Critica Sociale - anno XL - n. 3 - 1 febbraio 1948

, CRITICA SOCIALE 65 Confusione ideologica e disorientamento morale (Continuazione dal numero precedente) L'arbitrio del regime sovietico e l'interruzione dello svi– luppo democra.tico. . Ma l'effet~iv_o stato _delle cose è, purtroppo, ancora peg– giore, p_erche m Russia non esiste alcuna « dittatura del proletanato ». E questa affermazione conserva tutta la su.. attualità anche oggi, dopo la famigerata Costituzione del 1_936,perchè, come abbiamo illustrato in un precedente ar– ticolo, benchè nella nuova Costituzione formalmente non figuri più l'articolo 23° della Costituzione del 1918 - che permetteva al governo, « nell'interesse della clas;e lavo– r!'-trice,. intesa ne\la .sua in~e~rità_», _d.! ~ privare ·i singoli Clttadim e gruppi di c1ttadim dei dmtt1 » anche concessi ad essi dalla- Costituzione, - il regime sq.;,ietico continua ad essere .regime . di a~bitri?, pn_v<?di fondamentali ga– ranzie costltuzomah, regime m cUl 11 concetto « Stato» si id~ntifica interamen1e ~on 11 concetto « governo i,, oligar– _ch1coe non responsabile verso la collettività nazionale·. E dato il totalitarismo autoritario del regime bolscevico in esso la fatale neçessità (intrinseca ad ogni ordinament~ non basato sul riconoscimento dell'inviolabilità dei fonda. mentali diritti dell'uomo e del çjttadino) di ridurre la li– bertà poli~ica in esclusivo patrimonio e vantaggio del sem– pre più ristretto gruppo governante si è manifestata con maggiore evidenza e in anodo più brutale che in altri re– gimi analoghi. Difatti durante l'ancien régime la nobiltà e il_ ~!ero <:he occupav~o, in forza delle leggi vigenti, la posizione di .cla-sse dirigente e dom~nante, veramente go– devano, de 1ure et de facto, della libertà che era· invece negata a tutti gli altri gruppi sociali. Poi dopo la Grande Rivoluzione, anche la borghesia, grazie ~ila sua potenza economica e culturale, ha potuto cominciare ad usufruire --- tranne gli sporadici e brevi periodi di ricaduta nella reazione antidemocratica - della libertà politica, dichia– rata patrimonio comune di tutti i cittadini, e soltanto la c1asse lavoratrice, s9ggetta, i,n regime capitalistico, alla schiavitù del salario, è rimasta priva della re(]/le possi– bilità di utilizzare in pieno, praticamernte, il puro diritto astratte> e fornnale alla libertà ed all'uguaglianza. Ma ecce che, interrompendo brusramente lo sviluppo demo. crati.:o naturalmentl' fat;c<'S<'. della Rivoluzione di Marzo, la totalitaria Rivoluzione bolscevica di Ottobre ha distrutto il potere del capitale privato e della borghesia e ha di– chiarato il lavoro € la classe operaia l'unico e sovrano padrone dello Stato, ma, in ,ultima analisi, in realtà, essa non ha fatto altro - s'inteJJde, dal punto di vista stretta– mente politico, cioè nei riguardi dei rapporti fra il citta– dino e lo Stato - che soggiogare tutto .il popolo alla pre– potenza di tin solo partito, ca{)eggiato da un ristretto gruppo che governa d1ttatorialmente. Sotto questo aspetto il ca– povolgimento bolscevico è un fenomeno unico nella storia, che cioè una rivoluzione fatta da una data classe i,n, nome dei propri diritti, interessi e rivendicazioni, abbia avuto per risultato il concentramento del potere nelle mani, non di tale classe vincitrice, una di una élite, composta di un sol partito (cioè di una formazione ideologica), il quale governa autocraticamente,- sotto il pretesto di agire così più razionalmente nell'interesse della classe medesima. E basta ricordare che. secondo la giusta concezione marx.ista, l'emancipazione della classe operaia, insieme con l'elimina– zione del suo stato di proletariato, comporla la liberazione di tutte le categorie di persone che compiono una funzione social,mente necessaria, per vedere quanto l'ordinamento politico bolscevico è lontano dall'autentico regime socia. lista. E ançora un altro peculiare tratto caratteristico distin. gue il regime sovietico. In generale, come è noto, il pre– dominio politico, cioè il monopolio dei poteri pubblici, eser– citato de jwre, oppure solo de fado, da una data catego– ria sociale finora veniva sempre nella storia determinato dalla pote~za economica e dai privilegi sociali di tale ca– tegoria. Così si spiega l'assoluta predominanza politica (san– :,ìonata pure dalla legge) della chiusa casta degli aristo– cratici, del clero ecc. nell' ancie11 régi,ne, nonchè la cosi– detta dittatura, intesa Jn senso metaforico, della borghesia, che in reg11111i democratici costituisce veramente la classe ~ominante. 