Critica Sociale - anno XL - n. 2 - 16 gennaio 1948

-, CRITICA SOCIALE Confùsione ideologica e disorientamento morale r, • Libertà politica e sue alnerazioni.– La complessa realtà attitale. Saint-Simon affermava che nella storia umana è facile distinguere !"avvicendarsi di epÒçhe organiche e di epoche critiche. Il tratto caratteristico delle prinne è costituito dalla e~idente prevalenza di un ben determinato principio diret– tivo, il quale lascia l'impronta del suo contenuto spirituale su tutta la complessa evoluzione della vita .·culturale e politico-sociale di un dato paese, e talvolta anche di tutto il mondo civile. Periodi çritici. della storia sono invece quelli in cui svariate tendenze ideologiche e correnti po– litiche cozzano tra di loro in modo talmente caotico, che ai contemporanei - protagonisti· o semplici « testimoni della. storia» che siano - diventa difficile discernere, nel com– plesso delle forze divergenti e çontrastanti, quegli el e- . · menti fattivi, veramente vitali ed operanti, a cui SI?etta il comp·ito di determinare la direzione nella quale dovrà av. viarsi l'ulteriore svolgimento degli eventi, Qu,;!~ di queste dne definizioni sintetiche è più· adatta a caratterizzare i nostri giorni? Ci seunbra che il momento storico €he attraversiamo •rappresenti una così strana com. binazione di ,tendenze e di feIJopieni da' fornire all'osser– vatore imparziale, quasi .in uguale misura, gl,i elementi. ca– ratteristici che distinguono tanto le epoehe organiche quarnto,quelle critiçhe. Difatti, a chi voglia abbracciare gli avvenimenti con uno sgt,tardo sinte,tico non mancherà. certo, mater.iale per af– fermare che, nonostante tutte le deviazioni e alterazioni, i) processo d~ ri.nnovamento del mondo sulla base dei prin– cipi di libertà, dì democrazia, di gjustizia sociale e di so– lidarietà i,n,ternazionale veramente esiste, almeno- tenden. zialmente, nelle intime aspirazioroi dei popoli_ Ma tale con. statazioìie, purtroppo, non è ancora suffiçiente per permét– tere di trarre da essa una sicura illazione ottimistica, giac– chè la complessa ·e complicata realtà attuale' fornisce non meno nume tosi e chiari elementi che spingono a conciu– sioni contraTie. « La sensazione della minaccia di un· tramonto· e del pro– gressivo. dissolversi ·della civiltà è divenuta genetale » ~ dice J. Huizinga (La crisi della Civiltà) - perchè « quasi tutte le cose, che altra volta ci apparivano salde e- sacre, si sono messe a vacillare: verità e umanità, ragione e di. ritto·». Chi potrà infatti negare che neii viviamo in un p_eriodo in cui l'indebolimento del sano spirito ~ritico, mo– •ralmente disciplinato, la rinup.cia all'idealismo pratico e -la menomazione dei vari valori ·spirituafi, che formano i.J vero pregio della vita, hanno generato i'n -la,rghi strati del~ l'opinione pubblica l'opprimente sensazione del decadimento generale? Questa abbondanza di fatti di natura contrastante è forse naturale per un'epoca come -la nostra;· la quale rappre– senta un eccezionale p•eriodo di transizione da un mondo vecçhio che si ·va disfacendo, ma è ,duro a morire, ad 11n mondo nuovo che già si dibatte fra gli spasimi deHe do– glie del parto, ma è• altrettanto duro a nascere. - . I Il problema della libertà. I rapporti fra il cittadino e .lo Stato. Uno 1 de; sintomi più importanti e dolor~si ci sembra il · fatto che le gratidi parole « libertà, democrazia. socialismo» trop.ç,o ~pesso vengono oggi adoperate come bandiera p.eF coprire 11 contrabbando di tendenze- e di moventi che sono . ii; gran parte, la negazione completa di questi gral'ldi pri~– c1pi. Questa deformazione delle fondamentali coni:ezioni politiche - generata, come vedremo da quell'immenso sconvolgimento di spiriti e di cose che è il bolscevismo· russo - ha prodotto un éosì profondo turbamento nelle anime che ci sembra utile anche un modesto tentativo di orientamento sulla natura di questo fen~meno. Fermiamoci prima d_i tutto sulla falsa interpretazione del concetto della libertà, che è l'elemento più importante del fondamentale problema politico: quello, cioè, dei rap– porti reciproci fra l'uomo e il cittadino da una parte., e la società e lo Stato dall'altra. E' difficile indicare un altro argomento çhe cda secoli sia stato tanto dibattuto c0me q11ello della libertà umana; e ciò nonostante il pro. bi ema rimane praticamente insoluto e ritorna sul tappeto - in differenti impostazioni e combinazioni di .elementi - BibliotecaGino Bianco particolarmente nei momenti critici, quando il mondo 0 un popolo, a una svolta della sua storia cerca di -fare un nuovo passo sulla, via del progresso. Perciò questo pro. blema anche oggi sta all'ordine del giorno in forma cosl acuta. Tutto ciò avviene perchè il problema della libertà nella convivenza_ sociale .