Critica Sociale - anno XXXIX - n. 24 - 16 dicembre 1947

492 CRITICA SOCIALE solutament,e obbediente, governava ti! partito ed i~. paese con mano di• ferro. Un p(;rtito che divent a pa rte integrante di un •re· "ime totalHario basato su.la co!lettivizzazione e sul• l'i,ndustriaHzzazione forz ata, a ttraverso i-Isacrificio di milioni di vite, e.essa d,i essere un partito nel senso tradizionale della parola. Esso diventa, un « micro– cosmo» totalitario, una riproduzione in miniatura -deJ:o Stato che governa. La libertà inteJ;ettuate e spi– rituale è finita. Nessuna evoluzione, n.essun pensiero indipendente, nessun d•issenso è permesso o è .pos– sibile. La paro 'a de-1capo del partifo sostituisc.e teo– rie, discussioni, ana fai, scambi d·i punti _di ·vista. Tutto ciò porta in.evitabi'mente alla degenerazione morale ed ideo:ogica. L'obbedienza cieca e completa, la fedeltà, la lea.:tà verso il Ca-po (in Russia il padre dei popoli), la stessa servi ità diventano •l.e più g-rand•i virtù d,i un buon membro del partito ,e pren– dono il posto deI:e sincere conv-inzionL La più giovane generazione è allevata in una di– sciplina acI'itica; è tenuta ne'.l'•ignoranza dei, fatti, aJ.imentata con notizie falsificate ,e alterate sul resto de:. mondo, sul suo stesso paese, e i:iersino sulla storia del suo partito; educata in uno s.pirito d,i amoralità e d 1 i i.limitato machiavellismo, che uccide nell'anima di questa gioventù ogni noz:one di decenza, di uma– ni-là, di p.ietà, e di compassione verso il «nemico»: e nemico è chiunque dissente dalla linea che il par– tito segue in quel momento. Questi giovani, uomini e· donne, non .hanno inibizioni, nè I'iguardi per la sofferenza e la vita umane, nè rispetto per la persona:ità e la -libertà ·umane. La loro filosofi a, le loro nozioni del Bene e del Male, del Giusto e d.el – iflngius•o non hanno nuJ.!a a c.'.'!efare con il n ostro concetto dei, valori, umani. Essi non capiscono noi, democratici o socialisti d 1 i tipo democratico, e noi ci i11ganneremmo s.e pen– sassimo di com.prendere loro. Essi sono per noi come i « Marziani » per un u..9mo nel romanzo di H. G. Wel.ls, e no,i siamo per loro esattamente quello c.!:le quegli uomini erano ,per i « Marziani ». L'idea che .i comunisti ed i so.ciaJi.sti, democratici, che .i bolsce– vichi ed i m.enscevichi, sono due ramd dello stesso grande movimento, diversi soltanto nei metodi, ma fondamentalmente uguali nell'ideologia e negli scopi, è una nozione anacronistica e del tutto .errata. TransizilMle: da ,che cosa a che cosa? _ Molti, scrittori socialisti .cons-iderano il sistema russo come un « s-istema di transiz-ione ». Essi rifiu– tano di ammettere che ,:o Stato sovietico appartien.e ad un'aJ.tra categoria. Secondo loro, vi sono so;tanto due possibili forme di sistema sooiale: il capitalismo ed il sociaJ.ismo. Un paese come la Russia, dove il capitaHsmo è stato aboJ.ito (.essi -cr•edono), deve d,i-– ventare uno. Stato sociali-sta. Poichè l'i-stituzi'one di una economia socia,:ista r,icl;liede tempo, bisogna aspettarsi un pe,riodo di transizione. Quello che noi abbiamo oggi in Russfa, quind•i, è uno stadio di transizione sulla strada d,al capitalismo al socialismo. Questo ragionamento puramente astratto e teorico non corrisponde, ,purtroppo, alla realtà, ,e non è ba– sato sui fatti. Basta .porre -in· contrasto iJ, 1917 con il 1794, .confrontare il punto di partenza del bo·lsce– vismo con la presente situazione russa per giung,e,r,e aHa inevitabile conclusione ò.e i due qlNmi decenni (Ùllla storia russa hanno veramente se.gnato una tran– sizione: la transizi,one, non dal capitalismo al- so– c,ia,jsmo, ma dalla rivoluzione· utopistica al totalita– rismo. U11a nuova e terza categoria di sistemi, sociali è sorta, la qual'e differisce fondamentalmentè da,i due .sistemi class'ici. La formaz,ione di una società totalitaria pr-esup– pone ben più che - cambiamenti - superficiali, nella struttura politica od economica di un paese. Essa 'è' un processo che i-ncide nel ,profondo, che trasforma la vera .str.uttura di tutta una società, i suoi tessuti, i suoi processi cellulàri, Ja sua q: bioch<imica ». Nuove fÒrze sociali em,e,rgono; si formano nuovi, atteggfa-. menti fra gruppi- •e fra si-ngoli uomini; si" sviluppano nuov.i accostamenti e nuove r-eaz-ioni-,una nuova mo– ralità sociale e politica; si crea un nuovo