Critica Sociale - anno XL - n. 3 - 1 febbraio 1948

54 CRITICA SOCIALE della complicazione e della complessità aumentate della storia contemporanea! Ora tale mutamento di prospettiva è denso e pre– gnante di incalcolabili conseguenze. L'intreccio con– vulso e spasmodico dei contrasti esterni con quelli interni, accavallantisi in urti e grovigli paurosi, crea al movimento socialistico una situazione affatto nuo– va e imprevista. I nuovi sviluppi del capitalismo, i nazionalismi e– conomici e politici congiunti alle colossali imprese imperialistiche hanno enormemente complicato la politica interna ed esterna delle nazioni, modifican– do la stessa fisionomia dello Stato e aprendo la porta ad ogni sorta di impensate avventure. Lo Stato non è più soltanto « un comitato, che amministra gli af– fari comuni di tutta la classe borghese», ma un or– gano che, caricandosi di compiti sempre maggiori e crescendo, di giorno in giorno, in colossale poten' za economica e militare, finisce alle volte per farla da padrone su ricchi e poveri, su sfruttatori e sfrut– tati. Le esigenze delle colossali imprese economiche, politiche e militari, che richiedono -il concorso so– lidale di tutto urì popolo in uno sforzo gigantesco, piegano in accomodamenti temporanei le antitesi in– terne; corrompono, addomesticano, confondono, as– sorbono, attraverso una raffinata arte machiavellica, le o'pposizioni : aggiogano, col concorso inconsapevo– le delle loro stesse ideologie, le grandi masse popo– lari..., e dovunque premono, incalzano, interferisco– no con irresistibile e travolgente energia. La com– plessità dei fatti facilità la mobilitazione delle for– ze ideologiche e nasconde, di primo acchito, la vera sostanza ed il reale significato loro. Di nuovo la sto, ria si pone dei veli. Il proletariato ed il socialismo soggiacciono an– ch'essi a paurose illusioni. Attraverso il protezioni– smo, la politica neomercantilistica, le campagne i– deologiche e, soprattutto, a mezzo del socialismo burocratico e fiscale, che Antonio Labriola chiama- va l'utopia dei cretini, lo Stato riesce spesso a con– vogliare verso i propri fini imperialistici e nazio– nalistici le forze proletarie. L'iniziativa popolare ce– de il passo ad un pericoloso conformismo. Allora il grande patrimonio ideale del socialismo si oblitera e svanisce. In tale situazione il metodo storico e critico del Manifesto riafferma la propria funzione rivo!'uzio– naria. Il socialismo internazionale deve di nuovo brandire le armi della critica per chiedere alle espe– rienze più recenti la risposta agli interrogativi che di continuo assillano la sua tormentata esistenza di oggi. Giù i veli che la realtà si pone da sè ! Giù i man– telli ideologici che,. giocando su artifici dialettici, i capi e le fazioni indossano per attrarre le mas~e nel cerchio di una pol itica che può non essere quel– la del socialismo! Che cer.to non è socialistica, quan– do sostituisce dall'alto l'ini ziativa popolare, quando divide la politica del popolo dalla politica dei gabi– netti, quando all'ideale democratico del Manifesto sostituisce il machiavellismo di un'arte politica, che sa di rivoluzionario quanto quella dei ministri del– !' Ancien Régime ! Ma non basta correggere le insufficienze del Mani– festo con lo spirito ed,il metodo del Marx; non ·basta guardare alla realtà con lo strumento della sua dot– trina critfca. Qcc?rre anche sentire in se stessi quel– la medesima ansia, qaello stesso tormento, il fuoco di quella ribellione e di quella speranza che dalle pagine del documento si effondono in moltiplicate risonanze. · Ansia di elevamento e di perfezionamento, tor– mento di liberazione da tutti i conformismi! E per ciò, proprio, amore sconfinato di libertà che è pre– messa d'ogni ordinamento, che voglia fare del li– bero sviluppo di ciascuno la condizione per il li– bero sviluppo di tutti! LUIGI DAL PANE. Il materialismo storico nelle interpretazioni italiane_ 13siste,nzialismo e ,~,nar.i·ismo. Il tema dell'interpretazione del materialismo storico ha appassionato già varie generazioni di studiosi ed uomini di scienza e politici in Europa e in tutto il mondo. E' un tema che non ha perso ancora il suo interesse; ed una prova re– cente· ce l'ha offerta l'ultimo congresso internazionale di fi– losofia, tenuto in Roma nel novembre 1946, in cui i temi principali di discussione sono stati due: