz_a,ha detto implicitamente che almeno t_re degl_, 1mputat1 non erano colpevoli di quanto avevano, m tali circostanze, con– fessato con dovizia di- particolari. Ora tutto ciò deve finire. Pur essendo vecchio sistema della .nostra polizia l'infierire contro gl'indiziati è çert<, pe,rò che negli ultimi tempi si sono passati i limiti ed è inu– tile fare i processi ai bnganti neri se si continua con i loro metodi. L'episodio di Casale e quelli, ancor più gravi, della Fort a Milano e del Pacchio111a Roma ci dicono che è giunta l'ora di dire: basta! Come sempre, prospettato il problema, occor.re additare la sol,uzione pratica e concreta. Non ci si dica che il codice penale (art. 608) punisce i vubblici ufficiali che usino vio., lenza agli arrestati, perchè, per triste esperienza, sappia– mo che una tale disposizione di legge non è mai applicata. D'altra parte è anche una platonica e teorica affenmazio– ne quella. di coloro i quali sostengono che in fondo l'arre– stato, una volta entrato in carcere, ha modo, chiede.ndo vi– sita o esponendo ciò che gli è accaduto, di far risultare le violenze onde è stato vittima. In priri10 luogo giova osservare che, in fondo, nella mag. gior patte dei casi, la confessione estorta è vera. e quindi. il reo ha ben poco interesse ad alienarsi una certa bene-· volenza dei verbalizzanti con una inutile denuncia. In se– condo 1 uogo l'arrestat6 non sa se, una volta al carcere, sia già a disposizione dell'autorità giudiziaria e, qu1ndJ, debitamente tutelato, ovvero ancora in balia dei suo.i-tor– turatori di cui hà paura e che quindi ben diHicilmei,te si decide ad accusare. Si pensi che a Casale, in barba a t11t– tè le leggi, i carabinieri hanno tent,tto gli arrestati a loro di,posizione per ben 28 giorni. In terzo luogo ,non biso. gna dimenticare che medici, cappellani, agenti di custodia difendono il loro pane e non hanno ·nessuna voglia di en– trare in conflitto con le autorità di P.S. Per essi j dete– nuti stanno sempre benissimo e di nulla si accorgono, an– che se il sangue macchia abiti e membra, come è .stato per il Pacchioni a Roma. '• Iufine non bisogna dimenticare çhe l'iti,diyiduo che en– tra in carcere, tranne che si tratti di un vecchio arnese di galera, è in tale stato di prostrazione da aver ben diffi– c_ilmenfe l'iniziativa di ch:edere visita e proc'urarsi testi– monianze. Passato qualche giomo, tutto è inutile, perchè le tracce' sono sc0mparse. Dunque 11credere che tutto quan– to l'imputato h·a subito sia facilmente provabile è un'il– lusione o, pe~gio, è frutto di mala ·fede. Ciò che è avve- · 11utoa Casale, dove .è stato possibile provare le torture, è una pura eccezione. Da tutto ciò la logica conseguen;a cli.e, per impedire 1 quanto oggi avviene, non è sufficiente procedere penai. mente contro un brigadiere o un mares.ciallo, ovvero im– partire disposizioni più tassative e precise circa l'ingresso nel carcere e la visita medica ai nuovi arrivati. E' tutto il ,nostro sistema procedurale in materia dei primi atti della polizia giudiziaria che va radicalmente modificato. Occorre cioè che la direzione ·delle indagine sia- assunta, all'atto stesso del fermo, dal Procuratore della Repub– blica, che, quale magistrato, offre· ogni garanzia ci-rea la incolumità ed il rispetto dell'arrestato. · Noi non c,red1amo che· possa essere utile alla giustizia l'adottare il sistema dell'assistenza del difensore agli in– terrogatori. Troppo facile diverrebbe la mistificazione di prove, la preparazione .di alibi, ecc. e, se. nos_tro precipuo do"'.ere è quello di tutel_a,re i diritti del cittadino, non pos– siamo però dimenticare che preminenti sono quelli della giustizia e, quindi, della società. Tuttavia• fra l'attùale si– stema del più sconfinato arbitrio della polizia e quello da1moso della pubblicità dei primi e più delicati atti .istn,it– t.ori vi è qualche cosa di· mezzo che può e deve essere adottato. Secondo noi, tutti gli inconvementi si e.Jiminerebbero se venisse stabilito che la polizia non può procedere ad al– cun interrogatorio di fermati se non in presenza e sotto la direzione del Procuratore della Repubblica o del Pre– t_ore, a cui- disposizione gli arrestati debbono essere mes– si ei,tro 24 ore dal loro arresto. Di magistrati cl:ìe ricor. rerebbero a sevizie se ne troverebbe, sì e no, uno ogni diecimila e lo scandalo attuale verrebbe a cessare. Tutto il resto non è che palliativo. Ma perchè ciò possa essere attuato occorrono due cose. Innanzi tutto che il numern dei magistrati. venga aumentat0 e 'che ad ogni Procura della Repubblica venga, quanto meno, assegnato un