Critica Sociale - anno XL - n. 1 - 1 gennaio 1948

CRITICA SOCIALE 11 L'azione sinda,cale ha qutlndi un'ardua e delicata fun– zi one pere quatrice, che esige la massima schiettezza e impld.ca un'alta responsabilità. Ma la d ifesa del salario non è che una parte della in,legrale azione socialista. Più ancora del plus-valore industriale, grava sulle moltitudini lavoratnici la spe– culazione commerciale e il peso enorme delle spese -di Stato. E qui davvero è il vasto campo d,i una fe– ,conda opera nostra. L'azione cooperatoiva e mutuali- - stica, i Cons-igli di Gest-ione, una revi~ione tribl!l.taria che elimini la scandalosa evasione dei redditi della speculazione commerciale e dell'affarismo professio•· nale, riforme agrarie e industr>iali, pianif.icazione del– l'economia e graduale soppressione delle baniere do– ganal-i, partecipazione sempre priù diretta e consape– ~ o e dei ceti _produttivi alla gestione delle aziende ed alle ,pubbliche Amministraziontl,, alla difesa della li– bertà ed all'eser,c-izio di una. reale demoçrazia, sono attua'mente le complesse ma non agevoli vie per cui davvero potrebbe svolgersi il progresso d,i trasfor– mazione d·ella società verso le finalità socialiste. li tempo nostre, in cui è sì alto il divai,io tra d prezzi all'origine e quelli al consumo, d·ovrebbe esse– re l'epoca d'oro per la cooperazioné, se, animata da vero spirito social,ista, fos:,e tangibile il van.taggiò del– la sua azione calmieratrice. Su questo bainco di ·prova si misurerebbero le ·capacità realizzatrici dei sooial'isti. Lo Stato e le pubbliche amministrazioni sono in re– gime democratico un vaso che dà il contenuto ,che vi ~ versa. Ed è questo l'ambito vero in cui può svol– gersi-una più efficace azione socialista. Ma non si deve attendere ai avere tln mano aJ ,po- tere. Questa azione deve in-iz.iarsi subito. Le nosh,e concrete soluzioni dei problemi che travagldano fa viita nazionale non debbono restare elaborazione so– litaria di ,compagni pensosi, o il mistero eleusino del– la ristretta cerchia dei compagni illustri, ma divenà.re oggetto dr propaganda, sostanziando l'attività del par – tito. Solo così potremo attrarre proseliti consapevoli e creare, anche oltre d nostri ranghi, l'atm-0sfera pro– pizia alle nostre idee. Così •i- nostri maestri dettero al– l'Italia la libertà e le legg,i• sociali, senza addossarsi neppure una piccola .parte della pesante ed 9ngrata croce del potere. Similmente all'altro dopoguerra, per la seconda volta nella stor-ia il socialismo (e con ciò intendo non soltanto i partiti di tal nome, ma tutte quelle forze d,i democrazia progressiva, che all'arbitrio individu~ lista contrappongono le es1genze etiche della società) si trova d,i, fronte al suo esperimento cruciale, che non è più di' dimostrare la giustizia delle sue ftlnalità, ,per le qual-i vi era do,po l'armistiz~o una pro,pizia at– mosfera dtl consenso, ma la sua capacità di realizzar– le, capacità di cui, dopo l'altra guerra, l'esperimento dd Bela Kun, e que!lo di Stambuliski, della repubblica tedesca e spagnola e di quella dei soviet, dette si deludenti saggi. Non può il socialismo elud·ere questa improrogabile prova suprema con sterili dott-rinaru, smi, ,con l'o,doso rimasticamento di una sorpassata critica negativa. Potrà solo superarlo, anche nell'Eu– ropa latina, ove H ,compito è intlinitamente più ar– duo, con una conqeztlone ed un'azione costruttiva fat– ta di conc•retezza. ULISSE LUCCHESI Htlodo" 1 ,DeCasperiisullamezzadria ~ ' ·-r--· ----::;;~~~:7~Afiii fiitr?RMIFiPnf Pren-,ess/J. · Fra gli avvenimenti dn questo dopoguerra, la vertenza mezzadrile occupa un posto di primaria importanza. L~ sue origini sono lontane e recenti; essa ha assunto toru drammatici tanto sopra che sotto la oosidetta « linea go- • tica », già da quando la battaglia imperversav:a s:11_nostro suolo. Insieme alla resistenza covavano le aspirazJoni delle masse agri cole decise a scaricare sui « padro11i» i danni ingenti che la guerra andava arreca_ndo alle ?ampagne, alle case alle stalle, a tutto quanto 1-nsomma s1 trovasse esposto ~Ila. furia devastatrice e predatrice delle forze belligera.nti. Con la libetazione si ebbe l'impostazione della vertenza su piano nazionale e nei. seguenti· termi_ni,:~). rev,isione in favore dei mezzadri della clausola di npart1Z1one de1 