Critica Sociale - anno XXXIX - n. 23 - 1 dicembre 1947
CRITICA SOCIALE 471 Grande importanza nell.a storia del socialismo ha li pen– siero del Buonarroti, sebbene anch'esso (da. punto di vista della scuola ·marxistica), si debba considerare utopistica. L'im– portanz_a gli deriva dall'avere, ·per la pr,ima volta, distinto tra quello che Arturo Labrioia chiamò il « sociaHsmo della di– stribuzione 11 e il · c1 social_ismo della produzione ,i. facendo ne– tare che il primo si sostiene Sull'azione terroristica, essendo costretto a togliere ad alcuno quel che dovrà dare ad altri, ed è insufficiente a r~olvere il problema ~ociale, perchè7 at– traverso di esso, si possono soltanto superare difficili situazio– ni contingenti, ma non si può risolvere il problema che si ri– proporrà quando si saranno esauriti gli effetti della distribu– zione. E, -quindi, da questo socialismo della distribu.zione, che mantiene inalterata la struttura della società e nel quale lo Stato interviene per determinar.e spostamenti nella distrrbuzione de1la proprietà privata, nasce la nuova c0ncezione del s0cialismo de1la produzione, di quel sécialismo, cioè, che, sovvertito l'or– dine sociale esistente, basa i rapporti sociali sull'attribuzione dei mezzi di produzione alla comnnità. Dice il Buonarroti: <( i legislatori, che, per diminuire i 'danni del-l'ineguaglianza, ave– vano, rico;rso an8. divisione delle tène, alle leggi suntuar,ie, ab– bandonando all'avidità e alla concorrenza la distribuzione del lavoro e dei prodotti noh avevano opposto a' un toi::rente im– petuoso che deboli dighe. sempre minate ed abbattute dal– l'avarizia e dall'orgoglio, a cui la conservazione del diritto di~ proprietà fornisce costantemente mtlle mezzi per superare tutti gli, ostacoli. Le requisizioni... ,!e tasse, i COl'\tributi ·straordll'!ari~ furono utilmente impiegati per ·fronteggiare i bisogni più ur– genti del momento· -e per ·svent;,,re l'os.tflttà dei rkchi' ma non potrebbero far pavte dell'orditi.e -normale della società, sen– za intaccarne l'esistenza. Infatti, oltre che sarebbe· impossibile imporli senza rischiare di togliere il necessario, essi si itrar .. rebberé dietro il grave ed implacabile incot;iv'eniente di inari– dire le fonti della produzione, togliendo ai proprietari, a cui lascerebbero · l'onere della coltivazione; Id stimolo del godi– mento del prodotto, e sarebbero insufficienti contro il sordo ammassamento del denaJìo, ri,$ultato ·mevi.tabile del commercio vier-so il qua· e si volgerebbe.ro, naturalmente le' s.peculazioni deL la gente avida » (pagg. 50-51). Fonte dell'ineguaglianza è soltanto ii diritto di proprietà pri;,.ata (e su questo punto il Buonar:roti insiste molto spesso), che fa sì che ogni r,icco veda nel povero un nemico, e non un fratello, veda nel povero colui che in ogni momento pensa alla -maniera migliore di togliergli il bene che egli possiede, non può essere un istituto di diritto naturale, giacchè, in natura, gli uomini nascono .eguali tra di loro e le ricchezze esistenti non possono che aspettare alla comnnità, ma deve c6nsidetarsi, secondo il B., un istituto ·di• diritto civile, creato dali'avidità de!1'uomo, che, ilµpadronitosi di una ricchezza, non vuole ad essa rinunziate per non abbandonare la iPOSizione di privilegio nella quale si trova. La ricostruzione della congiura è fatl/l su quei documenti che l'autore potè rintracciare (la maggior parte di quelli che la polizia non riusci a sequestrare evano stati distrutti dagli amici dei babuvisti) e su ricordi ·personali (l'opera fu scritta oltre trenta anni dopo la ~coperta della congiura), ma da essa· non ~isulta che rarament!' quale_ sia stata l'opera individuale esplicata dai vari rivoluzionari nell'organizza_zione della con· giura e quale il contributo d'idee dato da cia$cuno sulla co– stituzione della· futura §ocietà comunistica. L'autore, poi, non accenna quasi mai a se stesso, ma, ciò non ostante, la mag– gior parte degli studiosi che si sono sino ad' oggi occupati del movimento rivoluzionario .babuvistico ritengono che egli abbia avuto un'importanza premin!mte, rispetto agli altri ed anche allo stesso Babeuf, quale teodco ed 'spiratore ct,ella futura le– gislazione. Non si riesce, quindi; a distinguere, nei capitoli che trattano dell'organizzazione della società, in quale misura· si sia imposto al comitato il pensiero del Buonarroti, giacchè l'autore parla quasi sempre di deliberazioni prese dal comitato centrale o dai membri di esso. · · Una questione