Critica Sociale - anno XXXIX - n. 22 - 16 novembre 1947
CRITICA SOCIALE 435 L<J. · questfone de~ seme. Durante il primo vente•nnio di vita della bieticul– tura e de1Wtindustria saccarifera :italiana ,i- contratti di ~endita delle bietole sono stati fatti a peso di rad1<:e, Un tanto a quintale, semplicemente. Ma la mamfesta_ te~denza degli tlndustr.iali ad introdurre nella_ colhvaz10ne bietole a più alta percentuale zuc– ~h~r11:1a,me?tre pagavano le biietole a peso, indusse 1 b1eticultor1 ad mter,porsi ,per ottenere una forma di con~rat_to più equa. Dal 1923 in poi, anzi dal 1924 (po1_che la_ ,campagn_a 1_923 f~ semplicem~mte speri– mentale), I contratti da. colt.lvazione si basano sul pagameln1to a fito•lo. Si paga in effetti la quantità di :rn<?cher<?consegnata, accertata mediante analisi po– l!!-nmetr1ca !atta ·all'atto della consegna e per ogn~ smgola partita. E' un- passo notevole, in confronto al sem,phce ,pagamento in base a, peso di bietola. La formula nuova ha tolto all'i-ndustria la possibildtà di "llVere, senza pagarlo, lo zucchero in più contenuto ~elle. bietole più ricche d-a essa fatte porre in col– hvaz1one. . ~a ·nuo~a formula ,contrattuale avrebbe potuto con-• cibare gh opposti interessi agricolo-industriali ad una condizione: che entrambe le parili contraenti avessero concordemente accettato di orientare la bie– ti,co_ltura s_ulla base deUe varietà a più elevata pro– duzione d1 zucchero per ettaro. Finalità raggùungi– bile solo se la sperimentazione bieticola, la ,produ, zion~ di seme e la sua distrtlbuzione agli agricol– tori fosse stata affidata ad un ente neutrale estra– _neo all'influenza delle parti e movente. dall'u~ico- in– ten_di~ento_ di servire iil Paese. Viceversa gli indu– str1al-1, forti del fatto che essi pagavano tutto lo zuc·• chero ritirato nelle bietole, non hanno mai, voluto mollare- sulla questione del semie ed hanno cohbi· nuato a voler esser loro a produrre e a distr-ibuire. Nel loro interesse unilaterale e senza preoccupazione del cospicu_o danno _che ne veniva all'economia dei -produttori agrd,coli e del Paese, sempre in affannosa ricerca di nuova tena ,con cui occupare e .sfamare l'eccesso di popolazione, gli i-ndustriali, partiti da bietole -capaci di ,produrre 65 quintali di zucchero per ettaro, sono arrivati ad im,porre bietole ,che non ne producono più di 50 qui-ntali. L' Assoc:iazfone Na– zionale Bie!Jicultori si è mostrata trascurata e debole riguardo al problema de] seme. Le conquiste fatte sono sc•mpre state solo apparenti. Solo dopo il 1937 i bieticultori/ si ,so no sottrat ti « oìl'obbligo di riti-rare il seme presso la fabbri.ca» . E' in que1l'anno ,che si affaccia il controll o dell'En te Seme Bietole Zuccherine: Neii. successivi le formule variano. Nel 1938 il ,coltivatore « ha l'obbligo di ri– tirare il seme... delle qualHà che gli saranno asse– gnate dall'Ente Seme Biietole... ». Nel 1940 gli s.i ri• conosce la facoltà di scegliere fra le val'ietà dispo– nibili presso la fabbrica. Nel 1941 « i-1 coltivatore assume l'obbligo di riti.rare seme esc1usivamente con– trollato dall'Ente ... ». E così nel -1942 e nel 1943. Si ,procede adagio, ma si procede; però solo in a,p– parenza, pe·rchè chi produce iil seme e lo distr,ibui– sce è sempre l'-1ndustria, e l'Ente Seme Bietole Zuc-– •~herrne è una- misera cosa ,che, indipendentemente dag1i uomini1 fa poco o niente. In modo perfetto, forse, svoilge solo aa funzione dli far da lustr,a a provvedimenti eh-e non cambiano di un punto la direttiva su cui la biebicoltura cammina. Anche l'ul· tima trovata, del 1943, dell'Ente Seme Bietole « a struttura corporat,:va », con costituzi.o-ne paritetica, con un agri.coltore ,per presidente e così• via, non servì ad altro -che a fornire la possibilità, di con– tinuare come ,prima (,col beneficio di avere i bie– ticoltoni a div-i.der-e le responsabilità del danno ,che subivano), perc~è le semenia: avrebbero dovuto tut– tora sperimentarsi e moltiplicarsi nei campi degli zuccherifici e sempre le fabbriche avrebbero ,dovuto distribui-rle. . Dal 1946 si è tornati alle condizion!i, che si eb– bero fino ai 1937: è stata -ripristinata la -clausola che obbliga i.I coltivatore a ritirare ùl ·seme dalla fabbrica. Dell'Ente non si parla più: ha fatto una fine... corporativa. Meglio ,così: la posizione è ,pèù chiara. · Ma gli industriali ·hanno trovato la loro brava giustificazione per dm,porre il ritorno alle condizioni ibl1oteca 111u 01anco di ol.tre un