Critica Sociale - anno XXXIX - n. 24 - 16 dicembre 1947

488 CRITICA SO_CIAL.E viato a mi:gliorare .Je proprie posizioni e Ja forza ' d'attrazione del P.S.I., Ja cui autonomia è· rido,tta a un pietoso ·specchio per allodqle, è ·neufra,Jizzata dal– la politica dei blocchi, popolari. I ,comunisti sono i– solati e lo sanno. Quanto ai fascisti, l'irrazionalità del lovo pensiero e ·della loro azione li condanna al ruolo perpetuo di piaggi:atori e di nostalgid: essi non ispireranno mai fiducia ali' America, perchè tut– ta la .Joro abi,!ità trasformistica non è suffidente a capovolgere i,J loro ideale po.liti,co, sostituendo Tru– man - e ancor più l'odiatissimo Roosevelt - ai due dH,tatori, defunti. li ,legittimismo è un'anirnuccia in pena, vagolante tra immagini stereot-ipe di sovrani sabaudi e una villa sulla -riviera 'di Cascais, non una· forza politica temi-bi-le. : ,Compito della diplomazia itaHana è d'iinpegnarsi a fondo perchè gli• Stati Uniti non s'impadronLscano con mezzi pacifici e .JegalistLci (non essendovi nulla che giustifichi l'intervento -armato) di basi aeree, mi.. lifari è na:vaH sul territor.io metropolitano. Essi r,i– ti-reranno le loro richieste. se incontreranno negli atn– b_ienti uHic\ali italiani- una res,istema ,piuttosto 1 pas- · siva che attiva, un Governo che prometta e dilazioni, seriza mai, cedere, e ,che sappi;:i prospettare, nei mo– menti· e nei termini opportuni, la minaccia dell'in– co,rj)òramento nell'orbita sovietica, ,che l'esistenza di bas,i americane sul territorio ita-!iano renderèbbe, for– se, inevitabiJ.e. Impedendo ad ogni costo Io stanzia– rrlento di forze americane in Italia e i rifornimenti– militari aJ.l'esercito italiano (.che non può, non' deve' es_se,reconsiderato e.sercito combattente, ma soltanto forza armata .provvisoria e in via di. dissolvimeBto), mantenendo in minoranza (ma senza nessun larvato tentativo di s.ciogliment-o legale del P.C.I.) i ,coniùni. 0 sti e i lor.o diretti alleati e giuocando tempestivamen– te e con .la necessaria cautela la carta filosovietica, è possibile eviitare che n sistema di guerra g,teco– turco assuma proporzioni J!)iù vaste, ,con l'indusio: ne della pedina itaJian·a, chiave del Mediterraneo. ·Che gli Stati UniN pavenHno una, cd-si a n-en 1un– ga scad.enza non è, una invenzione dei corrispondern,ti– dei giornali, comunisti. Il mondo degJ.i, affari, -i>lGo– verno, le organizzazioni ope'raie la temono, pùr ndn prevedendo che una leggera recessione risJ!)etto _alla floridezza attuale. Ma a maggior ragione' -deve temer .. la l'Europa. In Italia è diffusa convinzione che ·1a cornucopia dei• dollari sra inesauribile, e si assiste ad una sorprendente corsa agJ,i sprechi. Non si ri, s,paqnia un soldo. L'esigenza della stabilità mone- . taria non è sentita nei ceti abbienti e.i Ji)OSsessor,idi grandt. capitaJ,L liquidi sono certi di guazzare nell''o- · ro grazie ara convei,tibilità in dollari. I carichi di grano,• i _soldati ben pasciuti, il dollaro: per l'Ita– .Jiano medio, l'America è questa. E' ne,cessario •che,. s_(!nzai,sterismi ip.utili, ancl).e ,in ltaJ.ia