Critica Sociale - anno XXXIX - n. 21 - 1 novembre 1947

414 CRITICA SOCIALE IX MA'.I'ERL~LISMO E COSCIENZA Ma il Naville, se vede •le altrui distrazioni, non vede le pvoprie. Rias,sumendo Je ':'i,cende della dot– trina marxista deplora •che essa SJa stata trascurata durante la re~zione fascista, che abo-Jì, con tutt,i, i mezzi statali e non statali, ogni « di'ritto aJ.l'eser– cizio del pensiero- oggettivo », e si conforta a) pen .. siero che ora finalmente l'umanità possa Jmparare il vero dal libro di N. Le·nin, il quale segna una , svolta neHa storia delfa filos-ofia. · Peccato che il Naville non s'accorga che anche dopo e, forse, proprio pér la divulgazione di que– sto famoso libro i metodi polizieschi e la persecu– zione a1 « pensiero oggettivo» son rifioriti e sono non meno dep,lorevoli, anche se sono spacciati per ... metodi rivoluzionari. Il NavHle non può avvedersi di questo scempio delle liber.tà , tutto preso ,com'è di stupore e di risentiment o con tro quegjj sci-e'llZi{lti moderni, i quali, pur essendo scienziati serii, tut– ta,,ia mina•c.ciano di ricacciarci « in un nuovo mi•• stieismo ». Presto fatti i conti con astronomi e fi.. sici come Eddington, Jeans, Pla·nk, Heisenberg. Dice il Nav-iJle: « Vi è da ogni ·iato ·lo sfo-rzo di tirare da -incontestabili scoperte scientifi-che, che hanno rinnovato la nostra conoscenza .del mondo, dell"e co'Il– clusioni che non vi s6no necessadamente dncluse, ma che g],i ideologi conservatori s'adop·rano a de– rivare a favore dell'agnosticismo e della reli– gione » (96). 1 · Per il ,Navil!e « ciò che caratterizza il progresso della scienza è l'estensione e la precisione sempre maggiore deJ campo delle relazioni causali », dò che implica un'estensione dell'idea determin-ista--me_cca, nica (97); m·entre invece,· stando al pensiero- obiet– tivo, oggi, posta in discussione Ja ,legge deUa, cau– sal:ità, che era ormai abHuale, << noi· pos;iamo e dob– biamo non ammettere. più U'll puro divenire· sog– getto al determinismo » (98). Se la disputa è a questo punto, .deve essere per lo meno lecito dire c he il ,linguaggio · del Lenin non è « a .pprossim:rt.ivo » o « poco scientifico», come. dice i! NaviJ.Je, ma è faori add.irittura del binario scientifico e filosofico, ed è strano che proprio un materia-lista, c_ome.tl,l Naville, ammetta ,che il_ pen, siero leninista « -lascia sussistere i,l mistero della con•• 'Il-essione causale», n9n spieghi -cioè quello appunto che avrebbe é!ovuto spiegare e che non può spie- gare! (99). · ·Il critico francese, polemizzando con i critici del mater"ialismo, ri,pete .che il pen,sierÒ è un .prodotto del c-ervello e, appellandosi alla psicologia del com· portamento (100), definisce « assurd,ità evidenle » ogni di,mostraziorte,' secondo cui ,L pensiero, fonte d'un mondo diverso Gl.aquello d•e-Hecose, no11•può éssere spiegato come prodotto del moto cellulare o come riflesso in noi de!Je ,cose esterne. Tuttavia è proprio questa l'unica _conclusione legittima. se si vuole essere osservatori f,edeli cli ciò che ci viene offerto dal/esperienza, senza scegliere i fatti_ .per simpat-ie soggettive. E' . faci],e· sbarazzarsci dell'intel– letto dicendo ,che, ·ammettendolo, si scivola .nella teologia; rigettar la ragione, dicendo che « si -rife– risce al sapere reale sul settore dominato, o quanto meno _ •interpretato, del mondo», affaste..Iando cioè' parole senza senso .. - li Naville concede (101) che « resta una sfera ab– bast-anza _ larga per le i•potesi, per l'invenzio-ne, in– ferendo dal noto a.Jl'ignoto; cioè per la sintesi dia· lettica »; ma inavvertitamente entra ,così in un campo filosofico .pierio di contrasti, .in cui ricom· parisce la ragione che «inferisce», s•ervendosi del",a dialettica per l'invenzione, fenomeno ,così imponente da essere i} fulcro della nuova lo.gica (102). · (96) Op. cit., p. 143.· (97) lb.d•.m, pp. 144, 156, 192, 193. (98) li:niiGER: Wisse·mchaft und Lebén. Berlin, 1939, p. 17. {99) NAVILLE, "Op, cit., p. 145. ·(100) Op. cii. pp. 147 e segg. (1'01) Op. cit. p. 161, (102) L'i.nfalljtiJ_dsmo di quese materialisti è qui evidente. Se tutta la vita s,pirituale è un riflesso dell',:.