deceTinio fa: essi hanno fornito il seme · in questi anni (1946-1947) .in cuii non sarebbe stato possibile averlo dall'estero. Non è sufficiente atto di patrio-ttismo per accantonare qualche vantaggio avveniire·? Con ppimitiva ingenuità gli agricoltori hanno accettato di condividere « J'alto orgogli0 di avere una biefola, italiana a tenore zucc~erino più elevato ,di tutte le a1tre biietole esistenti -nel mon– do» e di aver «. ,contribuito- alla liberazione daBa servitù di importare seme dal['estero, producendo ' all'interno ttutta 1a quantità necessartla ». Mentre ciò costa a loro e al Paese, da oltre Vl!!nt'anni, la bel– lezza di 15 quinta1i di zucchero Ji)er ettaro e per anno, gli altri, sul,Ia loro ingenuità, hanno fatto ·i pro,prtl affari. La 1·ac-colta aI11ti,c,ipata de/!/e- bfrNole. IJ se.ttore seme non è ili solo sul quale si sia ma– nifestata la deleterd.a esclusiva imposizione degli in• tèressi industriali. Non contenti -di regolare la ,pro– duziione a loro vantaggio, agendo sul sem e nel modo mdicato, ['dndusl!Jria è riuscita a strap.pa -re negli uil'– timi anni, una modifica du.,contra tto app ar'entemente in·nOicua ,e ,i-n,sli.g.rniflcante, ma, ·sostari~ialmente •capace di aggravare la' già, pr>eoccupante situaziione. La mo·– difica ,consiste nei!! -lasciare ,ind1etermdnato l'dnizio delila ,consegna de 1 Be bdetoUe aglii z.uochertlficli iniziio .prima tassativamente fissato a1 primo agosto'. Come è ap.parso ,daUe prime es,perienze, si vuole antici– pare la consegna e l'inizio ,della campagna, quando le bietole non sono mature. Sono ancora ,capaci di notevole accrescimento in peso e, · quindi, in pro– duzione total e d i zucchero. Equivo,cando ancora una volta su -q ]J.el che è titolo zuccherino (contenuto piercentuale di z ucchero nm succ~i) e totale reale produzione di ·zucche,ro, si vuol da,re, ad intendere che, dopo il primo ago sto, lo zucchero contenuto nelle b ietole ,dimi-nuis.ce e ,che quindti. conviene to– glier.le presto dal terren o e consegnarJ.e ano zuc-, cherific io, faoendo éioè ,in modo ,che per quella data la ,consegna sia _non gùà ili1iziata, ma ,possibilmente ultimata. Dopo quella -data in effe1ti la ,percentua1e di .zucc~e•ro diminuisce, ma aumenta lo zùcchero to– tale. Una bietola di kg. 0,500 col 20 % di t,itolo con– tiene un etto di zucchero; ma la stessa bietola, dopo un mese, ,presenta il peso ,di un chi1o per cui col 1 titolo del 18 % ,contiene 180 grammti. di zucchero. ·Lasci.ata nel ter·reno,- la biietola aumienta tanto di peso da compensare ad usura la riduzione di titolo. Rac– cogJ- iere •le bietol e quando p•resentano più elevato te– n·ore zuccherd.no è per.ciò un grave errore, ma con– viene all'i-ndustr ia. Le bietole andrebbero invece raccolte quando non aumenta più il loro ·-con– tenuto totale- reale di zucchero. Questa è lii. matu• .rità,. Che ·ostino· ragione tecnd.che a protrarre trop,p9 la ra-ccoJ.ta ,per la necessità di sgombrare il terreno alJa -colh1ra che ·deve seguire, è un fatto. Ma nQ.!LSi deve esage,rare, se non si vuol d.n,correre nella per– dita di quantitativi enormi di prodotto. Due· gilu:dz'zr-,due can:danine, La bietola è una ,coltura che' si pratica in .regioni progredite El,dove la ·mano d'opera abbonda. Con-– ciimazioni e lavorazioni non si lesinano, anc~e ,per-– chè la coltivazione si fa sempre, o quas-i sempre, con il sistema della· mezzadria o della ,comparteci– pazione, quindi con riparto delle spese tra agri– coltore e lavoratore; e le lavorazioni, non ,costituendo spesa viva, sono tassativamente richieste e compiute .. Non Sii può quindi assolutamente affermare che il regresso bieticolo sia da imputarsi a-d altre cause diverse dal seme improprio e dalla -raccolta antici• pata. Ma anche ammesso e non concesso che si fosse eff.ettivamente veriificato un r,i!assamento di inten– sità colturale, 1a causa non potrebbe non ricondursi agli accennati inconvenienti fondamentali, che avreb– bero agito in senso deprd.mente sull'ini.ziativa dei coltivatori. Ma ciò, ripetiamo, è da escludersi. A cominciare daJ· i937, anno i,n cui fu,d,is_tribuito · quasi esclusivamente il famoso seme nazionale -di alto tenore zuccherino e si raggiunsero le ,piiù basse .pro– duzioni., il malcontento si è diffuso in modo preoc– cupante fra i coltivatori dii bietole. Ma anche prima di quell'ep,oca si ebbero proteste, aperte o velate, riunioni tumultuose, tentativi d,i secessione nella or•
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