Critica Sociale - anno XXXIX - n. 23 - 1 dicembre 1947
r CRITICA SOCIALE 469 Scopidel Comlnform. Su questo· argomento pubblica un interessante articolo sul aettlmanale liy,urista ;Soc1a1tst Qomme1_1tary di novembre Al• lan Flanders. In esso l'autore, analizzando quella ,che sarè / .la _futura attività. del nuovo organo comunista, sviluppa una teJ11 al1a quale anche noi abbiamo gi.à accennato. « Lo scope del Cominform, ,scrive 11 Flanders, è- quello d1 scatenare nn• coordinata offensiva polHLca. Contro chi? I comunisti non possono attaccwe gli Stati Uniti, ed essi non hanno certamen la bisogn? di_ una spectak direttiva per attaccare i cap ta.isti reaz_ionari ,nei loro pae:;i. li lo'ro bersaglio può quindi essere costituito solo dai socialisti, che essi consideràno i loro rivali ne.1 ~onquistare la direzione della classe lavoratrice. ·Ness~na meraviglia che « .socialisti del t_!po_di Blum in Francia, d! Attlee e di Bevin in Inghilterra, di Schumacher in, Germania, · di Renner e di Scharf in Austria, di Saragat 1n Ital"a » sia– no denunciati còme traditori. Si può essere d'accordo con l'e– ditoriale del Da,ly Herald (7 ottobre) : I part•ti comurusti d'Europa combattono i partiti socialisti, eccetto dove · questi · vorranno ub):>idLre alle direttive_ comuniste. Questo è il pri'mo aeopo della nuova organizzazione. _J.,a ~celta di Belgrado come quarti_çr generale colrlerma que- 1rto giudizio. iLa Jugoslavia· è li solo paese oltre I-a Russia in cui ogni aper.ta opposizione ed ogni possibVità, di alter• narsi con i comunisti al governo è stata eliminata. L'esemp·o di Tito deve ora esse-re seguit<,> ln -altri paesi europei, dove es,110 ha molte probahilità di successo. Ida perchè i partec~panti a questa offensiva sono stati -J,i. mitaf:I a nove e gli altn: partiti europei sono stati lasciati fuo– ;r<i? L'inclusione dei_ partiti francese ed Haliano nega ogni sup– •posizione di una strategia diversa per l'Europa Òccidentalé. Non resta che concludere ehe la selezione è prammatica e basata sulla forza dei partiti comunisti e sulla fiduc' a che, proseguendo . energ came.nte 111 loro azione' su:la nuova linea di condotta, essi riusciranno a conqu:stave la direzione dei movimenti dei lavoratori nei paesi j,n questione. Se, nel caso dell'a Francia .e dell'Italia, i comunisti non ·sono eapaci di conquistare H potere, essi saranno almeno, alla f.fne, capaci d1 ridurr.e questi paesi al caos, foL"se alla ·guerra ·civile, e di eliminarli co$i dal •fronte del piano Marshail. Gli altri par– titi europei, compreso quel-lo br:tannico, sono con-siderati trop– po deboi, per essere <!-egni di speciale attenzione, ~ssi pos,so. DO in ogni ca.so essere riunÌ'ti e volgersi a questa ,azione di facitorl cli torbidi o-ra che questa nuova politica è stata pro- - clamata. E' @che probabile che l'offensiva dei partiti comu– nisti sia stata coo-rdinata con l'offeirta di aiuti economici da parte della Russia ·e che questa ,sarà lim1tata a quei ,paesi tlove ci si ,possono aspettare risulta-ti politici ». Democrazia politicae_democrazia socjale. Sulla rivtst,a socia.Usta viennese « Die Zukunft "' del mese dl ottohre, Oscar Pollak, segretario del PartHo socia:i,sta 1 au– atriaco, tende a dissipare· alcuni equivoci assai d'ffusi attor– no' al concetto stesso di democrazia. Indubb' amente neHa con– t:ezione deLla demOcra.zia concoTr~no l'eleme-nto «politico" del- - la libertà e l'elemento « sociale» della eguaglianza, ma le eonseguenze che da essi derivano non sono interscambiabili • riversibi.li . « La democrazia v,a sviluppandosi dal terreno po!, tico per affermarsi nel campo' sociale; ma cto .non signi– fica affatto che possa esistere un.a ridemocr8.zia, detta « .so– ci-ale" priva dell'elemen(o politico, della libertà, poichè essa non è democrazia. Anche se· in un si.mi ,le regime venisse rea- ' lizzata l'eguagltanza economi.ca e sociale, tale regime n9n po– trebbe dive,ntare democ~atico. Esiste una democrazia politica che non sia .sociale: ma non viceversa ». Scendendo al co.ne.re– lo, l,J Pollak sostiene che i regimi che. oggi si nominano « de– mocrazia del popolo » e che hanno - come lor.o modeao il « sisteni'a totalitario» deH'Uniona Sov'etica non sono demo– cratici. <.: Essi non corrispondono a ,nessun requis'to deLla de– mocrazla: 1) Vi mancano i dìr'ttt alla libertà persona,Ie. Nè · vale 11 .sostenere che anche in paesi democratici l'uso di tali– diritti vie.ne menomato dai privilegi dei ricchi ed è qu1'nd1 limitato per la mancanza di eguaglianza sociale. Infa1ti do:ve esiste una democrazia p0litica ciascuno può reagire contro leg– gi cattive e ·pericolose. Ma si tenti invece ciò sotto una ditta– tura I 2) Nella cosidetta « democrazia del· popolo» non e_siste rappresentanza del popolo, eletta 'secondo 11 vero concetto della democraz'a. Si tratta di persone più o meno abili, le qua,l1, dopo ,aver dato ad Intendere alle masse che ,le elezio– Dii sono libere, al momento delle elezioni tolgono tale Iiber– t.à, come avviene ;n Polonia o in Romania, dove le elezioni nngono sempre « fatte » in questo modo. Non si tratta di Umitazlonl del diritto del singolo, che esistono anche presso le Tere democrarl~ ma ,si tratta dell'assenza deHa premessa ·ibliotecaGino Bianco ' fondamentale, deHa mancanza degli elementi essenz'ali che 'fanno diventare democratf.co un s·istema di governo. 3) Ga– rantisce infine la « democraz'a del popolo» la uguaglianza dei cittad~ini? Esteriormente essa garantisce senza dubbio una cosa: da d!.struzione de.i privil~i dell'a11tlca classe dei signo • rotti, ,anzi la eliminazione di tale classe. Questa operazione negativa, non sign ·fica l!llCOr!' tuttavia un apporto positivo. ba domanda è dunque questa: esiste presso .Ja « democrazia del popolo » effettivamente una eguaglianza economica e so– cfale? E se e:;iste parz'almente è questo un compenso suffl• ciente per la mancanza di libertà personale? Esiste, In genere \In tale comp·enso? E iµoltre c'è la possib.lità di conseguire una vera democrazia, c'è 1:1navia di trapaSso?» L'A. Io nega. f.! tenore di vita per la · classe lavòratrice è .più bas.so che altrove, e non vi è affatto re~Hzzata PeguagHanza •economica e sociale, inesistente, per il manitìestarsi di Q.UOV.i pr:vil~gti pe~sino neJ.Ia Russ'a Sovietica. Ma soprattutto, se -la· demo– crazia ,polit'ca è possibile senza democrazia sociale, perchè questa può imporsi col tempo~ la democrazia sociale non è invee.e possibile quando manca la d€1mocrazia politica. !noi- . tre « la democrazia pol.itica rende possibile alla classe ope– raia di combattere per 18. tr'asformaziOtDe d·e,l ..regime verso il grado più alto _rappresentato dalla den;wcrazi11 sociale. La « democraz;a del popo-lo '>, i.nvece, -con .Ja .sua negazione del– le libertà politiche, rende impossibile lottare per questa evo- -Juzione. Ogni