Critica Sociale - anno XXXIX - n. 24 - 16 dicembre 1947

494 CRI1'ICA SOCIALE la conferenza di ForceOuvrière. Ci siamo occupati nell'ultimo numero della conferenza t~nuta dai sindacalisti francesi di "Force ouvrière 11 • e della azione che essi svolgono per liberare i sindacati del loro paese dalla iuteressata e perniciosa influenza dei comunisti. Riassumiamo ora un articolo di Léon Blum (u Populaire ,, del 13 novembre) di commento. a quella conferenza. ~ cc L'atteggian1ento del. socialismo francese di fronte all'or• :ganizzazione sindacale presenta una palese contraddizione. Da un lato noi prestiamo alla sua vita interiore un inte• resse pari a quello che dia.mo al nostro partito. I nostri statuti impongono ai nostri membri il dovere, dovere socia.. lieta, di aderire al sindacato della sua professione e di parteciparvi attivamente. In tutti i moineuti difficili della vita pubblica noi abbiamo sempre cercato un ter.reno d'azione comunP. con la Celltrale sindacale. Abbiamo la profonda convinzione che sindacalismo e socialismo abbiano lo stesso fine, e considerian10 i successi e gli scacchi del sindacalismo come nostri. D'altra parte, noi professiamo un rispetto asso– lnto per la sua autonomia. Noi riconosciamo l'autonomia &indacale come 11n principio assoluto che si applica tanto ai partiti politici quanto ai governi. tanto ai partiti che inquadrano la classe o.peraia quanto agli altri partiti. "Non voglio sapere come e perchè (a differenza di quanto è avvenuto in altri Pa~si) i sindacati francesi si siano costi– tui;ti ìn una organizzazione indipendenb~ da ogni gruppo pol'itlco. Il fatto ·esiste e si riporta alla più profonda e antica trt\-dizicne della vita operaia della Francia. L'unifica– zione sindàcale si è realizzata con la C.G.T. sulla base del ;ispetto dell'autonomia, e cosi si è anche realizzata l'unifl.– cazione socialista nella S.F.I.O. · 11 Autonomia, Unità: 'queste sono le parole l'ordine del eocialismo francese in tutti i suoi rapporti con l'organizza... zfone sindacale. Noi siamo anche legati a queste due parole d'ordine perchè siamo rigorosamente solidali. L'esperienza proya che per il sindacalismo francese l'autonomia è la garanzia e la condizione dell'unità. Nel momento in cui si lede il principio dell'autonomia sindacale si compromette \:unità sindacale. « Questo è il dramma del sindacalismo al momento at– tuale. L'idea-forza Autonomia è in conflitto con l'idea-forza Unità. I dirigenti della C.G.'r., in grande maggioranza com1L nisti, si sono creduti tanto forti da poter trascinare l'orga~ nizzazione sfndac~Je in una stretta al1eanza politica col loro Partito e in una dipendenza politica da esso. L'Autonomia resiste, e ad un tratto l'Unità è messa in causa. Gruppi autonomi si sono costituiti; la parola « scissione II viene pronunciata; alc 1 uni militanti che non si piegano all'asser– vimento o alla soisione si perdono di coraggio e si ritirano. ~oi stessi socialisti, proviamo nel Ii.ostro intimo questo dolore. Quando si verifica qualche movimento non organiz– ~ato nella classe operaia, animato dalla resistenza all'op– pressione politica da parte della direzione comunista, e cioè qualche moviment,o in favore dell'Autonomia, noi proviamo un primo slancio di simpatia; poi, quando ci rendiamo conto Cbe questo movimento lede la disciplina e quindi minaccia Ì'Unità, la nostra simpatia si mescola all'appresSione. e, La Conferenza di 11 Force Ouvrière u, ispirata da un profondo sentimento unitario, lo ha perfettamente capito. I soli nemici possibili dell'Unità, nell'ora presente, sono i ~istruttori della Autonomia. Il solo mezzo per preservare e consolidare l'Unità e mettere un termine .alla crisi interna dei 'sindacati, è quello di riprendere la tradizione gloriosa e prov·ata dell'Autonomia, è quelio di ritornare a quel prin .. cipio che ha permesso· al sfdacalismo francese di costituirsi e svilupparsi, è quello di riconquistare la C.G.'i'. per farne ciò che essa fu lJel passato e che non aivrebbe dovuto· mai 1 cessare di essere, cioè l_o strumento libero, autonomo e sovrano della forza operaia li. p. ga. è prossima la terzaguerra? E' già diffuso H dubbio e, in certi settori, il _panico che a non lontana scadenza. una terza guerra possa scoppiare col seguito e le conseguenze della spaventosa bomba atomica. Per. deprecabile che sia l'ipotesi, giova esaminarla alla stre. gua delle situazioni reali, materiali e psicologiche che si pre. sentano ai nostri occhi. Sono ancora attuali, pur a distanza di a:cuni mesI, i rili'evi. e giudiz espressi in un interessantis– simo articolo del s New Statesman and Nation • (10 maggio), i.n cui si cerca di .rispondere a questa domanda: « che cosa pen~a Stalin? ,,. Quando, nel febbraio del 1946, a.pparve chiaro che il pre– stito americano andava in fumo, Stalin rivelò ·al suo infelice popolo dell'Unione- sovietica, che ancora una v_olta esso non Biblioteca Gino Bianc I -------------------------- era stato aiutato, per colpa del mondo estero, a dar mano al processo di ricostruzione. L'Ucraina devastata