Critica Sociale - anno XXXIX - n. 24 - 16 dicembre 1947
CRITICA SOCIALE 489 Non esistono dnvece,_ in I~:~.li~,correnti di quakhe peso_ --:-. salvo _assoc1az.om d1 imprenditori, aventi specia\1 ~nteress1 !}a tutel!lre, come quel:e facenti capo alla . ny-1sta_ A(frzca, e I gruppi nazionalisti - le qua_1 conlr;bu!s•cano a diff_ondere una coscienza co• tomaie nel! O,J?lll-IOn-e pubblica. In genera:e, si pensa· c~e ~e colome s~mo costate troppo alla madrepa· · tr~a. !Il sa,n~,ue e In dena~o. L'infatuazione coloniali– stica del 36 non ha lasciato tracce. La battaglia del Governo per le co.J.onie si svo.ge nell'ind-ifferenza generale. . In realtà, il problema doveva essere affrontato .con ben altra .~enta.ità,: 1:,a p·o!itica delle suppiiche in un ~on?o. d1v1~0 d_agh Im_Peria:ismi (sia pure imperia– hsm1 diversi ne,.la teoria e nella prassi da quelli che funestarono I'i! man!tà tra la_prJma e la seconda guer– ra mond-1ale) e sto.la e penco osa. Essa sia a mezza strada tra la minaccia de:la forza e la predisposizio– ne alla '.inuncia. Chi oggi suppl-ica, se possedesse J.a s,pada d1 Brenno la getterebbe sulla biiancia Alme· no _q1;1esta è •l'opinione che -i vincitori ha nno d ei vinti. Chi e forte mucamen!e dei propri prin, ci.pl- i deve sa. per accet-(are !a seconda sO':uz'.one e, gi.p'omaticamen– t~,. tra,rre _dalla rinuncia J. maggiori- vantaggi possi– b1h. L Ita.!1a ha tutto da guadagnare rinunciando con atto spontaneo (fingendo d'ignorare l'impostazione dell'art. 23 de]· trattato) alle sue colon:e e tutto da perdere insistendo con fastid-iosa retori~a e generi– che promesse d'autogoverno agli indigeni per la con· cessi~ne di un mandato che la priverehbe dell'a_p, .poggio del mondo arabo e appesant-irebbe la mac– china statale con la creazione di una fitta rete bu– rocratico-militare, troppo onerosa per ,l'erario e. po· co gradita alle popolazioni native. La rinuncia a.i territori J,ibici, che l'accrediterebbe ~i colp? pres~o la Lega quale patro.cinatrice degli )nteress1 arabi, permetterebbe all'Italia di •svolgere 1n quel settore una funzione· moderatrice nei con-• front.i. del piµ a,cceso e guerrafondaio estremismo pa– narabo, lottami.o efficacemente per evitare la guerM 9lmia (questo anacronistico e goffo spauracchi0 dei .principotti 'mussu:mani), quando si, costituiranno ,in Staio autonomo le colonie ebraiche in Palestina. Li– berare l'Inghilterra dall'incubo palestinese non è ,im-, presa facile: ma può valere un considerevole rialzo delle nostre azioni presso il Foreign Office. Le frontiere intern-e libiche, con dogane e poldzia, ostacolano lo sviluppo economi_co della regione. Ap· poggiando le rivendicazioni arabe, l'ItaHa si batte - contro gli ,intrighi separatisti delle grandi Potenze - per l'unità e l'indipendenza totale della Libia. Dopo la temporanea ventata di xe.n-0fobismo, l'Italia sarà ,la prima nazione a cui la Libia e tutti d, .paesi indi– pendenti, della Lega Araba apriranno le porte della emigrazione (che, ;-1.elresto, fu sempre ·irrii:evante, e •i1Governo fascista dovette incrementarla art-ifi,cial– mente col mito della Quarta Sponda), della collabo– razione e della penetrazione commerciale. Per chi sa •intendere, questa è autentica influenza politica. E ciò è veramente importante ai fini de!Ja pace: non se debba sventolare, su una duna desert-ica, il tricolore o -la mezzaluna. Quanto all'Eritrea e alla Somalia ba· sterà salvaguardare intelligentemente gli interessi i– taliani in queste regioni. ALi'inghilterra converrà, ac– cettare la collaborazione -italiana. Anche l'Etiopia - per espresso desiderio del Negus - è aperta ai traf– fici, àll'attività scientif ica e al lavoro degli Italiani•.– V'è. un motivo idea.le che deve spingerci verso l'E– tiopia: so:tanto con le opere d1 -civiltà è possibile -eoncellare ,il bruciante ,ricordo delle atrocità di Gra· ziani e delle bombe di Badoglio. Un immenso cam– po di attività c1 è disc:biuso. La funzione dell'Italia - piattaforma avanzata de1 sistema eurasiatico ed eurafricano - nel processo di unifkazi<>ne mondiale, s1 delinea sempre più net-– tamente: funzione enucleatrice di forze storiche vi– tali, suscitatrice e coordinatrice di attività, multifor– mi e, nella misura in cui esse contrastano con gli in· teressi imperialistici, rivolu7!ionari, articolantesi a tutto il gigantesco molo d'emancipazione dei po,poli mirante a rovescia~ gli attuali- -rapporti di, classe. e di, nazionalità, per il quale la nostra Penisola rap– presenta, nel delicato punto d,i c_onvergenza del l]~– ci,no del Mediterraneo, un po~ente elemento equill– bratore e unificatore. Pérciò l'ltal,ìa è oggi un posto di 'vedetta e· di lotta; una trincea di prim'ord,ine nella Bianco batt:iglia per_ l'Eurasia e per •l'Eurafrica. Bisognerà de_d1care.