Critica Sociale - anno XXXIX - n. 21 - 1 novembre 1947

CRITICA SOCIALE 411 non meno vero è che la presente siluazio•ne, e specie l'inflazione in corso, ha ripercussioni particolarmen– te tragiche su larghi strati de>i c-eti medi, benchè come vedremo, non s1 possa parlare di un generale fenomeno di immrisierimento di tutti i ceti medi. ' Ma è «proletarizzazione» questo fenomeno? Io cre– do di no. E se così si insiste neJ chiamarlo, si fa un uso vacuo e demagogico di un termine a cui noi marxisti siamo tenuti a dare significato ben preciso. Non è nè la miseria nè l'immiserimento a costituire il proletariato, ch'è s-o,prattutlo cosciienza di clas– se proletaria. Siamo indubbiamente in una fase di grave depressione del livello di' vita di molti settol'Ì dei ceti medi: ,e spesso ,può essere giunto al punto di eguagliare e persi-no scendere sotto rii livello della· vita proletaria. Manca tuttavia, dal punto di vista sociale,· un vero e proprio lrv.ellamento. C'è declas· samenlo dei ceti medi. Ma non c'è - o n.on c'è an· cora (ma sulla ,certezza e necess-ità ,di q uesto ulte– riore .passo consig. 1ierei di -faz:,e prudenH riserve) - incorporazione, assorbimento e fusione nella classe proletaria. TalvoHa, anzi, risp·etto a questa, c'è una ·sorda ostihità che .sta tra il rancore, il disprezzo e l'in vidia. P,er quantq ridotto alla miseria, l'esponente dei ce.ti medi confinua ad -appartenere a questi (oh, i sacrifici per « tenersi su», per « mostrarsi' diverso», per non rinunciare a certe abitudini, le quali non sono tutte esteriori!) e non a1 proletariato. ' Ma non basta. Nel proletario c'è la fondamentale cosciienza deMa ir-rime·diabilità della sua situa1Jione. Non per sua coJpa è caduto ne,Ha s,ituaz4one di pro– letario, ma per una ineluttabile fatalità. economica, di fronte .a cui nulla .possono aumenti di salario o migljoramenti cteHe ,condizioni di lavoro. E, salvo un mi•racolo, da questa situazione non può. trarsi fuori per sue forze o suoi meriti. Nell'esponente del ceto medio Ja sua situazione di a,ppartenente al ceto me· dio, anche se non ha più modo di esplicarsi pra!'ica· mente, gli ap,pare come un « paradiso perduto :i>, da cui è stato band•ito ingiustamente, senza, a 'cuna ne· cessità,, e .p,er rag1ontl oocasionali (depressione eco· nomica, inflazione, e-cc.), ma a cui spera ed a cui conta di poter tornare, anche individualmente. Egli è un compresso o un depresso dalle cir,costanz.e. Ma basta che aumentino gli stipendi, che si adeguino i redditi all'aumentato costo deHa vita, che riprendano gli affari, che· si aHenti la depressione economica o cessi la svalutazione monetaria, ed egli tornera ..,... beato - ad es,sere q,uaile era .. Nel ceto medio c'è quindi una situazione di elastic:ità, di provvisorietà e di instabilità sostanzialmente duversa dallo stàtlco ed irrimediabile squallore dell'esistenza proletaria. Mancano pertanto queii caratteri di irretrovertibilità, di retrocessione definitiva e di fatale confinamento in una situazione sociale, che sono pecul:iari dell'au– tentico processo di proletarizzazione e premessa del suo ldevito ri.voluzionario. · Occorre .poi tenere conto di una distinzione, r'.l.e in a-Itri momenti nòn avrebbe avuta importanza. Di· stingnere, cioè, tra ceti medi indi•pe~de.n•ti, che d_e) lavoro che esplicano sono in proprio responsab1h e non devono r.endere conto a nessuno, e cetil me:di dipendenti, che esplicano i] proprio lavoro alle d)· pendenze altrui. (èsempio tipico: impiegati, tecnici, ecc.). Ed è aHora faciile· constatar-e da un lato che la presente sHuazione econo!Ilica si rip_ercuote ~n i:ua– niera assai più grave e disastrosa sui secondi, ,pmt: tosto che sui primi; e •d'altro la!o_ eh-e solta_nto ne: secondi può (ma non sempre avviene) manifestarsi una situazione affine a quella del proletariato (sen– so di dip,endenza arbitraria, «disumanizzazione» de) lavoro coscienza di oppressione, consapevolezza d1 uno sfruttamento, reazione ad un assoggett~mento meccanico e Hvellatore, rib-ellio,ne ,della pro,p~1a J?et: sonale digm t~•. ecc.), e quindi una certa sohldaneta psicologi.ca col proletariato. EterogeneJtà di sttuaxz'oni. Con queste prei:nesse, -bisogna. e_sclu~ere ~he vi. sia una situaziione umforme per tuttLi ceh med1. Anzi, la eterogeneità di situazioni si ripercuote spe~_so.n_el: l'l!Ilterno di o<>ni singolo ceto, creando un mfmrta di condizioni 0 parti,colari. sezionali, locali, o add1· r:ittura individuali. Grosso modo tenuto ciò ,p,res-ente, la situazione dei celi medi potr~bbe così .prospettarsi: iblioteca Gi o Bianco a) celi medi "in via di