mecca– nismo per « amministrare Je cose e governare gli uomini». Questo prooèsso, una volta messo i-n atto, è re- BibliotecaGino Bianco vers-ibile? E' ,possibile cioè ,che una società! la qua!e - con successo e d.efinitivamente - è stata trasfor– mata i.n uno Stato totalitario possa cambiare la di– rezione generale de1·ìa sua evoluzione e cominciare a sviluppars-i in una collett-ività democratica? Og~i- si:stema ha le su.e proprie « leggi natura,:i. >, che mflmscono non solo sul ,popolo ,ma anche sui, gruppi dominanti. Due deg!,i Stati totalita-ri che noi abbiamo avuto campo di osservar-e e studiare H ·Terzo Reich e 1-o Stato corp.orativo fasci.sta i,tali;no sono caduti. Ma nessuno dei due a causa d•i una .evo'. luzione interna « alla rovescia »; essi, sono stati schiacciati da una forza puramente fisica, da.le •l'esterno. Nel -caso -della Germania, anche negJ.i ul– timi - momenti,, quando .ormai, appariva chiaro eh~ Ja guerra era perduta, il -partito al governo potè fru– s!rare qgn1 tentativo derJe forze interne di opposi– z10ne diretto contro i-1partito o il Fiihrer. La dram– matica sconfitta di tutti i complotti contro Hitler in Germania conformano questa ossèrvazi,one. La situa· zione, per quanto riguarda l'Italia, era molto simile ma,lgrado di fatto che verso la fine essa fu offuscat; dalla presenzà di ,eserciti stranieri. La legge naturale di un si,st.ema totalitario è e– spre&sa nella « spira,· e totalitaria». Nessuna evolu– zione verso la democrazia è neppure a,pparsa possd– bile in simili Stati, e nessuno. di questi- sist.emi è sta-– lo neppure seriamente mfoacc-iato finora da una ri, vo 'uzione dall'interno. Il fatto che la popolazione è / senza speranza e .comp1etam.ente « atomizzata », priva di qualsiasi possibilità e mezzo di ottenere ,informa– zioni, di o·rganizzare o ·dr procurarsi anche i rud,i– menti deJ..'educazione ,poHtica nello spirito della de– mocrazia, fa sì che sfa pressochè impo.ssibile per i cittadini dell'U.R.S.S. resistere in un modo qualsia– si aH'onn~potente governo, a1Ia sua t.entacolare po– lizia segreta, che ha i suoi informator-i praticamente in ogni gru-ppo, in ogni casa, •e persino, i-n molti casi, nelle .stèsse famig!,' e. · La tendenza natura,'.:e di ogni ·regime totali,tario è quella di perpetuare se stesso all'infinito, « per i s·e• coli a venire»; non è quella. di riaprire una strada alla ·democrazia, che significherebb.e sostituzione del potere. Ci vorrebbe molto più spazio_ di quanto è concesso in un articolo di rivista .per dimostrare 1>ie– namente· che fino ad ora· non vi, è stata la mi•nima indicazione che i processi sociali, politic•i ,e ideo:o– gici nella Russi-a sovietica abbiano cominciato, dopo la vittoria in guer ra, a evol versd in una direzione. di– versa. Que1lo .che sappia.mo è che l'Utop-ia socialista si è trasformata· in un « r -ealismo » totali,tario deBa specie" più completa. RA:PHAEL R. ABRAMOVITCH FATTI E COMMENTI. della stampa italia·na ed estera Difficoltàdi un planoMolotof. Il "Manchester· Guardian Weekly » del 21 agosto pubblica il seguente esame delle possibilità ohe può avere un blocco economico dell'Europa orientale. · I recenti trattati economici della Russia con i paesi della sua sfera di interessi hanno suscitato molta attenzfone. Sebbene formalmente essi non rappresentino un 'nuovo punto di partenza, la stipulazione di mezza dozzina di trattati a una quindicina di giorni di distanza dal. rigetto deHé offerte di !Marshall , di.fllcilmell•te è una pura coincide-;,za. Molti osservatori vedono nei trattati l'inizio di un ti piano Molotof • destinato a soverchiare le offerte di Marshàll. E' lecita. una simile interpretazione dei nuovi trattati? llisogna consid11rare innanzitutto che essi sono trattati bila– terali per lo scambio di beni; essi non implicano aiuto economico sotto - forma di prestiti, crediti, affitti e prestiti o assistenza. La Russia esporta soprattntto · grano, cotone, ferro grezzo, vari . met~lli. e leghe, e, nel caso dei paesi balcanici, macchinari leggeri; è ·riceve attrezzature fei:ro– 'Viarie, macchinario pesante, petrolio, metalli grezzi, cemènto· ed ' altri « beni di produzione ,. Il senso reale dei nnovi accordi consiste in·, un '· sost'anziaie · incremento dél ·volumè dei recipraci scambi. - Nell'accordo c·on l'Ungheria, per eiién:i-

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