Critica Sociale - anno XXXIX - n. 23 - 1 dicembre 1947

470 CRITICA SOCIA_LE ----------~--------- origine sociale e d,L divevso orientamento culturale, i qua/li agiscono in determinate condizioni storiche e v·i reagi~cono e 1e mutano, aél. un tempo trasc .r.atori r trascinati, a!tori e succubi, dotati di certe intenzioni,. ma spesso trasportati al di là di esse. Appunto per questo si comprende perchè, pri– ma ancora di entrare nella narrazione degli avvenimenti (co– si viva e cosi accorta, anche nel rispecchiare- le opiniOn! dei protagonisti e le reazioni del .mondo circostante), il Salve– min: si diffonda ,J,argamente ad analizzare le condizioni eco.. nomiche, sociali, giuridiche della Francia e a mettere in luce que1:·a specie di rivoluzione avanl lettre che s'era compiuta nel mondo delle idee e de,Ila cultura. Prima di essere evento clamoroso e g'ori oso, la rivoluzio– ne è sotterraneo fermento: è franamento di un vecchio mon– do e germinaz ·one di un mondo nuovo. L'A. concl'pisce la rivoluzione marxis1icamente: come rottura tra un vecchio or– dine che croHa -ed un nuovo ordine che :;'affaccia, ma che troverà la sua defin, tiva sistemazione solo a lunga scadenza, attraverso do:orose e fatic~te esperienze,'" al di là de.N'ambito cronolog:.co in cui siaino avvezzi a confinare la rivo~uziqne fran– cese. Un particolare pregio del.la ricerca salveminiana è quel– •Io d! non aver l'a1terizione esclusivamente ai vlsto.&i avvienL menti di Parigi o di Versailles e di averli concatenali con H più vas1:o e profondo maturare della r ve>luzione ne le campa– gne. L'opera si chiude con Ja caduta della 111onarchia, anzi con la vittoria a va:my dell'« esercito scalzo cittadino» (20 sett. 1792'):· restano quind' fuori ,l'esperienza più acutamente rivoluzionaria del,la Convenzione e del giacobini-smo terrori– stico e quella de.la contror.voluzione del Termidoro, fatal– mente inc!ine al.l'avvento del bonapartismo; ma è ta,Ie la con– cretezza del S. nelle;>specificare le esigénz~ trasformatrici del– la r'voluz!one che ogni lettore non sprovveduto è in grado, anche senza g'.i accorti richia:ni cte:10 storico e il suo ep:lo– go, di tracc'are la ulteriore parabola del grande movimento rinnov,atore. Non ci chieda il, lettore. - o per lo meno qm,t. -1.,ttoire per cui storia non è solo dramm·atica, esposiz one di una. cronaca o solo superficia,Ie ,teatro di personaggi, ma .slntes·l del som– movimento di un;intera società - se questo libro è « attraen– te». Gli· d'remo soltanto che, nel ritrovarlo, siamo stati tra– s,portati a rlleggerce.o sino all'ultima riga, con 'la passione adolescentesca d1 un temp·o. Effetto che sa produrre il· s·egreto fasc'no dei grandi storici. "' G. p; ALBERTO 1CAiRACCIOLO: Teres-io Odvelli. Colla-na « Il Ribel).e », « La Scuola » editrice, Brescia. In mezzo a tanta cònfuslone di lingue ed a ,si Intricato ,so– vrapporsi di progiud zial-1 ideologiçhe che rendono difficil– mente sereno Il giudizio ooi fatti e sugU uomini ·del nostrQ , tempo, c'è un modo di affro~tare l'arduo compito di gettar I.tu.cesull'età d•i tr.ansizione che, ·attraverso Ja 7 guerra, ci ha tr~portat da un mondo ad un altro: è quello di ,prendere un uomo per mano - un uomo che abbia com,piut'o quel cam– mino - e di tornare ad attraversare con l·tii il ponte. Que– st'ultimo decennio di v'ta /talian·a appare contraddittorio.:neL le sue mutazioni, e assurdo a qualsiasi indagine· cartesiana. Pe.F çapirlo occorre « personalizzare» il problema, portarlo nel a sfera della biografia. Fo~se giungeremo a capire di quel mondo una «,monade» so~tanto, -ma sarà &Imeno un -ris.u:tato concreto: e poi, è noto, ogqi monade rispecc~a i~ prospettiva tutto l'universo <fi cui è parte.