nella guerra e nella ritirata dai tedeschi, 20 milioni di uomini uccisi,; grandi città, alcune delle quali di nuovissima costruzione, rase ,al suolo: centinaia di villaggi cancellati dalla faccia del globo: l'intero sistema ferroviario distrutto: trattori, cavalli, bestiame, utensili vari rapinati. I corrispondenti alla conferenza di Mosca, durante le more 1 delle sedute, hanno avuto tempo di rendersi conto " de visu II che la Russia non sarà nè psicologicamente nè mili– tarmente pronta per la guerra per parecchi anni avvenire, almeno una quindicina. Ora, questi fatti dànno l'impront-' alla politica estera. della Russia. I Russi si considerano circondati d~ nemici, sia per la teoria leninista, sia per l'esperienza dell'ultimo trentennio. Per premunirsi, essa si è venuba costruendo un cordone sanitario di governi u amici i, o satelliti, cercando di inclu~ dere in esso tanto i Dardanelli· quanto la zona petrolifera della Persia. La sua linea di difesa consiste nel presentarsi, nella sua propaganda, come il campione dei popoli arretrati. In più essa conta sull'appoggio dei Partiti comunisti di tutto il=~ . . Questa politica della Russia è basata in parte sulla paura, cui ofl're un pretesto la politica dei suoi ex-alleati e l'atteggiamento della stampa americana, e la stessa teroia americana, la quale preS'ente un futuro conflitto con la Russia, se non com~ certo. almeno come probabile. Nella sua intervista col Governatore americano Stassen, f;tàlin ha particolarmeute insistito nel chiedere che proba,. bilità vi sia di uno "slump .,, di un cÒllasso negli Stati Uniti. E' infatti probabile che, presto o tardi, l'immenso soprappiù della. produzione a.mericana.:porti ad un catastrofico u slump 11, e. a menO che un ~uccedersi di agitazioni oper,a•i~ riduca gli Stati Uniti alla paralisi, è probabile che il "Big Busi: ness i, - il grande a.ffarismo americano -- avrà quale solu– zione, non già, come nel 1932, un ((New Deal » un nuovo Indi– rizzo; ma una concentrazione della produzione bellica contto un nemico straniero, che non potrebbe essere che l'Unione sovietica. La gente sana di cervello in America sa bene che la Russia non può combattere contro gli Stati Uniti e eh~ llna guerra pr~ventiva contro l'U.R.S.S .. non si limiterebbe a distFuggere. i centri industi,:iali sovietici colla bomba ato. mica, m::t. coinvolgerebbe un incalcolabile altro numero di devastazioni in Dlolti altri pa;esi. Essa vorrebbe dire proba– bilmente una guerra, mondiale, non solo perchè l'esercito rosso dilagherebbe nell' .A,sia ·e ·nell'Europa, ma anche perchè centinaia di. migliaia di uomini arretrati e sottomeFlRi, nel– l'Oriente medio _ed estremo, come sul continente asiatico e americano, considerano l'U.R.S.S. come il loro campione. Nel, suo libro « The Scared Men of_ the Kremlin » do John Fisher, che la. rivista cita, l'autore •combatte l'occupazione, da parte dell'America, dell'Iceland e delle isole del Pacifico, perchè ivi essa non può avere altFa direttiva che quella di preparaFe le basi per un bombarda,mento aereo della Ru.ssia. Ma l'argomento essenziale. dello scrittore è quello di vedere come gli Stati Uniti sviluppano la loro economia. « Da u,n angolo visuale strett&mente militare - egli, scrive - noi non possiamo permettere un'altra depressione. Null'altro potrebbe far pjegare così disastrosamente, a n'ostro svantaggio, la bilancia della ;potenza miliitare "· Una crisi economica negli Stati Uniti si rifletterebbe >n una disastrosa depressione mondiale. Oltre a ciò la Russia combatte una guerra ideo– logica non micidiale. In ogni zona impoverita o arretrata,, lru propaganda sovietica prevairrà. L'America può ostacolare l'avanzata comunista solo dimostrando a quei paesi u che il nostro eistema ~ravvederà foro una vita migliore e maggiore libertà di quel che non possano offrire i, cpmunisti. Se non ci riusciamo, le zone povere, presto o tardi, saranno attratte nell'orbita russa, nonostante •la forza militare che noi PQB– siamo ostentare. Esse possono 1 trovare una salvezza eolo in una rivoluzione democra,tica, la quale Spazzi via i regimi coloniali d'altro tempo e le magre economie contadine, sosti. tuendo ad esse una moderna civiltà industriale i,. 11 Soprattutto, ·r America non dovrà mai sentire la teI\ta– zione di appoggiare delle critiche - dominanti reazionàrie, semplicemente perchè strillano forte contro il comu01ismo. Ogni qualvolta noi sosteniamo un Franco in Ispagna, un Ubico nell'America latina, o unà ganga corrotta dei •signori terrieri· del Kuomintang in Cina, tradiamo la nostra causa. Essi possono tenersi a galla per qualchè anno, ma non ci potranno mai asijicurare l'amicizia dei loro popoli. I nostri ~eri alleati in tutte le' zone povere del mondo sono i vigorosi progressisti, g'li apostOli della rivoluzione democratica "· Seguendo una politica siffatta, i timori della Russia pos– sono cadere e la sua politica può camtiare. Gradatamente, il bisogno ,li cooper_azione in tutti i piccoli scambi della vita.

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