Critica Sociale - anno XL - n. 1 - 1 gennaio 1948

CRITICA SOCIALE 7 "Il compito del Congresso 11 compa~no Mo_ndolfo ci invita ad una « franca, ma .costruttiva » das·cussione sulle decisioni che do– vreb_ber~ uscire d~l nostro primo Congresso. Ringra– zio 11 J?•n:ett?re d1 « Critica sociale :. perchè sentia- mo tuth 11b<l-sognodi def-inirci con chiarezza.- . 1) Ha il nostro Partito una' ragion d'essere'/ Certa- mente. . . A. - Nel campo dottrinar.io, come -credo d'aver dimo– strato, raffrontando le du e diverse correnti ideali de– rivate dal « comunismo », esso è l'assertore dà, quel soci.al- ismo in .cui rivive lo spirito del marxismo e c.3e· prev ede e prepara .una Società, in ,cui la necessartl.a disciplina degli egoismi non significhi intolleranza d,i critica, soffocamento di ogni libera discussione, ma che tragga il suo indiruzz-o dal libero concorso di-tutt-i ed a~tui quella d_emocra~ia •che f-ino ad oggi non fu posS11b1Je. B. - Nel campo tattico, e-sso non, segue il prindpio deU'assalto miinoritario, (che è blanquismo e non mar– x,i-smo), ma quello che vuole la prepàrazione del ,pro– letariato alla conquista. democratica del pote,re, da quaJe, anche se avesse poi bisogno -d'un colpo cli_forza per essere mantenuto o difeso, non si .può risolvere in una dittatura trentennale o in un regime total11tariq per principio. H fondamentale ,rispetto della persona umana quindi e l'idea di giustù.zia (che si d,ifende ·con ìa forza, ·ben diversa dalla violenza, nemica del di– ritto) distinguono -il sociaiismo, ,che è democratico per eccellenza, dal b'olscevis-mo, che è totalitario per pre-– concetto. 2) Stabilita la nostra ragio11 d'esse-re è da chieder– si perchè il nostro Parbito non abbia maggior segu-ito e maggiore unità. E' nato male. Lo dissi .a,l Congresso di Roma e si credette .che io fossi contro la sciss,ione: mentre ero contro il metodo dèlla sciss,i,one, cont,ro quel metodo che ... ci è staio rimproverato 'ad Anversa. Mà non ,par– liamo più del passato. Ormai il passo è fatto ·ed oc– corre f.are attenzione a non· continuare negl1i erro·ri, consapevoli ·come §iamo della nostra funzi,one socia– .Usta. E' rattristante udire inviti a riunif>icaziom, an– che inghi.ottencio ,ora, quel patto d'un-ità d'azion·e che allora fu il motivo priimo dell.a scissione, da parte di chi allora era fretto'.oso d_i far,e comunque la scis– sione. Perchè questi· sbandamenti? Forse perchè non abbiamo larga base ... •elettorale? Se abbtl,amo fiducia nel nostro programma, come quando, giovani, parla– vamo nelle p:iazze deserte od ostili, dobbiamo perse– verare nel nostro cammino. Ma bisogna ins·istere ·con le parole e .con gli atti in questa nostra specifica fun– zione sociaUsta, che non ci ,pe-rmette adesiond nè a blocchi conservatori, nè a blocchi insurrez-iomisti. 3) La partecipazione al Governo è utùle? Spero di sbagliarmi, ma temo ·che sia dannosa. Ad ogni modo essa è contraria al postulato d,i, partecipare solo do– po ... l'unificazione delle forze socialiste. Difatti se il P.S. fosse tutto unito, come in Francia, la .cosa sa– rebbe diversa; ma, ,nelle nostre· cond-izi,oni, corriamo due !Pericoli: 1) quello d'esser lega bi ad un- pa:rtito che ,pur avendo una larga base democratica e-d anti– fascista, fino ad oggi (forse perchè troppo obbedien– te alle influenze conservatrici,) non ha dato alla. vita politica italiana alcuna impronta, nè d'uguagJ.ianza de– mocratica, nè .di giustizia antifasdsta: si .po(rebbe anzi dire il contrar,io; 2) quello d'aver domam (per quanto ho detto sopra e per le .manovre premeditate del P.C.) quasi tutta la classe lavoratrice -contro d~ · noi in modo tale che da essa difHcilmente potrebbero sep~rarsi quei nostri compagni che oggi nelle officine così, coraggiosamente d-ifendono la loro tessera. Per tali eventualità, dato che le ·elezioni sono vici– ne tanto da non permetterci d·i mutare la fisionomia del Governo con rùforme o piani ,concreH, corriamo il rischio d:i trovarci fatalmente coinvolti, per l'insor– gere di incidenti inevitabU,i o... provocati, i~ una _PO– iitica che potrà essere sfruttata coi:ne « reazionaria»_. Basta leg/!ere le polemkhe francesi e pensare _c~e la il P.S. può d·ifenders•i com~ non sarebbe yos~1b1le a •noi Nei .comi11ielettorali, l'on. De Gaspen abilmente ue trarrà allori e noi sfavore ed incomprensione. Sa- ibliotecaGNlo8janco remo caduti ne'l blocco di destra, s,enza ,poterne avere nemmeno l'appoggfo ! Essendo