tentativo in questo senso viene soffocato · col carcere; ~on è pemn"esso e non è possibile reclamare un mu– tamento de<l regime: ogni passo in questo senso è pericoloso e t,rag'co. Non -solo dunque non esiste una via inversa che dalla demoerazia socia.l'e. ,con.duca alla democrazia politica, ma finora non .s'è mai vista una via che ..daHa. d·ttatura rL conduca alla deilJ.OCrazia». Vero è peraltro che è proprio del socia.Jismo l'affenmare che la libertà personale dell'uomo non è una vera l :bertà, finchè l'uomo non sia liberato non .solo dalla ·paura ma a-nche dalla miseria. « Nella società .capita Ustica la Ubertà del cittadino e 'l'eguagI' anza di fronte a: la legge vengono limitate. L'uomo ha I.a sensazione che 1a vita nel nuo-,o oro ;namento de.bba essere assicur~1a non solo con– tro la violenza ma anche contro la miseria. Quando vi sono diritti diverzi per il ricco e per il povero, non si ·pu~ parlare di vita nuova. Libertà e pane sono inseparab'li. Perci_ò oggi tutti i popoli progressisti arnt,:ano alla s 1 curezza sociale ed alla libertà pollMca. I due terminf non si possono disgiunge– . re. Come non vt è sicurezza seni:a libertà,. .cosi non vi è libertà senza sicurezza soc'ale ». La conclu~ione 8 cui l'A. é.r– riva è esplicita: « Chi voglia oggi por.re in r'lievo la vera brama degld uomini non deve sofisticare sul· valore o sull'as– <Jenza deUa .Ubertà. Chi voglia guadagnare gli animi e con– durre realmente verso un nuovo ordine i popoli non deve cercare comprome15si Con le dittature.- Questa concezione se– para .profondamente ~ socialisti dai comun'sti. I soci_alisti ll"ispettano la libertà dell'uomo e -non vogliono un nuovo or– dinaDl.ento della -soci 'e.tà attraverso la forza, ma attraverso un regoJ.are piano, in piena libertà». Ciò che si stampa GAETANO SALVEMINI: ·La R~voluzione fr""'cese., Milano, ed. Riz– _zoli, 1947, pagg: 351, L .. 500. , .· Band 'ta e perseg__ultatS._ dal fascismo non - .meno severamente del suo autore, ma con quella più stupida crudeltà che copi– sce i frutti della cultura, quest'opera - una delle migliori di Salvemi,n.i .s~orico - rivlde la luce. Per molti, e ci auguriamo sopratutto per i giovani, avrà J.a freschezza di una rivela– z.ione; prr altri susciterà l'emozione di un caro ritrovamento. Apparso la prima vo_lta nel 1905, piµ volte ristampato, rifatto nel 1925 (ma, i tempi crearono attorno ad esso una spec'e di congiura del silenz o, prima che venisse tolto da~le biblio– t<,cheJ), questo libro resta indubbiament~ tra i· più solidi ap– porti della storiografia italiana allo studio de.I graode feno. meno delta rivoluzione francese, tanto~ che il tempo trascorso non ne fa in alcun modo un'opera del passato e non più com'.– pletamente aggiornata~ « Lo storico non deve nè accusare, nè difendere, nè condannare, nè assolvere'>: non assi-der.si ad arbitro o giudice o profe.ssore di buoni costumi: ma· spiegare-. Questo l'a.ssunto dello storico. I,l quale ,__ mero.ore dell'inse– gnamento del materialismo storico trasfuso però in Italia– nissima vastità umanistlCa di cultu'ia e in fervore .idi ricerca, fuor; da ogni prec01I1cetto scheniatismo · - co"!Ilincia co: d "Ca– pitare il mito della. « rivoluzione francese~, come una spec'e. di personificazione unitar'a, che agisca e rifletta in modo coerente, e fa invece la storia di uomini ben vivi e di diversa
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