Critica Sociale - anno XL - n. 1 - 1 gennaio 1948

CRITICA SOCIALE 9 5Java. spos_tando_ verso H P.S.L.I. molti socialiisti mi– htant1 o siqipallzzanti di altri Partiti; 4) che, comunque, l'unità socialista rimanga .per il_ P.S.L.l i~ porro unum necessarium p-er la crea– z1_one effethva deUa terza forza in Italia, tale •che d\a .al Paese ed estenda all'Europa l'alternativa so• ozalz~ta della pa_ce_e del lavoro contro i blocchi op– posti del.o_ stalln1~mo e del• capitalismo, entrambi c_on<:orrenti, sotto Il segno dei due grandi imperia– hsmI,_ alla g1;1e_rra. e alla miseria. Questa terza forza non e -esauriblle In una combinazione "Overnativa quand'anche essa, altrimenti che l'attual~ sia costi'. t~ita in un più equilibrato rapporto tra f~rze socia– hste e forze .criistiano-sociali. Essa deve essere anche e soprattutto un movimento di masse, tale che rac– c~lg~ t~tte le e~e~gie rinnovatrici in un processo di rivo.uzione sociahsta svolgentesi oin modi e fo.rme democratiche. . Quanto ai problemi finerenti alla crisi interna del P.S.L.I., mi pare sii. possano indicare le ,condizioni del suo superamento nei seguenti punti: . 1) ~ necessario .che, 'comunque si pensi d-ella par– tec1pazrnne governativa, l'unità e Ja solidarietà dei compagni nell'azione si mantenga e si rafforzi; 2) questa unità e solidariietà in tanto si, possono mantenere e rafforzare in quanto sla salva la Hber.a democratica espressione delle idee nell'interno del Partito, e quindi è opportuno c.3e si super,i. la for– male unità di co-rrenti e di mozioni: e si deline'ino chiaramente, entro fa disciplina morale e statutarfa, le opinfoni fondamentali intorno al compito del Par– tito, e ,in particolare al .problema del Gov-erno; 3) il P. non deve assolutamente .considerare esau– rita la sua funzione e la sua aziione nell'attuale par– tecipazione gove,rnativa, ma deve sforzarsi di allar– garle e farle penetrare in tutti gl,i organismi nei qualoi è possibile e utile :il suo intervento, o addirittura creare questi organismi medesimi (sviluppare la pro– paganda orale e soritta presso i ceti medi, i conta– d'ini, gli operai, ma soprattutto rafforzare l'az-ione sindacale e cooperativa ,con apporti conc·reti e con l'agganciamento continuo e attento alle varie esigenze delle categorie e al generale problema -politico e so– ciale nei suoi aspettoi materiali e spi-rituali); 4) la partecipazione governativa deve essere con– ~iderata una forma di- questa complessa funzione ed azione: perciò il P. deve pretendere ,che alla sua collaborazione coi compagni designati a Ministri ri– sponda un'efficace compiuta opera di questi, in modo da dare all'opinione pubblica la sensazione chE: que– sta partecipazione è stata data non come una rinun– cia ai postulati socialisti, ma come un esperimento e una prova in funzione del tentativo di garantire maggiore stabilità nel .Paese e d,i spostare a sinistra l'as§e g overnativo nell'interesse della classe lavora– trtl.ce; 5 ) l'organizzazione interna e lo sforzo esterno del P. devono assolutamente essere riveduti, corretti, rafforzati perchè_ siano pari alle neoessità, mentre oggè sono sostanzialmente ineffiicienti. Gumo QuAzzA Il Partito al Governo Nel presentare ad. lettori la mozione votata al Con– yegno di Roma la Direzione di « Critica Sociale » scri– Yeva: « Le nostre colonne so,no naturalmente aperte a •coloro che.intendano esporre il loro pensiero sulle d,elibera:di_oni del ,convegno e sull'i-ndfrizzo che, in base ad esse, dovrà seguire H Partito nei prossimi mesi» . La dec:isd.one adottata dal G-rup,po p'arlamentare, di partecipare cio è al quinto Governo De Gasperi, è tale da dover essere appunto liberamente e chiaramente discussa in relazione alla mozione votata a Roma. tNessu~ dubbio che le condizionii accettate per dare la nostra collaborazione al governo• De Gasperi non siano quelle approvate alla quas,i, unanimità a Roma e siano anche ben lontane da quelle ,così -intransigen– temente formulate in occasione della crisi del maggio. Pur non conoscendo i. reali termini degli accordi intercorsi fra •i nostri rappresentanti e quelli della D.C e del P.R.I., ci sembra infatti ev•i,dente che sia un iblioteca Gino ~1anco po' difficile tendere alla direzione del paese attra– verso ... le Poste e !e tele,comunicazioni e che il piano Tremelloni s,i.a ben lontano dall'essere attuabile