Critica Sociale - anno XXXIX - n. 21 - 1 novembre 1947

422 CRITICA SOCIALE J'eìCisamente ostile ad un reingr:es,~o dei comunlsU nel governo, cosi come, del resto, lo stesso Pive,rt). ALla domanda : « Chi succederebbe ·a Ram-adier? » 1 la « Bini– stra :1> non è in grado di ·dare quindi una risposta, Immtre la « destra» ris-ponde categoricamente: « A Ram·adier succede– rebbe De Gaulle! ». E infatti l'abbandono del governo per passare, un·t-8!11lente con i comunisti, a costitui 1 re un'opposi ... zione, si-gnifica chiamare la « destra » al potere. D"altra parre, ogni seria possib'lità di collaborazione con i comunisti appa,rp preclusa. « Il passaggio dei comunisti dal govet'no ,all'opposizione, lo spregiud 1 cato im,piego delle forz~ d•ei sindacati, dom nati dai comunisti, per i loro scopi di partito, hanno dimostrato aUa sin;stra socialista_ che. l'in– teresse d=eill-acl-asse lavoratrice non coincide con quello dei comunist'. «Sinistra» e grande maggioranza de'! partito sonÒ d'accordo nel rifiutare la leggenda comunista che i COllllJDisti rap,present,ino sempre, a pr'ori, gli interessi d,e.lla cl•a-sse la_ voratrice. Una greive trad'zione ed una politica cil·retta a suf– fragarla continuano ad 'rre1ire i socia-listi nell'errore di ri– tenere che ogni critic~ alla Russia sia una critica al soc·ali– smo. Qu·rsto errore è specialmente dif,fuso neHa « sinistra» francese. Esso porta fatalment:• alla conclusione che i comu_ nisti, come ra-ppre._sentanti della unione social'sta dei so"-Ìet, siano i rappi·esentanti del soc· ,alis.mo stesso. Ma sotto la p.ressione della tattica comunista (comportamento del pa'rtl– to comunista· di fronte a,) Governo Ramadier, sua asso~uta su!bordinazione alla politica naz'onale russa in tutti i pro– blemi nazional; ed internazionali) quella f-alsa concezione l',en_ lamente dilegua e fa 1uogo alla limpida esigenza di attraJrre i l·avoratorl comunisti a'l soci-ali:S1no per miezzo di una polf·,– tica genuinamente socialista. · Queste ragioni porta•no l'A. a concludere piuttosto ott=misti– cament-e sulla situazio,ne interna della _S.F.I.Q. « Ad ecce-ziqne forse della polit'•ca coloniale, non sussistono tra « sinistra 1> e « destra » contrasti sostanziali. Le differenze dii tattica tro_ veranno, cc»ne è avv,e,nuto sinora, s 1 curamen'te ·un& soluzione, grazie a quella democrazia interna che è il patrimonio comune del social'smo demoorati-c.o ». Questa situazionC' rimane invariata anche a seguito del Con– gresso di Lione di agosto; nè pres·enbava sosta·nziali prospettive di mutamento al Congressò straord·'nario fissat_o per il novem– bri". Q.l'a poi .la dichiarazione d·i Bjaltstok, le· elezioni a,mmi– nistrativ-e, il duplice attacco a·J governo dei coonun'isti e di · De Gaulle - senza tener conto d·ella gravità. deMa situazione· economica - sembrano avere ancor più indebolito la tes'i {ieJJa « si n"i.stra » franc'ese. Le stesse d·;chiarazioni di Guy Mol– 'el. estl'e!luunente ferme nei confronti dei comunisti, sembrano confermarlo: ed è quindi probabile che la situazion, vafforzi la coesion-! :nterna della S. F. I. O. e la sua posizione al Governo. Essenza del socialismo democratico. , L'editoriale del period'co i-ngl"5e S0r~al~t Commentary, che riappare i.n nuova veste, cosi prospetta .JR realtà del :5ocia– lismo democratico: « Per quanti soacchi possa subire, esso si mantiene sempre com·e una fede che sup.era le fron,tiere na– zionali. unisce