Critica Sociale - anno XXXIX - n. 21 - 1 novembre 1947

j 410 CRITICA SOCIALE schieramento sociale co~patto. ~d _un_itari<:J,Manca a.d essi sia una uniforme ide_n~1ta,. d1 sll_ua~w°:e eco– nomi.co -sociale, sia una affn:vta ~1 f~nzrronI, sia una reale c omunanza, di interessi, sia, mflne, qu~-1. f~nr damentale elemento che ~arx po,n~va come, md1v1-: duatore di una dlass,e soc1,a,le,e c10e la cosczen!Za dz _ c./cnsse~ d' Arbitrario sarebbe, d'altr_a parte, cer,care. 1 r1ca: vare qualche cosa di simile ad una . c_oscien~a d,i classe, intesa 11egativa~ente, <!-~lfa_ pos1z1_one d1 no~ a"evole e talvolta instabi·le equ1l!bruo tra le due classi f;ndamentali o dall'erosione e compressione •che queste esercitano su di essi. C'è bensì un ovvio in– teresse alla propria ,con~e.rvaztlo~e, u_n atta_ccamento alla loro particolare .posizione d1 ce.t1,med1. Ma, c~– me vedremo oltre, ciò si articola i!] ~oncreto m modi assa,i div-ersf. di fronte a ,pericol,1 che sono diversi ed in reazioni non sempre uniformi, •nè con– sapevoÌi, nè ,coerenti. De~urne c<!mun_que u:n innato ed intrinseco conservatorusmo dei ceti me,d1, o, ,peg– gio ancora, un fatale' lor<! interesse al mantenimento del presente ordin:e ~ocia-1.e, sarebbe assolutame~te llrb.itrario (4): e s1gn1flc.herebbe stoltamente resprn-• gere i cebi medi verso qu;eU_eforze conservatrici __ o reazionarie da cui tanto fat1cosamente vanno svrn- c~ando~. . Ta lvòlta nei ceti medi l'attività da essi esplfrata s'acc ·ori:J.pagna (e ne è sost.enuta) con u na p'ro prietà•, indiv iduale o famigliare , di mo desta entù.tà o con qualche pr·eesi.stente r òsparri:J.io , pure indicvid uale o. famigliiare. Questo f.e-n ome-no non va sopravval'utato. E so,prattutto sù di esso non può fondarsi Ufl cri– terio differenziatore dal proletariato. In ,primo luogo s!i tratta di, una mera eventua1lità1: va sono· dei oe!li· medi (es. il cefo impiegatizio) che generalmente sono nullatenenti, alla stessa stregua del pr oletariato; e non e certo quest o elemento di pro.pr! ietà, o di ri– sparmio chè s.eg- na l'ap.partenenz a o m eno ·ai celi medi. In seco ndo luogo occorre non confondere in 1;essuna maniera questi fenomeni con i fenomeni, forse giur!i,dicamentei analoghi, ma e·conomicamente del tutto dive,rsi, che si ver,i.ficano nella dasse bor– ghese (con la qualle non esis~e- quindi effettiva co– munanza di interesse). Questa proprietà-·« cetome– dista », molto spesso realmente frutto di lavoro e di ecònomie, non ha affatto i -cai;-atteri della « pro– prietà prli.vata borghese »: -cioè di -una proprietà esclusivistica, dàssista, ,privEegiata, inaccessiblile o quasi, a chi non a,ppartiene al-la borghesia,_ ~apacè• di esentare dal-la necessità di lavorare e costituente anzi . strument o di dominio sul lavoro altrui; Nello stesso mo.do il risparmdo « oetomedista », non ope_– rando affatto in funzione di accumulazione di ca– pitale e di ·produzione di plus--valore, non può con– siderarsi « ,caputale » nel- senso del-l 'econom.ia bor– ghese. Semmai., l'un-ico -e,]emento veramente comune a tutti i ceti meòi va ,ricercato