Critica Sociale - anno XL - n. 3 - 1 febbraio 1948

52 CRITICA SOCIALE sono condurci allo scopo... Noi non siamo dei co:11unist(che prèdicano sin da oggi la pace unive_rsale,~entre 1 :iostn _av– versari· si preparano alla lotta.. N01 non s13:modei co_spira– tori che scatenano una rivoluzione ad un g10rno prefisso o che vogliono assassinare i prìncipi ; ma non siamo nem– Ciò che è ·vivo e ciò che è morto nel "Manifesto dei comunisti" meno dei pecoroni che portano la croce senza mormorare... La pubblicazione del Malli{esto del Partito Comu– Noi non siamo dei comunisti che credano che, non appena /lista (febbraio 1848) segna il sicuro ingresso del pro– sostenuta vittoriosamente la lotta, la comunanza dei beni letariato e del socialismo· nella shiria dell'umanità. possa essere introdotta per incanto....Noi, no,n siamo de( co- Inutile discettare oziosamente se il Marx e J!Engels munisti che vogliano annientare la hberta personale e :1dur- avessero inteso o meno di rivolgersi ad un paese di re il mondo ad una grande caserma o ad una casa d1 cor- sviluppo economico e sociale arretrato come l'Italia, rezione » ( 9 ). e quindi se sia legittima un·a italia,na rievocazionP. Un altro progetto del quale non ci è rimasta traccia, ven- commemorativa dell'insigne documento. Il proemio ne elaborato da Mo~es Hess e presentato alla comunità pari- del Mallifesto dà una risposta iHequivocabile al quP.– gina. Contro di esso -:-- pr_obabilmente in_vil_uppato nei filo- sito, quando annunzia che la dichiarazione program– sofemi e nei moralismi can al « vero socialismo» e comun- matica della Lega dei Comunisti doveva uscire « in , · inglese, in francese, in tedesco, ill italiallo, in fiam– que « all'acqua di rose» come diceva l'Engels (ro) - prese mingo ed in danese». ,Del resto, anche a prescindere posizione TEngels, che riuscì a farlo bocciare, come riferiva dalla precisa affermazione del proemio, il tenore in- in una sua lettera del novembre a Marx. trinseco del testo denunzia il carattere internaziona- Terzo progetto, e di ben altra levatura, è quello « redatto /istico del messaggio del Marx e dell'Engels: come in una spaventosa fretta» dall'Engels a Parigi, e sottoposto estesi a popoli e nazioni diversissime ne sono stati alla comunità parigina ver_so il 20 di no':'embre. Articol3:to le influenze e gli effetti. in venticinque fondamentah domande ed m altrettante d1f- A parte tutto ciò ci sembra assurdo negare la fuse ed_esaurienti ~isposte,.dove è evidente la pr:occupa~io- I~gittimità della riev'ocazione, anche per il fatto che ne di trovare un lmguagg10 elementare ~d assai semplice, '. il socialismo, italiano, nelle sue varie correnti, rico– esso, come lo può dimostrare un raffronto analitico (rr), co- nosce nèl Manifesto il proprio precorrimento. Ma stituisce un vero e proprio primo abbozzo del Manifesto. una commemorazione,. che voglia mettersi al di sopra Con particolare sviluppo dell'argomentazione economica, esso delle declamazioni dei letterati e dei retori o degli ne contiene ormai tutte le tesi fondamentali. Non garbava in- schemi propagandistici dei mestieranti della politi– vece all'Engels la frammentarietà imposta dalla forma cate- ,' ca, deve sfociare di necessità in un giudizio valuta– chistica, che impediva un largo e concatenato sviluppo delle tivo, e perciò critico. idee. « Rifletti bene sulla professione di fede. » - scriveva Hanno un bel gridare i farisei' del marxismo, ma, al Marx il 24 novembre nell'accompagnargli il suo lavoro - per quanto il Marx e l'Engels fossero menti di non « Credo che faremo meglio ad abbandonare la forma cate- tomune ~tatura, cent'anni non p'ossono -essere pas- chistica ed intitolare la cosa: Manifesto Comunista». sali invano anche per l'opera loro. E appunto, per Il resto è noto. Il Congresso londinese della « Lega dei tal moti':'o,. chi_ no~ vuol fossi lizza~si a ripetere, in comunisti», iniziatosi il 1 dicembre, ed al quale questa volta form_a. di ht3:ma, _il testo qel Mamfesto_, deve pro- . rt M rx me delegato della comunità di Bruxel- porsi _Il q_ues1to d1 quanto e m_orto e d1 q1;1a_ntoso- prese pa e a .. co · , pravv1ve 1n quel documento. D1 tale necessita erano le_s,dopo esser~1.mcon_trato_ad Ost~nda con I E~gels pro".e- ben consci i due autori, che con coraggio, fin dalla mente _da Pa:1g1, sbn~a~os1 sollec1tament~--dellapprova~10~ prefa:llione del 24 giugno 1872, premisern al Manife– ne de_ghstatuti, af~ront~ ti_ te~a del « Mamfesto ». Ben_d1ec1 