so– stitutò, col compito di p_res1edere e dirigere le prime inda- 6iblioteca Gino Bianco ·gini. In secondo luogo che venga di gran lunga migliora– ta la preparazio,n.e dei funzionari ed agenti di polizia. La maggiqr difficoltà di ottenere delle confessioni senza vio– lenze rende indispensabile la ricerca, a mezzo cli indagini condotte da competenti e da esperti, di indizi e prove del. la colpevolezza. Oggi, purtroppo, in Italia il mestiere del poliziotto è al la portata di tutti. Ba$ta infatti prendere un povero infelice, caricarlo di botte per scoprire qualsiasi delitto. Chi si cura d'impronte digitali, di orme di scar– pe, di gruppi sanguigni ecc... ? Noi possiamo. citare il caso di due marescialli dei carabinieri cli cui nessun detenuto si è mai lagnato, peréhè I.a loro abilità è tale da rendere inutili per essi .i cosidetti stringenti i ,nterrogato.ri . Pe,rchè in fondo dobbiamo riconoscere che la maggior parte di quanto avviene è dovuto alla incapacità della polizia cli raggiungere la verità altrimenti ·che con le bastonature. Noi c1 Tendiamn <:onto èhe queste due condizioni noB sono realizzabili dall'oggi al domani, ma bisogna tendere con ogni sforzo a ·che si -possa addivenire all'adozione di questa nuova forma d'interrogatorio diretto dal magistra– to. Per il momento però bisogna che i:essi e presto lo scandalo delle sevizie sistematiche. Ai nostri compagni deputatj, il compito di ottenere almeno delle norme prov– visorie che, se pur non riusci,ranno ad estirpare il male alla radice, potranno almeno attenuarlo. Si aumentino notevolmente le pe,ne previste dall'art. 6o8 cod. penale e lo si applichi senza tentennamenti; si esone– rino dal servizio e si deferiscano all'autorità per omissio– ne di ,referto e per favoreggiamento quei medici addetti alle carceri .che tacciano sistematicament'e e vilmente dei fatti di cui vengono a conoscenza; si stabilisca ·che entro le 24 ore dall'ingresso in carcere i detenuti siano stati sot– toposti a visita medica e che ìl sanitario chieda esplicita– mente se siano sta<ti o meno fatti segno a violenza, rife– re.ndo immediatamente al. Procùratore della Repubblica sui fatti app-resi; si proceda per favoreggiamento contro que. gli agenti carcerari che non riferiscaao a chi di dovere sul– le lagnanze mosse dai detenuti circa il trattamento subito dalla polizia; si proéeda infine .anche contro quei magi~ strati che non sono 1ntervenuti, codi.ce alla mano, quando fatti particolarmente g,ravi· si siano verificati, Noa · crediamo che tali rimedi possa:no mettere fine al– ! a piaga. che getta una triste luce sulla civiltà del nostro paese. Ma in a:ttesa di una riforma radicale è dovere del parti,to s0cialista interveoire ene,rgicaanente, decisamente e fino in fondo perchè qualche cosa si faccia. Ancora una, volta, in difesa. dei diritti della perso,na uanana, si levi alta ed ammonitrice, la parol:a, del Socialismo. Dica il nostro gruppo parlanrentare che l'Italia repubblicana e democra– tica non è più la Sicilia terrorizzata dalle squadre di Mo. ri,. Pretenda il nostro Gruppo parlamentare eh~ le Que– sture e le caserme dei carabinieri di ·Roma, di Genova e di Torino non abbiano nulla in comune con la Pensione Iaccarino: con la Casa del!.o studente, con la triste e ma– rnbra caserma di via Asti. MASSIMO PUNZO FATTI E COMMENTI della stampa italiana ed estera Socialismo e Federalismo. ............ ' L'Italia socialista del!'8 febbraio pubblica il testo di uaa conferenza pronunciata da Ernesto Rossi su questo argo– mento. « Per· me, ha detto· il Rossi, socialismo significa pia– nificazione sempre più consapevole delle forze economiche >: ·per indirizzarle alla produzione dei beni più necessari a preferenza dei beni di lusso; per assicur.are con la esten– sione dei servizi pubbiici gratuiti un minimo di vita civile a tutti gli uomini; per ri:tettere : gli uOmini in posizione di partenza il . pi.ù possibile uguale; per smantellare le _trincee monopolistiche e per- eliminar.e i privilegi che derivano dal– la nascita, dalla ricchèzza e dal Potere politico. I socialisti no·~ hanno fiducia" nella « naturale armonia del– le forze e~onomiche » e Pitellgono che la pianificazione sia neceSsaria per una sempre più completa espressione della personalità umana. In con&eguenza essi sono i più validi sostenitori delle libertà civili e pelitiche. Queste hanno va– lore più di for.ma che di sostanza per le grandi masse del nullatenenti :nell'ordinamento attuale, ma i socialisti sono consapevoli dell'importanza del cammino percorso nellà stra-
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