altrove, e proprio in un e·lemento• che in un cerio modo qi riavvicina al .pro– letariiato :" e cioè nel , lavoro. Pur · esercitato in forme diverse, in iniii-ativ~ ,produttrl.ve diverse, ne!l'ambito di mentalità diverse ed eter·ogen ee, il lavoro è real– mente il solo· elemento ,capace di aocomunar~ i oeti medi (5). Tutti ritraggono sostentamento e -ragion d'es~ere (anc.he sotto il punto di vista\ sociale) dal diretto, at tivo, c ontinuativo ,esercizio del proprio la– voro, indipendente o dipendente che sia. E se c'è forse un'esigenza affine in tutti i ceti medi! è quella della valor-:zzazione, ,della protezione, dell'rncremen– to e d,e!la sicurezza del pi_:oprio lavoro. • (4) Ciò cÒmpr.r-ndeva m,olto bène lo •stesSo Marx, il qua.le, ne La criNea al progu·a/l1lma d,t Gotha (1875), se la prend,éva acerbamente contro l'affermazione, di pretesa orig·ne lassal- 1Hana, che, rispetto agli operai, « tutrt:e J-~ altre claSsi costi– tui,scono un.a so!a m-assa reazionaria». Richiamandosi alla r.etta ji11ferpretazi,00l•e del Manifesto egli oss'ervava :. « E' un non se'flso ohe l,e··classi m.edie debbano costitui1re, unitain1ent~ alla ):)or ghesia e per sopraggiunta ai feudali, una so1a massa rea– zionaria di fronte alla massa operaia. Nei.le ultim.e efezionl. si è fatto appeJ.}o a ,produttori, piccoli i-ndust•ri•ali, -agricoltOri: d•i fronte a noi V~ li figurate cosforo, assie~,e a .borghesi e ., reazionari, còstituire una so'a e cqmpatta ~assa r.eaziÙnari•a? ». (5) L'u;nica eccezione potrebbe, tutt'al .p'ù, rigtiar~are le cé.– tegori~, Or.mai sem1-frant.umat.e dal.la inflazione, èle1 picço·1 ri~pa1'Illiatori e reddi,tu~r'. BibliotecaGino Bianco Varietà di lmie,tiorie Ciò .constatato, bisogna tuttavia ,constatare che non è configurabile, se non in modo molto sommario ed astratto, un uniforme andamento delle sorti e del'le caratteristiche storiche d•ei.diversi ceti medi nel corso d,i guest'ul-timo s.eoolo. S'intrecciano qui paroboli, as• sai disparate. Le sorti di ciascun ceto sono e sono state ind1i,pendenti. Non di rado alcuni prosperano mentre aJtri decadono. Talvolta il fenomeno assume addirittura· va·rietà sezional•i o locali. Tra "i divérsi cebi medi manca il metro di un in– te·re-sse economi,co che sia v.eramente comune, ec- / cetto quel fattore lavoro che· non sempre si lascia concretare in- rivendicazioni pr,eclise e solidali. Fuo- ri di esso, trn ceto e ceto gli interessi sono d\versi, d,ifformi e talvolta addirittura in contrasto. E' fre– quente, riscontrare in un. ,dato ceto m~dio, .o ne·lla_ particolare situa,zione stonca ed eco·nom1ca d1 un da- to ceto medio, maggiore affirnità di interessi con il proletariato o con la borghesi_a che_ risp_ett~ ad. alt:i ceti medii (si pe_nsi ,ad es. alle satuaz10m odierne degli agricoltori e degli impiegati). Non di ~ad~, a,d– dirittura n.ell'interno di uno stesso ceto medio S!L ma– nifestano antagonismi ed inconciliabil,ità (es. pr<?– prietai;i agricòl,~ e mezzadri n_ell'agròc?ltur~; grossi– sti e minutaHII ne} .