Critica Sociale - anno XL - n. 2 - 16 gennaio 1948
CRITICA SOCIALE 3Q è ~orta l'idea della necessit,à non s~lo di garantire la par.· tee1paz1one del popolo nel! elaborazione delle leggi e nel controllo della loro eseçuzione, ma anche di limitare lo stesso potere statale, per difendere -il cittadino dal potere pubblico, cioè dallo ,l:ìtato e dj fronte allo Stato. A questo scopo alcune fondamentali libertà sono state dichiaratè quali_ imp_erativi ~ella ~oscienza umana, quali diritti e pre– rogative mtang.1b1li ~ m1prescnt~ 1b1lt, s pett~nti ad ognuno 11:1 qu~ll,to uoono e e1ttad11_10. Tali so.no pr'ec1sàmente quelle ltberta che veng~n? conSJderate fondam entali garanzie co– st1tuz10!Jalt, çome libertà di pensiero, di parola, di stampa, d1 nmuone ecc. E la famosa Dichuvrazione dei dw-it.tidel-– l'v= e_del cittaidino è appunto il documento - non primo cronologicamente, ma storicamente il più importante - che segna, la data dell'inizio de'! processo di penetrazione sem– pre p!Ù larga, ne'lla coscienza dei popoli europe'i, del ri– ·conosciment_o della inviolabilità, da parte dell'autorità sta. tale, d1 tali sacrosanti diritti individuali. battezzati oramai col nome di « ~rnmortali principi dell'89 ». . Sotto questo punto di vista s-i può dire che la Rivo- 1 uzcione Francese abbia avuto anche- il merito di avviare la coscienza politica dei popoli europei verso la razionale soluzione della secolare controversia7 fra l'individuo e la società, fra il cittadino e Io Stato., Il probi ema pon fu impostato allora in tutta la sua ampiezza e complessità, poichè i tempi erano maturi soltanto per porre in,,modo razionale all'ord.ide .del giorno il problema dei rapporti fra il cittadino e lo Stato, ossia .il problema puramente politico, e non ancora il problema della democrazia ammi– nistrativa, concernente, cioè, l'autonomia -comunale e re– gwnale,e-ancor meno quella della democrazia sociale, che riguarda i rapporti fra capitale e lavoro ecc, Basti dire, per esempio, che nella stessa -Francia, du– rante un lungo perjodo di tempo; cominciando dalla legge Le Chapelier, precisamente in ossequio alla dottrina li– bera\e, pre'-'.alse il falso concetto che il divieto della Ii-• bera associazione professionale fosse una condizione indi. spensabile per a,s_sicurare là libertà del lavoro, E passò un secolo· finchè, con la riforma di "'Waldeck-R@usseau, si arrivò a comprendere che il principio della libertà di la– voro è indissolubilmente legato al principio dellà libertà di associazione professionale. bibertà personale e dovere sociale. Il problema circa la natura e i Imiti del potere stata!€ sul cittadino e cirça la sovranità dell'individuo su se stesso o, in altri termini, la questione dei rapporti fra la libertà personale e jl dovere sociale, co.ntinua anche oggi ad es-– sere argomento di viva attualità. Tuttavia, <lacchè è stato annunèiato che « gli uomini nascono e vivono libéri ed eguali nei diritti>> (art. 1~ della Dichiarazione) e che « il fine di ogni .,associaC?ionepolitica è la conservazione dei diritti naturali e imprescrittibili dell'uomo» (art. 2"), sem– pre più profondamente ed ampiamente è cominciato a pe– netrare nel patrimonio politico e spiritual e dei popoli ci– vili il convincimento che' l'organizzazione politica della con. vivenza umana è tanto più ,azionale e progressiva quanto più essa rispetta l'inviolabilità dei surricordati diritti fon. <lamentali della personalità umana. In altri termini, si an– dava sempre più rafforzando nella coscienza J?Olitica !'.idea che il sabato è per l'uomo e non l'uomo per_ 11 ~bato, che cioè Io Stato deve servire all'uomo e al e1ttadmo e non viceversa. E nonostante gli zig-zag e le de"'.i~zi~ni l'evo! u– zione politico-sociale dei. paesj più progrediti s\ è. sv<?lta, cominciando dalla Rivoluzione Francese, nella direz10ne testè indicata. . Orbene, questa evo!uzi_o!l~- costante _nel pe~s:ero teo~ rìco anche se non rettilinea nella pratica poltt1ca - e stat~ bruscamente interrotta dalla Rivolu:i:ione bolsc_evica. In questo momento non ci interessa se l'U.R.S.S. sia ve. ramente « uno stato socialista degli operai e dei conta. dìni » - come afferma l'articolo prim_o deJla odierna _Co-- stituzione Sovietica - dove « tutto ,1! potere appartiene ai lavoratori della città e della campagna» (art. 2°). Am– mettiamo che tale dichiarazione rispecchi fedelmente_ la realtà e che in Russia regni in pieno la cosiddetta « ditta. tura del. proletariato». Ciò _non~ambierebbe ,n~lla dal _punto di vista della tesi che difendiamo, perche anche 111 tal caso si avrebbe ragione /di aff~rmare che - per. quanto riguarda la libertà politica e I rapporti fra d c1ttadu10 e lo Stato - la Rivoluzione ~olscev1ca ha_ fatto un_ passo