-.ster,no,corhe si 'Bibliote€aGinoBianco' li materialismo crede d'aver spiegato tutto, quando ha trovato o creduto dci trovare come si manifesta _ un'intenzione (cioè un quid non maleriale o pal– pabile). li cervello di Dante si è manifestato com· ponendo la Divina Commedia e quello di Ciac.ca obbedendo alla « dannosa colpa della gola »: ecco due. fe'Ilomeni dd comportamento, che non si spie– gano biologicamente o sociologicamente. Per il Na· vil:·e, invece, la ,coscienza è « un fenomeno sociale per il ·quale non abbiamo un nome più ,pi-eci– so-» (103). Qùesta defindzione generica dovrebbe bastarci per comprendere e valutare quell'amico ·che ciascuno ,porta nel suo cuore, quel comes cui Se– neca si ap•poggiava come alla « buona ,compagnia che l'uom francheggia, · sotto l'usbergo del sentirsi pura ... ». _ . Sarà un avanzo scolastico, una nostalgia dei « me· tafisici inconsolabili», sarà un sin@nimo dell'anima, ma la coscienza è ,così cbtiarament•e intuita che non può essere sostit.uita da tutto ciò che ci propone la teoria del comportamento « in !ermini materiali »; ecco perchè il dualismo rest a teri ace·, tanto nel lin– guaggio .comune Quanto fo que.fo di Lenin, anche se questi lasc'ia in ,primo, p iano la materia e pone in seco~1do-piano Io s_pirito come riflesso d•eUa'Prima. Se, come diée il Nav,ille, non potessimo dedurre la « eosoienza ribera» dal comportamento esteriore e, seguendo la stessa via, -noi conoscessimo la libertà ,come « una certa conformazione alle leggi naturali », noi potr-emmo dire di non conoscere nulla dell'uomo çome uomo e che ,il metodo conoscitivo consigliato dal Naville (conoscere solo ciò ,che l'uomo «fa» o «dice») ci riporta a tempi presocratici, quando an– cora non ·era scoperta l'anima! Di fronte a comportame,nN imbarazzanti per la loro complessità, il NavJllé proibisce di ricorrere a cause •psichiche cO'IlSigHandoci di limi!arci a « constatare che ,per il momento Ie nostre esperienze non ci hanno permesso ancora di conos,cere le cause complesse ... che sono Jn gioco· ne] fenomeno esaminato », consi– gliandoci quindi di ... rinunziare alla. con@sce,nza del· l'uomo, perchè anche un gesto, una ,parola di bimbe, po,ssono ,e·ssere e s'ono spesso imbarazzanti. Quale progresso fa la ,con.oscenza, se si sostituisce la frase chiara _« aZIÌone intel!ige_nte » con la cantafera: « struttura che evol:ve in funzione sempre più str,etta dell'ambie'Ille e mediante sostituzioni sempre più sot– bi1i e complesse»? (104). Si ha so:·o un obscurum per <Ybscuriius, con que-sta conseguenza grave: che con la ·scusa di non _poter-comprendere la cosDienza umana, la si ignora nelle leggi ,e le si nega ogni li– bertà di espressione. · _ La .psicologia materialista dunque non supera il vecchdo problema del rapporto fra corpo e spirito, . perchè, come dic-e: il Naville, essa deve. ammettere che le azioni reciproche nel ,cam•po· del comporta· mento 1Mnll•nonort sono ·dello stesso· tipo di quelle aµimali; noEJ su,pera il vecchio problema ,e dimostra . coi:i ciò per Lei meno la sua esagerata -presunzcione, e riduce la società ad uh gregge! L'uomo· resta ne la sua complessità e nel suo mistero interiore: mistero che, non ostante le loro frasi materialistiche, i due. nostri Maestra rispettarono quando parlarono di uomo fattore della sua storia, atto a mutare, l'am– biente. Lo stesso Lenin, rne'1suo libro,- dopo aver detto che Je ideo logie s ono un ·prodotto sociale, ha rico- . nosciuto iJ valo.re autonomo e l'efficienza di esse, conservando impli citament,e -all'uomo una funzione ,che' il Naville restringe, svuotando d'ogni se,nso l'azione e la fede socialista. L'im_pov-erimento della dottrina è sJato ,progre·ssivo e grave: col marxismo si .poneva al proletariato un comp,ito universale ed umano; col leninismo si è .privato questo fine d'ogni valore morale; col plumbeo materialismo degli ze· latori tu!!o è rid_otto a processo meccanico, a movi- può parlare d; .un processo dal noto a11J'igaoto'? L'itnuenzio_ ne poi è una attività· qmana cosi spirituale e m.iisteriosa che, secondo alcuni logie: m9derni, non è spiiegabiLe neppure con le comuni leggi del pensiero, ma è (come dke la parola stessa) una -spopert~ orve non i.il raziocjn'o, bensl la fantasia si rivda e, o:do, non è manif.estazion,.e rifleasa della maberia J (103) Op. cit. p. 182. (104) O,p. cit., ,p. _198,

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=