Critica Sociale - anno XXXIX - n. 23 - 1 dicembre 1947
CRITICA SOCIALE 459 che, economiche, politiche e sociali - può avere accentuato questo· motivo d'apprensione, le prime e rassicuranti esperienze realtlzzatrici del socialismo de– mocratico - soprattutto l'esperienza inglese - di– mostrano inv;ece la possibilità di attuare d 1 E sociali– smo nella Hberta, .senza sariguil'losi sconvolgimenti, senza togliere a nessuno i propri diritti politici; sen– za ,cacciare nessuno riè in carcere, nè nei campi di concentramento. Del resto è id concetto stesso dri c. rivoluzione » che è v•enuto perdendo il suo ofligi– nario carattere di evento re,pentino, palingenetico, affidato alla forza bruta, dominato da masse rozze e scatenate. Esso è -venuto inv,ero assumendo quello di un processo di trasformazfone, insieme deg)i istituti politici e del sistema economico, delle norme di di– ritto e delle strutture tecnico-produttive, che è in– sieme processo dri crisi del mondo capritalistico ed inquieta ricerca di nuovi principii. Nostro compito è immetlers 1 i vigorosamente in questo processo per affrettare ,la elriminazione delle scorie e delle super– stiti strutture del -passato, per difenderne il corso, sia da pericolosi residuati e parassitismi ,capitalistici, sia da deviazioni totalitarie, e soprattutto pe-r infon– dervi sempre più un contenuto socialista, ·diretto a s-o.Juzioni socialiste. , In secondo luogo sta il timore che sociaHs¾o si– gnifichl da un. lato drastica ed ùmmediata abolizio– ne di qgni proprietà privata e d'altro lato elimina-– :i::one di ogni libera iniiziativa. Ma anche su questo punto ,Je app,rensioni ded ceti, medi vengono ,confu– tate dagli stessi indirizvi del socia.•ismo çlemocratico. I qua,i d·imostrano coi fatti d'i non abbisognare af– fatto, e comunque non certo in un tem_po prossimo, di toccare - nella loro ,l:otta contro ,iJ. grande capi– talismo, industriale ed agrario - la proprietà, i l'li– ~parmi o le prerogative de-i ceti medi, riconoscen– done anzr. la funzione per l'in cremento della ,pro·– duttività e per ,l'efficienza de.fa economia. Esplicita– mente o meno, le trasfor mazion i socialiste preve– dono e tengono ,conto d,i. quel!e'conomia a due set– tori,- tturizzata a suo tempo da Carlo Rossellii: un settore collettivo, dominato dalla iniziativa pubblrica e dalla finalità dell'interesse ,cok 1 ettivo, destinato. ad accogUere e a sV'iluppare le imprese gestite, d<iretta-' mente o indirettamente, o comunque espopriabili, dal– lo Stato e dagli enti pubblici; ed un settore ,privato, fondato sulla proprietà ,privata e sul:'a libera infaia-: tiva, anche se coordinata ai piani economici. Si può constatare che tutte le attività ed imprese ,che sono prerogativa dei ceti medi appartengono a questo se– condo « settore » e non hanno da temere d·i veder mutale strutture e finalità, ma, tutt'al più, incremen– tato il loro ,potenziale e la a.oro efficacia attraverso molteplici forme di cooperazione e collaborazfone. Quanto a.Ila pi-anifi,caz-iorie - a 1 :•tro « babau » che la borghesia ama agitare sotto gli occhi ·dei ceti medi -– cred<iamo non ci sia alcun bisogno di d-imostrare co– me essa non sia affatto eversiva alla 1lbera inizia– tiva tlndividuale, s.pecie là dove non sussistono i pe ricoli d,i ,predominii monopolistici e di deformazio– ne degli equilibri di mer,cato, com'è il caso dellç a– ziende gestite da appartenenti ai ceti medi. _ ·Infine nessuna ragione ha i.I timore che un'ordi– namento socia.'ista rappresenti la minaccia per la distruzione dei ceti med<i e per la loro declassazio– ne in un- ruolo sociale inferiore. Il socialismo ha CO'– me scopo finale la eliminazione del dominio di clas– se •e della dilacerazione della società in c:•assi anta-• gonistiche, e non è affaJto il mecca~ì,co c~povo ·:gi– mento delìl.'attuale situazione, che ,crei per 11 ,prole· tariato una pos-izione di preminenza sul resto della società. 11 socialismo è .pertanto il solo regime sociale capace di eliminare quella situarione di c-ompress-io_– ne tra due classi contrastanti in cui si dibattono oggi i, ceti medi con perenne dnsicurezza ,per il loro equi– librio e p;r la loro stessa ~s1stenza. Ma vi è ?-i più. E .cioè che nella sua marcia verso questo obrethvo, il sociaHsmo è destinato più a migliorare la sorte dei ceti medi ,che a minacc-iarne 1 l!'esiste1;1za.