Critica Sociale - anno XXXIX - n. 23 - 1 dicembre 1947
CRITICA SOCIALE 465 le ·che proveniiv.a dal ceppo biblico. Tacre ·s,pirito di comprensione fece sempre degli Ebrei quei, temih,iJi e temuti ·concorrenti, prima nel campo religioso, poi in queJlo ,eeonomico, e ,quindi !in quello sociale e po– ,J,it.ico.Ti1mori e diilìfidenz.e ·altrui che vallsero a dal'e ì-n,oremento a quel,l'as,petto lega,:dstico·conse•rv.a'lore .e naz-ionali.stico dell'Ebraismo che, durante Ia ,diaspo– ra, fatalmente risorse ,dovunque le •comunità ebraiche furono ogg.etto di maggitore o,d,io e sns'!)etto. Basta fare un raffronto ·tm to spir.i 1 to aperto e civile deil– l'Ebraismo spagnolo durante 1'11.Juminata dominaziioe ne araba e llro spi.rito chiuso ne.Ila sterile casui.stica ta:mudica dell'Ebraismo .in Po1onia, dove l'antise– m iti-sm o è tradizione nazionale. P.er questo ·complesso db azioni e ,reazioni econo– m' ico~ socia,lti e ,religiose si determinò quel['isoiamen– to ebraico, che costituì i,J popo,lo in oliasse oppressa ed accomunò la vera causa -degli Ebrei ·con quella deiJ più inrfimi s 1 ~rati sodiali ,dlitutto il mon,do. Questa condizione d'altra parte fu pr obabil e .impuls o a c he questi parria dell'Occidente non c.es ·sassero d.i se.nt! i-re, anzi app•rofondissero, rl'in:t11u sso·ch e proveni va dai rami' ,ancor verdi d.ella loro antica socialità re:UigJosa. E ne è una pereune document3,Z1i0ne l'opera di SJ?i– noza, in cui la va,;utaz-ione ,religiosa del mondo e •del– la vata con.duce a vede,r•e. ;i,J: fine deltll'a,ttività mo'ra'le nella ,comun.i.one .di; tutti gli esseri e ne,! riccmosci– men'lo ·della lo·ro fondamenta,le identità. L'uomo non · ;può !'agg,iung,ere que:sta finaJi.tà - dice Sp!i,noza - nel:Jo stato dd natura, dov•e vi è continua foti.a e con-. trap;pusizione, ma con rJra.formazione dii una .società civi,Je. In una v·era vlita associata l'in,divd·duo supera La separazione e la s·chiav,itù dell'ambiente· esterno, trova i'Il questo i.I completamento ed il potenz'iamento di se stesso, trova iJ. modo di realizzare Ja pro,pria es– se,nza e la p•ropria natura, ,conrquista cioè la ,ma Uri– bertà. Non è chi non veda quale dif,fe1l"enza cor,ra tra questa pos'izione e quella dei pensatori 1 che, come Hobbe:s, Locke e Rousseau, postularono pure la ne– cessità de.I passaggio dallo stato di natura a que1!.o a•ssociato. Mentre costoro, sia (PUre sott.o va.rie for– me, facevano di ta,Je ,passaggio una necessità i-nelu_t– tabi'!re a cui la libertà dell'ind'ividuo do·v·eva essere sacrificata, Spinoza vdde qual .e approfondimento ha, pro,prio la libertà individua.re, . da una 1•azfonale vita sociale. E' evirdente ,pure a quali _diversi sv~luppi possano dar .l uogo queste divergenti t.eorioe: Ja p•rima può con– dur.re , nella migilior 1 e deE!e ipotesi, ad un demo·cra,ti– cì,smo falsamen,te dnd ,ividualistir.co , dove J.'atti,vitài del singolo, ,che potrà fo rse trovare ,qualche .inte:grazio– ne meccanica o fortuita con gli interessi della co1- J,ettivi'1:à,rfmane ·sostanzi,almente .in eterno •contrasto con essa. La situazion.e·. ~pinoziana, invece, ,conduce a cogili,ere quel sustrato comune, fatto di coscienza, di btsogni e ,di ipensi 1 ero, in ,cui. i sin:g?'li antegrano, re-, oiprocamente la lo·ro natura, .e che e 11postulato fon– damentale di ogni concezione socialista .. Questa visi•one sembfierà contrastante con l'attività commeroiaJi.stica degli Ebreli. Ma nessuno ignora cò– me una serie di d.ci1-0rosicontrasti sociali, e·conomi– cii e relig'iosli rpo-rtasse•ro a~11'isofarnento del P_o·pol_o ·ed alla necessità dtl. rivolgere una fortEl ed antica capa– citàl ,di comp•rensione socia-le all'uni·ca attività eh.e permettesse dli sopra,vv'ive·re. . Gli Ebrei con i•! loro viv.ere sullo stesso piano de– gli altri str~ti oppr essi dalla sociietà, sent~rono. e ~en– tono tuttora, come tut.ti gli op,pre~si o .mmac<;Ia!I da rinascenti• o.p,pres sion,1, la ne·c~ss1ta di u~ rmnova– mento socia,l'e. Spinoza credè .di poter md:care qu~Je, fosse I.a v'i,a, mediante una ri-gjd_a deduz1on.e roaiio– naJ.istica. Marx, p,er la sua pos1 1 z1one 1p·ost•e1'1ore alle ~ran,di cos-truzi~ni i~ealistiche,,. potè avere quC;'llafa– mosa visione d1a!l 1 ett1•ca defila: Villa e ,della stona, per cui, Ja •coscienza umaina conosce e supera. ,fe ,contrad– d.izioni sociali ed_ in!ravveide, al di: 1~ di es~e,,.que'l: l.'1integraZ'i,on.e< tra_ 11•. s1n~~lo e Ja_ <S0~1eta,che .c 11fon damento di• ogm gmstlz1a. Egh vide _come Ja forza capace di superare i contrasti sociah ,possa e.s;;e,r~ costituita ,so'Jfanto da,l'le asprlrazion~ ,degli o,ppr~ss-!, divenuti consapevoli- deUa loro ·fu'!