sto una critica deH'opera propria. g10r111 durano le d1scuss10111. D1 esse poco o nulla sappiamo. • Ma è facile immaginarne il corso. Probabilmente non piac– quero nè gli abbozzi· sinora elaborati (è ancor dubbio se Marx a sua voita ne avesse presentato uno proprio), nè la forma catechistica. E poi, a sfrondare vecchi pregiudizi, luo– ghi comuni, frasi fatte, divagazioni inutili, deve soprattutto essere intervenuto Marx, con là sua sottile dialettica e con la ostinata intransigenza. Alla fine, constatata la impossibilità di addivenire alla immediata stesura del testo, ri:ta rilevato "l'unanime o il pre– valente orientamento sulle tesi e sulle idee propc;>ste,ed an– che imposte, da Marx, ne scaturì la delibera di affidare a Marx e ad Engels la stesura del testo definitivo del ·Manife– sto dei Comunisti, da apprestarsi nel modo più sollecito. Il resto doveva ~ssere geniale fatica di Marx e frutto della silenziosa collaborazione dell'Engels. E ai primi di febbraio del 1848 il manoscritto varcava I.i. Manica.,. GIULIANO P1scm:1, I . (·9) Che quest'ultima tesi non rispecchiasse un'opinione per- sonale lo si può dedurre dal fatto che nell'unico numero della Komunistichc Zeitschrift, pubblicata dopo il congresso di giu– gno, si diceva appunto, e quasi con le stesse parole: « Noi non siamo dei comunisti che vogJiano annientare la libertà · personale é fare del mondo una grande caserma od una gran– de fabbrica. Per dire il vero, esistOno dei comunisti che sostengono questo e che negano e vogliono. sopprimere la li- · bertà personale che, secon_do loro, preclude la via al-l'armop-in ~,fa not non abbiamo alcun desiderio di acquisire la egua– glianza a prezzo della libertà. Noi siamo convinti e cerche– remo· di dimostrarlo nei numeri seguenti, ·che in nessuna so– cietà la libertà può essere maggiore che in quella che si fonda sulla comunità... Noi lottiamo tutti contro la società odierna che ci oppri~e e Ghe ci lascia languire nella miseria ... » cfr. SOMERHAUSEN,_ cit. pag. 182. (10) SoMERHAUSEN, cit., pag. 172. (11) E' stato da me compiuto nelle annotazioni in· F. ENGELS, Il catechismo dei comunisti,. Milano, ed. Gentile 1945, a cui eventualmente rima~do · per lo studio delle caratteriStiche, dei pregi è delle deficienze dell'elaborato dell'Engels. BibliotecaGino Bianco Quali gli elementi essen_ziali che, al di sopra delle espressioni letterali e delle singole affermazioni pro– grammatiche, hanno assicurato ed assicurano vita– li,tà al Manifesto? Non le misure pratiche suggerite in fine del capitolo second<'l; nè la critica finissima della letteratura socialista e comunistica che costi– tuisce ·il capitolo terzo; non la .Polemica insuperata che avviva la prosa dei due autori,, nè i particolari, talvolta imprecisi, dell'esposizione storica e delle previsioni sull'avvenire. Ciò che confe~isce a questo documento una fre– sche21za che non ha conosciuto ancora le ombre del crepuscolo e che si riaffaccia ad ogni' crisi della nostra società, ;illuminando .con fasci di luce i mo– tori dei grandi rivolgimenti del nostFo tempo, è la nuova concezione della storia, che il Manifesto in parte presuppone e in parte dichiara. Quella con– cezione, che si risolve, come poi si è storicamente risolta, in nuovo metodo interpretativo della storia e di,rettivo della politica, conferiscè al socialismo moderno - come teadenza e come ideale - una ragione storica, che, insieme, ne spieg~ l'origine e ne giustifica l'avvento. Dalla data della· pubblicazione del Manifesto il socialismo cessa di appellarsi alle dee della mitolo– gia filosofica e ai grandi imperativi etici (che gli uomini e la storia - per dirla con Antonio Labriola - si procurano l'indecente passatempo di beffare e di· schernire), onde trovare [a sua giustificazione nella coscienza della propria necessità. Necessità non estrinseca agli uomini·, non imposta loro dalla legge inesorabile di un destino fatale, ma necessità intrinseca ed intima, che non aggioga le volontà ad una predestinazione ineluttabile e preordinata, ma le indirizza e le sprona coi motivi che agiscono e muovono le decisioni umane. Necessità del proletariato, per la vita stessa d·ella società capitalistica; necessità dell'ideale socialisti– co, come prodotto ideologico di una classe ·così e cosi configurata.; necessità di un sistema nuovo della produzione, per risolvere i problemi, i cui dati sono posti dal capitalismo medesimo.

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