si acquisti co-. scienza delle difficoltà, economiche mo:n.diali (in gran park dovute alle .enormi spese dii guerra, in conti– nuo aumento) e si c.ominci a paventare la .crisi ame-• ricana .. Ciò agirà come- efficace stimolo per la mag– gior pt1!Jduzione e ,la lotta contro g'.i sprechi- e acce- 1 lererà. il ,.p11ocesso di risanam~nto finanziario. Se· i-1 tra.collo non, si veriil,casse, la dipendenza economica dell'Europa dall' Amer.ica non s1:1biFàriduzioni, I fin– chè la Germania non sarà risorta, -libera e unita, dalle roviine. · · ' - l! p,roblema te1de,scoe i rapporti con 1/e nazioni ,lqtine. ,Alla soluzione del .probÌema tedescb - per ciò che r~@::irda il nu,ovo. assetto politico,_, confini, ,i para~ z1om, ecc. - J Italia non può contribuire ma il· no– stro_paes~ è_in grà~o di porre le premess~ ideali per la· riammissione de,la Germania nella com1:1Bilàdel– Ie'' na.zioni e~ropee. _Il popol'o tedesco, 'doJ!)o le tre– mende· esperienze del nazismo' e delJa guerra .ha .bi– s'ognii;' o'lfrechè di ipace, di un appoggio mo~ale-· di– ,sinter11ssato fuori dei propri confini. L'Itaiia .che · no.o :n.ti •tre verso :la Germania il tieco ,risenti~ènto dèì. Francesi, ,J,ediff.idenze e le mfrè degli Analosas– .sòri•ì..e dègli Slavi, può. offrire questo appoggiò ai Tedeschf,' rinunzia_ndo spontaneamente alla ·preptia , parte di riparazfoni, inviando - mediarlte -l'istitù– zforié•di 1lJ1)pos.iti ,centri• di raccolta - aiuti alle p-0- . polacZibni ·affamate_ ~elle città distrutte, e dando vita, in·: colfaborazione' cori i· Tedeschi~ viven_ti, ne1te sue 'Biblioteca Gino. Bianco città, ad, associaz.ioni di amicizia italo-germanica (e– scludendone, natura.mente, i nosta'.gici) .aventi ele– vafi. scopi_ ,culturali e auspicanti la rinascita, in una Europa rinnovata, del popolo tedesco. Al.a Confe– renza per la collaborazione paneur.opea e nel e di– verse organizzazioni de;le Nazioni Unite (meglio a– gire ~u~ito attraverso l'U.N.E.S.C.O. che attendere la amm1ss1one_all'O.N.U.), l'Ita:,ia dovrebbe assumere il ruolo di paladina degl-i interessi tedeschi. Tale at– teggiamento amichevole da parte di una nazione vi-– c~na restituirebbe ai -Te_d~schi la fiducia ne.l'Europa, disperdendo le superst-1ti favil'e revansciste di mar– ca hitleriana. All'Italia si assoderanno prcìn•amente la Svizzera e i paes•i Scandinavi. Poi l'opinione pub– blica anglosassone s-i.metterà in moto. Le- conseguen.– ze di questà azione fi!o.-germanica coordinata saran– no, per i-1futuro del-l'Europa e del mondo incalcola– bilmente beneficQe. Nonostan.te i, Quattro' e qualun: que sh l'esito deJJe discussioni, ,londinesi. la batta; g!,ia ,per la Germania - ,che 'è la vera gr;nde batta" gUa per 1 l'Europa - può ancora essere vinta. Verso l\! maggiòri .consore:Ìe latine, le dirett:ve del– la politica ita:Jana si possono così riassumere: at– teggi'amento guardingo verso P.rarn,co - ,i.I che non esc·ude la st,ipulazione di· tratta.ti di commer.cio ,con la SpagJ:Ia - e appoggio attivo a tutte le correnti democr·atiche _antifasciste sJ')agnole; rendere fin a men– te opei;anté la ,proclama!a