molto importante, mtorno- alla quale i! Buo– narroti tornérà a paTlare anche in ·seguito (1833) su!.Ja Gio vine Italia i, del· Mazzini è quella del e< governo rivoluzionario », a cui anche il "Marx si richiamerà per la formulazione della sua teoria della « dittatura del proletariato ». Qualunque possa es– sere stata l'influenza esercitata dal Buonarroti sul Marx (ed io credo che sia stata notevole, giacchè Il Marx accetta in pie– no, a qtlesto proposito, il pensiero del Buonarroti, senza riu: scire a superarlo), tale dottrina è di grande importanza, cosi nel campo speculativo come in quello del fatti, ed anc?e. re– centemente è stata· riaffermata da nostri studiosi di sociahsmo e dallo stesso Manacorda, nella sua introduzione alla storia del Buonarroti (pag. XXI). Il comitato centrale della cospirazione • Sparisca finalmente la rept1{\11ante. distinzione di ~i~e~a)n~ e governati ,i (v. BuoNARROTr, Congiura ..., pag. 75, BERNSTEIN,op. cit., pagg. 61-62). iblioteca .Gino Bianco si trovò a dovere risolvere il problema del governo qualora la rivoluzione democratica (l'autore chiama democratiche le for– ze popolari che propugnavano il regime comunistico ed il ri– torno a!Ìa costituziene del '93) fosse ri1,!scita a conquistare il potere e deliberi>, scarta te altre soluzioni, la istituzione di un governo rivoluzionario che avrebbe .garantito da un ritorno éiel,le forze ·conservatrici ed .,a questo proposito si· sarebbe ri .. chiamata all'operato del R:oDespierre, • che aveva violato la li– bertà della Convenzione 1c per salvare quella del popolo n. E tutto l'òperato del Robespierre il Buonarroti giustifica, in con– siderazione del fatto · che esso mirava alla istituzi9ne di un migliore ordine sociale, in cui scomparisse ogni ineguàglianza tra gli uomini. <( Bisogna guardare il fine: esso è giusto? La severità ne– cessaria per raggiungei::lo è un dovere doloroso, è vero, ma tanto più imprescindibile, che dall'orgoglio irritato. non si può sperare ammenda. Pretendere di •ricoQ.durre, senza far uso di rigore, hlla giì..tstizia e ,all'eguaglianza una nazione ov~ ci so:– no tanti uomini che si sono create abitudini e pretese incon .. ciliabili col benesse.re ·e con i diritti di tutti è un problema chimerico quat\tO seducente » (pag. 64 ,nota 1). Il potere sovrano 5p.reb,be stato concesso al popolo solo· gra– dualmente, in relazione al progresso della società, ed intera– mente solo quando non c-j fosse stato più il pericolo che po ... tessero essere distrutte le nuove istituzioni politiche. Ma ani ehe a:Iora non si sarebbe avuta la garanzia clii un regime di libertà,· bensì la gar.anzia di un regi:rne di uguaglianza. Dice, ·infatti, il Buonarroti (pagg 169-70) che il popolo stesso non avrebbe potuto modificare certi punti fondamentali della Co– stituzione: così, e.Sso non avrebbe pOtuto rinunziare alla 11 ri– gorosa eguaglianza. ed' alla 1c sovranità popolare ,, e non si accorge che tale lim.ftazione è appunto la negazione del prin– cipio della sovranità popolare· qa lui già affermato. E, così. il Buonarroti non riesçe, malgrado i suoi sforzi e malgrado volga· molte spesso il pensiero _alla costituzione del '93, a Salvare, con l'instaurazione di un ordine sociale eguali-– tario, quel regime di libertà che patrocinava nella sua oJ)po-– siz.ione ai termidoriani. Federico Barresi Elenoo d;egli opoàooli in vendita presso la Casa Editrice ·· Critica Sociale" I r - FILIPPO TuRA'l'I - Ciò che l']Patia insegna 2 - GoNZALES - GREPPI - In memoria di Emilio Caldara 3 - GIUSEPPE SARAGAT - Sociaìismo de– mocratico e Socialismo totalitario 5 - N mo MAZZONI Problemi della terra· t riforma agraria 6 - .ANTONIO V ALERI - L'organizzazione socialista dell'agricoltura 7 - VIRGILIO DAGNINO - Note sulla ri– forma industriale 8 - G. FARAVELLI - Il Partit-o Socialista verso la Costituente · 9 - G. FARAVELLI - Progetto di Statuto IO - G. FARAVELLI - La Democrazia So– cialista 11 - OLINDO GoRNI - Soc40lismo federa- 12 13 - 14 15 lista CARLO RosSELLI - Profilo di Fi– lippo Turati Pn;;Ro Go BETTI - Profilo di Matteotti W. FLIESS - L'economia nell'Ewropa federata . . Lu1G1 BATTISTI Cenni e oonsi.de– ràz~oni sui· monopoli industriali 16 - G.•E. M6DIGLIANI : L'assassinio di Giacomo Matteotti 17 - R. Gu;i;:RRA - Il sogno di un roman– tico 18 - FILIPPO TURATI - Rifare l'Italia e gli Italiani L. 25,- L. 15,- > 20,- > 20,- > 5,- > IO,– > 15,- > 50,– > 25,- > 50,- > 20,- > 25,- > 20,--: > -8o,-
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