<:;e~tis~t– tori dei ceti medi - come, ad esemp-10, g!I ump1e– gati di ogni spec<!e, per la loro ~olla~orazione che sarà imprescindibile e d:el~a masS'lma 1mport!lnz_a,.o come i celi medi ,contadm1, per tle loro funz1om m– dispensabili nel processo :produttivo .- saranno _dal sociaJismo sicuramente mcrementab. Ma anche al- iblioteca_GinoBianco tri settori, che di -primo acchito sembrerebbero es– serne com1>romessi (artigiani, commercianti, •esercen– ti), hanno in realtà la ,prospettiva, a 'meno per un lungo periodo di tempo, più di vedersi prosperare che di vedersri eliminati, se socialismo sarà realmen– te aumento del tenor-e di vita, e quindi elevazione quantitativa e qualitativa dei bisogni della colletti– vità rin genere e degli strati più qep•ressi in ispecie. Rafforzare un orie,nfom-enfo -Abbiamo voluto mettere in evidenza le dive rse ,ra– gi-oni, di carattere mora.'e prima ancora e.be di ma– teriale rinteress-e, che concorrono a deter mina re nei ceti med1 un orientamento favorevole al socialismo. L'anelito di umana emancipazione che è insito nel socialismo è pienamente ,inteso e condiviso dai ceti meçl,i, nel suo duplice aspetto di esigenza di una più vera ,libertà e di una più autentica e sicura giust,i– zia. C'è da ·chiedersi allora per quale motivo questo orientamento ,potenzia'.e non si concreH maggiormen– te tln una effettiva ,confluenza nelle forz.e socia.tiste. II problema è importante. Il pericolo che i ceti medi restino delusi nelle loro asp-eltative o che, addi.rit- \ tura, abbi'ano in essi il sopravvento, magari con !."i– .sentita asprezza, orientamenti diversi, occasioJJali o no, non è, ri,petiamo, ipotesi .Ca!JlplJ.ta in aria. Ciò•,..se– gnerebbe un grave scacco (non soltanto elettorale) _per il socia:tlsmo. La fondamentale ragione sta, a nostro avvi,so, pro– prio nel fatto che i ceti medi non hanno trovato nel partito socialista quello che essi avevano ragione di attend-ere e che fosse ùn grado di rassicurarli. In-– fatti, proprio le stesse ragioni che sorreggono la propensione dei ceti medi verso H socialismo rendo– no questi ostili ad .una sua ,confusione col comunti– smo. L'anticomunismo dei ceb medi - che troppo sbriga~ivamente s-i accomu na con que llo borghese o queL!o pretesco - ha sue speci.fic.he ragioni, anche quando non g,iunge ,se non per pr esentimento, a comprendere che una cosa è socialismo ed altra comunismo. Essi sono avversi al totalitarismo· so– vietico, ,come sistema dncompatibile con il loro mo– do di vedere, s-ia sotto l'aspetto politico di dittatura in aLto e di gregaristico conformismo in basso, sia -sotto l'aspetto economico di mastodontico capitali– smo di Stato burocratizzato, s-ia sotto ,].'aspetto int-er– narionalé di espansionismo a base ·di apparato mi~ litaristi,co e di sollecitazioni panslavistiche. Del paro essi sono avversi. alla politica comunista, sia perchè tintendono la mancanza in essa di un'autentica au– tonomia e la subordtlnazion-e agli interessi sovietici - pl'ima ancora che venisse la dichiaraz·ione di Bia– lystok a rendere ufficiale questa tendenza -, sia per– chè scorgono la, sua « tattica » rivolta ad imped-ire ogn<i stabiJùzzazione ed efficienza democratica ,e a scalzare la stessa ricostruzione economica, in quanto n-on s1 effettui sotto l'egida comunista. Sorge proprio da questo divario l'esigenza nei ceti medi d<iun'autonomia socialista ri.s_petto al comuni– smo. Non si può dar loro tò-i;to - dal loro punto d·i vista - se ess·i diffidano di partiti socialisti che o conclamano addirittura esigenze. fusioniste o del comunismo finiscono -con l'essere strumenti di ma– novra. E' chiaro, e deve restare ben fermo (ma -proprio noi del 'P.S.L.I. non possiamo muoverci dei •rimpro– veri), che un partito socialista non deve affatto rin– correre i ceti medi e portarsi sul loro inquieto ter-– reno. E tanto meno lasciarsi prendere nel complesso gioco dei 'l'oro sentimenti e risentimenti,· aspirazio– ni e delusioni, fervori -e scetticismi. Un partito so– cialista ha da tenere ben ferma la barra del suo ti,– mone non solo a mete socia.liste, ma alla difesa ed all'<incremento della classe lavoratrice, intesa nella più farga accezione. Ma - per non venire meno a:fa propria funzione - ha da essere ùn ,primo luogo, e soprattutto, il ,partito del socialismo, che è altra co– sa dal comunismo. Questo c,3iedono appunto anche i ceti med·i, per -riconoscere la vaUd-ità di questa posizione e dare ad essa· il loro fattivo consenso. - GIULIANO PISGHEL (fine)
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