Critica Sociale - anno XL - n. 3 - 1 febbraio 1948
CRITICA SOCIALE 57 arte. Gli uomini, e sopra tutto le masse con i loro bisogni e desider_i, erano soltanto strumenti, ossi; pura materia della « astuzia della Ragione». Ora l'umanismo naturalistico, presentato da Feuerbach e ac– colto. da Marx ed ·Engels, reagisce contro tale idealismo. Re_a1p~ce con . una rivendicazione degli uomini della loro att1v~ta creatrice e trasformatrice della realtà circostante• :eag1sce contro quella specie di personificazione cl.ella stori~ che f~ceva?- gli idealisti hegeliani. L'opposizione a questa personificaz10ne d~lla storia, che tutto fa, tutto domina e regge, senza che I uomo, con la sua volontà ed azione c'entri per nulla, ~ ~ichiarata già da Marx ed Engels insiedie nella Sacra famiglia: « La storia non fa nulla, essa non possiede nessun, enorme potere, non combatte nessuna lotta. E' piut– tosto I uomo, l'uomo effettivo e vivente, che fa tutto, che possiede e combatte; la storia non è una qualche cosa che si serva_ del".uo~o come mezzo per conseguire con i propri sforzi certi fini, come fosse una persona per sè stante· bensì ess_a è null'altro c;he l'attività dell'uomo che persegue' i suoi fim». Con ciò il realismo umanistico s'afferma contro l'ideali– Sf!10 e la filosofia. dello spirito degli hegeliani idealisti. Ag– gmngono Marx ed Engels: « affinchè le idee si traducano in fatti, occorre che l'uomo eserciti una forza pratica». E– concludono che pertanto nella storia la metafisica dello spi– rito « soccomberà per sempre di fronte al materialismo coin– cidente con l'umanismo » (Cfr. Sacra famiglia, cap. VI). « Materialismo »· mar:rista? Troviamo qui la parola materialismo, ma in opposizione agli hegeliani idealisti, che dichiaravan gli uomini effettivi e viventi pura materia dell' « astuzia della Ragione». Marx ~ Engels riv_endicano_l'i~portanza di questa materia, e per– cio parlano d1 « matenaltsm0 », ma soggiungendo subito che esso coincide con « l'umanismo » ,ossia è precisamente una rivendicazione di ciò che gli idealisti disprezzavano come « materia ·umana » della storia. Si tratta dunque in realtà di -un umanismo, ossia di un dinamismo storico imperniato sul– l'uomo e sulla sua attività creatrice della storia. Ecco la « filosofia della praxis », che conside~a tutto l'in– sieme delle attività degli uomini - teoriche e pratiche, di conoscenza e d'azione - come la forza di creazione e tra– sformazione storica; una forza continuamente rivoluzionaria in quanto, modificando senza posa la realtà esistente deter– mina con ciò tutto il•processo della storia. Così s'aff~rma la concezione critico-pratica del così detto materialismo stori– co, che sta decisamente agli antipodi del mater-ialismo meta– fisico. E da questa opposizione al materialismo metafisico discende ·anche la seconda caratteristica, che ho detto esser riconosciuta generalmente dagli interpreti italiani, cioè l'op– posizione del materialismo storico al determinismo econo– mico. Secondo il determinismo economico il processo storico do– vrebb'essere automatico e .fatale, e prodursi nella economia . per virtù dell'economia stessa, che si svilupperebbe automa– ticamente e sarebbe il demiurgo della storia, cioè un potere creatore e trasformatore di tutta la storia e degli uomini sottoposti all'azione dell'economia senza possibilità di domi~ narla, opporsi o intervenire nel suo sviluppo. Tutto questo fatalismo è repudiato decisamente dal vero « materialismo storico», secondo i suoi interpreti italiani. Il determinismo economico non ammette nessuna azione effettiva degli altri fattori storici, il politico, il giuridico, il morale, il religioso, l'artistico, il filosofico etc. Nessuno di questi potrebbe influire sullo sviluppo storico: sarebbero tutte soprastrutti,re, pure apparenze. superficiali, senza efficienza nel processo storico, puri effetti che non posson trasformar– si mai in cause, come la spuma delle onde marine, priva di ogni importanza nel movimento di queste, di cui è un sem– plice prodotto incapace di qualsiasi reazione sulla sua causa. Così sarebbero gli uomini stessi secondo il .determinismo eco– nomico : sarebbero marionette mosse dai processi economièi sottoposte allo sviluppo di questi senza poter sottrarsi alla loro azione nè esercitare su loro una reazione modificatrice. Ora, contro questo determinismo economico abbiamo di– chiarazioni ben decise di Marx ed Engels. Nell'Antidiihring (approvato da Marx, che vi ha pur collaborato) Engels com– batte « la bislacca affermazione 'del metafisico Diihring, che per Marx la « storia si compia quasi automaticamente, senza l'opera degli uomini - i quali invece la fanno - e che que– sti uomini vengono mossi dalle condizioni economiche - elle son pure opera degli uomini -, come altrettante figure di scacchi». E altra volta, nella nota lettera del 1894, scri– veva Engels: « non c'è quindi, come alcuni arrivano a ima– ginare, un'azione automatica delle condizioni economiche. Gli ibllotecaGino Bianco uomini fanno da sè stessi la loro storia s~mpre però in un ambiente dato che li condiziona». ' -Ecco qui l'affermazione del materialismo storico contro il determinismo economico. Fattore della storia è riconosciu– to da queste dichiarazioni l'uomo stesso: l'uomo creatore e trasformatore incessante di tutte le {orme e rela:oioni sociali e culturali, tra le quali son per certo anche le forme e.:ono– miche, che anzi debbono riconoscersi assai importanti per essere le basi della vita; ma che sono esse pure un prodotto dell'attività dell'uomo, trasformate continuamente dall'uomo stesso.