milioni di persone ln un'undica opera, i.spira a partiti ed a -governi una linea di condotta che· lti di,sti~e chiaramente da tutte ,1e altre autori,tà ·e da tu1J!e le altre formazdonì sociaU. Che co.s'è questa f•~d-e e donde deriva la sua forza? La risposta è sem,plàcé, e facile a tJrova-rsi, pul'lchè ~noi non la cerchiamo nellle teorie j'll dibattito e nep– pur.e nei p·rogrammi di parti,to, ma in noi .stessi. Si dice spesso ehe nel mondo ·moderno ci sono tre ~randi si-stem '. in concorrenza tr,a loro per ·pr-0mirarsi -adepti: di comuJ1ismo, nella forma <rappresentata dall'U.R.S.S. e d'ffnsa dai vari1 P,C.; il capi.talismo, i m1aggiori fautori d,el{ quale sono gli Stati Uniti, che appoggLano la reazione clericale e nazionSr lista, p·er esserne a ,loro volta a-ppoggiati; il. social·ismo de_ mocratico, · ,simboliegg'-ato ,non solo da unà Gran Bretagna la_ burista, ma a:nche da molti al-tri partiti e governi i.n 'Eu– ropa ·e nei Domi,ni,qn.s. Si tratta certamente di• una semplL · ficazione .schematica, s.pecialmente se si tien conto di altri nuovi movimenti e vecchie fi1losofie in Asia ed in Europa; pure. è •suffici'ent~mente ·esatta, per esaminare i-1 nostro pro_ blema sul piano pratico: perchè, in altre parole, DOj- pre_ f,eriamo l'ultima sol-uzione, la cosidetta « terz8. via »? La no– stra risposta è che nooi si tratta nè più nè rnenò che di una faccenda di rispetto di se· stessi: rispetto di sè che sarebbe privo d.i significato se non includesse un .t'glla 1 le ri– spetto per gli altri esseri umani. Noi non vogliamo av-ere nulla a che fare con un si,strema che ci cridlJ,,ça a suJ)ini strumenti di una volontà al!trui, sia essa volontà di partito, di funzionari d,-llo Stata o di esponenti del-Le classi privi, legiaÌe che monopol'zz,.no la proprietà d~li strumenti di pro- Biblioteca GiAo Bianco duzione; ma non potremo neppwre mai so~gliere di con_ quistare la nostra libertà pagandola con la scbiav tù degli altri. Ci rifiutiamo qu'ndi di sacri-ficare le libertà civili e politiche, duramente guadagna1le, .per el'minaJre lo sfruttam1'nto capitali,stico; ma egualmente ci rifiut' amo di considerare te 19<andr disugul!glianre di ricchezze, di a·eddlti e di po~slbi– Iità che da un simile sfruttamento deri'vano, come il oe_ cessario prezzo da pagare per ev'tare la dittatura. A co– loo-o che pongono -l'alternativa: libertà . oppure uguaglianza, .rjspondiamo cbe questa è una fal,sa antitesi. P"ù che mai ciascuno di questi ideaH può essere. re11lizzato soltanto nel_ l'altro. Il fopdamento d~l nostro soc;alismo è ,il princip · e di giu~tiz·a, che 1richiede Che noi salvaguardiamo Ja libert,à <led deboli frenando i forti, ed estendiamo ,Ja libertà dei poveri, facendo sopportare i n1agg·ori pesi ai ricc.hi. La spe– ranza del nostro soci:aUsmo è basata sull'infinita potenzialità di sviluppo per. j,J genere umano, una volta rhe le ·istilu zioni :iociali assicurino ai cittadini un'eguale ,possl'bllltà d1 .soddi.s-fare i propri bisogni materiali e di coltlvare llbe-l"ll– !111.mtele propri.e migliori qualità». Uecchla piagaItalica. Alla patologia della cor.ruz'one parlamentare dedica un a– cuto e franco artico·lo Piero Calamandrei nel ntntlero · di atte. bre della rivista li Ponte. Passate ;-n rassegna le forme pi* gravi ~ illeciti vantaggi di car.riera, incarichi retribuiti ad ue– mint pol<itici, uomini politici affadsti •O speculatori, profitti parlamentari di professionisti - egli si :iofferma sull'aspelt• più tenue e più comune: la raccomandazione, di cui m,ct,te i■ evidenza che « i contatti tra l'uomo politico e la burocrazia possono essere fil ,tramite di corruzioni recipl'oche: il deputate per ottenere dall'a,lto burocrate un favore >l'lecito per quale!