Ì.'esistenziaiismo e il marxismo. Due temi che in realtà parevan quasi parti di un tema unico, per la connessione che ha posto fra essi il Congresso. E tale connessione aveva certamente ·motivi e giustificazioni, storiche e filosofiche, che consistevano da u: na parte nel fatto di essere entrambe le dottrine - dell'esi~ stenzialismo e del materialismo storico o marxismo - il risultato della dissoluzione .di una stessa cor~~nte filos'ofica, la hegeliana. Una forma di dissoluzione dell'hegelismo si era infatti _prodotta nelle meditazioni. del teologo dariese Kier– kegaard, che è stato il precursore dell'esistenzialismo cdier– no ; e altra forma di dissoluzione si è prodotta nella sinistra hegeliana, cioè nel seno stesso della scuola di Hegel, che si era divisa subito in due correnti, della destra e della sini– stra. Nella sinistra, la filosofia di Marx ed Engels, il co– sì detto materialismo ·storico, è stata una delle forme di dis– soluzione dell'idealismo hegeliano; giacchè, dividendosi la scuola hegeliana nei due rami opposti della destra, conser– vatrice, e della sinistra, liberale e in parte rivoluzionària, la sinistra s'era poi a sua volta divisa in due correnti contrarie:– una èhe si manteneva fedele all'idealismo del maestro, e l'altra che invece si orientava in una direzione opposta all'ideali– smo stesso. Così Marx, e tutto il gruppo d'uomini di pen– sieri:> e d'azione_ politica vincolati con lùi, hanno effettuato una forma di dissoluzione della filosofia hegeliana, che ha appunto trovato il suo sbocco nella teoria del materialismo storico. - Ma per giastificar la connessione stabilita nell'ultimo con– gresso internazionale di filosofia fra queste due dottrine, del– l'esistenzialismo e del marxismo, c'era anche un altro mo– tivo ossia il nesso che le .lega entrambe col momento sto– rie~ presente, cioè con la crisi mondiale attuale. C'è per al– tro, nella connessione che entrambe hanno con la crisi con- BibliotecaGino Bianco temporanea, una differenza notevole, posta in rilievo da uno scrittore della Rivista di filosofia, nel parlar del congresso filosofico : « l'esistenzialismo appare non già come un su– « peramento della crisi, ma come un aspetto di essa, o co– « me una _reazione contro alcuni elementi della crisi, ma den– « tro la ctisi stessa». Il marxismo invece, e il socialismo in gener'ale, si presentan sì, evidentemente, essi pure vincolati con la crisi contemporanea, ma non come un elemento della cri– si e dentro la crisi stessa, bensì come uno sforzo, un tenta– tivo, o almeno una· speranza, di superamento della crisi me– desima. Pertanto l<!> stesso scrittore della Rivista di•filosofia, che ho ricordato, ha· rivelato come nel Congresso si notasse la tendenza a passare dalla problematica dell'esistenzialismo alla problematica del materialismo storico e del marxismo ; e in ciò egli faceva consistere il vincolo speciale che questi due temi hanno avuto nelle discussioni del Congresso, e la giu– stificazione del predominio che in tali discussioni essi han– no avuto. Forse però, @hre. i due motivi ricordati, anche un altro può aver influito nel dare alla discussione sul marxismo il predominio in questo Congresso filosofico internaziona– le: che era internazionale, sì, ma si teneva in Italia, con preponderanza di partecipanti italiani; e l'importanza che ha avuto nel pensiero italiano, da vari decenni in qua, la discussione sopra il marxismo e il materialismo storico, la diffusione e ampiezza che vi ha. avuto la polemica sull'in– terpretazione di questa dottrina, costituiva già una tradi– zione caratteristica del pensiero italiano dell'ultimo mezzo secolo, che doveva influire anche sopra la determinazione degli interessi più vivi fra i partecipanti al Congresso. Senza dubbio, l'interessamento per il tema del materia– lismo storico e del marxismo non è stato una particolarità esclusiva del pensiero italiano. Potremmo dire che dagli ultimi decenni del secolo XIX, sempre, in tutte le nazioni d'Earopa e in alcune -d'America - in Germania ,in Fran– cia, in Belgio, in Inghilterra, in Austria, in Russia, negli Stati Uniti, ecc. - sempre è stata viva e intensa la· pole– mica intorno all'interpretazione del materialismo storico. Basta ricordare alcuni dei nomi più eminenti fra gli studiosi del marxismo (Bernstein e Kautzky, Hammacher e Vorlan- '

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