-z:ione_nel.J.a soc1eta. Ora sul piano di quee;ta forza si mserisce perfeUa– mente il Popo:Io Ebraico. ~lJ,r,i ha~n~ .già,_<?ss1;rvato come la sua precaria •p<l~IZI•one .si .1dent~f1d~1 CO!) quella deg,J:i strati op,press1, e qum,d1 destmat.1 a r1- :noBianco sdllv,ere ,conlrnsti e ·contraddizioni: sociaili. Ma è ,op– portuno rilevaire anche come la lotta per la ri,gene– ra zion e della società ader}sca pienam.einte al vitale sp ,i.ri ,t0 dell'Ebraismo. Esso · i,nfatti, daJ'J,e •sue -Origini ad ,og gi; come abbimno quì tentato di mostrare, ha compiuto un fondamentale approfondime•nto del!l10 spdrHo socialistioo. Colla sua di•speirsion.e ne.I mon– do ii Pop,olo Ebra,i·oo ha a•cquistato intima cono,,cen– za di mo Irte C'iviltà; •e com.e S'))esso fu trami-te di cul– tura tra un popolo e l'altro, così può e deve ,essere strnmento di unione in qu.erna lotta per ,la ,rigene– razfone sociale che, pe.r .essere cons·eguente, giusta e ·,duratura, ·deve e!,s-e•reinternazi,o•nale. IJ movùmentò sionistico, invee.e, qualora sia inteso come unica· e definitiva so•luzione del ,pr oblema, ,stac– ca la causa ebraica .da quella fun2'!ione .socia.le •in ge– nere. li sionismo •nazion.aHstico non ved e che , I.afun– zi,one stori,camente acquisita da1J,Popolo Ebraico è funzio ne cl a:ssis~ica, e p erciò, n on quella d,i cunser– vare irud.ef' initamente se ste.s.so , ma, secondo la for– mula social ista, d,i ai:r nuJlarsi c o!Fannul.Jame,nto ,di tutte .]e c!assi, o, meg1io, di realizza,rsi p1i·enamente soltanto nella ,recipr'oca integrazione dei va1o,ri u– mani. Ora, •co1,porre sut piano naz.ioualisti,co iii pro– Mema di un Po;pdlo che da 0 :s.eco.J,i ha una funzi,one ed un'al;llima che .potremmo c,hiamare « classistica:,,, si uccide veramente iJ: po1po.J.o, ti.n quanto se ne .uccide il vero ed unico significato sociale. Non sii, v uole q ui negare_ che la Terra Palestinese non ,possa ,of.fr' i,re un soccor:so ed un as·ilo degno a coloro cui u na ;s ocietà miope non concede di costruir– si ailtro ve la vita. Si, vuole solo condannare l'aspeHo nazi.on a.listico idei Sionismo, -,penchè nessun na2'!iona– lismo p uò sostituire una soluzion.e che, se vuole es– sere conseguente al vitale spirito del Popolo ed alle condi•zioni deJ,1a soci,età, può essere ,p.resa solo sul terr1eno sodalistico L'aspetto 1egali:stico o, comunque, quello chiuso e nazrionall.i,stico dell'Ebraismo ha quindi u,na .sola età· Jmp,o,rtante funzione da compiere: quella di, .scom– ,p,arire. LEONARDO COEN ' E possibile una nostra politica estera? (Oo1Illi1'n:uGJz, daJI n:. pil'ece•d,e·nle) _.., La politica estera italiana (1) C'è un paese, at centro del Mediterraneo, che può avvan_taiggiiars1i.n misura notevole e contribuire ef– ficacemente alla causa ,della ,pace, attuando una po– li.Uca ri,ca,tlato-ria ,i,n grande stHe ('i moralisti non si s1mventino: rkatto qui, non è che H rovescio di col· [aborazone fraterna con tutti): l'Italia. Dunque, una ,politica estera 'ita.Jtl.ana, con partiico– Iad finalità ,e caratterisHche, è ancora poss,ibHe. L'a.r.. gomento è di, estrema importanza .e la trattazione .che segue è un invito alla discussione. E' a,ssiomatico che, per fare una politica estera,, occorrono uomini adatti (e oggi, ,oon la stretta i·n– terdipendenza di poli,ti,ca interna ed estera, questa espressione indi:ca la po!iti,ca in tutta l'amrp.iezza del termine) per aa loro competenza, le loro idee, la loro p,ersonalità, .il_grado .de~le simpatie che_ r~col~on~ dov'è necessano raccoglierne e delle antI.p at1e d1 ,cui godono dov'è utile susdtarne. Di più: il .criler.io di scel:ta deve .essere subordinato :aHe partic olari, e si– genz.e del momento stori,co e deHa situazione i.nter- (1) Questo scritto del Cerone-tti può a,prire una !ntere,ssante discussione· sulla nostra politica estera ~ costr:ngerci ad usci– re dalle generalità e a fi-ssare concrete, direttive al!a nostra azione di partito. Non in tutto noi ci senf a.mo dI aec;ogliere senz'altro le idee de'l CeronetU, più particolarmente per quan– to riguarda il problema del!e colonie, che sa.rà trattato nella terza ed ul~ima puntata; ma quanto egli scrive è frutto di rlfes;,ione e va meditato. (Nota delta C. S.)
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