indietro ed è tornata alla anttq~ata ~on_cez1onedeglt « a~– ciens régi,mes », concezione •:eaz1onana Jn quanto essa. ri– conoscendo che il diritto d1 governa;e deve appar_tenere esclusivamente a u,n dato gruppo sociale, calpesta I sum. ibliotecaGi Bianco 111enzionatiinviolabili diritti dell'uomo e del cittadino . .Il fatto che nell'antico regime il privilegio di governare· e di. rappresentare lo Stato appartenesse ad una ristretta classe. di sfruttatori del lavoro altrui, mentre nel regime so. vietico, secondo la dottrina bolscevica, tal e privi! egio dJ.o– viiebbe spettare alla classe operaia, che costituisce una im– mensa parte dell'uananità, non ha importanza sostanziale, giacchè nè lo Stato nè la màggioranza hanno alcun diritto di o.ffendere i legittimi interessi e la dignità della perso, nalità 'umana dei cittadini, anche se -costituiscono una ,esigua minoranza, lfinchè tale minoranza esercita attività dalle vi– genti le~gi ammesse .e non ritenute criminali. Propno questa inammissibile soppressione dei sacrosanti diritti della pérsonal1tà umana comnnetteva il bolscevismo già nella Costituzione del 1918 - in cui era ancora ma– nifesta la tendenza di fare della classe operaia il padrone dello Stato - quando escludeva dalla vita politica in. teri gruppi di cittadini (commercianti, preti eçc.), privan. doli (art. 65) del diritto elettorale, ·soltanto perchè essi erano borghesi e non proletari. Lenin in questo campo ragionava con un sorprendente semplicismo. Lò Stato bor– ghese - diceva egli - è un apparato per opprimere la classe· opeFaia e lo Stato socialista deve essere uiì ap– parato per opprimere la borghesia, Sarà. Ma si può do– mandare quale sislerna di etica sociale e quale ragione di Stato permette di privare dei diritti politici i cittadini che esplicano funzio0i e, attività evidentemente ancora neces– sarie ne.I v,ig:ente assetto economico-sociale, dato che nè j! governo nè la legge le proibiscono, o le puniscono quali azioni criminali? E' chiaro, quindi, che anche se .nell'U.R.S.S. la rutta. tura del proletariato fosse un fatto reale, tale regime, nei riguardi della libertà politica e dei rapporti fra l',,,. dividuo e lo Stato, deve essere considerato come ricadu,<:> nell' « ancien régime »1 · · (Continua) J. J. ScnRllTDF.R FATTI E COMMENTI della stampa italiana ed estera Per la "terza forza ". Solo ora siamo in grado di conoscere, nel suo testo inte– grale, il radio-c!iscorso pronunciato dal Primo ~nisfro in• glese Attlee il 3 gennaiò,, che costituisce un contributo alla concezione politica della <<'terza forza». « Cent'anni fa» - osserva Attlee - « liberali e socialisti - dell'intera Europa evano in aperta lotta contro i governi assolutisti che oppri– mevano ogni opposizione. É' oggi una ironia che gli asso– Illtisti, i· quali opprimono l'opposizione molto più duramente ·che i re e gli imperatod del passato, si mascherino come sostenitor.i della democrazia. E' tragico che una parte d'i quel movilnento che aveva intrapreso la lotta per la liberazione spirituale e materiale dell'uomo sia stata deformata sino a farne uno strumento per la sua schiavitù ... La storia della Russia Sovietica ci ha - appreso una dottrina ricca di am1no– nimenti. Essa ci dimostra che il cOllettivismo senza libertà politica può rapidamente condurre a nuove forme di oppres– sione e di abuso. La libertà., politica non è soltanto qualche cosa di intrinsecamente connaturato e di essenziale per il pie~o sviluppo della personalità umana; essa è anche un mezzo per il raggiungimento dei diritti economici e della giustizia sociale, e per di più un mezzo per conservare •que– ste conquiste, una volta attuate. Dove invece non sussiste libertà politica, riappaiono privilegi ed ingiustizie. Nella Russia comunista si manifesta il fenomeno dilagante di un « privilegio per i pochi >>, e il distacco tra alti e bassi red– diti si a'llarga sempre più ». Ma questa posizione della Rus– sia &ovietica non è più statica e su di un piede di casa. « II comunismo sovietico pers~gue una politica d'imperiali– smo in una iiuova forma -ideologica, ecònomica e s_trategi– ca -, che minaccia il benessere ed il sistema di vita deJle altre nazioni europee ». Ma dal lato opposto stanno, osserva Attlee, gli Stati Uniti. I quali sosteng9no bensl la libertà individuale nel . campo politico e la difesa dei diritti· dell'uomo, ma banno· come fondamento economico il capitalismo con tutti i suoi inerenti problemi e la caratteristica estrema dis~guaglianza di benes– sere tra i cittadini. Per di più questo Paese, grazie alle pro– prie risorse, è rimasto estraneo. agli acuti problemi che tra– vagliano· gli nitri paesi capitalistici.
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