Critica Sociale - anno XL - n. 1 - 1 gennaio 1948

CRITICA SOCIALE 15 guerre per l'accaparramento dei mercati, per la con– quista dello «·spazio vitale», di cui conosciamo an– che troppo le orr,ende_ ,conseguenze. La pianificazione ,in periodi e,cceziona/i. Ma, com!lnque sia di tutto questo, ci sono, nella vita dei popoli, -periodi eccezionali, fasi di emergen– za, nei quali la iniziativa iprivata non può ag,i,re da sola. Ciò avviene quando c'è da costituire o, -come ac– cade ora, da ricostrui,re dalle fondamenta un paese o un continente, quando c'è da trasformare l'econo– mia di una nazione dalla fase• d'i guerra a quella di pace. Allora è indispensabile la gradualità della rea– lizzazione; allora è perenlorfa la necessità di inc·a– nalare i ca,pitali disponibili secondo una gerarchia di (ini; allora è doveroso eJ,iminare qualsiasi dop– pione "di lavoro, qualsiasi perdita o spreco. In tali circostanze, si esprime uno dei nostr>i maggiori eco– nomisti - il Bresciani-Turroni - « la funzione del– lo Staio dovrebbe essere quella di fissare un pfano e dire: l'uso A è .più urgente d'i quello B, e quel– Lo B più urgente di quello C, Cioè fare una scala di impieghi, secondo una graduator>ia di urgenza. Quan– do il mercato è l'ibero e le condizioni sono press'a– poco normali, non c'è bisogno d-i un'autorità, che sta– bi1isca un ,criterio di urgenza, perchè vi è il saggio di interesse, confrontato col saggio di profitto, che gioca ... Questo meccanismo om non gio1capiù ... » (6). E allora anche la iniziat,iva privata, che si dichia– rava ·in teoria contraria alla ,pianificaztione, chiede, senza volerlo, dire,; quasi senza saperlo,. che una pia– nificazione sia attuata, o nella specifica fase di emer– genza, o in rapporto ad industrie e attività speciiali 1 o ancne in linea generale E' la conclusione che si rileva da tutte, quasi, le voci, che si sono fatte a&col– tare nel:a lnchiàta più volle citata·del Ministero del. la Costituente. Dice· il Presidente della Fiat: « Non escludiamo che in determinati settori produttivi una coordinata p,ianificazione possa rendersi utile... Si deve pensare che ,l'intei-ve'nto de!Po Stato s,i:a sempre prezioso quando tende a fornire ai cittadini indir<i'zzi, chiari' e conc,reti, circa le atlivitò. più utili per •lapro– sperità del paese ... ». Disse il Segretario della _Ca1:1era di Commercio di 'Napoli: « Non sono alieno, 1n hne:i generale, da un'attiviità pianificatrice, almeno per zl pelriodo deNa ricostruzione eiconomica del paese. La ritengo anzi assai utNe... ». Dice il Segr~tario dell'Or– dine dei commercialisti di Genova: « Ritengo che nel nostro Paese debbano essere ap.plicati indirizzi di in– tervento statale per disdplinare la viila economica ... E' evidente 1:he la tradizionale attività di governo è in– sufficiente al conseguimento della necessania unità di uione economica dello Stato ... » (7). E nello sti:ss? senso si esprimono il rappresentante del!_a.S~c1et_a· Solvay e C. di Livorno, il prof. Corrad•o Gnm, 11Di– rettore generale della Montecat~ni e. m<;>lti_ al!r~. E~si chi•edono ddcevo dal:o Stato disegni d1 p1amficaz10- ne per li~dustrie' speciali, I?er l'ind~stria •C\l'i. presie. dono e formulano dei ragionamenti, che e 1nteres– santi~simo registrare. L'ingegnere Mario Unga_ro, per esempio, vice-direttore dell'I.R.I. ed ~spe,rto rn pro– blemi idro-elettrici, fa un cur,ioso discorso. Le so– cietà elettriche hanno considerato le cose dal loro punto di vista, e cioè quello del loro interesse, e_han– no fatto bene; lo Stato non ha fatto veder loro ..11,ro~ Tescio della medaglfa, e ha fatto male ... E _Pel'cio ~gli chiede un Consiglio superiore de~,'aenergzl!-eJellrica, che sia l'Alto Consigliere dello Stato: Cons1gher~ eh~ deve essere interpellato obbligatoriamente, ~ d1 ~UI sotto certi aspetti devono, altrettanto obbhgatona– mente esser seguiti i consigli... (8). Ma i•esempio ·più dam<;>ro~o.del}e nece~sii1t~.in te~: pi straordinari, dell~ pian1f1caz_1one, •Cl viene Ooo~ dalla così detta liberust1ca America. Roosevelt non .e più al .Governo, anzi non è più di questo m_ondo; ;il suo New Dea/ non impera più nella su~ prnzza .. Ma gli Stati Uniti .hanno avuto, nel 1946-47 u.l loro piano ec<>nomlico. E che cosa è il ,piano Marshall_. dall' A– merica proposto all'Europa, se non ui:i t~n.tativo ~me– ricano di coordinare, organizzare, p1amhcare I eco– nomia europea? (6) In op. cii. li. Appendice, ·.p. ·es. (7) Op, ,cii. lll. AppellUllce alla l<elaztone, pp. 24; 25; 37. ti) Op. cct. li. Appendice clt., p. 47. !3ib_llo La Ubertà compromessa. Tuttavia ,il pericolo che più insistentemente si te– me possa venire, da s1i.ffa_tte -i?no".azi_oni,.