-commerc10; funz11onar1 e « tra– vetti », ecc.). Oiò tanto più si spi.ega in quanto i singol'i cet) medi non sono tutti es.pressione contemporanea d1 un dato momento storico e di una ,data formazion~ sÒciale -e seguono quindi traiettorie ddverse. Alcuni ap,pa.rtengonq ancora ad "una. fase pre-~ap1itali8!a. (a~– tigiani, piccoli C'ommerda~tI, bottegar, menc1amo!1 1 piccoli propriet~ri) e <;:ost1tuis~ono isole ~ up.e:rs~tI in una corFente 1n deebno. Altri aHa fa.se ~1ber1st.z,ca e co.ncvrJ'\eJnziaJl'e d ,PcapilaBz 1 smo (picc oli e m.edi irn · prenddtori in pro.prio): ,parimenti -residuatj di. u!l processo ·economico .che ·ha ·I!re~.0-nuove d1r,ez1~nJ.. Allri ancora alla fas,e de,/ cap.z'tafosmomoderno,. (Im– piegati e tecnici): .ceti medi di r.ecente for~a~IO!]e, in fase di cres,cenza e d~ tncre_me,nto. ~l~r1 :nfrne (funzi,onari p,tibbli-ci, « d1r1gent1 », tecmc1 d1retto– rfial1i,eac.)- pr.eudiano una fas~ a~vrerm'lt-•e ~ ilo _Stato e della società. Coesistono qt11_nd1 « ve.cclu ceti m,e – did ». ,oondannati ,dall'evoluzione economiç_a .e « n.uo - vi ceti. medi. » in s viluppo. , Riduril"i ,ad unli.tà dii- svJHu,ppo, S!i,aascesa o· deda!J?• e sbrigativo ed è c omodo, ma no~ rispond•e a ver1ta. La vroletarrizwzi1on~ dei ceti medi~ A questo .punto occorre aff,rontare una tesi fonda- mentale del marxismo. . Si sa come Marx, -seguendo le pwspettive di. un capitalismo espanslionista. l'iberista. concorrenziale, pil'Oono.st,i,casse • ia scomparsa, a p!iù. o meno breve termine dei ceti medi. Qualche raro 5letto sarebbe, assiirto 'u;elVambito della l:)orghesia; gli altri sareb · bero precipitati nel baratro del proletariato. E solo tra le due ;classi così po!larizzate si sareb~e. svo·l~a ·la rotta decisiva .. Le vicend:e storiiche, lo spmto d1 re– sistenza e d[ adattamento d_eli. ceti medi, ma so,prat– tutto nuovi sviluppi e tendenze de-I capital_ismo m(!– derno, ignoti a Marx, hanno. port_ato a d 1 1verso _ri– sultato. Con tutte le alte•r·native d1 buona o cattiva fortuna che ,p@ssono toccare· a questo o qu:e·~ceto, con erosioni franamenti, cedimenti, rimpasti, CO!l · l'1imposizion: di -str,enui .s~crifici, con _una sçaltri: ta faco.Jtà di- a·dattam·ento ~ certo orma-i che 1 ceti medi non sono affatto_ alla vigilia di · s_comJ?9:rir_e. Bene o ma:'e, essi banno trovato, un loro eqUill~ruo neJla socie-là presente •ed esso. tende s_empre .a rias– sestarsi su se stesso, per dun che Siano gh scos– soni ,che subii;oe. Questa constataz,1one costrmge ad o.~p_ugn~re una tesi (od un'i,lllusione) che, sulla falsariga dò Marx, tende og,ni ta,nto - sp:ecie coi tempi che corrono - a ripresentarsi tra i sociaJ.isti: quella della ,proleta- rizzavione dei ceti medi. _ . . Che neU pe-ri_odo tra Je du_e guerr.e· 1 ceti !11ed1m genere si11no stati assoggettal1 ad una ,contraz1on~ ~e! Ìoro tenore ,di vita, ad un logoramento econom1,co e ad un v.ero e propr!Ì6 immiserimento, è vero (6). E (6.) Ne ho analizzato diffusamente i. .divers~ aspetti nel mio citatQ !i,bro, anche' J.)er quanto riguarda ,le ripercus_sioni della politi.ca e dell'economia del fascism.o rispetto ai ceti medi.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=