Critica Sociale - anno XXXIX - n. 22 - 16 novembre 1947

CRITICA SOCIALE 437 la superba Mbione è sempre· stata giustamente tanto eelosa, è divenuto un problema europeo, •e non ;più wlo ed esclusivamente inglese. Questo mutamento di ftui1.1ione e di importanza del ma-re che avvolge tutte te nostre ,lunghiissime coste toglie, dal ,punto di vista militare, molta de!Ja p·dmi.era dmportanza della no– lltra penisola nella ipotesi di un conflitto armato fra popohl. europei. Un al-tro elemento,, del quallie·si deve tener conto, è la ,saldatura d,eJ nostro ,paese aJ continente, che, ,co· me ognuno sa, è cosbiituita da1 massiccio alpino,. I dilettanti in materia mHitare sllJ)pongono che i futuri conflri,tti possano e debbano e..ssere ,risolti e– sclusivamente dalle bombe atomi-che o da qualche a,Ltra i,nfernale invenzione, ma col.oro i qua,ll cono· ,cono le Jdnee maestre sulle quali si è svolta la evo– luzione de!Ja condotta strategi·ca e tattica tlehle guer– re non possono ,igno_rare che, a,n definHiva. sono gli uomini che coIUbatto·rio e che decidono le sorti di un conflitto. !Nessuno, ed io meno di tutti-, ,perchè l'ho scritto fin dal 1924 ne;1 mio ,Jiihro Disarmo e Difesa, nega la immensa e ognor ,crescente impor– tanza dell'avi,azione, ma io penso che quel be-lHge– rante che armata mano si- fosse impad,ronito del-la nostra penisola e fosse ,sig,n:o,re,1ncontrastato1 d,elJ.a Val Padana do"l."rebbe pur sempre portare le ,pro· prie masse armate di uomini e di mezzd, meccanici oltre Ja barrie,ra all,pfaia ad occidente, a nord e an– che in parte ad or,iiente, quantunque da queJ. lato la konbiera corra ormai in pianura. Dubito perciò a,s· sai che vi siano Stati 1 Maggi,o,ri desiderosi di, dover affrontare una siméle ;prova. Da l punto di vista de'!Ja gueTra marittima -la no· stra peni.so -la offre indubbiamente molte possi,biJj,tà, p-erc hè le s ue coste sono articolate e dotate di ottimi ,porm, anche mHitari. Senonchè sotto questo aspetto la ~unghezza enorme de,y nostro svHuppo costiero è un elemento favorevole ad una nostra possibi,le neu– tralità, perchè ,la marina di, quals-ivog-J.iabeM,igerante che volesse fruire di tali vantaggi dovrebbe anche provvedere al-la immane li.mpresa deHa indi,spensabiJe protezione. Quanto a:lla av.iazjone, non vi è dubb-Lo che l'Italia ,rappresenta, con la sua forma a,hlungata nel senso deii meri dian-i, un magnifico· -molo di at– terraggio e di partenza pe:r aerei, ma è aJtrettanto_ vero che fa ossatura ap.pennin&ca riduce notevolmente il val-Ore di questa carattooi.stica e che la relativa ri– strettezza del-la ,penisola permette di non qual-if.i.care decisi.va fa sua utilizzazione per una guerra ae,rea, e ciò sp ecialmente ,per Ja larga autonomi-a d-i cui og·– gi dispongono gli aeroplani di tutte le Sipecie. Dru punto d.i vista militare quindi, che è quello che de:ve essere pl'eso in massima ,ooinsideraz>ione per stabi-Lire la possdhilità o meno di ottenere e man-• tenere un atteggiamento neutraJ,e, non mi ,pal"e vd -possano essere gravi difficoltà; anzi dovrei ritener-e che ,entrambi gli ipotetid beiJ.ligeranti non dov.reb· bero vedere d.i inaloccm-o- una nostra neutraLizzazione e conseguente esclusrone dal teatro deil 1 Ie opera:t!ion-i-. Tutti sanno ormai de1 resto che, neJ,l'ultimo con· rutto, dopo hl 25 -luglio 1943, per ben due volte vi sono state trattative, più o meno ben condotte e irea– Jdzzabim, ,per ottenere una si!114-le •esclus)one. Neppure è un mi,stero che il nos·bro mtervento m guerra _no~ era desiderato dai ,capii supremi della Gennania, l quaJ,i avevano .irituito, da e,sperm l!ll~-tari, che l_a no– stra penisola avrebbe .potuto costitume, come m ef· fetto ha costituito, un peso morto. Tutto ciò premesso, un nostro atteggiamento voi• to a conseguire i-1 diritto .a1la neut~alli,tà e a';l avere le assicurazioni formali ,e sostanziah necessane a ga– rantirla non sembra dmpossibHe, e -tanto meno uto· pistico, Dal punto di vista economico Je no_-stre con: _ dizioni .sono tal-i- che abbiamo veramente b1sogn-9 dQ, tutti; ma nessuno può ignorare che il nos1iro ,po· polo di 46 mi-lioni _di aniime 1 JI?,, co:nti!)