Critica Sociale - anno XXXIX - n. 21 - 1 novembre 1947
CRITICA SOCIALE 423 Altro quesito iatcressante posto da-1':stituto « Doxa » è quale problema, secondo gli intervistati, è ritenuto come il p'ù ur– gente e quello, che il governo dovrebbe risolvere nei prossimi mes . Il problema del salvataggio della lira in senso lato (risanamento delle finanze statali, prezzi e salari) ha avuto i I primato con il 39_'% degli inforvistat'. Seguono, a pari 11rado, quello dell'alimentaruone e del-Ja disoccupazione (H 1%). Si scende rap ·damente ad un 7 '% sia per i problemi di or– dine interno, autorità dello Stato, sia per quello della ri– eostruz; one e dei d~nni di guerra. Solo 1'1,1 % ha raccolto iJ problema dell'emigrazione. Si scende allo zero e frazioni per i problemi internazionali, del trattato è.i pace, del commercio estero, dell'incremento di produzion'. E solo lo 0,3 '% ot– tiene il problema delle elezdoni. In complesso quindi 1'80 '% eonsidera più urgente ..la soluzione di problemi d'indole eco– nomica, mentre solo il 12,2•% problemi d'ind,,le po!"tica (il 7 l'll, non ha saputo ri·spondere). Ciò che si stampa •NESTO Rossr: Abolire la miseria. Ed. La Fiaccola, Roma • 1946 - pag. 198. L'Autore è commosso e preoccupato per lo stato di miser a in cui vivono ancora gli strati inferiori dell'umanità. La gen– t.e denutrita e cenciosa, che, senza dist!!nziOne di sesso e di età, si ammassa promiscuamente in pochi e luridi locali, eostituisce, non, 1101tanto uno spettacolo triste e ·1nsopportab'l·e, ma ancora un pericolo grave e spaventoso. Poichè la miseria erea altra miseria, deve essere curata com.e una deHe più per– niciose malattie Infettive, al pari d~lJa peste e del vaiuolo. ·Ma i rimedi sino ad oggi E:SCogitati non bastano; anzi, per lo più non servono che ad aggravare e a diffondere hl morbo. La car'.tà, pubblica e privata,. avvililsce chi Ja riceve e lo adagia nel letto dal quale dovrebbe invece sollevàrlo. E tutte le istituzione di previdenza e d•i assistenza sociaJ•e - com– prese ,le assicurazioni obbligatorie contro la dtsoccupazioue, -le malattie e la vecchiaia - costano troppo, si prestano a truc– ahi, favoriscono l'ozio e !~indolenza. Occorre un riimed.io nuo– vo e .radicale. E l'A. - che appartiene a•l partito di azione - erede di aver.lo trovato e sente i 1 l dovere di suggerirlo. ·Jn sostituzione al sistema delle impo<lte, propone ,la crea– lrione dell'esercito d111llavoro. I giovani dei due •sessi, termi– nata la l~ro preparazion-e scolastica, dovrebbero essere, per un certo periodo di tempo, obbligati a prestar• servizio in tale . e.!\e.rcito; che si potrebbe organizzare, grazie Bi progressi tec– nici della produzione, in modo da far produrre a ciascun obbligato, ~durante il periodo d·i arruolamento, i beni, indi– spensabili per vivere poi, senza patire iJ freddo e •la fame, lulta 1~ vita, anche se non avesse fatto niente prima del• ser– vj.z:io e non facesse p;ù nien.te fimo al termine dei suoi giorni. Con un esercito .siffatto torna evidente che ogni individuo sarebbe tenuto a produrre e ad accantonare quanto basta per a~sicurarsi contro la miseria; la quale .sarebbe in tal modo prevenuta e non avrebbe possib:Jità mai di mettere le prime radici. H libro è z_eppo di sensate osservazioni, talvolta acute e ~a,l a'1tra l'amhiccate aJquanto. L' A. - che ha già. elaborato anche un ardito