invece fuori dal Governo, noi potremmo ri– vendicare la band-iera democratica e so-cialista con una lista separata s,i,adal blocco in cui il P.S.I. perde ogni sua spe,c,ifica funzione frammezzo alle varie organiz– zazioni paracomull'iste, sia dal blocco che, istintiva– mente, si coagulerà, per reazione, attorno alla D. C. 4) Dovere conseguente a11apartecipavione è una o· culata quotidiana vigilanza che segua la vdta politica ed ass-ista i compa,gni ministrii, onde, a smentita dei timori ,p-recedentd, essi si sentano incoraggiati a ri– •chùedere tutte quelle riforme necessarie per dare espressione concreita alla .nuova fis·ionomia del Gover– no. La foro opera non deve limitarsi alla d•i,fesa deae hbertà minacciate dalle V'iolenze dLpiazza; ma deve esigere l'effettuale affermazione della RepubbHca con– tro il residuo o rinascente fascismo; deve resistere all'egoismo padronale, sordo alle giuste richieste dei -lavoratoru, e soprattutto deve ·rinnovare l'atmosfera burocratica (dall'alta magistratura aJl'alta- cultura) anco-ra iintossica-ta d•i fascismo. ·5) L'attuale esperienza governativa .ci serva alme– no per sentir maggiormente i bisogni della Nazione e per -dare al Congresso pratiche indicazioni per la for– mu.lazione di un programma elettorale ·che, animato dall'ideale ,socialista, sdiasemp-Jice, chiaro, -concreto ed attuabile; non additi cioè riforme futuriste, ma pro– ponga il da fan/i immediato per rinnovare, secondo giustizia e secondo d principii democratici, la vHa eco– nomica (p-iano ricostruttivo, salariale, annonaru-o, ecc.), morale (scuole, magistratura, epurazione, ecc.). finan– ziario (giustiz-ia fiscale, ricerca effettiva dei profitti fascisti), eoc. dell'ltaHa. Si ricordi che dal successo e, dall'insuccesso di que– sta esperie~a partecipaz-.ionista può dipendere, non fa vita di un Governo, ma que'lla de·, nostro Partito. 6) Per non ripetere errori, occorre attuare ,inta.nto la più scrupolosa democrazia ·entro il nostro partito. Obbedendo all'invito di !l)arlare « francament~ »... ne pecce·tur, esprimo la mia postuma disapprovazione al modo frettoloso e non dl'mocratico ·con cui fu nomi– nata la Direzionè al Convegno d,i,Roma. La lista mes. sa insieme fu. il frutto di una transazione fra -due cor– renti, sorte da dispareri non programmatic,i, ma con– tingenti (se si doveva allora partecipare o meno al Governo): essa fu presentata -« bloccata », senza che nessuno potesse ,cancellare o aggiungere, e fu votata per una pseudo-alzata di mani. Al Convegno poi s·i . promise )',immediata nomina del Consiglio nazionale, che non avvenne; sì che la politica è rimasta affidata ad un gruppo •ristretto di compagni, :i qual-i han1lo de– ciso su argomenti molto gravi, senza nemmeno sentir l'op-inione dei Segretari ,provinciali l'liuniti. Questo non deve più accadere! L'apice deve sentir più fre– quentemente e_più -docilmente la base, oltre che il Gruppo parlamenta•re, ,i) quale rappresenta certo una .corrente notevole, ma, dopo la scissione, se ha gran peso e valore nel ·campo parlamentare, non può essere assunto- come s,icuro interprete dell'opinione elet– torale. 7) Infine il Congresso deve sancire il tanto atteso Statuto, che è _ancora _provviisorio ! co·ncludendo: Dal nostro primo Congresso deve uscire: a) la nostra definizione di partito socialoista, consapevole della sua funzione autonoma, non timo– ·roso di rivendi-care ,i] suo marxismo, tanto d,i fronte a .chi glielo ·contesta, quanto di fronte a chi glielo rim· ,provèra; b) la riconferma del nostro desiderio di riu– nificazione, ma sol o e sem pre in relazione ai profondi motivi dottrinali e tatti.ci che hanno suggerito la scis– sione; c) la precisazione di una nostra politica gene– rale ed elettorale, che difenda la democrazia e la pa– •Ce fra i due blocchi à,nterni ed esterni; d} la nostra base statutaria; e) la nomina democratica della Dire– zione e la prescrizione d'una vita di partito. democra– tica, che non esclude, ma presuppone -una disciplina più omogenea; f) •infine la coragg:osa, drastica riso– luzione del problema della stampa quotidiana (pun• .ctum do'i-ens ... ), la quale oggi è troppo gravosa per il Partito (anemico -invece per l'azione d,i propaganda) ed è ineffi.cace, perchè o troppo astratta dalla vita concreta, o, a volte, discontinua e spesso fonte non d'unità o di chiarezza, ma di disorientamento e di confusione. ALFREDOPOGGI

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