Ìe sno cliente o prestanoone s'·mpegna a spendiere la sua infh1.– enza politica per far conseguire al burocrate compiacente un illecito vaJI!aggio di carriera: uno scambio di favori che è 1-u– sieme uno scambio di contagi». E l'A., che pur ·intende d'– fender,e il prestigio d.ei Costituenti, deve constatare che noi. si tratta di per'colo ipotetiço. « Un mio collega mi dichiarava » - scrive l'on. Ca·lalllandrei - « di av>e1'e'sbrigato in un ann• di attività parlamie.ntave più di ottomùa raccomandaz· oni: co• questo ritmo, dato che i deputati sono più di cinqllecento, d•– vrebbe,ro arri" '8.re a·i ministri qualchecosa come quattro mi– lioni di raccoma,ndazioni all'anno! Un ministro mi ha con– fessato che, a lui solo, ne arr!vano persona~mente quattFoc'e.nte al giorno!·>> E conclude: « Tutto questo i•ngombra ed ostacola il funzionamento degli uffici: j deputati passano le giornate - a s.criv.ere }1ettere di raccomandazione é.i burocratici, i (Jue11 passat;10 l·e giornate a -tis-ponderé lettere· di assicurazione a 1 deputati». Matemat_ica délle opinioni. Sui irisultati dei sondaggi stati,st.ici delle opiniont, a mezzo referendum, tipo quelli celeh,:i e spec'alizzati dcll'Isti\ulo Gal– lup, si possono • sem,pra nutrire 4ei sospetti. Una domanda mal posta può generar, equivoci e perplessità e soprattutt• resta sempre dubbia la deb ta ampiezza e obbiettività del– l'indagine. Con ,queste premesse - e non dimenticando no infelice e fallace llrecedente dello stess 1 0 organo rilevato.rei in occasione del referendum ist tuziona1Ie - presenta un certo interesse il riferire alcuni dati di indagini ,recentemente svolte dall'istituto '.taliano di rilevamento « Doxa ». su .cul si sof– ferma F.ranco Momiglian~ nei nn. 12 e 13 del settimanale Co• munità. Una prima domanda tendeva a distinguere i fautori del– l'assunzione da parte dello Stato di nuovi ~ompiti nel campo economico (ad es. ,nazionalizzando certe imprest:;. private) dai fautoiri- di una conservazione da parte· dello StatO dei suoi compiti attuali; e d:.;i fautori di una limitazione, affidando ai privati alcuni dei servizi attualmente stata!'. Elevato (31,2 '%) il numero degli intervi,stati che non banno saputo dare una risposta ad un quesito forse nou del tutlo nitida– mente impostato. T•ra gli a:tri, il 29 1 % è favorevole ad una estensione; il 171% ad una conservazione dello status quo; i-I 221% ad una limitazione. Abbastanz!_ interessante il re– sponso in base alla appai,tenenza ai partiti. Favorevoli ad un'estensione dei compiti economici dello Stato: nel P.C.I. 77 '% (contro u~ 10 '% per « ne,ssun cambiamento»); nel P.S.I, 68 1 % (contro 14 '%); nel P.S.L.I. 60,7 '% (cont.ro 19 %), l'i– veland::, una maggioranza decisa e abbastanza omogenea, men– tire a risultati contrari' si passa pei, gli a·ltrl partiti: D.C. 301% (contro 361%); U.Q. 31 % (contro 261%); Liberali :U•% (contro 13,41%). Favorevoli Qd. una vera e propria 1 1- m'tazione del. coII1pi!I economici dello Stato: P.C.I. 11 '%, P.S.I, 16,81%; P.S.L.I. 19 '%; mentre per la D.C. si passa ~I 33 '9'o; U.Q. 42,41%; P.L. 71'o/o ..

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