progetto di riforma agraria (fascicolo N. 27 dei ~ Quaderni dell'Italia Libera~> - vi dimostra una cono– oeenza non comune dei vari tentativi fatti di risolvere il pro– blema da lui trattato; e dalla :ma prosa c1>lda e colorita tra– a.pare la sicurezza e Pentusiasmo di uno stud· 1oso che ha la fiducia di poter Indicare per quale via il doloroso ·problema può essere avviato a soluzione. Tuttavia qua. e là traspare untntima inconfessata incertezza che s'affaccia alla diritta eoscienza dell'A., evidentemente preoccupato che l'impeto_ d·~ ~uo entusiasmo possa portare la sua speranza di là da.i Il– mili di una concreta possi.bilità. E. D. L. PaANCP..SCO MILAN!: Cause e natura della seconda guel'ra mon. diale. Bologna, ed. A:lcyone, 1946, s. p. Più che narrazione .storica concareD.ata, è un vasto e pro– fondo quadro c,;itico degli avvenimenti, dei mo~lmenti, degli indirizzi pratici ed ideologici che si ~ono man1f<'stat 1 tra le due grandi guerre mondiali, e una anaolisi del complesso gio- 1o dei l<>ro antagonismi e delle loro coincidenze. L' A. mira a sceverare quale è la ~ real,tà effettuale delle co~c », che_ st~ al di sotto non solo dei più rilevan~, fenomem storici .d 11uesto periodo - fasci9i1Do 1 nazismo, totalitarismo, pooitlca sovietica nazionat1smo economico, ecc. -, ma del gioco, ser– rato e u',uJtiforme, dell-a politica esiera, degli orientamentt e- Biblioteca Gino Bianco conomici e delle strutture sociaH dei d·versi paesi. Coanpito qui 1 ndi assai arduo e ambizioso, che il'A. affronta con indub– bia serietà e preparazione, ma che in pari tempo complica, spingendo J.a sua analisi, .sempre diligente e minuta, a~ paesi d:ell'Ameriea Latina e a quelii dell'As!a, soffermandosi in pa.rtlcolare sulJe complesse situazioni della Cina e d,el Giap– pone. E' -quindi lavoro di vasta e fitta trama. Talvolta l'A., credendo di semplifiçare o di dare un p'ù .sicuro orientamento, avvi-Juppa .Pinterpretazione storica e politica in schemi intel– lettualistici e cu:lturall non sempre agevoH e convincenti, e non di rado inclini al vezzo di uil astratto prob:emismo. Ma iu complesso l'indagine' sui fondamentaH antagonismi e' suile profonde ragioni del iloro precipitare verso una ,nuova cata– strofe bellica è bene condotta. Meno persuasiva (ed in certo modo anzi stridente con H resto) è la terza parte, ded'cata allo studio del modo in cui fu condotta la seconda guerra mondiale, al1le innovazioni .strategiche e teçniche, alle sue p~ culiari caratter'.stiche, considerate troppo sotto il profirlo me,– ramente militare. Notevole interesse presenta infine la con– clusione, dove si prospetta l'anacronismo d.el perdurare di econom: 1 e nazionali e di unità statali separate, l'esigenza di una unificaz.ione dell'Europa per :evitare il pericolo di una sua probabile decadenza, la tendenza alla ·occidentalizzazione delle razze a_s,'atiche, ila .speranza dd una Russia democratiz.. zata uell'ideaie d:I libertà acquistato •nella lotta contro l'ag– gressore, la· funzione conciliatrice e ravvicjn-8.trice del labu– rismo inglese, ,l'urgenza dell'abolizione della guerra e dello stabilimento della pace perpetua, ecc. QuE>Sleprospettive erano poi quelle che. &i affacÒiavano a tutti noi ali-a vigilia della 1-iberazione e della fine della guerra, epoca a cui appunto rl-_ sale la compilazione d.!i questo volume; ma la speranza dell'A. corre forse un po' troppo, E!',li non si n1>sconde pe,rò gli squhlibri ehe illevitabilmente si producono e si produrranno per II dilatarsi d'ogni problema politico dal campo rnropeo a quello mondiale, che solo ormai diventa decisivo. Che in questo campo continuino le lotte tra Je diverse « mitoìogie ~ politiche non deve fare .