con Einauc!,i al bilancio. . Tuttavia ci rendiamo pe·rfettamente conto deUa ben diversa situazione politica interna ed ,internazionale maturatasi da3 settembre ad oggi. In questo lasso di !empo si sono verificati avv~n_imenti di così grave Importanza da poter ben ;i.ver indotto •il nostro par– tito a modif,icare profondamente la sua linea politica ed dl suo atteggiamento, tanto da vedersi costretto, a rinunciare alle ·condizioni altra volta poste per ac– cettare una .collaborazione che non temiamo definire pressochè incondizionata. Fra i tanti, motivi che hanno determinato •il nostro nuovo a~teggiamento giova r-icordare, in primo luo– go, lo slittamento sempre più pericoloso verso destra del gove,rno democristiano, complice (sia pure fo– volontario, ma compliice) del tracotante risorgere del fascismo, a cui non ha cercato di porre freno per non porre in pericolo la sua traballante posizione parla-· mentare. E' evidente quindi che, fornendogli il' nostro appoggio, non solo .potremo efficacemente ed attiva– mente collabor.are al rinsaldarsi delle istituzioni re– pi:zbblkane e -democratiche, ma, -con la garanz-ia di .· una skura maggioranza, cr"·incuoreremo la democrazia · cristiana nell'azione che, eventualmr.nte,- intendesse svolgere contro il neofascismo. In secondo luogo non è possibile negare che è g-i.un– to il momento di distinguere la nostra azione demo– orati-ca in difesa del proletariato da quella sempre più. chiaramente dnsurrezi,onale dei .comunfusionisti. Il verbo di Bialystok, incitante alla rottura della tregua democratica, all'azione diretta, alla_ guerra a morte contro il Social ismo autonomo e democratico, c',im– poneva ,d,i di.re e di provare ·chiaramente ,che fra noi ed i fautori de lla guerra civile, fra noi, e .coloro che ci pneparano un nuovo 1922 non vi era nulla di co– mune. La nostra opposizionè costruttiva non aveva più senso, sia .perchè dneff'i.cace, sia perchè non sem– pre compresa dal po·po~o. EI'll quindi necessario di-re ,chiaramente ed inequivocabilmente .che il P.S.L.I. è contro i tumulti, d,i piazza, contro la guerra civile. L'unico modo perchè nessuno potesse equivocare era di schierarci a viso ape·rto per la libertà e la de– mocrazia. Ciò porterà anche, ed è forse questo uno dei motivi princi,pali .che possono giustificare la nostra parteci– pazione al governo, un'ulteriore chiarificazione nello schieramento delle forze socialiste. E' tempo infatti che i Romita ed ii, Luisetti, i Lombardi ed i Carma– gnola e tutti i loro innumerevoli seguaci, posti din– nanzi alla realtà della situazione, ·coinvolti nella re– sponsabi,litài degli scioperi a catena e delle sfilate preinsurrezionali, dkano ·chiaramente se essi sono per la libertà e la democrazia pe·r .cui hanno combattuto, o se intendono ulteriormente avallar e con la loro pre– senza la farsa di un Partito che si dii.ce sociaJ,ista ed autonomo, ma che tramite Togliatti e N enni. ·esegue gli ordini del Cremlino e prepara la guerra civ,ile da cui, in ognri,caso, ,chi uscirà vinto sarà j] Socialismo. Se la partecipaz-ione al govt:rno farà fare un passo avanti all'angoscioso problema deL'unità socialista non possiamo che approvare la decisione. Nè possiamo dimenticare che l'Jmminenza delle ele– z.ioni politiche ha c-e·rto pesato sulla deliberazione presa. Occorreva, infatti, non lasciare la democrazia cristiana padrona assoluta del campo, e se è vero che non a noi è staio affidato l'incarico di presiedere e dirigere le operazioni della consultazione popolare, è pur certo però che la nostra presenza al governo ga– rantisce che 1 nostrii interessi, coincidenti •con quelli delle dassi lavoratrici, n'on sarnnno !es-i. Randolfo Pacciardi, d'altra parte, cui quell'incarico è affidato, è garanzia di onestà e d,i, democrazia. Infine l'acui,rsi della situazione ·internazionale ren– de indispensabile incamminare ri.solutamente la po– litica, estera del nostro paese sulla terza via fra i due blocchi, l'unica che può preservare l'Italia da una .nuova ,catastrofe. . Non so se queste rag-ioni sfano quelle che hanno de– terminato il mutare del nostro atteggiamento. Alla di– •rezione del partito incombe il dovere -di sottoporre al Congresso, perchè l'approvi o la condanni, la de– cis,i.one presa. Per mia parte, pur· essendo •in linea di massima

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