?O ~u.mento, ,costituisoe uno degli, <elementi pm sigmf1cativn, e p~– tenti di quella pressione demografica che su tutto ii continente preme da oriente, da sud-est e da sud. An·– cbe da questo Jato dJ 1 fattore uomo appare semp•r~ preponderante ~ deci_siyo, per1;hè, in. soslan~a, ne1 &eoo!.i dei .secoh tuth J, grandi eventi umann, SO!I? stati la conseguenza diire-tta ·o indiretta d,e,1-le necesSlta di maSis·e umane che sul lOll"Osuolo non potev-ano B1b 10 evc1 trlO Ola CO • più vtl.vere per difetto di spazio e per.ciò erano co· stnette ad uscirne. La nostra sorte è ,pertanto ind-is– solubiilmen-te legata a quella di tutto il continente, mentre non po,ssiamo e non dobbiamo mai dimen· ticare ,ahe la nostra saldatura alpina al-centro Europa ci costringe, volenti o nolenti, a segui~ne -1:esorti, Se ne ha, una iri,pr-ova nel fatt o che, dopo il nostro risorgimento, si è creata fa tripli.ce a],leanza; che aopo la guerra vHtoil'iosa 1915 -18 com battuta a fian· co deUe poten:t!e, occidentaJ.i ,e, ,in a11ora, anche della Russia, ,sii,è rito 1 nnat-i ad una politica di collabora– zione con la Germani-a e ,che ancora oggi., dopo quan– to è accaduto, noii s-tessi .so-cia-!i,stisiamo i ,primi, a dichiarare giustamente che non può esse•rvd una Eu– ropa senza -la Ge,rmanfa e che i nostr-i interessi sono -convergenti con i suoi. La geografia ancora una vot- -ta .impone con forrea 1 logica le linee diretmve del-la poliitica dei popoli. D'altra parte le A•Jpi, dalle Marittime alle Pennine, ci ,saldano aHa F•rancia più solidamente ancora dii quel-lo che fanno i nostri innegabili legami di sa·n· gu,e, e ,per.ciò anche di, ,sentimenti,, mentre aU'o-riente la nostra saldatura col mondo ,slavo non è una fan· tasia, ma è una ,rea-lrtàconèreta, che ,non ha bisogno di dimo,s,trazlioini ·1n una, ,siffatta situazione geografica quale funzio· ne potrebbe avere ili nostro Pa-e-sequalora foss•e deci-· samente schierato ad occidente oppure ad oriente? Non esito a dichiarare -che, per conto mi.o, i1 nos•tro -apporto sarebbe to,talmente negativo, ,perchè diveir– iremmo ancora una volta una appendice, peso morto, dell'Europa centrale; potremmo nuocere ,più ,che gio– vare, ment,ne i.ndubbilamente avremmo ancora una vo-1.taJ,a sorte del vaso di coccio. La. nostra neutra· lità invece avrebbe un vaio~e inestimabi,J,e ,pe·r tutti, neUa ipotesi d•eprecabile, ma purtro,p,po non .impos– ,silbiile, di un conf-K,tto. Che dire poi della nostra funziione per p11eivenirlo •e, possibHmente, per im· ,pedi,r,lo? -Guardiamo anco-ra una volta la -carta geografica. Da'l,le rive' deH'Af.r-ica questa nostra, pend,sola, quaSii i,n,silgnifi-cante ris,petto aHe -terre che la circondano, si allunga fino a} sistema alpino, al di là del quale ·Ja ubertosa vaUe del Reno os-tenta •le sue cimindere e'- ila, rdcchezza dei suoi bacini minerari, fino alle dvie del mar-e del Nord. E' la tePra cl-assi,ca di Sig– frido e delle saghe d·ei Nibelunghi, troppo spesso i-ns·angui-nata dalle -lotte dei, popoli, che sul:le oppo– ste rive del grande fiume da seooJi sd,contendono il primato ,in Europa. ~ Che cosa accad,rebbe nel nostro contilnente, se una Ita,l-ia neutrale, già ,saldata ad una SV'izzera neutra– le si ùnisSie ad una Renani-a nieutral.izzata e si costi– tu'àisse così •ne-I nostro continente un immenso can– tiere di Uavoro .e produzione prevalentemente indu· sr,riale al- Nord e agricolo al Sud? lo penso che l'Oriente europeo, ,e cioè -tutto il mondo ,slavo che ha dndi:scuti-b~le diritto da. citttadinanza come noi e come i Tedeschi in questa nostra terra -europea_,non potrebbe ,che ral-ie~rarsene, m~n~re l'.Occiden~e. y,e– drebbe in questa Jmmensa fascia d1 -neu-tra!Lta -la fine dli.tutte Je ,sue contese secolari e l'inizio di· una era y,eramente ;pacifica -per tutta .l'Europa. . I lettori mi daranno atto ,che ,ho ragionato iiiinora, più o meno ,esatta11:enJe, come ~~s~ creder~?~o di giud-1ca•re, ma su dati d1 fatto pos1t1v1,e perc10 u,nop– pugnabili-. Tuttavfa il mi/o innato posd,tivismo non può non_ animarsi di_ un~ trascend,enza che _lo_~pi– rito ha m ognuno di noi, qua-le elemento v1vu,f1ca– ,tore di qualsivogU.a ragionamento. Questo elemento trascendente, che è la ,sostanza deU'idea-~e umano, constata con intima gioia che -la f.redda disamdina della Tealtà positiva converge con la più alta e più nobile dell-e aspirazioni: fa pace tra i pop olii e, come dkeva i,! Cristo, tra gli uomini di buona vo, >lontà; quel,!a paoe che, per essere vera11:ente du– ratura e sicura, deve essere protetta e du,fesa, alla occorrenza, ma deve ,segnaTe ,l'avy,ento della "1."er~ unica efficiente internazionale ,socialista; quella dei lavoratori, oggi di EuTopa, domani del l'I!ondo, _che, al di s-opra deUe inesistenti convenzionafo frontiere, vogHono fraternamente .incontrarsi e gomito a go-• mito lavora,re per vive,re. vivere per lavorare. LEONARDO GATTO ROISSARD

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