-0gm.sforzo all'educazione dell'opinione pub– blr~a - s.pec1almente operaia e intellettuale - per· che_ nel suo seno si formi una salda coscienza col· \ett1v-a dei comp:ti che -incombono aL nostro popolo m quest'ora drammatka. della storia del mondo. R.iepilogo. Intesa ad onnt co.sto -con la Jugoslav-ia ,l'Unione Sovietica e tutti •i paesi de.l'Est Europeo· (pre.ceden-• za al fattore po,!Itico su quello economico) - tattica te!Ilporeggiatrice verso l'America e i paesi della dol– tr,1na T~uman - atteggiamento amichevole verso la Germ~n1a - rinuncia definitiva alle colonie e stretti legami col mondo arabo. Meno scopertamente: lotta serrata ,contro i-J princip-io di sovranità l'eaemoni– s~o tota-lilario, IÌJ mi.itarismo, il colonialismo 0 il raz– z1~mo. Una f!OliNca estera italiana è possibile· sol· (an~o se_sod_d1s_fa_ qu_este fondamentali esigenze e si 1s.p1ra a1 p!'lnc1p1 teste enunciati. Ed è anche la più cor~~giosa, la più. conseguente e, insieme, la più van·• tagg1o_sa~he l'Italia possa fare. I problemi collaterali -;- umon1 doganali, crediti esteri, emigrazione, scam– bi cuJturali_ i: •COfi!~e.rcial 1 i., che tanto preoccupano i .n_ostr ~ uom1 m politici e d'affari - potranno essere :isolt1 so.lt' .1,n_to neU'ambito di un disegno p,iù vasto, r~s~rend~s~ rn un processo unitario e indirizzai-o a fm1 premsi, come quello che abbiamo tracciato. · , L'attuale politica es-tera è troppo -incérta contin– gente, generica, ocdd·entalista, spezzata nell~ sue li– nee ,principaJ,i; non nasce da valutazioni ogg-ett,ive profonde, da un calcolo spregiudicato della situazio'. ne internazionale e del!e possibilità che essa mani-– festamente offre o nasconde. E' fataI,ista e astratta e si regge su formule vuote e sorpassate. Un rinno'. vamenlo -rad-icale dei quadri diplomatici e dei me– todi tradizionali s'impone. In pari tempo occorre e· viitarè, ·aU'in terno deJ, paese, la polarizzazione delle forze - non alimentando speranze taumaturgi,che e mtroducendo elementi equivoci e -confusionistici ma . cr_ea~do nuove cor~en~i di opinione., sollevando 'que· strom veramente v1tah, prospettando soluzioni nuo– v~ e radicali.. Bis_ogna ~alvare l'Italia dalla guerra ci– vile e dalla m1ser1a sociale, e lottare per •l'affermazio– ne nel mondo di un ideale di libertàJ che non sia -reversibile ,per fin·i politici ,contingenti e nell'inte· resse di oI,igarchie s-offocatrici. Quèsto è il compito degli Italiani coscienti. • • Dalla presente trattazfone abbiamo escluso iJ, pro– . bléma della neutralità e quello della politica vatica– na - quest'ultimo di- particolare importanza per Ja . posizione internazionale dell'Italia - e dei ,rapporti tra lo Stato Italfano e la Chiesa Romana, ritenendoli non- .strettamente pertinenti· al .nostro argomento. Se g1i. sviluppi della discussione che· tntendiamo t~stè aperta s-ulla nostra politica estera ·,10 richiederanno, li esami-ne,remo ,in altra occasione, se,paratamente. Gumo CEIIONETTI ll 28 novembre u. s., a Palazzo Chigi, è stato firmato fl primo accordo commerciale 1ta1o-jugoslavo det dopoguerra, notevolmente vantaggioso per le due economie, Le elementari necess•ità di vita del piccoli p·aesi fanno deflnltlvamente nau.. fragare i nazionalismi economiçi, E quelli po!òtlcl, una volta avviata la coHaborazione economica, rivelano sempre più il loro carattere di manovra interna: ma non sono per questo meno pregiudizievoll per li' pace e iJ buon vicinato. Il re-– cente accordo non muh\ la tesi -da -noi sostenuta, ,in quanto es.sa pone !l'accento sui fattori politici che devono detennl– nare il ravvicinamento tra i due paesi (e sugli scopi gene– rali che l'Italia deve instançabtlmente perseguire In questo lm– portanti.ss• imo settore della sua politica estera); e sul terreno politico - non è possibile dubitarne - la lotta sarà più difficile e dovrà essere condotta, come noi abbiamo prospet– tato, anche al di fuori della tradizionale sfera dlplomatlca, con \a parteçipazione di larghi strati di oplnlone pub bi ica (qui bisognerà battere • comunisti), L'ltal!a non può dor– mire sui protocolli di un trattato di commercio. Con· dolore constatiamo che, mentre a R-oma si fìrmava •l'accordo, ·entra– va in funzione al confine giuliano la· commis.sione :IÌllsta per gli sconfinamenti... Sulle· fra-si dolciastre di Sforza si chiudono con atroce impassibilità le oyde salate dell'Adrla– Uco. G. C.
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