Critica Sociale - anno XL - n. 4 - 16 febbraio 1948

/ CRITICA SOCIALE 83 l~ncio è passivo e non si riducono le spese, vuol dire che o si consum'.1_una parte del capitale, o si consumano dei debiti che non s1 u~tende pagare, o si vive della carità altrui. Noi siamo nella situazione di chi vive della• carità altrui .... il con– su~atore,. il contribuente ~mericano fanno le spese dei no– stn sfarzi e della npstra mcoscienza. Non è degno..., è di– sonesto, e potrebbe costarci molto' caro. La carità altrui dovrebbe essere sfruttata al minimo indispensabile... la co– scienza delle nostre classi possidenti dovrebbe essere più sensibile _e. ~?n lasciar~i tanto vergognosamente superare dalla sens1b1hta del contribuente americano, il quale paga, at– traverso -una maggior imposizione fiscale il pane il car– bone ed una infinità di altre cose che noi 'riceviamo'. Lascia– mo che altri parline di imperialismi; noi ci rifiutiamò di credere che dei lavoratori (perchè lavoratori sono la mag: gioranza dei contribuenti in America come in ogni altro paese) abbiano scopi diversi da quello del fraterno aiuto ad altri lavoratori. ' . Non selo la classe possidente, ma, vero paradosso, anche 11Governo ci si è messo di mezzo nei mesi scorsi, perchè jl nostro appello alla carità americana sia, per necessità il più elevato possibile. ' Anzichè produrre il massimo, anzichè far girare le mac– chine al ritmo più celere, impiegare le materie prime "nel modo più efficace, dare del lavoro al massimo numero di persone... abbiamo qMasi incrodato le braccia e stiamo in– <:oscientemente per andare tutti in vacanza. Questo perchè l'imprenditore, il capitalista ritengono, giustamente dal loro punto di vista, che è più conveniente rinunciare alla pro– duzione. Così la mano d'opera resta inattiva, consuma, e non produce neanche quel poco di .utilità che la nostra strut– tura tecnica potrebbe consentirle. II Governo, invece di rendersi conto che nell'insiéme i nostri costi non potranno mai essere per Io meno al livello dei ricavi, se non cambiano i metodi di convivenza inter– nazionale, e che pertanto è sempre più conveniente perdere poco che perdere molto, da sei mesi a questa parte sta svol– gendo una cosiddetta politica liberista di risanamento azien– dale, che rischia di definitivamente compromettere non solo la nostra ricostruzione, il piano Marshall e tutti questi ma– gnifici progetti, ma la vita stessa della nostra fragile de- mocrazia. · (Continua) DAVIDE C1TTON!l Il nostro pro-gramma d'azione L'Istiti,to di Studi del P. S. L. i. sotto la presidenza d,el nostro Direttore, ha nei mesi scorsi compiuto. un intenso. lavoro di studi e discussiòni per la revisione del· program– ma d'azione del Partito, che era stato presentato al Conve– gno di Roma dello scorso settembre. La nuova- redazione tu detto programma, compilata sin dallo scorso gennaio, · avrebbe dovuto esser portata alta discussione ed approvazio– ne del Congresso di Napoli; ma, essendo tutto il tempo stato occupato dal dibattito sulle direttive generali della po– litica del Partito, quella discussione non potè neppure es– sere iniziata. I risultati dell'opera-compiuta dall'Istituto Studi si trova• no esposti in breve sintesi- nella seconda parte deÌla mo– zione che fu votata a Napoli alla quasi unanimità; sicchè già il Partito ha adottato quelle conclusioni come program– ma della propria azione. Ma è bene che a conoscenza di t-utti i compagni che vogliono veramente procedere nel!'opera loro con chiarezza e concretezza di idee sia portata nella sua in– tegrità la più ampia esposizione in cui l'Istituto Studi ha formulato il risultato del proprio lavoro. Per questo noi abbiamo ben volentieri accolto la richiesta dell'Istituto Studi e iniziamo in questo e continueremo nei due prossimi nu– meri la pubblicazione del documento in parola: I nostri lettori constateranno che, pur presentando qua/che innega– bile deficienza e lacuna, che potrà e dovrà in seguito essere colmata, esso è tuttavia tale da offrire un sicuro orienta– mento. alla nostra azioni( comune. Richiamiamo quindi. su di uso la sollecita attenzione di tutti i nostri lettori. LA CRITICA SOCIALE Dichiarazione dei principii del P. S. L. I. 1) Fedele ai principii enunciati nel programma di Geno– va. del 1892 ed interpretandoli in funzione dei problemi at– tuali del Socialismo, il P. S. L. I. afferma le_ sue indis– solubili caratteristiche di: a) partito socialista, mirante, in