Critica Sociale - anno XL - n. 4 - 16 febbraio 1948

CRITICA SOCIALE 85 I. ritiene che il processo di trasformazione dello Stato e della società possa e debba avvenire per via democratica, at– traverso l'espressione di una libera, consapevole e responsa– b!le _maggioranza, senza esplosione di violenze, senza imposi– ztom dovute alla forza, senza deviazioni autocratiche e to– talitarie. La Repubblica è democratica conquista che va fermamen– te rlifesa contro aggressioni, insidie e svalutazioni. La Costituzione ha dettato dei principi generali: e su ta– luno di essi (come, ad esempio, l'insidia tesa allo Stato laico dall'art. 7) il P.S.L.I. avanza fondamentali riserve. Comun– que sia, affinchè la Costituzione non rimanga un corpo sen– z'anima o una postulazione puramente astratta, il nostro Par– tito pone l'esigenza di una assidua azione politica, di Par– lamento, di Governo, degli Enti periferici, dei partiti e del popolo stesso, che concreti quei principi nelle leggi, negli istituti, negli effettivi rapporti della vita. In modo parti– colare è affidato al futuro Parlai;nento l'indispensabile ed essenziale compito di garantire con apposite norme legisla– tive (ad es. la legge sulla stampa, la legge di P. S., ecc.) i principi di libertà politica sanciti dalla Costituzione e il com– pito di dare concreta attuazione in nuove norme ed istituti ai principi di carattere sociale che vi sono consacrati. La nu0va democrazia conferma la divisione fondamentale dei poteri in cui si sostanzia la so_yranità dello Stato. Af– fermiamo come funzione preminente quella legislativa, di– rettamente proma)lante dalla sovranità popolare, e che po– trà trovare utile integrazione nei poteri di referendum e di iniziativa diretta attribuiti al popolo. Al Parlamento deve spettare, nel libero e garantito gioco di tutti i partiti, il de– terminare la direttiva politica dello Stato in tutti i suoi aspetti e la composizione e l'indirizzo del Governo. E il Par– lamento deve esplicare la funzione legislativa vera e pro– pria, senza accomodanti deleghe di poteri al Governo nè u– surpazioni da parte di questo, a base ·di decreti legge. D'altra parte il Governo non deve essere paralizzato da degenera– zioni parlamentaristiche, nè ·irretito da ricatti e insidie di forze politiche o di clientele elettorali che manovrino alle sue spalle. .A questi pericoli non nuovi, riteniamo _occorra porre rimedio con un efficiente sistema parlamentare, con– dizionato a sua volta da un sistema elettorale che promuo– va e faciliti la formazione di nette maggioranze, ferma la libera azione della opposizione. La proporzionale, pur aven– do il vantaggio di rispecçhiare esattamente lo schieramento politico del paese, ha rivelato due principali inconvenienti: quello di rendere difficile la formazione di maggioranze atte a promuovere governi organici e stabili, e quello, di dare incremento alla «partitocrazia», limitando la libera scelta dei rappresentanti da parte degli elettori, con un conseguente discredito degli istituti parlamentari. Affermiamo quindi la opportunità di un sistema elettorale, sulla scorta di progetti tecnici già elaborati, che, pur mantenendo il principio della proporzionale, ne elimini, per quanto è possibile, i difetti. Per quanto riguarda il potere esecutivo, il P.S.L.I. riba– disce la sua condanna del concetto di considerare il Governo come dominio esclusivo od incontrollato dei partiti che lo detengono, ma riafferma d'altra parte l'esigenza di una pie– na e leale collaborazione di tutti i funzionari per la realiz– zazione del programma di governo. In modo particolare do– vr2 essere assicurata omogeneità e direzione unitaria ai Mi– nisteri economici, ricordando che nessuna realizzazione de– mocratic;:; di vasto respiro e nessuna pianificazione econo– m;ca son0 attuabili se il Governo manca di omogeneità di intenti e di stabilità. Alla Magistratura andranno non soltanto garantite indi– pendenza e dignità, ma assicurate possibilità funzionali (au– mento del numero dei magistrati e addetti, miglioramento degli istituti riforma carceraria) e procedurali, (con opporr tune riform~ di codici, leggi e regolamenti) per un più sol– lecito economico e ammonitore funzionamento della giusti– zia. Si dovrà tendere ad una progressiva sosti_tuzione d:l. di– ritto penale tradizionale_ cc:mc~r~ttere _repre~sr".oe p~mtt:-o, con le moderne concez1oru cnmmologiche, ispirate a1 pnn– cipi della difesa socialé. In un regime autenticamente democratico, quale auspi– chiamo date le funzioni sempre più .vaste che lo Stato è chiamato ad esplicare, strumtnto. ess:nziale. è una burocra– zia· proba, sollecita ed _esperta, d1 ~UI meglio ~dranno cu– rati i mezzi di formaz10ne e selez10ne. Le esigenze che a questo riguardo si pongono e che richiedono. di ess~re sod– disfatte sono: graduale decentrai:ne_nto.a1;1mm1_strat~vo, co_n particolare riguardo alle ~1:1o~e _1st!iuz10m reponah; retn: buzione adeguata, e non pm irr~sona come 1 ~ttuale, che e incentivo all'accidia o a corruzione; nessun