· . E qu~ste forme, create dall'uomo per regolare e proteggere i_n ogm momento l'esistenza, l'attività e lo sviluppo delle ì<;>rzevive che sono in atto, possono, nello sviluppo ulteriore d1 queste forze, convertirsi - di protezione che erano - in ostacolo allo svolgimento progressivo di esse. Son come il guscio dell'.uovo, che protegge il pulcino in una prima fase del suo sviluppo, ma segnerebbe la soffocazione e la morte del pulcino, se questo non potesse a un certo momento rom– perlo ed uscir all'aria libera. Così anche nella società dove s( ~on format~ relazioni e forme economiche, politich~, giu– nd,che, morali, etc., sorgono a un certo punto conflitti fra le esigenze nuove e le forme costituite già ulteriormente. In altre parole, il principio di attività umana (la pra:ris) si ri– vol?"e contrn la sua stessa creazione anteriore, e questo è il cosi detto rovesciamento della prazis, che si volge contro il suo prodotto antecedente e vuol modificarlo o distruggerlo per poter svilupparsi ulteriormente. C'è per altro una caratteristica particolare in ~uesto pro– cesso, che cioè in ogni ·momento storico, in ogm struttura sociale si generan divisioni di forze: quelle interessate alla conservazione delle forme e relazioni· stabilite, e quelle inte– ressate alla loro distruzione o modificazionè. Si determina così un conflitto tra forze di innovazione e forze di con– ~c:rvazione, cioè un lotta di classi, che costituisce la causa e 11mezzo delle trasformazioni storiche della società. Per ciò tutta la storia appare a Marx come lotta di classi. In questo contrasto c'è una forza impulsiva fondamentale che consiste nella coscienza di nuovi bisogni cioè in esigenz~ spirituali che voglion soddisfazione, ma non' la trovano nella forma già stabilita, e perciò voglion modificarla. Ossia la forza impulsiva e trasformatrice è sempre negli uomini vivi con tutto l'insieme dei loro bisogni e delle loro esigenze eh~ son parte pratiche e parte ideali, ma che cooperan tutt~ in– sieme senza che possa trascurarsene o separarsene nessuna come priva d'importanza e d'efficacia. Tutti i bisogni umani, tutte le esigenze che stimolano la vita e l'attività dell'uomo influiscono insieme nel determinare l'orientazione dei suoi sforzi e della sua azione ulteriore. Fra questi bisogni, gli economici son certo, come dicem– mo, fondamentali, in quanto costituiscono le condizioni basi– che della vita; ma non son gli unici, nè son solamente cause nè gli altri son solamente effetti. Non c'è tal divisione fr; le cause che starebbero sempre da un lato e gli effetti sem– pre dall'altro. Sempre, invece, dicon Marx ed Engels, c'è scambio d'azione, e quel che era effetto si trasforma in cau– sa, e quella che era causa si trasforma in effetto. Sempre, per l'unità stessa della vita, c'è questo scambio, questa reci– procità d'azione fra le molteplici esigenze vive ed operanti nello spirito umano, sicchè il centro del dinamismo storico è sempre l'uomo, con tutl,: il suo essere sociale, tutte le sue esiirenze ed aspirazioni. Esigenza etica nella concezione marxista. ~E fra queste esigenze ce n'è una fondamentalmente uma– na: l'esigenza della libertà umana. È l'esigenza della libera– zione da ogni schiavitù; sia la schiavitù di fronte alle ne– cessità costituite dalla natura, che determina la lotta dell'uo– mo contro la natura stessa, sia la schiavitù costituita dal do– minio di altri uomini, che determina la lotta per .la libera– zione sociale. Perveniamo così al terzo punto, di quelli indicati come caratteristici delle interpretazioni italiane del materialismo storico, cioè al punto che considera quelle affermazioni di Marx e di Engels in cui le lotte sociali si presentano deter– minate precisamente da queste esigenze spirituali della liber– tà umana, associate a una coscienza di classe che è coscienza di una comune inferiorità, servitù ed ingiustizia dalla quale emanciparsi. In ciò appunto possiamo riconoscere la· con– clusione pratica finale del materialismo storico, la cui aspi– razione verso il socialismo si afferma precisamente come esi– genza etica. La energia motrice e direttiva di tutti gli sforzi di trasformazione sociale è posta sempre in questa esigenza spirituale di liberazione: liberazione da ogni necessità sovra– stante, naturale o sociale, da ogni oppressione o servaggio,
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