pro– dotti ,e delle spese; b) liquidazione delle pendenze origi– Aate· dagli eccezionali avvenimenti d'i guerra. Moti,v,idun– que di ordine istituzional_e che si _riallacci-:no_al_pr~cesso evolutivo del contratto d1 mezzadria, le cui ongm1 si per. liono lontano nei tempi, e moti,v-ioccasionah de•rivanti da vna causa eccezionale. In così complessa materia si inserisce il coside.tto « lodo De Gasperi », abbaci'nante. meteora che ha çestato e _te– nuto vive per qualche tempo le speranze de! mezzadri e le preoccupazioni deglv_':grico)t?ri, senza peraltro raggi_u,:i– gere altro scopo che d1 mto1b1d1rele acque e spegnersi m 1111 a scia d,i delusioni per. gli uni e di sospiri di sollievo per gÌi altri. · . . .. Parlare oggi del « lodo De Gaspen » non Slg~ifica oc: auparsi di materia viva. Il «lodo» è. un morto, g1acchè si è lasciato superare dagh avvenimenti che non ha saputo 0 voluto interpretare J>ei giusti termici. Però, malgrado le sue ,insufficienze, palesi nel dettaglio della norma come nella linea gener_ale dello spirito c,:he l'ha animato, ~sso iesta tuttavia un élocumento costruttivo. Solo questo spiega la presa di posizione· dei partiti di massa per trasformarlo in legge. Il «lodo>;, ~•altr': pa;te. non è privo di un certo valore stor·ico; negativo finche si. v1;1ole,ma_ P!!r sempre interessante. Queste sono le rag10n1.che g!ustific_anoun esameJ che s0lo apparentemente può ntenersi fuon tempo e luogo. L• questio<1u ,d/e l-ripdlr~o p,11o<dlotti e spe.s,e. Que-J.contratto di me,z~a_dr~a, che ha a".uto in o~.nitempo fervidi sosteniton e ont1c_1 pocp benevol_~offre 1n effetto if fianco ad una osservazione che ne mma 11preteso con- -BibliotecaG1 o ij1anco Jl14ibi2?~..! ~-~. tenuto di giustizia distributiva·: esistono poderi che, per natura di terreno, dotazione di miglioramenti., esposizione, ecc., sono molto produttivi; ed esistono poderi che, per le condizioni opposte, sono .invece scarsamente produttivi; ne esistono altri che presentano comodità e sono di fa.. cile lavorazione, come ve ne sono di quelli che richiedono nn lavoro più duro e la rinunc-ia a ,molte comodità (po– deri cli montagna, lontani dai centri, dalle strade, dalla scuola, dalla chie•sa, dal medico, ecc.). Il patto mezzadrile, comportando in /lutti i poderi_la di-– visione a metà dei prodotti e d.elle .spese ,dà luogo ad una evidente sperequazione a danoo dei contadini che si trovano su poderi poveri, perchè questi con più lavoro ottengono meno prodotti degli altri., i quali, su poderi fer– tili e a ptù fadle lavorazione, concorrono a dividere una produzione superiore ,i.nquantità e, a volte, anche miglioPe per qualità. · . La spe.r·equazione è un portato della formula generale, uguale per tutti i· poderi; oggi si direbbe che è un por. tato del contratto collettivo. C'è un rimedio a simile in- 00nveniente? Questa domanda, che a noi sorge spontanea, perchè ci preoccupiamo cdelle condi·zioni di chi è chiamato a lavorare molto e ad esser·e retribuito poco (poco in senso ,relativo, e ancn~ in senso assoluto), per altri noti ha ragione di essere posta. Dicono costoro che, come la natura presenta poderi ricchi e poderi poveri, così si può tollerare l'esistenza di contadini• fortunati e di altri sfor– tunati. Lo sviluppo di questo concetto. di ispi,azione libe– ristica, ci porterebbe :molto lontano nel nostro tema. Il nmed,io alla sperequazione lame-ntata esiste teorica– mente ed è racchiuso nelle due formule seguenti: quella della variabilità dei patti, sostenuta dal Tassinari (r), e quella della qnota di conguaglio o quota perequatrice, di cui si occupò il Serpieri nella sua brillante e tuttora fresca relazione al Congresso agrario d•i Faenza-Rimini del 19()8 (2). Ferma restando la ripartizione a metà dei pro– dotti e delle spese la quota di conguaglio rappresenta un compenso speciale' che va conferito, secondo .i casi, o a1 (1) TASSINAI\I G.: « La frutticoltura in rapporto al con.. tralfl di affittanza e di mezzadria• - Relazione al Congre$SO dl Frutticoltura di Massalombarda, 1927. Pubbllcat_a negli An– nali deWOsservatori'D di Econo.mia Agraria di Bologna, Voi. I 1928. (2) SERPiiERI A.: e La mezzadria nella presente economia ..,. grari,a >, ,pubbUcata anche in Studi 1ui contrat1.t agrari, Bo-– . logna. Za.niche!M, 1920;

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