$p,ecie: tutto sta che esse possano e– s-pJicarsi con mezzi pacifici e di civiltà, anziohè coll'irrom– pere di mezzi distruttivi, che segnerebbero il tracoHo delJa nostra civiltà. MuG. BARBARA WopTl'ON.: Libertà e pianificazione. Torino, ed. Fl'wm– doi, pag. 183, Lire 600. Con uno .stile faci-le e brioso, che non menoma però mai la serietà e l'esattezza della impo~tazione sci-eintifica, questa no– ta e valente economista inglese esamina, nei ,suoi varii aspetti, uno dei più, ~cottanti problemi del nostro tempo. E che lo facc;a senza perdersi in astrazioni o in .schemi dottrinali, tenendosi aderente ai problemi reali, a provvedimenti in atto o attuabili, alla critica ed anche ,.1 semplice malcontento per sistemI vjgenti, torna tutto a suo onore. l]J;tesa la pianifica– zione « come una cosciente e deliberata ~lta delle pr'orità e– conomiche da pa·rte di qualche pub.b1ka autorità », rappre– senta es~a qualche cosa di imtrinsecam,ente ì ,ncompat:ibi.le con le Ubertà fondamentali, o tale da pccessariamente .sovvertirle? La risposta, ,negativa, vuole essere rassicurante e convincente (e tanto più se diretta ad un pubblico, come quello inglese, ;;empre sospettoso che il potere sia una potenziale tjrannia): e lo è tlinto più,. in quanto l'A., scettica sia di fronte ai fana– t >Ci sia di fronte ai 9,enigratori dtJla pianificazione, dimostr~ come ciò in- rrealtà dipenda dall'uso 'del poter-e ,p.!.anificatore e dalla giusta risposta alla d~anda: «,chi pianificherà i pia– n~.ficator.i? », assai più che dlt!la- estensione e d·a 1 l carattere ra– dicale della pianificaziout> (« un piano limi-tato può distrug– gei"'e interamente cert-e libertà, mentrr un piano di assa:i più ampia estensione può lasciare alt•re libertà_ comp!eta1nepte in– tatte»). L'A. studia il probl•ema nei suoi vari', as-petti: 1) sot– _to quello deUa libertà del consumato1·e: esaminando i possi– bili e meno coercit',vi espediepti limitati.vi deJ,la llb<ertà di spesa, qua;odo si versa in un per:odo di carenza di .ben~, e svolgendo una confutazione assai acuta della teoria Y,ber1- stica delila regolatrice « .iOvranità del consumatore », ch'essa dimostra quanto sia illusoria nel nostro tempo; 2;) sotto quel.lo della Ubertà del produttore: affrontando anzitutto H diffici,lc problema della libertà di scelta di un'occupazionè, ch'esse ritiene possa essere risolto col sistema degli incent''Vi; i-odi Ja pianificazione dei salari, in v>sta de1'le priorità produttive da incrementare; 3) infine, ri.~p~tto alla libertà d'intrapresa, Il non facili.' prolb!emq di indurre, nei settori non collettiv'zzati, gli imprenditori a fare detenm1nate cose o ad assumers_i de– term·'nati compiti produtttvi. A questo riguardo la W., aliena coni'è d.a soluzioni categoriche e di pqncipio, osserva cbe « il pcrco~so più agevole verso la proprietà socia!~ dell'indu~ ~r.ia corre lungo la via della dimostrazione del fall,mento del'. 1 m~ presa privata nelJ'airricchire la v'.ta individuale dei va.lori
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