· Cosi ha fatto Alberto Clbr.acciolo in questa biografia. Egli - mos,so, ma non acce-cato, dall'amore peF -l'am,.co scOIID– parso - ha ri 1 costr~ito con rigorosa serietà., sul 1 la- scorta dl documenti e di te:;timonianze, la vita int!"Iha e sociale, il pen– siero e l'azione di T~esio 01:'.velli, uno degli uomini più in– tensi deHa Resistenza. Poteva indulgere faclLmente ai motivi più aivvenhxrosi della sua v .cenda (.'Olivelli chi.Il.destino dalLe mo.te vite ,e dai moHi nomi dj battaglia,· più vo'.te fuggito ro– manzescamente dalJe mani dei tedeschi), poteva calcare la ma– no su certl temi ,d grande effetto (il campo di Flossemburg, ad ese:!npio, dove « c'era gente che :;i calava nella ciStern.a .del gabinetto a mangiare le buccio di p.atate, indifferente persdno a che· gl' a:tr1 facessero sopra di essi i loro bisogni»), poteva 'lasciarsi andare ad ingrandLre o a ricamare l'aspetto p•iù àpo– .1.ogetico della ,sua vita crhstiana :Jluminata di carità eroiea o•o (i-ve.ti' della prigionia, che per amore dei CC>mpagruirinun– cia al cibo, rioeve umi'l azioni e percos~e brutali, fino ·11-l ,crol– lo del suo corpo robusto come un tronco.) ; ma non lo I).a fatto ed h1,>, preferito porsi Olivelli come un problema urna.no da spiega,re, per arrivare, attraverso ,a questo, a sp:egare il problema più vasto deda .sua generazion . ·\ La genera:z.ione del llttor ..o, come Ja. chiamavano un tempo. Pu• non ,es.:;endo stato fascista .il Caracciolo ap·partenne per BibliotecaGino Bianco età a q.ueJI11 generadone ed è - da questo fatto naturale messo in grado di ca,pire l'Olivelli fascista e Fttore e com– battente v-olontairio, e dii seguirn-e' l'evoluzione senza quei salti ipocriti, o quei cip· gli severi; o - peggio ancora - quell',aria df indulgenza. <<gene-rosa» che prendono gen-eral– mente verso di no' (che del· fasdsmo abbia.mo vissuto a,ppas– sionatan1ente e seriameinte il dramma, ed alla sua fi81IIlma ci siamo bruciate, un poco tut!ti, le ali) gH esponenti della veccch1a .generazione antifaMIS'la. Non è possibi.:e, nel breve s:pazio di una recensione, elen– care tutte le componenti cl;le fanno esuberante 111 f,igura dl Teresiò Olivalli. Ma non poss·'.an10 chiudere questa nota sen– za accennare ,al carttol!cesilmo di ùui - che fu la nota f.on . damentale della sua cui-tura, del~a -sua personalità, della sua attività - ed al forl"ssimo ,afflato di sociaUtà che jn quel suo_ ea1tol1cesimo trovò ila prima e più salda .radice. Scrisse Olive'.li in uno di quei suot schemi rivolti ai cri– stiani che buttava g ù durante i· raTìssim1 moinenti di sosta della sua attiv,ità clandestina: « S<, vogil''<lJlllO aver efficacia ·di rinnovamento, non possiaim.o non prepararci a dspondere ._,1_ le e.sigenze dei vastl e più umili strali del popolo, Chi guarda in fondo trove.rà che esse rispondono. a,I p1ù ,schietto splri-to cristiano ». E ancora: « La nuova società dei lavora1or-i ,1 costruirà ed è giusto che cosi sia: vorremo essere gli a,:,te– fici crl$tlani di una più cristiana società o la nostra iner– z,ia farà d~lla verità l'ingombro della g·usMzia. Occor.re dls– ,,.lpare. ~•equivoco che legò ·i criS'llani al capi-tale in una lotta di{ensiva che lo fece apparire lrr:imed· 1 abilmente reazionario: sotto questo ..spetto il comunlSllilo è La teshmonianza del do– vepe non