piena autonomia di pensiero e di azione, al raggiungimento di una società so– cialista di uomini liberi, con l'emancipazione dell'intera so– cietà dall'ordinamento capitalistico, eliminando oppressio– ni, privilegi e sfruttamenti, e superando la divisiene della società in classi antagonistiche ; b) partito democratico nei mez~i e rivoluzi~nario. nei fi. ni rispettoso del metodo democratico verso gh altri e nel ,;oprio seno; risoluto a difendere la dem_ocr~zia ed a \n– crementarla mediante la consapevole partec1paz10ne alla vita . pubblica di sem~re più vaste_masse popolari; . persuaso <;h_e il socialismo puo essere reahzzato con metodi democratici, senza ricorso alla violenza (se non per necessità di difesa da violenze reazionarie), senza deviazioni <!ittatoriali e tota– litMie; c) partito internazionalista, sostenitore bensì degli inte– rN!!i e dei valori nazionali, ma propugnatore di intese e i~ntuziorii internazionali e della collaborazione dei popoli (e Jie è premessa la intima collaborazione delle forze sociali– ste nella auspicata ricostituzione della Internazionale socia- ibliotecaGi·f'lo_Bianco lista), necessarie, o(tre che a risolvere gli stessi problemi nazionali e ad assicurare pace, lavoro, prosperità, a sorreg– gere la marcia solidale verso il socialismo dei lavoratori di tutti i ·paesi. 2) n P. S. L. I. proclama, la propria natura e funzione di Partifo della classe lavoratrice, resa consapevole che la propria emancìpazione non può essere che opera e respon– sabilità sue. Esso intende fondere, in una rivendicazione 'dei diritti del lavoro, le forze del groletariato urbano ed agri– colo, diretto antagonista della classe borghese e capitalista, e quelle dei ceti medi lavoratori (impiegati, tecnici, diri– genti, ecc.), non meno interessati a liberarsi dall'oppres– sione e depressione a cui li condanna l'ordinamento pre– sente e ché solo dalla solidarietà col proletario possono spe– rare il proprio riscatto. 3) Fedele al marxismo, come criterio di interpretazione della prassi storica e sociale del nostro tempo e come im– postazione della. lotta ·fondamentale per il socialismo, il P. S. L. I. non intende tuttavia imporre dogmi nè pregiudiziali ideologiche a quanti aderiscono ad esso, accettandone gli obiettivi, i programmi, le delibere congressuali, i metodi. 4) II P. S. L. I. si fonda sulla consapevole persuasione e s1:1llaattiV'a partecipazione dei suoi aderenti. Lo spirito che lo anima è quindi antitetico al gregarismo, al conformismo, all'idolatria. per i capi, al predominio dei dirig~nti e dell'ap– parato, al mito della «tattica», che dà adito a tutti gli op– portunismi, compro;nessi e ripiegamenti. Propugnatore dei valori solidaristici e delle funzioni sociali della collettività, il P. S. L. I. non è meno fermo propugnatore dei valori della personalità e della dignità dell'uomo contro ogni sfrut– tamento e asservimento. Sua mèta è quindi la: realizzazio– ne del socialismo nella libertà. 5) II P .S.L.I. sostiene che il problema religioso va libe– ramente risolto da ciascuno, nella intimità della propria co– scienza. Esso intende tuttavia difendere, nel pieno rispetto della libertà di Coscienza e di culto, la laicità dello Stato e delle pubbliche istituzioni, come garanzia della piena indi– pendenza dello Stato e della libertà del pensiero individuale. 6) Fiducioso nella capacità della classe lavoratrice e nella sua maturazione attraverso l'esperienza, il P. S. L. I. inten– de favorire l'espllcarsi della sua azione in ogni campo e sotto ogni aspetto: per il miglioramento delle sue condi– zioni di vita, per la sua elevazione intellettuale, per il per– fezionamento della sua esperienza politico-amministrativa, per lo sviluppo di una democrazia aziendale, per la sua finale emancipazione dallo sfruttamento e dall'oppressione del ca– pitàlismo. 7) Nei rapporti di lavoro è strumento indispensabile in ogni campo per la classe lavoratrice I' organizzazio_ne sin– dacale. L'attiva partecipazione ad essa di sempre più vaste -masse, l'estendersi della sua attività a compiti assistenziali e mutualistici,· la consapévolezza dei suoi fini e dei suoi li– miti ne accresceranno l'efficienza. Con l'unità sindacale si è realizzato un progresso che va difeso e perfezionato. Con– dizione per l'incremento e l'efficienza dei sindacati è tut– tavia una diretta autodeterminazione delle masse lavora-

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