81bllotecaGir,o Bianco ~a nella Russia il gru1>po eterogeneo che governa ditta– torialmente non è arrivato, invece, al potere a causa della s?a potenza eco.i:iomica, che mai _aveva avuto prima della nvqluz!one, ma 11;1_ conse~uenz_a di u!1 complicato giuoco eh 1ot~e cli tendenze 1deolog1che fra. gli. stessi partiti che par– tec.1parono al movimento rivoluzionario. E' un fenomeno paradoss_aje, che_si spiega, pe_r~. con la. particolare congiun– tura .Polit1co-s0Clale .russa stor1q1mente creatasi, grazie alla · quale, durante l'ultimo movimento rivoluzionario, si è av– ~er_ato, con. eccessi"."a, _sbalorditiy!'- rapidità, _il processo del– ! «_Innesto del_ radicalismo poltt1co delle idee. dell'intelli– gh1mtia. russa al radicalismo· sociale deglj istinti delle niasse popolari», come si esprime un noto economista russo ex- bolscevico, il prof. Stiuvè, · · · L_e~~accennate parti~olari .caratte_ristiche dell'~speri~ento sov1et~co hanno ambedue un grandissimo interesse perchè proprio le medesime ragioni che le hanno genera!~ hanno anche determinato tutte le degenerazioni despoticamente totalita.rie d_ella r~vé,l uzjone ·bolscevi~a. E, ·sotto questo an– g?lo V!~ua~e, da~l e~penen_za russa _ctviene un grande mo– nito ne1 ng9ard1 d1 molti problemi e, tra tanti anche di qu-ello_U~%ente déi liÌn:iti della· pòtenza ·dell'azio~e politica. Ma d1 CJo parleremo m un, altro articolo dedicato al così detto so 7 iali~~ aut?r.itario .. Pertanto,. per la tesi dell'at– ~uale scntto ·c1 e suff101ente di constatare che, comunque sia, ti fenomeno russo è la dimostrazione più convincente che qualsia~i _f<?rmazione politica," che si -st_acchi dal principio della hbert<1 democratica, anche se tende - come all'ini– zio il bolscèvismo terto tendeva - a instaurare la gJU– stizia: sociale, è costretta - per la ·stessa irresistibile logica delle cose e della psicologia ·umana: - a diventare un re– gime autoritario e oppressivo della personalità umana a ricadere, per quanto riguarda i rapporti fra il cittadin~ e lo Stato, nell'« ancien régime ». Velleità antidemocratiche. W cl!·rio,s?.che ;illa. strana ayversi?ne contro gli immor– tali pr,mcJpJI del! 8g I bolscev1ch1 ·siano· arrivati partendo dalla_ no,t~ constatazione concreta, obbiettivamente giusta, che ti d1r1tto astratto,· purameJJte fornnale ·senza l'adeguata possibilità reale di u-tilizzarlro; non si· ~oncreta in pieno nella pratica della vita. Ma da questa giusta constatazione dell'insufficienza del puro di-ritto formale i bolscevichi - inizialmente, forse, per una capricciosa aberrazione 1dgica - hanno tratto la conclusione dell'assoluta inanità e steri– lità delle formali garanzie giuridico-politiche della libertà e dell'ugu..glianza democratica, dimenticando che in un re– gime socialista il diritto formale alla libertà ed all'ugua. glianza dinan:i:i alla legge sarà rdlizzato appieno e che in questo senso diventerà, sì, un sorpassato gradino della scala di \ascensione spi-rituale· dell'umanità, :non rigettato però, ma _soltanto completato dalla possibilità materiale, pratica di esercitarlo. Questa. artificiosa oontrapposizione della « libertà sostanziale» alla « libertà formale» - che finge di n9n capire che un regime in çui pure esistesse la « libertà dal bisogno», ma accompagnata dalla soppres– sione .de:Ja « li~ertà delle opinioni », sarebbe sempre un regime reazionario e offensivo della dignità umana - co– stituisce la più dannosa deformazione dell'essenza stessa del concetto del_la libertà, principio basilare, perchè di esso si sostan.ziano tan_tola demdc,razia quanto il socialismo. Per– tanto, proprio questo sofistico artifizio serve ai partiti comu– nisti e socialisti filocomunisti europei come argomento per abbindolare i loro seguaci -e persuaderli che, al di là del famoso sip~rio di ferro, in Russia e nei paesi-satelliti dell'Europa Orientale, vigono i regimi che - come si e– sprime Nenni, riassumendo le sue impressioni sulla Polo– nia - sono « un esempio, un grande· esempio» della libertà sostanziale, cioè assisa sulla « riorganizzazione dei rapporti di proprietà e di produzione» (Avanti! 7 sett.). ·n "turbamento introdotto - da questi travisamenti ideolo– gici nella coscienza politica europea è innegabile, tanto che una cospicua_ parte di essa .,- particolarmente nelle masse e nei partiti di massa - risulta oggj se,nsibilmente avvele– nata dalle tendenze verso l'autoritarismo e la corrispettiva statolatria. tendenze le quali, invertendo i razionali rap– porti fra, la società e l'individuo e tra lo Stato e il citta– dino, infirmano gravemente, tanto il concetto demo"cratico della ·libertà quanto la 'concezione liberale della demo. crazia. La vita attuale è pieJJa di fatti che potrebbero eloquen– temente illustrare questa affermazione. Cosa è se non a– troce vilipendio all'idea della 1jbertà democratica, per. e– sempio, la protesta - apparsa tempo fa in un articolo di

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