com·piuto, della parte irrealizzata -da:lCristianesimo>- :Aggiungendo ··a questa, imposta;,ione,. che 'è di natura ber. d'jaeffiana, tanti altri accenni af bisogno ,per ; oattolic1 it11- Iian;i di disimpegnar la foro pol 'tica dalla Chiesa, l'invito a non -atten,dere J.nerti I messaggi pont'fici, a non andare a ri– morchio, •a non « fare politi-ca come un pr.eoetto simile e. quE:,llo deUa Me-ssa domenical 1 e_ », a non guardar -·le ,riforme sociali come « un male. 1-pevitabile, un abile aiccond·scendere per mantenere, una insurrezione dell'ant;cdsto »; .aggiungendo l'esortazione ad una opera che serva « ad esercitare, .sensibi .. lLzzare rammodernare il Cl_e110 » nel campo sociale; s,i avrà uµ Ol'i,veMi che, pur res1a,ndo nei limiti deUa ,p'ù ossell'Vante ortodossia, è riuscito a fare dei motivi della sua fede mia co– sa viya, fimtto di una lottà continua e di una r,i:eonquistai d 1 i ~e .stesso momento per momento. Un Olivelli che diffic'1lmente, oggi, riuscirecmmo a .pensare in, veste dremocristiana, di quel partito, cioè, gìol•ttiano e centrista,- che ha fattw dell'aecondl– ·s,cendwe peF ,mantenere un'arte fin1,ssi,ma; ma un Olivel11i, ~che, ché vi ,e.ne a Tompcll"e il facile scliema in cui .certo pen– siero politico italiano Inquadra ancora ~I sentimento ·rel'j!loa so. negandogli possib 'ilità di aperture moderne o .sopportan– do1o, al p ù, come pregiudizio che va tenuto racchiuso nel più• rprofondo d~gl'i uoon!nj - che. ancora lo çonservamo ·– affinchè meno nuoccia. UGç>B'Em/IO AL~ASSIO GniiMA!LDII FILIPPO BuoNARBOTI, 1..Cangiura per {'uguag,l·i·anzot o d"i Bab·eIU.f. Traduzione e Introduzione di Gastone Manacorda, Einaudi ed., pagg. XXVl-375- E' questa la prima edizione italiana di un:opera che ·ha · avuto grande ·diffusio'ne in Francia, nel Belgio, in Gran Bre– tagna, ed in Russia. E' ragione di elogio peF ii' Manacorde aver dato questa buona traduzione di un'opera, che si può consi-deyare, senza tema di esagerave, una delle bas · su cui s1 fondò [la success_iva ideologia ~ocialistica e, .in iSpecie, anche quella marxistica (1). Oltre quarantacinque anni fa i1 Romano-Catania, nella sua manografia sul Buonarroti, affevma,va la maggiore attuabilità di quest'ultima rispetto al l\iJazzini, e~ il Croce, in una recen– sione di tale monografia, pur facendo notare che la modernità del Mazzini, come quella di qualsiasi uomo politico, consiste nell'aVere meglio compi;eso <( il problema del proprio tempo•, non poteva nasconde.e che , « col Manifesto degli Eguali deJ Babeuf comincia, nel campo dei fatti, la storia del socialismo moderno, per quanto siano state profonde le trasformazioni alle quali quella tendenza è stata sottoposta. in seguito, ed anche di FecenJe » (2.). (1) Per l'influenza ~sercitata dai babuvisti, e specialmente dal Bl!lonanoti, sul pensiero del Marx si veda quanto recente– mente ne ha scritto SAMUEL BERNSTEIN nel suo saggio _su Filip– po Buonanoti, Einaudi, J946 (v di esso una mia recensione in « Critica sodale » del 16 maggio 1947).- (2) Contrariamente a quanto affemna il Croce, il • Manifesto degli Eguali » non è del Babeuf, ma di Sylvain Maréchal e, poi, tale rnanjfesto non ebbe alcuna rilevanza nella congiura dei babuwsti, perchè fu respinto .dal comitato centrale della cospirazione, in s~guito alla decisa oppos,izione del Buonar,– i;oti, che non approvava la frase: <e Periscano, se necessario, tutte le arti, purchè resti l'effettiva eguaglianza », e l'altra: I

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