mfeudamento di _partiti nella pubblica amministrazione; precise responsa- ibl1oteca I 10 Ola CO bilità, controllo rigoroso, severe sanzioni per i colpevoli e gli inetti, che dovranno poter essere estromessi. Va tutta– via rilevato che nella burocrazia vi sono elementi devoti e qualificati, i quali domandano solo di essere ben sorretti da coloro (Ministri, Sindaci, amministratori di enti pubblici, istituzioni, fondazioni, ecc.) che la designazione popolare ha chiamati ai posti direttivi. Dalla diligenza, capacità, e probità di costoro molto dipende l'efficienza della burocra– zia, nelle cui file si dovrà astenersi dall'immettere sm;retti– zmmente, specie con inflazione di avventizi, adepti politici o raccomandati. Poichè la democrazia non si esaurisce nel Parlamento e negli organi centrali dello Stato, ma deve pervadere la na– zione tutta, si impone un assidua realizzazione di iniziative democratiche e socialiste anche alla periferia. Ciò dovra so– prattutto avvenire nel Comune, primo nucleo organico della collettività, di cui va sviluppata l'attività autonoma, anche , nelle iniziative sociali, e nel campo delle municipalizzazioni, risanata che sia la grave situazione finanziaria che inceppa gran parte dei Comuni e promuovendo l'aggruppamento di piccoli Comuni contigui, nonchè nella costituenda Regione, la quale dovrà sorgere come ente valorizz~tore delle energie ed iniziative locali, da ins'èrirsi nelle direttive generali della politica dello Stato. Nelle amministrazioni locali riteniamo che, per la loro stessa efficienza, si renda indispensabile,. di fronte agli incon– venienti dimostrati dal sistema elettorale fondato sulla pro– porzionale, un sistema a base maggioritaria con larga rap– presentanza proporzionale delle minoranze. 4) Riforma del 'ordinamento tributar·io erariale. Il P .S.L.I., per raggiungere l'incremento delle entrate, da cui essenzialmente dipende la possibilità di raggiungere il pareggio del bilancio dello Stato, ritiene indispensabile pro– cedere ad una radicale riforma dell'ordinamento tributario, la quale, partendo dalla premi:ssa che le imposte dirette deb– bono divenire il gettito prevalente delle entrate dello Stato, assicuri una distribuzione del carico fiscale socialmente equa e conforme alla capacità contributiva di ciascuno e, nello stesso tempo, non inceppi l'attività prod,uttiva e non spenga quella sana iniziativa privata che possa concorrere allo svi– luppo economico del Paese. Il nostro ordinamento tributario offre la visione sconfor– tante di una ridda di imposte e balzelli ordinari e straordi– nari tra loro accavallantisi e di costosa esazione, che via via si sono aggiunti, sotto l'assillo del bisogno, ai pochi sostan– zialmente buoni. Nell'impotenza degli organi fiscali di rendere produttivi i tributi esistenti, si è costituito un sistema tributario che colpisce indiscriminatamente i beni ed i servizi, generando gravi sperequazioni, duplicazioni ed esenzioni privilegiate; nel contempo le aliquote sono state inasprite, non tanto per ragioni di equità quanto per considerazioni di rendimento. Da ciò una evasione fiscale vasta e diffusa, specialmente fra i ceti facoltosi, che intralcia la produzione e gli scambi, ed è causa di ripercussioni dannose sotto il profilo fiscale, economico e sociale. Occorrerà pertanto limitare le imposte dirette alle tre reali sul reddito (imposta sui terreni, imposta sui fabbricati e imposta di ricchezza mobile, ivi inch1sa l'imposta -sui reddi– ti agrari,) ed all'imposta personale progressiva sul reddito (l'attuale complementare), eliminando, sia pure gradatamente, le varie altre imposte straordinarie e transitorie, introdotte specialmente negli ultimi anni, le quali, oltre a non rispon– dere a criteri di giustizia tributaria, dànno scarso gettito, sottraendo, per contro, gran numero di agenti fiscali agli accertamenti relativi alle imposte ordinarie. Ma per evitare l'evasione lamentata, sarà necessario pro– cedere alla riduzione di quelle aliquote che sono ritenute ec– cessive e in pari tempo, ad una approfondita revisione del– l'appar~t; fiscale, che permetta di rendere più rigoroso l'ac– certamento della capacità contributiva dei cittadini. Occorrerà, pertanto, rendere la burocrazia tributaria suf– ficiente per numero ed efficiente dal punto di vista quali– tativo mediante l'eliminazione degli elementi immeritevoli e un 'miglior trattamento economico, che pen1;et_ter~,.anch: attraverso nuovi concorsi, di ottenere elementi 1done1 e di preservare, in pari tempo, gli agenti fiscali dalla prospettiva che, come troppo spesso ac-cade, abbiano a cadere nella fa– cile tentazione delle corruzioni. Occorrerà poi abolire il sistema del concordato, affi– dando gli accertamenti a consigli tributari,_ cos_tit1;1iti ~a a– genti fiscali, da tecnici e da cittadini ~letti ~~1.smgoh co– muni, fra coloro che presentano i migliori reqrns11:l allo s_c~po: D'altro lato, gli accertamenti dovranno essere facil1tatt

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