Critica Sociale - anno XXXIX - n. 23 - 1 dicembre 1947

458 CRITICA SOCIALE enlrnmbi i casi da che ,parte il pericolo viene. . s; matura in tal modo (ma sul piano sociale, elle non ~empre ,coincide con quello politico) la tenden– za ùe· celi medi a constatare « pas d'ennem•i à gau– che » e a rkonosccre invece il nemico in quella bor– ghesia che .pur cerca di tenerli avvinti a sè con le lusiw•he con fittizie ,comunanze di interessi, con la p::'ur~, con i preg,iudizi sociali (compresi quelli insW in una cultura di classe). Una s,itua:tione di minorità. Questa realtà, di cui i ceti medi vann:o. rendendos-i conio, è ribadita dal particolare e trad1z1onale com, portamento de,lla borg.hesiia nei loro confronti. Esso si concreta da un lato in una esc·:us·ione dei ceti me– di da quei privilegi che la borghesia intende riser– bare esclusivamente per sè, come sua inel 1 iminabile roccaforte, che vanno dalla potenza patrimoniale e finanziaria alla pretesa di dirigere e dominare .J'e .. conom'ia, dall'ambito -deJ:;e « relazioni d'affari» ai fasti mondani deJa « vita di società >l'. D'altro lato si concreta nella situazione di minorazione, non sen– za qualche sfumatura di, disprezzo o di ,compatimen– to, in cui la borghesia tiene i ceti medi. Appunto perchè f grandi affari, l 'impos tazione generale del– l'economia, l'erogazione del.le risorse f>inanziarie e creditizie, l'appannaggio dei c onsigli di amministra– zione delle grandi timprese, l'alta po:!itica deJ.la Con– findustria e della Confida sono faccende che riguar .. dano la borghesia e nessun altro, i ceti medi indi– pendenti sono considerati, ne] mi,gliore dei casi, dei semplici «tirapiedi». Sono i parenti poveri che han– no da accettare uno stato di tutela e di sotlomiss<i.o, ne, da· parte di chi pretende di gestire anche i loro interessi. Si acconlenl'ino di accettare con buona gra– zia quanto è stato deoiso « in alto loco», da gente che .ha ben altra .potenza e ben artra autorevo 1 ·:ezza. Sotto questo aspetto i ceti medi - anche quelli che esplicano il proprio lavoro in una siluaz·ione di indipendenza, con proprie ùniziative e responsabili– tà ,produttive - si trovano in una posizione morale affine a ·quella de] proletariato. Sentono tutta l'as-– surda iniquità di questa es.elusione; tutta la ii,ngiu– stizia ·del ,privi-: 1 egio; tutta l'infondatezza della loro minorazione. Il contributo d,i,lavoro, di esperienza, di ris_parmio e di iniziativa che essi arrecano alla ric– chezza generale ,rende maggiormente intolilerabù,J.eque•• sto stato di cose. Sfruttame,n,to 1 tn atto. A ciò deve aggiungersi il vero e prop,rio sfrutta– mento che la borghesia esercita a danno dei ceti medi. Lasciamo .pure ii,n disparte lo sfruttamento dd la– voro dipendente, per ,cui la situazione e le rivendi– cazioni del ceto medio impi-egatizio non, sono sostan– zialmente diverse da quelle degli operai. Ma .c'è uno sf.ruttamento più indiretto e più subdolo che si ef– fettua, in una estrema va!'ietà di forme, anche suù ceti meqi apparentemente indi 1 pendenti. Per ù, ceti medi agri,coli sono forme di tale sfruttamento sfa il monopo1'io borghese della terra (e inerente gravo– sità dei patti, colonki e mezzadrili, sperequazione nel– le forme di, ,partecipazione, elevato prezzo dei fondi, ecc.), sia il ,costo ,per -procurarsi il capitale neces– sario a bene coltivarla (onerosità de]:'·credito agra– rio e fondiario, ,gravame d'ipoteche,. impegni assi– curativi), sia infine le specuilazionii che sui prodotti agricoli sanno compiere grossi e spregiudicati com– mercianti, approfittando del frazù.onamento ed iso– lamento dei singohi produttori. In altri settori (ar– tigiani, pi.ccoli-,industrii.a1i, commercianti, esercenti) è la sete di capitale finanziario, di credito, che li espo, ne a speculazionii, esosità, usure, o addirittura a ,rap– porti di vassaJlaggio verso finanziatori, verso ,pro– prietari di •case e di stabiliment-i, verso J:e grandi case fornilriici, ecc. In altri campi, ad ,es. in quello degli intermediari del commer.cio, -l'onerosità! con~– siste nei rapporti contrattuali, con clausole a tutto favore delle case rap,pres•entate (si vedano, ad es., i contratti per le agenzie dii rivendita di auto e di moto!). Si può dire cbe, ·con la duplice variabilità della congiuntura· e dei rapporti contrattuali pra- BibliotecaGino