Critica Sociale - anno XL - n. 1 - 1 gennaio 1948
14 CRITICA SOCIALE che passano a votare. Quanti sono i presenti alla let– tura e ,i, partedpanti a!la votazione? Sono, ci si ·infor– ma, al massimo, 50 su 40 o 50 mila; il r-esto non è presente, non vota: alcuni si fanno ,rappresentare dalle Banche, « molti affidano Ja gestione delle loro azioni» al Consiglio di Amm-i.nistrazione, « dando– gli mandato di rappresentarli». (2). Mai, forse, in un'azienda ,in mano di Ent1 pubblici, il disint-eresse dei prestatori di cap•i.tali raggiunse tali pr_oporzlioni ! b) Burocra::zz):z e· funzionarismo. Una seconda obiezione è ·connessa alla p,r,ima. Ogni impresa d'iniziativa pubblica sarebbe paralizzata da una lentezza esasperante, consegu-enza di un funzio– narismo sciocco, aoc,i,dioso, tardigrado. L'affermazio– ne è, al solito ,grave di equivoci. e di errori. La bu– roorazia esiste negli Enti pubbilci, stata;J,, provin– ciali, comunali ecc., ma esist-e anche in tutte le grandi imprese, d.ndustriali o commerciali, e in proporzione geometrica delle loro dimensioni. Qui, il funzionari- . smo non lo ha cr,eato la pianii\i,cazion-e, ma Io creò, un secolo addietro, la g.rand-e fabbrica e, in conse– guenza, la non meno grande impresa commerciale. Per l',i.nnanzi i pic,coli esercizi, ar.tigiani o commer– ciali, non conoscevano quasi alcuna burocrazia. Oggi gli i.Jffici di alcune imprese sono dei minist-er,i, e, co– me ha dimostrato una inchiesta nel 1915-16, e come ammette il Presidente de:Ja, Ed,i.son, man mano ,che le dim-ensioni crescono, i funzionari moltiplicano in prQporzioni anche maggi.ori. Il capo di una grande impresa è un funzionario « senza stimoli economici » e ancor più 1 sottocapi e i d•i,rettori generali, i vice– direttori sono funzionari « s-enza stimoli economici». Costoro moltiplicherebbero artificiosamente i posti, aggravando le spese generali, ma ottenendo uffici e sti,pendi per sè, per ù, loro iparenti, per i loro amici. Farebbero di peggio: lavorerebbero ad aggregare al– la propria altre imprese, onde avviene eh-e, ogni qual– volta tale p,ro,cesso è compiuto, lo spkito di iniziati– va si spiega in ques11i cap i di azie,nde minori, •i qua. li finiscono con esegud.re- meccanicament-e ciò che il. supe!'i,ore ha loro indicato (3), Questi difetti sono comuni così alle aziende che dipendono da enti pubbJ,i,ci, ·come alle grandi azi-en– de di carattere prfvato. Eppure- anche di recente si sono avuti, presso di noi, degli esempi, nei quali l-e pr,ime hanno agito e lavorato mòlto più rapidamente ed efficacemente delle second-e. L'unica serie di la– vori di ricostruzione, che in questo ultimo -do,poguer·· ra si è compiuta rapidamente, è stata quella delle f-er– rov,i.e,che dipendevano da un'azienda statale, mentre, per esempio, l'industria -edilizia, dli carattere pura– mente privato, è ancora lontanissima dall'avere ri– sposto· alle aspettativ,e che se ne ·nutrivano. c) I nileresse prtvato ·e interesse socia-I-e. Ma questo semp}i,ce rili-evo ci apre la s,trada ad una osservazione assai più importante. Si parla di fatale lentezza delle imprese pianific'ate, dovute all'accidia del funzionai,i.smo. Ma una egual -e lentezza, nella cer·· chia delle imprese ·di iniziati.va privata, è dovuta a cause più profonde. Ascoltiamo ,ciò che la Inchie'sta poc'anzi citata ci i,i.ferisc-e intorno alle bonifiche nel nostro Mezzogiorno. I lavori per queste bonifiche spettavano parte allo Stato, parte ai privati,; or bene, più volte lo Stato fece interamente la parte che gli spettava, ma non fa fece la ,i.niziativa privata. Ed eocone la ragione: « Que– sta seconda incapacità, se in generale poteva ripor– tarsi alla insuffici-enza di capitali e alle difficoltà e a,i. rischi del credito per le opere di bonifica, in par-· ti colare, nel ,caso delle bonifiche dél Mezzogiorno e delle isole, oltre che alla insufficienza dei c,apitali, doveva riportarsi aJla non conveni.enza della trasfor– mazione agraria per i proprietari, i· quali con i siste– mi estensiv,i ricavanio dalle terre redditi assai più -ele– vati ... » Un interrogato ha spiegato con un esempio questo fatto. ~ Io possedevo, egli .ha detto, una pro– prietà alJe porte d·i Roma, da ,cui1 ricavavo 50.000 lire annue di prodo!to lordo e 30.000 d.i reddlito netto. Dopo la bonifica, io ricavai 300.000 lire di réd- (2) Ing. FE:.RRERro, op, cii,, p. 167, CS) Idem, pp. 168 e