è. quello ~i una menomazione della J1berla dei c1ttad1m e II m10 pensiero fondamentale - diceva il dott. Costa, pre– sidente della Conff,fzdustria - è questo. Lo I Stato, in economia, può stabilire degli in~irizzi e .porr_e de~ limHi. Ma questi d,e".ono esser~ .tah d~ co~sen 11 re a1 cittadini di muoversi con sufflc1enle liberta » (9). Ma in ,che maBiera con la prepararione di piami., eco– nomici di utilità sociale, si verrebbe a violare la Li– bertà dei cittadini? Chi volesse, ,poniamo, ·costruire un mucchio di case o nel bel mezzo di una piazza, dinanzi alla facciata di un palazzo storico, o, ma_gari, nel cuore di una strada, e impedirvi la drcolaz1_one, userebbe forse dei suoi dir:itti di libero cittadmo? E se ciò ghi si vietasse, si verrebbe a violare la sua ·]d. b~rlà? Tale è il caso della pianificaziione. Essa non compromette la lioortà , ma l'arbitrio, l'incoerenza, il grotte sco, -il disordi.ne , lo spreco. E 11 progresso so– c1i.al e ,anzi la fondazio ne, l'esistenza stessa della s~– cietà s ono stati e s•ono, •e ·debbono essere una conti- . nua imitazione 'di questa specie di « libertà » senza criterio, senza limiti, senza -ragionevolezza, talora sen– za viscere? Si deve a questo proposito formulare una veri,tà , che anche alcuni economisti hanno sentita chia.ra – mente che cioè la ld.bertà economica non c oincide sempr~ con quel!,e che noi di.cliàmo le lib_ertà, c~vile .e politica, e che l'una e le altre possono, in certi casi, essere nomi siimili che ,coprono re:iltà opposte. L~ libertà di subordinare l'interesse sociale a quello_ d1 uno o d.i pochi;· Ja libertà di prepotere economica– mente di sfruttare li deboli; la libertà di arrestare lo sviluppo di una certa ·categoria d_i utili inizia!ive perchè non rispondenti a qualche u.nteresse par~1co– la-re: tutto questo. non è libertà; è .il suo rovesc10 1 .e ,come tale va condannato e combattuto. Il defunto, rn– dimenticabile Roosevelt aveva formulato questo stes– so pensiero con paroJe più cal_de: « ~J. la~ciar fare ha portato alla oldgarch1a, alla ohgarchia dtl, po_che.pe1_'– sone » e « la libertà individuale, la prospentà 1nd1- vidual~ sono formule vuote di senso, qualo-ra l'una e l'altra •non v·engano disciplina,te, in modo eh~ il pa_ ne di Tizio non sia ,convertito in veleno per Ca10»(10). COJIBADO BARBAGA !,LO (9) IOp. cli. li. Appendice, p. 82, (10) In Looking Forwards, New-York, 1932. Marx e il populismo 'russo Al principio del 188oil gruppo dei rivo!uzionari rus~i ri– fugiati a Ginevra, che facevano le lor? pnm~ a~m1 nel moimento socialista popolare (nar.odmk,_sm?) . si_vide ac– cresciuto di nuove reclute, che saranno I p1onien del mo– viimento socialdemocratico russo, con onentan:iento mar– xista. Prima, della loro conversione al mar_x1smoerano par:e di una organizzazione illegale del movimento popu. lista che, in seguito al mancato attent'.'-to_cc:mtro Ales– sandro II, si era scisso ii: ~ue ram1f1caz1om: il loro pro. gramma, pure dopo l_a_sè:Lss1one, r~stava per entrambe la realizzazione del socialismo agrario ,segn~to da Herzen. Cernicewsky, Lavrof. Esse erano pero d1".1~e !lei metodo. Mentre il primo gruppo, fedele alle tractiz1om,volev'.'-_la intensificazione della propaganda nelle campagne, nf1u– tando di dare un signifiçato politico alla lotta, e cercava un compromesso; il secondo apertamente proponeva u.n· obiettivo politico: la convocazione di un'Assemblea Co- stituente, • 1 1· · Non volendo prestarsi alle persecuziom de la po Jzla, 1 quattro emigrati aderir~:>n?_al gruppo Tochmoarny-Pere. diel. Erano tutti g1ovamss1m1.Salvo Paolo Axelrod, nes- suno sorpassava i trenta anni. . . Fu a Ginevra, che sorse la pnma sezione russa della In– ternazionale, che al Consiglio generale d! Londra fu rap– presentata da Marx. . ,· . Nel 1870 l'Internazionale era prat1cam~nt_e sc10lta ed l rapporti di Marx c<;n, gli emigrati :uss1·.s1 lim1t~rono ~ soli interventi poiem1c1contro Bakunm e 1 suoJ d1scep'?I!· Un problema si imponeva alla loro _mente,a! loro spm– to: nutrire degli idealismi del Cem1cewsky 11•n:iessagg10 · che dalla lontana Siberia era loro perven~to; diffondere l'appello e tro".are la yo_ssi_bilità di unire I paesJ dell'Oc– cidente sulla via del socialismo. ,

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