Bianco ticati, non c'è zona dei cebi.medi che sfugga a questi vincoli di subordinazione e di sfruttamento. Un a,1- tro aspetto d•i questo stesso sfruttamento deriva dal predominio sul mercato che i ceti essen1!i.almente borghesi praticano, con ben altra .potenza e ben altro impegno (e spesso, quando si tratta di prezzi poli-– tici, non senza pressioni o ùntercessioni sulle auto– rità). Credere che i ceti medi siano in grado di sen– sibilmente µiodifica,re; col loro dntervento, le. con– dizion,i del' mercato, anzichè dovùvi sottostare, an– che se tornano a loro sfavore, o di. poter sventare effi,cacem ente m anovre speculatorie, è illusione . .C:è inf, i.ne un altr.o e assai più generale sfrutta .. mento, che viene esercitato non già a carico es.elus-i– va dei cetii medi, ma di cui questi forse più di altri subiscono le conseguenze. E' que1 vasto, intrikato, e talvolta sotterraneo sfruttamento a danno dei consu– matori in genere che prati.cano imprese monopoli– stiche, cartelli, consorzi di produttori, coalùzioni di dntermediari e di accaparratori (e tanto più s,e ,pre– domina il mercato nero). Se questo sfruttamento e questa oppress-ione da parte deJ 1 :'a borghesia sono uno stato d,i fatto carat– i-eristico deill'attuale fase del capitalismo, altre forme si manifestano con un carattere occasionale e con– tingepte: si. pensi, in particolare, a'.;J'inflazione, quesfa •specie di tacito tributo forzoso, ,che più che altri subiscono i ceti medrl,, perchè meno degli altri in grado di elasticamente adeguare 1 redditi al– l'aumentato costo de<:'la 'l"ita, e non possessori, d'altra parte, di tale scorta di benrl,e di merci da equilibrare il decrescente potere d'acquisto deJIJ.a:moneta. · Rer:,.:tionemorale .. Bisogna tenere conto di certi, particolari aspetti della mentalità dei ceti medi. E' faci-le - ed è an– che un ,po' di moda - fare ·dell'ironia su questa mentalità! « cetomedista » e metterne dn ,evidenza le H:iusioni, le ·aspirazd,oni al quieto-vivere, le smanie delUe impossibili conciUaz ioni, g li entusiasmi ,e glJi. sgomeNti, le euforie e le pam.re. E non •intendiamo certo tesserne l'dncondizionato elogio. Tuttavia in questa mentalità .sono anche profondamente rad,icati (e le esperienze negative del fascismo e della guerra· li hanno rafforzati) i 1~ senso della libertà ,e quello dellLa giustizia. E' proprio quest'ultimo valore mora– le a sostenere la ribellione deti ceti medi, o quanto meno d-egli ..strati più evoluti di essi, contro la bor– ghesia, contro la sua_op,pressione ed i suoi sfrutta-– menti, contro il suo esclusivtlsmo, contro i suoù pri– vilegi-, ,contro la tragicomi-ca . farsa del suo pre'teso liberismo, contro la sua tendenza a ,considerare l'•e– conomia - un'.attività che concerne· 0,'iintera coUet– t·ivtltà - come una faccenda privata, in vista del profitto. Va rilevato che l'esig-enza assai' viva di una, giu– stùzia sociale ,che da ciò promana è sentita da sem– pre ,più vasti str;atii deì ceti medi ~ome una conqui– sta che essi non ,possono realizzare con J.e loro pro– prie forze; che. non può essere largita dal-!alto, a seguito di un'abdicazione -d~lla horghesfa; ma che non può d'altronde ,essere attuala col fortunato col– po di mano di una minoranza, se non a ,cond-izfone di dar luogo ad un regime dittatoriale-totaliitario. Que– sta constata:cione fa con·v.ergere notevole part~ del– l'opinione -d-ei ceti med~ verso il socialismo, ossia verso un movimento essenzialme nte democratico, che intende far val-ere. questa dup·:!i.ce esigenza dd libertà politica e di g,iustizia socia-le e che è sostenuto dal nerbo della ,classe operaia, più immediatamente im– pegnata a mutare l'ordfoamento sociale presente. Nulla da temere dal sodlQJ/ismo. Quella « paura del rosso», di cui la borghesia si è sempre servita e si serve per tentar di distog 1 iere i ceti medi dalle loro simpa!Jie, ,r,eali o potenziali, per il socialismo, ca.Jeolava su tre motivi d'appren-- • sione. e di riserva dei ceti medi nei confronti del • socialismo. Il primo è il timoré che il ,passaggi.o aea società soc'aHsta si compia attraverso una I'livo· 1 uz•ione vio– lenta, sconvolgitrice, necessariamente antidemocrati– ca. Se la rivoluzione russa - di cui ,non sempre si tengono .presenbi, le particolarissime condizioni stori-

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