seg. BibliotecaGino Bianco d1i,toJ.o·rdo, e per diec1 anni nessun reddito netto (t). Quello che sd. è d-etto delle bonifiche si può ripete– re della industria elettrica. Perchè tanta irritante len– tezza nella oeletti,ificazione del Sud e del1e ·isole? Per– chè, si risponde, la scarsa attività, dndustriale e com– merciale, del Sud non avrebbe remun-erato i capitali in vestiti! Si scopre così un altro tarlo roditore del sistema della iniziativa privata. Essa persegue utili privati immediati, senza badar-e, o quasi, all'utile, nazionale o sociale, più remoto. Ed è naturale. Che cosa è l'economia per i liberisti? E' la scienza dell'ar– ricchimento indef;inito, non la scienza che pers-egue i fini del benessere generale (la « scienza feLicitante >). E, allora, non elettrificazion-e, se questa non è imme– diatamente ·redditizia; non bonif,i,che, che .per paree– chi anni non diano reddito netto al ,proprietarin; non case popolari, ma alberghi sontuosi., cinematografi di lusso, bagni e appartamenti a du-e milioni per vano! d)lncompelenza de.i dz'riJgenti. Una terza obiezione riguarda la incompetenza dei dii,rigenti. E anche qui navighiamo in un aperto mare di equivoci. In regime di pianificazfone l'Ente pub– blico - lo Stato, la R-egione, la Provincia, ii,l Co– mune - f,issa '.j fini sociali, poHUci, ·na~ionali da rag– giungere, gradua !'importanza e l'urgenza delle rea– lizzazioni. Ma la di•rezfone de!l',esecuzione del piano rimane agli imp,renditori, ai t-ecnici, agli industi,i,a!i, ai commercianti, ag1i es.portatori, che sono stimolati, oltre che da utili materiali, da ambizioni di carriera, da ,prospettive d,i onori, da. brame di rinomanza, da atta·ccamenti sentimentali alla ,p,ropria azienda: mo– tivd, questi, s-econdo di-chiar ano col oro che stanno a capo delle grandi imprese priva.te, altrettanto forti qua·nto gli stimoli economici (5). E !in siffatto loro conkibuto alla reald,zzazionoe si può e deve rilevare la' virtù della inhdativa :privata. Quest'aff-ermazione' non si fonda su semplioi ipo– tesi. Non dimentichiamo troppo spesso la gran.dezza dell'opera economica compiuta dai poteri pubblici, .da,i governi europei, prima del secolo XIX. Fu di re– gola ,creazione loro (-e non già della iniziativa ,pri– vata!) la grande industria estrattiva, quella mineraria, quella meta!Jurgica. E lo fri, nonostante che gli !ideatori stessero al gov,erno, perchè 'i capi.tali da imp1,egare a lungo termine li çletenevano solo i governi, Su quelle fondamenta si eress-e più tardi l'ed,ifizio del progresso mater.iale dei secoli XIX-XX. e) Alto ,costo delle ,i,mprese pian•ificate. Ma esiste un'altra grave obiezione, quella del co– sto -eccessivo delle iinpr~se pianifd-cate, perchè diret– te da .Enti Pubblici, al paragone delle imprese ge– stite da privali Ed è questo, senza che s'i sappia., il tasto più duloroso. Torna oppo,rtuno rà,chiamare, a questo proposito·, queUo .che suole dirsi della ricchez– za de!le naziond .. La bilancia commerciale di queste utime può apparire passiva; ma ci sono fattori in– visibiJ.i che la rendono attiva. Per spiegard con qual– che esempio alla portata di tutti: la bilancia com– merciale dell'Italia, o della Gran Bretagna, fu sem– ,:pre, in tempi normali, passiva; ma essa era raddriz– zata e corretta da fattori invisibi!,i, che nell'un caso la equilibravano, e nell'altro là rendevano largament,e attiva. Fattori invisibiLi erano i guadagni sui noli dei trasporti mai,ittimi, i redditi ded ·capitali ·investiti al– l'estero e, per l'ltaJiia, le rimesse degli emoi,granti, il danaro lasciato ·in patrià dai viaggiatori stranieri. Or ben-e, lo stesso a,ccade nel caso della e.conomia pia– nificata,. Essa, a diispoettodelle sue app.arenze ·di costo. sità, ha in sè una fonte dnvisibile di guadagno, ,tJ, piuttosto, di ,risparmio notevolissimo, assa,i più àb– bondante della eventuale economia dell-e imprese ge– stite dala iniziativa proivata. Questo attivo è rappre– sentato dalla possibilità di attenuare il flagello della disoccupazione, (prodotto da quell-e cris,i en– demiche, che il fenomeno della sovraproduzione ren– de così frequenti e gravi in regime di ini~iativa pri– vata), -ed il cui costo grava sull'intera sodetà. E più ancora è rappresentato dalla possibd.lità -di evitare le (4) Ing. S1NIGAGL1A, op. cit., p. 15. (5► Ing. Fl!IIRERIO, op. clt. p, 168.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=