frate,rn-ità ita 1 o .francese, con abbandono definitivo del larvato nazionalismo brigasco e tendaseo e lotta concreta per l'un!f:cazio– ne doganafo; seguire attentain'ente gli svilupJ!)i de.la situazi0n~ ,i~terna framcese e studiarne i possibili ri– Eessi nei rapJ!)orti tra-i due ·paesi, prendendo a tem- po à!l necessar,ie misure diplomatiche. · /(problema q:elle colonie. Apparente·mente estranee a1;•antagonismo msso-a– mericano è il prob,'.ema de!le vecc.hie col.onie italia– ne··- Libia, Eritvea, Soma!ia --:-, la cui riso:uzi0me; a norma dell'a11t. 23 del traltato di pace, è affidata '•alla Conferenza. dei ·sostituti: dei quattrò Mi-nistri de) 1 g.i Esteri (riunitasi la prima ·vo·Ita 'a Londra il 3 ot– tob.Fe s•c-ovso,sotto. la presidernza dd Sir Noel Char·esi' e, in ,caso di mancate -accordo, a!J'Assemblea delle' .Nazioni Unite. · ·;. L'America si o.pporrebfue recisamente, affiancata dagli Inglesi, soltanlo l).d una rinnovafa pret.esa rus· sa, ç.he .per ora serribra_ accanton.afa, sulla Tripolita– nia, In linea di massiµia, le du.e maggiori -po.'enze sono. favorevoli ad· un'amministrazione 'fiduc'aria (art. 86 deJ.la Carta d-èlle N. U., ehe ha mod:ficato ~ parzialmernte J'istih1to del fllan,dato: art. 22 del Pat- to soe-iì!'l:ar.i-o) internazionale e ita:iarta sa q'uei terri• tori. La Francia, preoccupata ·dalla marea montante del naziona)isrno a.fabo, sembra avvia,ta' a -sostenere, · per la Libia in ipaFti.co'a,re, un'amministra;i:ione e– sc-!us·ivamente italia,na, che daFebbe, a su.o avv·iso;. maggiori gar:;uizie d-i stabilità. (La Franeia sper.a, for– se, dJ ,ritardare il ·e.J1oll0del propr-i0 colonialismo vi,eu-x s{yle,. -coprend-osi ,le s_paLe con la b11rocrazia romana e i re~td del prestigio italiano· tra le popo-– lazioai libiche). In ,ca:so dj spartizione· della Libia. ,it Q11ai d''Orsay r.eclamerebbe l'annessione ·del •Fezzàn all'Ùn_ione · Fvanc.ese. La Lega·· Aral;la, che mi-ra ad uhire, mediante ·11rna ,continuftà dii territori indipen– den,ti, le po-po.laziorn,i mussaltt:iane dall'Irak a: Ma- · ròcco, si è naturalmente schierata contro 0g-nl in_ge- . renQ:a--.euvopea,negli affari libici. La Gran Br-e-tagna, dal canto suo, vo11rebbe la Cirenaica per sè. e per i Sen.ussi (creazione· di un emirat-o sern1:1ssista .sotto. tutela inglese), la spartizione ,de]'Erit.rea tra l'Etio-– pia e il S11dan e l'u~ione· delle du_e~om~lie neJla sfe· ra del Commonw_ea.th. Una taae mtrahs1genza (da la quale il ColoniaP Office .n,on .ha creduto recedere nep-, pm,e -in occasione'della vis·ita di Sforza) si spiega con la necessità per la Gran Bretagna dì compensare la· perdita .di ogni .i-af!uenza nel Vicino e Meçlio Oriente com mantenimento di uin solido ba'uardo -stra-tegicò al cent.ro de,1Mediterr.aneo e -il conso!idamen•o della– pa'X bl'itlannica, onde asslcuFnre la libertà ilei e Go– muni,e1iizfoiii tra i ~paesi del ·C~mmonwealth da Suei all'Oceali)o lndiano. · ' • _ · ' · V,i sono,_ partico1arnÌe.nte in Eritrea, correnti fave.' revoli ad un rjtorrt,o dell'amministrazione- italiana.

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