è eccezi'?nalmente complicato e nella pratica. det . co_ncreti rap.ç,ortt_tra gli uomini crea non di rad~ s1t~az_1on1 eontraddit_ton~ e paradossali. Il principio di liberta, l!1trodotto nell'mtncato ed eterogeneo ingranag– gio della vita sociale, può, ,;razie alla intrinseca dialettica che gli è inerente, dare un effetto addirittura çontrarie alle intime esigenze 'dell'autentica sua essenza e persino coprire .le_più urtanti ,manifestazioni di ingiustizia, di vio– l~nza e dt as~erv,i:1èlentodella personalità umana. Per çon– y1nee_rsene basta ricordar~ le conseguenze negative della irrazionale pratica della libertà in forma di liberismo eco– nomico. e di ~on-intervenzionismo del potere pubblico nei rapporti sociali. Perciò, del fenonl.e_no di libertà non è lecito parlare in modo astratto, genenço e assoluto, senza tener conto del fatto che, nella concretezza storica. non esistono società in cui il riconoscimento o la negazione della libertà siano assoluti e completi,' che concernano cioè, indistintamente tutti i componenti ,della soçietà. ' - Data l'eterogenea composizione della società, non è nean– che pensabile, per esempio, alcun regime, per quanto di– spotico ~ia, iN cui tutti i s!n~oli cittadini e i vari gruppi sociali siano ugualmente pnv1 della libertà. Tutti i tiranni del mondo riconoscono la libertà - anzi, in massimo grado, sì da farla tr;i.scendete in arbitrio e prepotenza - per sè e per i bro satelliti- e seguaci ,ma la negano ·a tutti gli a!tri suddi~i; D'alt~a parte, per la stessa ragione cdel!a per– sistente differenziazi_one sociale, nessuna org<1,nizzazione statale, _per quanto hbiera e_demoçratica sia, hà saputo fi– nor~ garantite a tu(IÌ- i. cittadin~ la possibilità p-ra-tica di usu– fru_ire m uguql misura delle libertà politiche, anche giu- ridicamente conces·se. , Storicamente il progresso in questo campo si identifica con l'·evol11zione; che, partendo dai, regimi di assolutismo tirannico, è arrivata alla democrazia liberale degli -ordi– nameroli :di autogoverno del p·opo!o, passando à,ttraverso - una serie di tappe, ognuna delle quali è determinata dal. l'ingresso nell'agone politico di nuove classi o gruppi, con· le loro specifiehe rivendieaizioiaipolitiche, economiche e so. c~ali-. Man mano che si compie in tal modo il pro.cesso di ampliamento, quantitati'lo e qualitativo, della eosidetta classe .pohtica attiva, si att~a, per logica· conseguenza,' anche l'estensione del. prjnçjpio cdi libertà politica alle nuove sfere di rapporti umani per soddisfare sempre nuove· esi– genze della progredie,nte realtà politico-sociale e spirituale. Questo complesso e tFa;vagliato proce~so ha generato quella -radicale rivoluzione· nei rapporti fra l'individuo e la società, fra il ciltadino e lo Stato, che eorrisponde oramai acd uno degli imperati~i- della coscienza umana e la cui principale caratteristica è che, mentre prima lo Stato, iden– tificandosi coµ il gpverno, ha avuto una sua sussistenza propria, indipeNdente da,i cittadini e indifferente alla vo– lontà popolare,,' dopo, con la conquista della libertà poli– tica, ·questa contrapposizione tra Sta,to · e cittadino è sçom. parsa, almeno nel èampo .iedologico; e « venne .il giorno, nello sviluppo degli eventi uunani, in cui gli µomini cessa. ,ronQ di considerare come una necessità di natura che ; gevernantl avessero potere indipendente e interessi opposti a quelli della nazione», - come si esprime J ohn Stuàrt Mili (La I;iberfà) - ma, al çontrario, hanno ,riconosciuto necessario the «i governanti si identificassero~ col p0polo e che la loro volontà e i loro intettessi fossero quelli de.Jla nazione» (idem). Da queste premesse, che il· Rousseau ha sviluppate ··neHe loro corosegaenze più rigorose, è scaturito if _principio che la sovranità deve restare in permanenza nel popolo, i,! quale è unico e supremo arbitro della pro– pria sorte, e .çhe i- governanti sono semplici funzionari del popolo. sovrano, responsabili verso la eollettività nazionale e _da questa controllabtli e revoçabili. ,Ben prest0, peFò, il pensiero politieo si è accorto che anche le più larghe forme poliliche di autogoverno demo– cratico, che lasciano libero il corso all'influenza deila vo– lontà, coilettiva nella çonnpagine dello Stato, non eosti– tuis~ono, per sè stesse; sufficiente e sicuta garanzia per le inderogabili esigenze e i dititti della personalità umana. L,a democrazia,' infatti, facilmente può trasformarsi in ti– rannia giacobina, esereitata iri nome e per conto del po. polo, oppure in despotismo à-ella collettività aIJonima, che oppr_ime la libertà i_ndividuale ecc. Perciò, ,come çorrettivo, .

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