Critica Sociale - anno XXXIX - n. 21 - 1 novembre 1947

420 CRITICA SOCIALE stri SiJidaoi Prersidein,ti di amminislra:,;.ioni vade) che' i\! vot(J pKJipo[w,e' ha e•~et/lia di~rigerJ11e l'o,pera. DaUa di-ligenza, capacità e probit:à rti costOII'orriozto dipende l"effic1enza de!la bul'oc·razza, nelle cur ~zie ess,i do1nanno asle11'erszdall'immefter;e surre'Nzi,amenr te, dn q11olilà di avvenl,i•zi, seguad po,liiltidi e b'enia· niini ", Ma dobbiamo· an,che 1•,i,affermarequi que./lo che ab– biamo dello allne volte: che cioè peri· po,ier p•reten!fe'J'e che la burocmzia abbia coscienza de.I suo dovere ,e ,'esegua fedeifmente e; s.crupolosrunente ,e· ciol dovuto ze-lo noi dobbiamo fane ad essa un lra·ttamento a– deg~aJloa/lJ''!mp_~rlanza et q/./a de-Ucalezz°:c{el suo. com; pilo. Non e p,1u to//erabz,fe· che {1) tull,z 1 funzzevvirz deMo Stai•<>, (]ci' aPcu111i de-i quali so1nio• affidate; /e p,iù gelme funzioni de1~ vi.la pubb1lz)ca,sillil'o corrisposte l'elribuzfoni iirri,soti'e, asso,[ulam,en/'e·-insuffz'e,ie,nli anr che ai b•isogni più elementari della v,z1ta,di una v-ita per g11111ta clze dev,e esser condotta ,co.n dign,ila an– che nel.fe forme esle1,iori, p·e 1 1'.chè .n,e•N,o sci)Je1rnoo nel ~e,nso di compatime~1to che' ,co,T,pz'sce il funzfona· 11iodello Slalo non sia coi,nvo~lo it p1•eist:igi'o derlo Staio medesimo. Cérto wui riforma delira b1woc1raz.ia non è un'opera che possa cm11pz'e11"si da un mo,mm1lo al/'a/tro. Se n,e è cominciato a parl,are -~in da quai;,1do fu costituito lo Swto ita/.ian,o e .se ne co,111 /illll.la a pGJr– lal'le;sempre,. se.n!Ularrivar mai a :n'essuna _co'llic-lus,io– ne. E' tempo che si ,corrìiJvo,i o~wai a fare qual,cosa e l'inizio deve lll'ce;sa·l'Ìcrme,nleessewe -costi,tu.ita da un sistema di Ol'{fW, · c;i e di relrz'bu;iioni che {J)tlrcr,q_qa al– l'e pubbliche' ummi11ìstrazio11ir non so:l/ant,o cotor:o clìe o per pigrizia o mroncan,za dz\ li-niiziativa o per pucii.e::a intellettuale si senlan,o ine,lti mi a.lire occu– pcrzioni, ma 0.1whe pason,e ,che, scegl.ie 'ndo una car– riera [a Quale assegnti loro responsabii'lz'tà •e_di_qnilà, sappiano di poter ,co•I11dlul'1'e un. ac•oo,n.ciole!Il!Oredi vita, s,,nza bisogno di ri'co.rrereca Weci,ti modli dli . p-rocurars.i guadag11i supp,teme'ntari pe,r sop,perire al– ' le lfJro necessità ,fam>iliari. Altrae,n,do co•s,ioro e stabi– lendo .con!nr ,po1ra.ne ·aniente 01pporiun,e, no-1•me p-e·r cui u.d ogni funzfo.nario si'a attribuita uma preci.sa 11esponsabilil.ù per qu,el/o che fa e per queNo che It!)n,fa, per le ite.ql 'i'genze e gni errori in cui incorre, µe:r i ritardi di <"U' è causa, perr i daJn!iviclie i,n tal modo w•reca al/ri 1>uùblioa Amministl"azlio,ne e, ai ,~e– gittimi inlue·ssi dei privati, /i,oi:potremo N,nabm.ente avere una burocrazia meglio pre·parata ance sue fun– zioni, megl-io ,co1,sape11oledei suoi do-veri, p,iù affe– donala allo Staio ·e alla tutela dei pubblic.z' im,te1ressi, e potremo ven;r graduahnemle, ma abbastanza rapi– damente; e/im1r1twdo gli .metti, gl'i svogliali, i ce-rrotti. - Su questo p·u;·,l,o dobbiamo itnis-i·slerefo,r 1 temenle, ostina/ameni.e: e su que•s,topunto cniche ./'ami,co P.ie- 1·-angeiipuò e deve /r,ovw·si con,cbl'de con, noi, spe·– cialmenle -in un momento in cui, come· abbi(1JJTlo detto sop~a, 1mo-ve 1 un ,zio.ni si ag(Ì.iungerllll'll/J itnevtitab'il– menle a quelle che lo Staio già vz'~lne compie-mdo. . LA . CRITICA SOCIALE Maffeo Pantaleoni nelle sue l~zi<:mr all'Uni,versità di Roma sosteneva che iii primo bene economico è ' la sicurezza: la sicurezza è un p,r,ius della ,pr,odu– zione, non essendo .possibile· aver produzione se la •sicur-ezza manchi tota)mente: J,a !Ilan,eanza parziale si traduce dn un costo proJò)Orzionato a guesta JJar– zialHà, aggiungendosi, ai vari elementi di ·costo, n; rischio. Quanto questo è' più alto, tanto più aumen– tano ·i prezzi, come ve·diamo praticamente ne-I mer-– cato nero. La si.curezza è il compito fondamentale dello Stato, prototipo dei consorzi obbligator-i, che occo·rre ,co– stituire· .perchè vi sono dei refrattari O·allé ne,cessità deHa sicurez,za o al pagamento -della quota di re– parto del costo economico deHa sicurezza. Non è concepibile uno Stato senza una buro,cra?:ia: il clero in un certo senso è Ja burocrazia della Chie– sa: i funzionari dei partiti. e ,dei si-ndacati sono la · burocrazia- di queste organizzazioni. Nè lo Stato nè la Chiesa nè •i partiti nè i sindacati posson.ci fare a meno d'i una buro,crazia, sa::vo·brevi pe:riodi eroici. Assurdo è quindi cons,iderare tutta 1'a burocrazia co- .me una éategor-ia parassitaria, e assurdo <led pari considernre Jò)arassitari gli addetti ai, . serviizi,. da quelli pubblici a quelli -bancari. Il_.punto pol_it>ico. sul quale o,cco'r!'le _convl?rgere Ji'a~tenz1?·ne.~on e questo de:resi,stenza d1 una burocrazia e, In p1u ,largo senso, d•i un ceto impiegatizio. Il punto p@li~ico è quello BibliotecaGino Bianco del co·slo 1 dei- servizi, che non deve. ecceder1e certi limiti e quello del1a m.entaUtà degl'i addetti ai ser– vizi, che·, aHese le lo·ro con.djz,i@ni,materiali di vita, e di rimunerazione, hanno una fo!l"ma 1 me,nfj,s, radi– calmente diversa 'da· quella di chi, attende alJa pro– duzione: l'abitudine dri percepire uno stipendio fisso a finie mese, indipendentemente dal 1 reddHo del la– voro (non è .facile trovare il metro dei, rendimento di un impiegato, specialmente .di--quel.'i d'ordine) e più spedalmente le mo"'1eplici gara,nme de,]!'jmpie– gato pubblicò (sta'hilità, _pensione,_ ecc.) dànno una sagoma speciale al modo di ,pensare di questi a·d– detti ai servizi: .ii, !'limanere al di fuori de! 1 prooesso produttivo, con· i- limiti c're questo necessariamente impone; fa sì che ques!,: addetti ai servizi finiscano per vivere in un mondo astratto, e per far preva– lere schemi puramente teorici sulla ,realtà,. Sono due aspetti fondamentali quello del costo e queL'o de,Jl.a me1Il1lalilà deHa burocrazia, e per valu– tarli nell'a lo•ro decis~va importanza bisogna uscire dalle astrazioni generi,che e stare a contatto con la modesta realtà quotidfana, come fanno i provin– ciali. Stando a contatto con questa real,tà è faci.'