e-Uminazio.ne. Si tratta di quei 1imitati settori dei ceti medi che vivevano di risparmio, di redditi fissi, di pensioni, di piccoli affitti non aggiornati. La situazione. economica e la inflazione li hanno sgominati. Non ne restano ,che disperati rottamo, abbandonabi a se stessi, con scar– se e de~ tutto· precarie risorse; b) ceti medi, in, d,iffico-ltà. Vanno annoverate qun anzitutto le ,due categorie degli impiegati privati e di que'l1i pubblici, la prima probabi,lmentc staziona· ria, la seconda notevolmente accresciutasi dall'ante– guerra (ma spesso con rapporti di avventiziato o, comunque, .precari). In queste ,categorie sono assai acuti l'abbassamento del livello di viita e la diminu– zione del potere di acquisto, sia in senso assoluto (retribuzioni •nominali ,di fronte a retrribuzioni reali), sia in senso relativo (accorciamento delle distanze, rispetto a categorie inferfori o .alle retribuzioni o,pe– raic). Il fenomeno è particolarmen!P gravi' (creando anche uno squilibrio ris,petto all'impieg o privato e raggiungendo talora aspetti di auten ti.ca miseria) nel ·ceto degli ,impiegati pubblici, ta,lv olta con sfasamenti patologici (f.enomeni di corru2ione, ,impieghi acces– sori, cumulo di incarichi, ec,c.). In questa categoria va poi inserita,-•salvo molte eccezioni, la gran massa dei liberi ,professionisti e dei cosidetti « inte!lettua· Jj » (pubbliicisti, artisti, ecc.), i cui redditi non sono in grado di equipararsi all'aumentato ,costo della vita o la cui insicurezza di lavoro è accresciuta; e) .ceti medi stazionari. Vì va annoverato. 1n li· nea generale, l'artigianato, nel quale tuttavia la di· versificazione delle situazioni particolar,i è marca– tissima. ,C'è bensì una tendenza (talora persino -ec– cessiva) all'aggiornamento dei reddittl, ma spesso a .scapito deill'a quantità di lavoro o di smercio. L'arti· ginnato di riparazione o ,d~ servizio va sviluppando· si più di quello di produzione o di commerciò (c!le spesso però s,i specializza in rami di lusso). Non fac· da troppa meraviglia che in questa categoria si an– !Hlverino larghissime categorie di esercentii, che pur teridono a,d adeguare i redditi ::il -costo• della vita. L'ultima guerra ha prodotto solo su scala ridotta auel fenomeno del « pescecanismo »-dei negoziant,i, t·1pico dell'altra guerra. La necessità di adeguar~i ai nuovi prezzi e quella ,di ricostiluhc le scorte han– no, in moltissimi casi, assorbito i ~uadagnri. Solo ,per un certo numero di esercenti (o per abilità, o per particolari ,cong,iunture, o per spregiudicatezza. o per connivenze con la borsa nera) s'è avuta un'a· scesa: è ta 1vo lta di t ale entità da portarli addirittura fuori dei ceti me.di; d) ceti medi che pro'.sperano. La categoria tipica d.ei ceti med~ che, grazie alle ristrettezze bellkhe e p ostbelliche e alle vicende della inflazione, ha vi· sto accrescersi, talvolta dn maniera inaudita, il pro· prio ,potenziai-è economico e svilupparsi una vera e propria « sete .di profitto» è quella degli agricoltori. Ma anche qui sri dovrebbero fare infinite gradazioni a se.conda de1 rapporto giuridico con la terra, a se– conda delle zone, a seconda del grado di iniziativa, etl anche a seconda ,dell'eserci zio m aggiore o minore del traffico i,]]ecito. In moli~ ca.si vi è stata una ten– denza tale all'acquisto _di terre o all'incremento di beni dii far trasmigrare nei ranghi, dei veri e propri a«rari borghesi gente che ,priima della guerra si po· t;'va ancora annoverare nei ranghi dei ceti medi. L'altra grande categoria è quella dei com_merci!l,nti e ,dei picco!,i o medi industriali. Anche qui le diffe– renze individuali sono marcatissime: non dubitiam<? che moltissimi ,cas,i, fors,e ,più per i piccoli e medi inlln,triali ·che per i commercianti, potrebbero di– mmtrare (col raffronto dei valori reali) c-pe non si è avuto alcun incremento, ma stasi o regresso. Mol– tissimo L dipeso qui dall'abilità affaristica dei sin– aoli dalla <sistrnza di scorte di merd, ,dalla dr.spo– ;ibilità di car :taìi, dalla scaltrezza ne! procurar~i e nel piazzare vantagg,iosarnente « .partite :.> di merci, magari di tutt'altro genere di quel 1 Je usualment_e trat– tate. Ma l'mcr<>mento patrimoniale c'è stato_ mdub· biamente e c'è soprattutto un pronto e facile a~e– guamenlo dei redaiti all'aume~tato cos_to.della wta. Assai dispari è la sortP degli rntermedrnn del ,com– mercio: ma molli di essi hanno fatto I::irga fort1;ma. Alla normalità del commercio sono qui da ~~grun– gersi gli speciali lucrj di contingenza, o addirittura

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