· 0 constatare che la burocrazia costa troppo allo Stato, ag1'i Istituti parastatali (v.edi, .per es.empio, quanto ha detto Vigorelli per quelli assicurativi), ad Comuni, a1ie Banche, a"1e Esattorie. Quésti. costi sono divie– nuti•insopportahili: la riscossione• de\~e• imposte co– sta ai ,contribuenti, nel' corrente anno, il dieci per cento: il personale costa alle Banche il tre ,per cento deU'importo depositi, mentre i deposHanti finiscwno per percepire in, media sessanta centesimi per ogni cento lire: per- tutbi i Comuni si verifica cbe ii' p·er– sonale assorbe là quasi totalità deJ.ie enhrate, co– stringendo gli amministratori a piatù.re daHo Stato (che è il ,più •dissestato fra gli Enti pubblici e rù .– media erµettendo assegni a vuoto) i ,contributi di • inregr:aziòne. Mo1ti, Enti sono· stati creati solo ,per occupa.e Jmpiegati, i quali si ribella11d' quando si• Jl)aria di sopprimere quegli Enti e trovano espedienti per mantenerli In piedi, cambia,!Jdo loro nome. Questo è il fenomeno .pa,rassitacio che tio com– batto, senza credere affatto alfa lustra della rifer– ma della burocrazia, c;!i cui, si è sempre parlato. La riforma de,]]a burocrazia sarà, sempr,e un inganno · e una presa in giro ,per· chi so,pporta, iL -costo della bur@crazia, ,perchè la bur:ocrazia è troppo solidale e troppo f0r,te per lasciarsi... riformare. Per .rea·• gire bisogna cl1e il probJ.ema lo 'affrontino le classi Javoratrùci e .produttr'ici, su,Je quali,. in definitiva, rkadie i,l peso dti, que,sto costo non p.iù sopportabile. Inv,e•ce, assistiamo a un fen@meno incredhbile.-poi- . chè· la burocrazia si _mimetizza, costi-tuendo sinda– cati, ,proclamando scioperi, pa,rJapdo -di sfruttamen– to, i giornali e i pai;fi:ti di sinistra ha1mo preso .sett6 l,a loro ,protezione. indiscriminata la burocra-, zia, e ne trnvano sempre legittime le rivendicazionJ, compres·e que·lie pliù costose. La Confederazi.0nie del Lavoi;o ,po,i - fiera di aver i-nqlladrato nei su@i ranghi, impi,eg_ati pubbJ.icd, bancari, -èsattoriali, _ecc. _- si profoilde nel dare a tutte queste categorie il/ suo ap,poggio, sfa quando chiedono aumenti ,di paga e rù.duzioni di orari.o, sia O quando si opij;>ongono a riduzioni n.umeriche, a esigenze di titoli di studio, .a norme disci,plùnari. · · , Solo chi vuole es&ere cieco può no•n accorgersi . di questa situazione, che diviene sempr-e più preoc– cupante ,per I-a c;:.orsa all'impiegò e aH'ri.mpieguccio da parte di tutti coforo che· hanno, frequentato (an • , che senza alcun. profitto) ie scuo!Je ,di... deviamento dal lavoro, quelle medie o quelle universitarie, ,pron– te a sfornare miriadii' di Jicenziati, di dipl'omati e di laureati... che n@n lavorano e non ,producon@ e che quindi, 1n un modo o in un al·tro, finiscono pe,r grava,re su quel~,a.minoranza, che, lavora e ,pro– d\J.Ce. A questo rnale ·gravissimo del costo aggiungete - quello della contagiosa mentalità !burocratica, e i~ quadr:o vi, apparirà completo. Dalla astrattezza dei burocrati.ci deriva gran parte dei provvedri.menti c!le intralciano 10 svoLgers·i deP processo .produttivo, con nuov·r-maggior1 ,costi: i ca>lmri.eriche ci de'liziano; le denunce ai fin•i statistici; le necessità di auto– dzza1Jioni per ;fare qualsiasi cosa sono un prodotto deJla mentalità burocratica. che si sovrap,pone alle esigenze deJ.lla produzione con Ja mania di classi• .. ficare e di catalogare e con la idiozia delle stati-

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